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Questo libro è stato pubblicato nel 1998
Editore:     Editrice Letteraria Internazionale LIBRO ITALIANO
Collana:    Nuova Poesia Contemporanea

Titolo:      Diverse e simili come... stelle
Autore:    Anedda Anna

Prezzo di copertina: lire 18000

Commento alla Collana:
Questa collana di poesia contemporanea, che ospita
importanti poeti italiani e stranieri, rappresenta,
a giudizio di autorevoli critici letterari, di enti e di
istituzioni culturali, un punto fermo nel panorama
poetico italiano. Gli Autori che vi sono ospitati sono
frutto di una attenta selezione editoriale operata
sempre nell’ottica del confronto dialettico e della
crescita .

All’alba di un nuovo millennio, mentre stendiamo il
velo dell’abbandono su un secolo di caos politico e
sociale, in cui la poesia ha sviluppato un percorso
complesso e contraddittorio, ma sempre in linea
col progresso, ci si aspetta, da ogni poeta, un forte
impegno umano e civile, tale da lasciare una traccia
significativa nella letteratura contemporanea.

Questa collezione, che costituisce uno splendido
mosaico umanistico, rappresenta la tramatura ideale
per raggiungere gli obiettivi di civiltà e di libertà
propri di ogni singolo componimento poetico. La
poesia ha bisogno, nei suoi limiti etici ed estetici,
di comunicare con gli altri, di parlare alla gente,
per questo deve uscire dalle accademie, dalle
aristocrazie letterarie, dalle velleità mondane, per
recuperare quella identità forte che da sempre
costituisce l’esempio più dignitoso e più alto di
qualsiasi altra forma espressiva dell’arte.

Il Testo:

 FELICITÀ

Come libero uccello mi libro
nell'aria più pura,
su alte montagne spazio
mentre raggi di luce mi avvolgono, mi penetrano,
li comprimo dentro di me
in un unico vivido raggio: ed è felicità,
felicità che mi guida
felicità che mi regge,
voluttà ineffabile inconoscibile
abbandono totale inesprimibile che mi costituisce.

 INCERTEZZA

Che succede nella mia mente
in quali divaganti meandri s'avventura?
dove guardano i miei occhi
agognanti solo spazi lindi e tersi.
Tutto s'involve, capacità persa, svanita
responsabilità nascosta,
attenzione trascurata spenta
entusiasmo più non trovo,
distrutta ormai, piccola cosa
non amata, e dunque?
Dunque morta.

 CAPITOLAZIONE

Rosso, rosso il tramonto
mi pare sangue sparso nel cielo          sangue
Lo vidi scorrere dai corpi straziati
prima vermiglio poi abbrunito e coagulato
e guardavo con occhi paralizzati...
dovevo fuggire... una voce mi scosse:
vieni, corriamo, il treno non aspetta          un treno
oh lo so bene cos'è la guerra
né pane né vesti né legna
non più casa non più voce non più lingua
aver paura del buio, aver paura della luce
mentre il piombo cade e strazia          strazia
anche la terra senza germogli.
Senza denaro per comprare nulla          nulla
incubi di miseria
e il peggio non è lontano          lontano
Tutto distrutto tutto precluso
no, non puoi più sognare          sognare
cammini nella notte
col gelo nella mente
devi capitolare          capitolare.

 SPAVALDERIA

Dall'alto del monte
una luce brillava scintillando, ammiccando
Una farfalla, a valle
leggera senza suono, spavalda volava
vide la bella luce
attratta, ammaliata, al volo salì il monte
nella scia luminosa.
Superba, inebriata, più vicina volò
la luce l'abbagliò
e nello stesso istante cenere diventò.

 QUEST'ORA È PUR STRANA

Quest'ora è pur strana
quest'ora è pur bella
ed ecco, la mente si placa si ferma,
il corpo si espande, e niente favella
si è aperta la porta del nulla
sono e più non sono
son luce e fermento
mi cangio, mi muto,
veleggio leggera nell'uno, nel tutto
mi cambio, mi muto se no ne morrei
in quest'ora vorrei vorrei vorrei.
 NON PRESENZA

Il ciliegio è rifiorito più bello
con mille e più ciocche
con milioni e più fiori
il ribes, i lamponi, le fragole han fiori
si espande nell'aria il profumo amarognolo d'essi.
Ti vedo a me d'accanto osservare, accarezzare
ti odo commentare i cieli
le meraviglie della natura.
Con gli occhi del ricordo ti vedo
con acutezza ti sento.
Mille e più volte rivivo la tua nella mia vita...
ma il corpo dov'è?
mille e più miglia lungi, lungi da me.

