B.M.W.

CS 650 SCARVER

 

 

 

 

 

Caratteristiche

 

Motore F 650 CS - euro 2
Tipo: Monocilindrico - 4 tempi
Valvole: 4 per cilindro
Cilindrata: 652 cm3
Alesaggio x corsa: 100 mm x 83 mm
Potenza: 37 DIN / kW (50 CV) A 6800 G/MIN
Coppia massima: 62 Nm a 5500 g/min
Raffreddamento: a liquido
Alimentazione: Gestione elettronica BMS
Catalizzatore: a 3 vie
Cambio: a 5 marce

Dimensioni e pesi F 650 CS
Capacità serbatoio: 15 l
Altezza sella con peso a vuoto: 780 / 750 mm
Peso in ordine di marcia: 189 Kg

Prestazioni e consumo F 650 CS
Velocità massima: 175 Km/h
Consumo a 90 km/h: 4 l
Consumo a 120 km/h: 5,4 l
Carburante: Benzina super senza piombo (95 ottani)

Parte ciclistica F 650 CS
Sospensione anteriore: Forcella telescopica
Sospensione posteriore: Monobraccio oscillante in alluminio
Trasmissione: Cinghia dentata
Freno anteriore: a disco singolo (D 300 mm)
Freno posteriore: a disco singolo (D 240 mm)
Pneumatico anteriore: 110/70 ZR 17
Pneumatico posteriore: 160/60 ZR 17

Prezzo: 8.500 Euro

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COM’È Pensare che sia un semplice travestimento stradale della F 650 GS
sarebbe un grave errore. La 650 CS Scarver (contrazione di Street Carver,
"che incide la strada) è una moto a suo modo epocale perché introduce
concetti mai visti prima, non solo su una moto di Monaco (anzi di Berlino
sede dello stabilimento due ruote BMW ndr) ma su nessun'altra moto in
produzione.


ORIGINALE, ANCHE TROPPO
L'estetica è sicuramente rivoluzionaria. Da qualsiasi
parte si guardi la streetfighter BMW lascia di stucco: muso lungo, coda corta,
un piccolo cupolino, due occhietti infiammati. C’è un non so che di Bimota
Mantra e un pizzico di Yamaha TDM nella parte frontale di questa BMW, anche
se David Robb, papà anche della Cruiser, ci ha davvero messo tanto del suo.

TRASFORMISTA Sicuramente è una moto che molto si presta ad essere
personalizzata, a partire dagli accostamenti di colori che la stessa BMW
propone. Molti particolari sono in plastica traslucida ad evidenziare come
sia al passo con le mode hi-tech del momento (si pensi agli orologi Swatch
o all’iMac e ad altri oggetti del nostro tempo). Alle tre colorazioni principali
disponibili, si affiancano due colori per sella e fianchetti (più una soluzione
cromata) ottenendo 18 diverse combinazioni di colore, modificabili anche
dopo che la moto è stata venduta (e in questo la CS ricorda un po’ la Smart,
con le sue parti in plastica facilmente intercambiabili). Vi stufate del colore?
Pochi minuti e avrete una Scarver tutta nuova.


SOLUZIONI INEDITE
Non mancano nemmeno le innovazioni a bordo:
a partire dalla trasmissione a cinghia dentata, che fa il suo debutto assoluto
su una BMW e per la prima volta, su una moto di serie, è accoppiata ad un
forcellone monobraccio. La scelta della cinghia ha semplici motivazioni:
manutenzione ridotta (primo check a 20.000 km), durata doppia rispetto
ad una normale trasmissione a catena, maggiore silenziosità. E, soprattutto,
un effetto scenografico non indifferente. Non per nulla il profilo migliore
della F 650 CS è il destro, con il forcellone tortuoso e il puleggione in bella
vista. Il sinistro invece è un po’ triste perché lo scarico basso è troppo grosso
e sembra quello di uno scooterone (tra l’altro nasconde il bel design del
cerchio posteriore).