 RICERCA

Alto il falco vola
nei vortici dell'aria
intanto guarda a terra
in cerca di preda emettendo gridii
e mentre quaggiù ti ascolto mi desolo:
conosci la tua meta?
La mia a me è ignota.
Alto tu ti libri
io in mota fonda mi sento
confondermi vorrei come te
in una nube alta e come neve bianca.

 OTTOBRE

La vite ha già ceduto i dolci chicchi
il mosto muto già scalda il tino
il cotogno regge e mostra i grossi frutti
che profumano nell'ancor ardente sole
le castagne sono state abbacchiate
hanno abbandonato il riccio
e si mostrano lisce lustre e ghiotte
il croco fiorito stupisce, rapisce
con le tre trombettine scarlatte frastagliate profumate
nel tumido bosco i funghi taciti
nascosti distendono le lamelle.
Presto svanirà l'allegria la vitalità...
si appisola la terra
e infonde già tristezza e malinconia.
Ottobre! Il mese in cui son nata!
Dovrei esserti grata...
La mia vita non è stata ammantata di colori
ciò che con tanta dedizione ho seminato
o non è nato o non completamente maturato
sol nel tuo declino t'assomiglio
mi ritrovo nel tuo languire senza rassegnazione
senza somiglianze
al tuo finire tra gli alberi
nascono e spargi ancor colori fiammeggianti
contrastanti e le foglie distaccate
sospinte dall'alito dell'aria
s'alzano a salutare come mani disperate
per poi posarsi a formare ancora
il mantello alla terra.

 CHI SEI?

Fiore ignoto nella notte scura
vellutato al tatto e tenero mi parve
il profumo penetrante e dolce
fiore ignoto nella notte scura.
Tra le mie mani appassito è il fiore
spento corrotto è il suo colore
il profumo penetrante e dolce decomposto.
La mia vita uguale, vissuta inutilmente
un involucro racchiude palpiti
sogni e desideri vani, fuoriesce un urlo
un urlo lungo, lungo senza fine
che dilaga nella notte scura
nel buio dell'infine.

 AIUTO

Gioire, una melodia mai udita
vorrei sentire, che mi offra visioni
future, che mi conceda promesse
di serenità, un mondo tutto gioia.
Invece in me solo tetragono sconforto
s'aderge e invano invoco aiuto.

 RICORDI

Friniscono le cicale nel meriggio d'estate
alla mente pigra riaffiorano ricordi
li guardo a ritroso come nel vortice
di una spirale interminabile in un tunnel
e in essa sen vanno sempre più lontano
lontano, lontano, lontano i ricordi.

 NEBBIA

Inattesa improvvisa
una fitta nebbia fumosa
sale dal centro della città
in breve tempo mi avvolge
come grigia bambagia,
gli uccelli zitti, assenti,
anche l'abbaiare dei cani
lo scorrere delle macchine
ne sono attutiti.
Un brivido mi percorre
mi sento esclusa, inghiottita
dalla fisicità dell'elemento
che tutto assorbe
tutto comprende
tutto ricopre
col suo gelido smalto.

 ADDIO

M'impanio in una tela di ragno
il lavoro indefesso del piccolo insetto un rovinìo
per me uguale, la mente il mio io in frantumi
come scintille sparse nel camino
s'è infranto l'incanto è finito, mi lasci
lontano ten vai senza dirmi dove,
dove trovare una briciola ricca di felicità,
vai vai vai non ti voltare mai...
All'orizzonte strati di nubi con sprazzi d'argento
e tenui barlumi colorati
a render meno triste il tramonto.

 AGGUATO

S'annida nel cavolo il bruco
e rode le tenere foglie
ignaro del ragno che tesse
la sua ragnatela.

 SETTEMBRE

Questo settembre dolce
di tanti ricordi pieno
ricordo i tuoi capelli
dei tramonti i bagliori
ricordo l'arcobaleno...
Questo settembre pigro
come la mia mente assente
t'ho amato tanto... inutilmente?
C'è ancora un'illusione racchiusa, evanescente...
Questo settembre mesto
se ne andrà, lasciando all'orizzonte
i colori e i rimpianti che non vivificano
profondamente minano la mente.
Questo settembre triste
come la mia mente assente
come la mia vita che vivo inutilmente.