AL POSTO DEL SERBATOIO, TUTTO
Come sulla F 650 GS anche sulla CS
il serbatoio è sotto la sella a tutto vantaggio dell’abbassamento del baricentro.
Il posto del tradizionale serbatoio resta quindi libero per altri scopi, come
quello ad esempio di portare bagagli o di riporre addirittura un casco. Il vano
della CS è en plein-air, nel senso che tutto è in vista, ma ci sono addirittura
cinque modi per riempirlo. Di serie c’è un "softbag", fissato con ganci,
che si rimuove in un secondo e si trasforma in zaino monospalla. Volendo
però il vano può ospitare un "frontbag", ovvero una sacca morbida più
capiente, o un "hardcase" un vera e propria valigia rigida da 10 litri in
grado, all’occorrenza, di ospitare persino un piccolo impianto stereo con
casse attive a cui collegare, tramite un normalissimo Jack, qualsiasi fonte
sonora portatile dal CD player al Walkman, al lettore MP3.


PORTATUTTO
Tolta la borsa ci sta il casco, fissato con cinghie in materiale
sintetico rinforzate con inserti metallici e bloccate con una serratura azionabile
con la stessa chiave d’accensione. Questa soluzione la dice lunga su quanto
sia stato curato l’aspetto praticità sulla CS, una delle pochissime moto al
mondo ad offrire un alloggiamento per il casco. Insomma pare proprio
che d’ora in poi, gli scooter abbiano una battaglia ben più aspra da combattere.
Uno dei loro punti di forza (la disponibilità di vani e alloggiamenti vari)
viene seriamente attaccato dalla Scarver, che in più offre la possibilità di
avere tutto sottomano, non c’è nemmno bisogno di alzare la sella.


QUESTIONI DI COPPIA
La sostanza, quella sì deriva dalla Piccola GS.
Il monocilindrico più evoluto del mondo (dotato d’iniezione elettronica
e catalizzatore a tre vie) spinge anche la CS, appena modificato nell’airbox
e nello scarico. La potenza è rimasta immutata (50 cv) ma aumenta la coppia
da 60 a 62 Nm a 5500 giri, e aumentano nettamente anche le prestazioni
dichiarate con una velocità massima dichiarate di 175 km/h, cosa che pone
la CS sul podio delle monocilindriche più veloci sul mercato.


TELAIO SOTT’ OLIO
Il telaio, invece, è completamente diverso, ora le travi
laterali fungono da serbatoio per l’olio motore (le vistose paratie non sono
solo un elemento estetico ma servono anche per proteggere dal calore le
gambe del pilota), la forcella è identica a quella della GS ma ha un'escursione
ridotta a soli 125 mm, il cannotto di sterzo adotta un sistema di regolazione
del cuscinetto dello sterzo denominato "aheadset", semplice e leggero, sullo
stile di quelli utilizzati dalle mountain bike.


SELLA RASOTERRA
I cerchi a raggi lasciano spazio a quelli in lega leggera
con pneumatici generosi (120/70-17 e 160/60-17). La sella dista 780 mm
dal suolo, dunque è realmente bassa ma una volta "saliti" sulla moto pare
ancora più bassa di quanto dichiarato, consentendo davvero a chiunque di
posare entrambi i piedi a terra. Non bastasse, si può scendere ancora ed
arrivare 750 mm utilizzando una sella dall’imbottitura ridotta e un
pneumatico da 150/60 in luogo del 160/60. Due dischi provvedono
ad arrestare l’asfalt-carver BMW: l’anteriore è da 300 mm, il posteriore da
240 mm in optional si può montare anche l’impianto ABS studiato apposta
per la serie "F".


ADATTA A TUTTI
Il termine Scarver ben spiega quale sia il concetto che ha
ispirato i tecnici di BMW nel progettare questa CS. La moto come passione,
divertimento puro, strumento per apprezzare la bella guida, e farsi guardare.
In poche parole la CS si presenta come oggetto attira-sguardi da esibire in
città, come attrezzo divora-curve da sfruttare nei percorsi tortuosi o ancora
come nave scuola per il principiante, che nel suo peso abbastanza contenuto
(189 kg) e nella sua sella assolutamente bassa troverà i compagni ideali per
muovere i primi chilometri su due ruote.


BAGAGLI MOLLI
Incredibilmente (per una BMW) la CS non ha le borse! Perché
questa moto deve essere una BMW "diversa" fino in fondo. Ovviamente
BMW ha pensato anche allo stivaggio del bagaglio, proponendo una coppia
di borse morbide che si fissano rispettivamente sul portapacchi e alla sella,
per una capienza totale di 62 litri. Le borse si tolgono in un secondo e si
trasformano in zaini.


ELOGIO DELLA DIVERSITA'
Ancora una volta la BMW ha dunque avuto il
coraggio di osare proponendo qualcosa di nuovo nel mercato delle due ruote.
La F 650 CS non è una naked, non è una supermotard, ma è un po’ di entrambe
le cose; se dovessimo avvicinarla ad un modello questo è la Yamaha TDM,
di cui la Scarver riporta in cilindrata minore i concetti ispiratori offrendo
però una praticità senza pari. Ama la bella guida, ha fame di curve, è
modaiola, inconfondibile, alla portata di tutti e diversa da tutte. E ci sarà
anche la versione depotenziata a 34 cv per i neopatentati. Dai concessionari
la troverete al prezzo di 8500 Euro circa chiavi in mano , cifra che comprende
anche il primo tagliando. Non pochissimo ma ormai gli scooter costano
addirittura di più…


COME VA
Diavolo d’una BMW ancora una volta ci siamo cascati. Ma la Scarver
non doveva essere la moto propedeutica, utile per muovere i primi passi
su una due ruote con cambio e frizione, adatta ad un pubblico tranquillo
tranquillo? Vero, tutto vero!!! Solo che la Scarver rivela una doppia personalità
e nemmeno troppo nascosta. L’approccio è davvero a prova di incompetente.
Con quella sella rasoterra dimostra meno dei suoi 189 Kg in ordine di marcia
(e pensare che certi scooter passano abbondantemente i 210 kg !), così fare
amicizia con lei è questione di secondi.


SWEET BMW
Dolce, dolcissima: già il mono BMW ci era piaciuto sulle GS
per la sua elasticità, ma qui l’utilizzo della cinghia ne ha ulteriormente addolcito
il carattere smorzando gli strappi fisiologici di un motore con questa architettura.
C’è davvero a chiedersi il perché questo tipo di trasmissione sia così poco
utilizzato. Quanto a pulizia è l’unica alternativa reale al cardano, quanto a
dolcezza nel trasmettere la potenza è assolutamente inarrivabile.


AMICHEVOLE
Sella bassa, gambe infilate negli svasi (anche se forse sono un filo
troppo divaricate per essere su una monocilindrica) il manubrio curiosamente
ruotato in avanti, le pedane che sulle prime paiono un po’ troppo arretrate:
la posizione è confortevole e di grande controllo allo stesso tempo; ci si trova
subito a proprio agio, anche se occorre abituarsi alle leve basse (in stile mountain
bike e comunque regolabili a piacimento).


GRAZIE, NON VIBRO
Il monocilindrico non vibra e accetta di trottare a regimi
molto bassi senza recalcitrare (un piacere non sentire nemmeno lo sbatacchiare
della catena quando si riprende a regimi molto bassi): con la Scarver ci si va
piacevolmente a spasso, la sua agilità è sorprendente, la moto ha tanto sterzo
e gira sul classico fazzoletto. In città questo significa slalomare tra le auto
senza il minimo problema, fuori significa fiondarsi in curva con velocità
inaspettate, al punto che sulle prime ci si trova a correggere la traiettoria perché
la moto va alla corda fin troppo velocemente.