 DOPO DI ME

Dopo di me
notti terse con stelle danzanti
dopo di me
aurore azzurre e rosate
e risvegli con canti di uccelli
dopo di me
osserva sull'alpe tramonti infuocati,
con tripudio di colori
dopo di me
carezze di mani gentili
che ti infondan calore e tenerezza
tutto per te, per te,
dopo di me.

 SENZA TREGUA

In uno sfarzo d'oro si dilegua il sole
intimidito tutto il regno tace
già l'amplessa l'ombra della notte
tutto giace s'acqueta si riposa
arde la mente lacera e mai posa
dolorando spazia rincorrendo il sole.

 DESIDERI

S'accendon le stelle nel cielo
il contadino apre la terra
il marinaio solca il mare.
Nel tempo e nello spazio eterni
tutto questo contempli
e ti arricchisci, ti stimola
a gioire a cantare a gola spiegata.
Vorresti volare nel sole, libera
sempre nel terso cielo
e percepire appieno la felicità
novità eterna di ogni istante
veglia sogno sonno oblio.

 DUBBIO

I sentimenti vibrano come corde tese
al bene al bello, ma sempre il tarlo si insinua ad inquinarli
niente è più candido puro, tutto si disincanta
e la mente spaurita si agghiaccia
non si può guardare il cielo, le stelle
senza che un brivido mi assalga!
Son vere oppure false e l'aria che respiro?
Lentamente mi uccide? Che importa
per non far soffrire meglio meglio morire.

 ATTESA

Un anno d'attesa angosciosa, un anno di pena e tormento
un lungo anno eterno senza una parola
come ho potuto, come è avvenuto ancora non so.
Inutile guardare ancora assorta, tesa
ormai più non trovo ciò che sognai, forse me ne andrò in un luogo lontano...
Scomparire sconosciuta, silenziosamente
che non rimanga traccia, che non si fermi orma
come un solitario fiore che a sera appassisce e stanco muore.

 TRAMONTO

Il sole s'appressa ai monti e piano in essi si annega
e sorgono creste d'argento e dorate, esplode un tripudio di colori!
aranci fiammanti, rossi smaglianti, blu indaco violetto,
cupi e chiari grigi qua si scolorano e là si fanno più intensi
a ogni istante mutano, si striano vasti veli trasparenti
innumerevoli sfumature e trasformazioni
già invade, l'azzurro che piano diventa più intenso
s'addensano l'ombre, ombra anch'io estatica mi trovo ad osservare
già nitida la luna in compagnia di una stella.

 RIMPIANTO

Come volo d'uccello, come cirri nel cielo
come carezza lieve, come lacrima dolce
passata è primavera.
Non l'ho fermata, avrei voluto
non l'ho goduta, avrei potuto
Troppo intenta ero a procacciare il pane.
Come ieri fluisce il sangue nelle vene
rifioriscono i crocus nel giardino
trepidi gli uccellini
s'affannano ai loro nidi
ritrovano primavera.

 NON PIÙ

Appena ti conosco e già sconosciuta
cielo vago d'aurora, erba bagnata dall'aprile
i tuoi occhi vedo verde azzurri, stellanti
arrossate le gote, mistiche quasi
appena ti formavi non ancor trasformata e già volata
per cieli infiniti per cantar anche tu la tua canzone... Spirituale?
Non sarà stato vano il mio canto si fonderà come una volta col tuo
emergeremo dai cupi pensieri, tu solo tu, nei miei pensieri
anelanti canti giocondi saranno dall'aria limpida e soave ravvolti.

 LUNGA È LA VITA

Oh creatura ignara della vita, dicono tutti: la vita è breve
niente è men vero: lunga è la vita, quando si ha un duolo si grave.
Come hai potuto farti tanto male? La tua mente il tuo io hai violentato
hai tolto all'anima tutti i suoi veli, per stolto orgoglio gli affetti più cari hai rinnegato.
Nessun piacere puro, senza ombre, mai più proverai
non per questo la vita ti ho dato.
La nebbia sale si schiarisce il cielo, tu non pensare a ciò che vi è stato
ammanta la strada con un grande velo e ridi e sorridi con animo lieto.
Guardando il cielo ridente di stelle, ricorderò quando si giocava
al lieto canto quando si cantava.
Dicono tutti è breve la vita: è breve solo quando è già finita.

 BENEFICIO

È aprile, scroscia la pioggia tra la nebbia, è benefica
le gemme degli alberi sprigionano un tenero verde e un colore di latte
il rovo tenace, più rosso rosseggia; molteplici suoni, diversi richiami:
ascolta... la terra si sveglia, germoglia, i grani comincian la gara...
Il suo gran bene regala la vita, quando un piacere vuol fare
però quanti non scuoteranno i venti, quanti non oltraggerà la grandine
eppur questo non toglierà la volontà di vivere, lor non hanno orrori
non timori né simulacri, e niente li strappa alla luce.
Vivono per essi, vivono contenti. Com'essi anch'io.
Anch'io che vi guardo, vi amo, vi curo, dunque tra noi giammai diciamoci addio.

 OSARE

Dove ti avventuri solitaria mente?
Mi avventurerò dove nessuno ha osato mai
audace la gioia, audace il dolore, il bello e l'orrendo
esplora il profondo, esplora esplora il più alto
lontano lontano, di più, molto di più, lassù dove è già follia.

 SALUTO

Alte nubi annunciano pioggia fluttuando nello spazio del cielo
non più della mia mente pazza, non più dei miei pensieri strani
che si alzano per andare dove sia sia, e intanto
ascolta gorgheggi di uccelli, parole innocenti di bimbi
le brezze del mare i sospiri dei vecchi
per questi aliti d'amore, dalle mie labbra un bacio affezionato a essi.

 TEDIO

Come è stato lungo e tedioso il giorno
ho ascoltato, mi sono ascoltata
cercando di afferrare ciò che la mente mi voleva sottrarre
pensieri spezzati pensieri vaganti in mille e più siti, lontani illimitati
pensieri ammorbati con chiacchiere e notizie
il reale consumato senza darmi niente
non un'emozione, uno stupore, sono rimasta assente
nulla ho dato alla mia interiorità.
Il corpo avrà riposo ma in quale plaga si vivificherà la mente?
Tramontano venere e la luna, la notte col crepuscolo già danza.

 BRAMA DI SOLE

Pietre, pietre, rocce aguzze scoscese
strappate, straziate dal tempo e dal succedere degli eventi.
Tronchi morti, bianchi ancor imponenti di pini laricati
i vivi, nodosi, maestosi s'alzano adunchi
quasi a voler strappare un lembo di cielo
le radici contorte, abbarbicate alla poca terra
sgretolano e perforano la roccia
sprofondando si allungano segretamente
a scoprir tesori di acque avide di sole
e poi queste sgorgano, scivolano dai pendii
si gettano dai dirupi in cascate chiare, chiassose
acque perlanti, acque spumeggianti
defluiscono or tumultuanti or tremolanti
nella tortuosità alla base del monte
qui depongon l'arena e serene, paghe
scorrono a valle pure e trasparenti.
Su esse foglie dorate sospinte dal vento.

 DOVE APPRODARE

Ti par ch'io sia un figlio della terra?
deposto su una nave raggelata
che mai approda in un porto ospitale
un silenzio anomalo, nemico, mi avvolge
e percepisco un odio razziale che non conosco
confini veti divieti
tra una massa inaridita a crudeltà
abbietta
ed io parte d'altra moltitudine
che grida come grida il cosmo vuoto
schiacciata da un volto irreale.

 DIVERSITÀ

Un demone contrario avverso
venuto da un mondo diverso
diverso estraneo e lontano dal mio
Venuto a tormentarmi la mente.
Offuschi il bello e il buono e
non sai aprir labbro senza biasimare
non sai dire una frase benigna amica...
Come larva mi vorresti schiacciare...
M'innalzo nell'etra lontano lontano
e porto lungi da te il meglio di me.

 AMICIZIA

Cessata è la pioggia, la brezza spazza nubi e vapori
e sgronda l'erba e le foglie, i fiori
limpido il cielo, vivido il sole
la natura ancora una volta mite.
Or sollevata la mia mente vaga
e si immerge nel ricordo di te
ti vedo accanto a me parlar sereno
ti odo accalorarti per coerenti ragioni
con sentimenti sinceri.
Senza mortificare rafforzi la relazione
ai temi nascosti trovi una definizione
non hai riluttanza a parlare a dire
in te voglia desiderio di fare
non sprechi, doni, offri
un rapporto comune legato da soggettività estroversa
amico, un caro raro amico
bene illimitato immanente
per questo trattengo su te
sovente il mio pensiero libero
e con libero slancio ti esalto e ti stimo.