FACILE PER TUTTI
In mano ad un neofita la CS sa essere davvero una nave
scuola, perché non è mai impegnativa, è morbida in tutto, rassicurante, anche
perché dove non arriviamo noi arriva la tecnologia. L’impianto ABS offerto
in optional è in questo caso il benvenuto (costa circa 500 euro) perché aiuta
non poco.


LA TENTATRICE
Poi però la Scarver può anche finire in mano al motociclista
più scafato, quello che ne sa tirare fuori il lato oscuro e qui, cari miei, sono
dolori … per gli altri. La confidenza che ispira al neofita, per l’esperto è pura
istigazione a fare i numeri. Pochi metri e ti senti la moto in mano. Dietro
quelle paciose colorazioni si nasconde un attrezzo da piega che sa farsi rispettare.
Ecco allora che la Scarver mantiene le promesse scritte già nel suo nome e
comincia a incidere l’asfalto… con le pedane!


MONO AL TOP
Il bello di questo monocilindrico è che sa essere molto fluido
ai bassi regimi ma anche piacevolmente grintoso agli alti. Quei due Nm in
più sulla Scarver te li godi tutti, oltre i 4000 giri c’è una spinta consistente
che non si arresta subito, perché la dove altri monocilindrici vanno in apnea
quello BMW gira che è una bellezza, continuando a spingere fino al limitatore.
Peccato che il cambio (da sempre tallone d’Achille del mono made in Rotax)
non sia all’altezza. L’escursione della leva è un po’ troppo lunga e non favorisce la
cambiata veloce, anche se va detto che durante la prova non abbiamo rilevato
imprecisioni o impuntamenti.


EFFICACE
Su un bel percorso misto la Scarver sa essere tremendamente
efficace tenendo ritmi di assoluto rispetto. Sostenuta da sospensioni semplificate
(non si può regolare nulla) ma efficienti viaggia tra le curve come un furetto,
scende in piega in un amen e assicura percorrenze rapidissime, garantite
dall’appoggio sincero dei pneumatici a spalla larga. Le pedane, che sulle
prime parevano un po’ troppo arretrate, si rivelano invece perfette per una
guida spinta; peccato però che siano anche un po’ basse, arrivando fin troppo
presto a grattare l’asfalto.


FORCELLA TORCENTE
Insomma, la Scarver sa essere davvero appagante.
Solo quando si comincia ad esagerare si vorrebbe una forcella un pelo più
rigorosa, soprattutto in frenata quando, stressata dal discone da 300 mm,
accusa un affondamento un po’ troppo repentino e una certa tendenza allo
svergolamento, dovuto proprio alla presenza dell’unico disco. La frenata è ok.
Ottimo il disco anteriore per potenza e modulabilità, fin troppo incisivo quello
posteriore, che arriva al bloccaggio troppo facilmente.


ABS: SI O NO?
Messa in mano a un pilota esperto la CS può diventare una brutta
bestia per chiunque se la trovi davanti. Il pilota esperto però rinuncerà
volentieri all’ABS, che quando si forza il ritmo interviene fin troppo celermente.
In staccata basta un piccolo scompenso del fondo stradale per allungare la
frenata e farci scappare qualche goccia di sudore freddo (soprattutto l’intervento
sulla ruota posteriore avviene troppo spesso). Non c’è problema, basta non
comprarlo … Detto tra noi, l’ABS ci piacerebbe averlo sempre, in certi casi
è davvero utile, ma ci piacerebbe anche poterlo disinserire (proprio come
accade ad esempio sulle bicilindriche GS).


BENE ANCHE IN AUTOSTRADA
Stabile anche alla velocità massima (i 175 orari
dichiarati sono reali) la Scarver offre una protezione aerodinamica più che
buona. Il piccolo cupolino sembra tanto lontano dal pilota ma lavora bene,
lasciando esposti all’aria solo il casco e una piccola parte di spalle (chi guida è
alto 172 cm ndr). Il consiglio è quello di fare bene i vostri conti… la CS offre
(quasi) la praticità di uno scooter, è leggera facile innovativa e, se sollecitata,
sa anche essere un bel peperino…

 

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