 IMPERVIA VIA

Il primo vagito, il primo grido d'angoscia
presago di ciò che ti darà la vita
cento natali, immane responsabilità
un accumulare di fatiche
anni e anni lunghi carghi eterni
ambizioni aspirazioni deluse
nessun tempo per le cose inuse.

 CONFORTO

Il mio sguardo erra per il cielo
e segue le labili tracce del vento
nubi candide vanno alla deriva
e colori nascono con lo sparire del sole.
Sono intenta assorta, come in attesa
i miei occhi colmi or vedono ombre
un'ombra che piano prende forma
si ferma accanto a me, calma severa dignitosa
mi conforta, mi invita ad ascoltare:
tutti i giorni svaniscono, e le notti
attingi da essi e vivi intensamente dentro di te
niente è immortale, ci vorrà molto o poco tempo
ma tutto muta e muore lasciando cose e luoghi al nulla
tu mi conosci, io ti conosco
di te ho raccolto ogni parola e sono esistita.
La mia fine non sarà fine, se tu vorrai
con te vivrò finché vivrai, ricorda...
ricorda di me gli aspetti migliori per te.
La forma si deforma, dilegua
mi scuoto, stupisco, nel cielo pallido mi appaiono le stelle.

 PENA

Fitto e fresco è il bosco
soffermati un poco tra gli alberi cari
li sentirai confidarsi le gioie e le pene...
Non molto lontano
s'appressa e già stride crudele una sega.

 NON TEMPO

Nell'orto sento il vento e sento il sole
la pioggia e la fatica nelle ossa
ma ho il pane                                               non tempo.
Spedisco i pensieri in mondi lontani
dove non esistono mali
nei quali la zolla doma dona covoni
infiniti di grano
per approntare pani                                     non tempo.
Vorrei librarmi ardita come falco
per non veder cadere nessun uomo
mentre grida: Pane!...                                  non tempo
Non ho l'ali e devo guardare chi cade
e devo sentire le grida...
Nell'ombra del mondo non dorme il tempo
Non tempo.

 OASI DI NULLA

Una nube bianca stanca s'alza
sospinta dall'aria in un cielo mai visto
essa non sente più il basto
inebriata dall'azzurro dallo spazio
naviga, si sposta leggera.
È questo il suo elemento!
Non vuole più rivolgersi alla terra
non l'interessa l'attività umana.
Godere la prima luce
godere il primo splendore!
Può osare domandare, può parlare.
Rivelami la mia natura
rivelami i segreti che non conosco
fammi chiaror su tutti i mali e
sospingimi in un'oasi viva fervida...
Una voce risuona unisona col tuono
la nube già cinta dal crepuscolo si fa scura
naufraga la luce, la gioia la tranquillità.
Oppressa e carga sgorga si scioglie
e irrompe e fluisce nel nulla.

 PROVOCAZIONE

Allegria gioia in cielo
guizzi d'ali tra candide nubi
o nell'azzurro luminoso
giochi di luce giochi di colori.
Tra gli alberi vitalità
gorgheggi melodie cinguettii
suoni richiami pigolii fruscii
Uccelli, stormi di uccelli
si librano frenetici nell'aria
s'abbassano, fidi si posano
e all'uomo si mostrano, si donano...
Ingannati, invisibili si fanno:
tutt'uno con le foglie
tutt'uno coi bei fiori
tutt'uno con la terra.
Impoverito l'uomo
di suoni e di colori
di sensazioni di gioia
diminuito, misero.

 NOBILITARSI

Perché tanta pigrizia nella mente?
Perché così indolenti le membra?
Scaccia da te l'ingombro inopportuno e
inutile
inutile il ciarpame di oggetti di tappeti...
Ho bisogno di poco e
ciò che non mi serve mi pesa e tanto
Creare
creare per usare sul momento
Questo è il segreto!
Nobilitarsi ad ogni istante
arte, ingegno, compendio di attività e
desiderio di verità
Ogni giorno l'invito a nuova scoperta
pronti a nuovi eventi
a nuove esperienze
Osare
osare non condannare la mente
ad una sola direzione
serena decisione e
fluire
fluire anche del pericolo
Il giorno sarà ricco e pieno
il riposo
il riposo dolce soave tra le braccia del sonno
rivificante
il risveglio un saluto gioioso al mattino.

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