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Sioux

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Il termine Sioux deriva dall'espressione meno serpente, usata con intento dispregiativo dagli Algonchini per indicare le popolazioni che vivevano nelle grandi pianure centrali degli Stati Uniti e del Canada Meridionale, fra il fiume Platte fino al monte Heart e dal Missouri fino alle montagne chiamate Big Horn.
L'equivoco nacque allorché alcuni esploratori francesi chiesero a un appartenente ai
Chippewa, tradizionali avversari dei Sioux, il nome della vasta stirpe che popolava quelle terre. La logica risposta fu: "meno vipera", rispetto alla "vipera intera" rappresentata ai loro occhi dagli Irochesi). La parte finale dell'espressione Nadowe-is-iw - singolare di Nadowe-is-iweg - che significava appunto "meno vipera", servì per sempre a identificare il vasto insieme di tribù dakota (che, come i termini "lakota" e "nakota", significa invece alla lettera "alleanza") accomunate da una medesima lingua e da identiche tradizioni culturali.
I Sioux erano costituiti da sette distinte entità - formanti un'Assemblea che in antico era chiamata "Sette Fuochi del Consiglio" - denominate:

  1. Oglala (Coloro-che-si-disperdono)
  2. Sicangu (o Cosce Bruciate ovvero Brulé)
  3. Mineconjou (più precisamente Mnikan'oju o Mnikowoju, ossia [Seminatori d'un] campo vicino il fiume)
  4. Hunkpapa (Che-si-accampano-all'ingresso)
  5. Sihasapa (o Piedi Neri, da non confondere tuttavia con l'omonimo gruppo algonchino dei Siksika del Montana)
  6. Oohenonpa (o Due Marmitte)
  7. Itazipcho (o Sans Arcs, da itazipa, "arco" e "čo", abbreviazione di čodan, "senza").
Toro Seduto (in realtà Bufalo Seduto)/Tatanka Híyotaka, capo e sciamano dei Dakota Hunkpapa (1834 ca. - Fort Buford, North Dakota, 15-12-1890). Foto forse del 1884
Toro Seduto (in realtà Bufalo Seduto)/Tatanka Híyotaka, capo e sciamano dei Dakota Hunkpapa (1834 ca. - Fort Buford, North Dakota, 15-12-1890).
Foto forse del 1884

Verso il 1800 i "Due Marmitte", i "Piedi Neri", i "Sans Arcs" e gli "Hunkpapa" costituirono un unico gruppo, chiamato "Saoni" mentre gli "Oglala", i "Brulé" e i "Mineconjou" si radunarono in un'entità chiamata genericamente "Teton". In epoche più antiche sembra che, oltre a tali gruppi, si dovessero annoverare anche i Wahpeton, i Mdewakanton, i Wahpekute, i Sisseton (chiamati collettivamente "Santee"), gli Yankton, gli Yanktonai e i Teton.
Gli
Assiniboin facevano parte dei Sioux Yanktonai ma poi si distaccarono dalla loro gente d'origine per spostarsi verso le regioni canadesi di Manitoba e del Saskatchewan nel XVII secolo. Il loro idioma, nakota, come i vari linguaggi Sioux, appartiene al ceppo linguistico denominato Siouan ma dalle lingue Dakota e Lakota si differenzia notevolmente nel parlato tanto da non rendere possibile alcuna forma diretta di comunicazione orale. I tre principali gruppi Sioux sono i Lakota (più correttamente "Lakotah") a ovest, i Dakota (Dakotah) a est e i Nakota (Nakotah) nell'area intermedia. Ciascuno di essi è composto da diversi raggruppamenti umani (ad es. i Sisitonwan, un gruppo dei Dakota orientali).

La collocazione della Nazione

Sono pervenute pochissime informazione sui Sioux nei tempi precedenti all'arrivo degli europei nel continente americano. Secondo alcuni studi, alla fine del Cinquecento queste popolazioni dovevano essere stanziate in un'area corrispondente circa all'attuale stato della Carolina del Nord e un centinaio di anni dopo, probabilmente a causa della costante minaccia rappresentata dalla vicina e potente Lega degli Irochesi, essi sembra abbiano dovuto risalire il corso del fiume Missouri, fino a stabilirsi nelle foreste a ovest dei Grandi Laghi, dove sarebbero rimasti almeno per tutto il Seicento.

A causa della crescente pressione dei loro nemici Ojibway o Chippewa, i Sioux (con l'eccezione del sottogruppo Santee, rimasto nelle foreste del Minnesota orientale fino al 1862) si spostarono nelle praterie, nel corso di un lungo processo che li portò a dedicarsi a una vita nomade sulle piste del bisonte, entrando così a far parte del numero di tribù che dettero vita alla breve ma intensissima Cultura della Prateria. Il processo di spostamento nelle praterie venne accelerato dalla ricomparsa del cavallo che, estintosi nel continente nordamericano durante il Pleistocene, vi fece ritorno con i conquistadores spagnoli.

L'attività economica e l'alimentazione [modifica]

In origine probabilmente i Sioux erano agricoltori seminomadi ma ben presto si trasformarono in cacciatori nomadi, spesso al seguito delle mandrie di bisonti. Da questo animale si ricavavano carne e pelli.

Accanto alla caccia, l'attività principale degli uomini era la guerra. I Sioux sono passati alla storia per la loro grande resistenza all'invasione degli "uomini bianchi". Per i Sioux, la guerra era per molti versi un gioco basato sul valore e sul coraggio: in certi casi essi si limitavano a toccare l'avversario per simboleggiarne l'uccisione, lasciandolo non di rado in vita; il prestigio infatti si conquistava con le gesta di puro valore e ogni "colpo" ne era la dimostrazione, reso esplicito da una penna d'aquila fra i capelli.

La vita sociale e la cultura materiale [modifica]

Cavallo Pazzo / Tashunka Witko, capo e wicaša wakan ("Uomo sacro", ossia sciamano) dei Lakota Oglala (South Dakota, 1844 - Camp Robinson, Nebraska, 5-9-1877)
 
Cavallo Pazzo / Tashunka Witko, capo e wicaša wakan ("Uomo sacro", ossia sciamano) dei Lakota Oglala (South Dakota, 1844 - Camp Robinson, Nebraska, 5-9-1877)

Le donne si occupavano dei bambini, dell'orto e soprattutto della casa e l'etica sessuale era rigidissima e biasimata ogni forma di violazione dei relativi codici comportamentali, anche se ampiamente praticata era la fuga prematrimoniale allorché un matrimonio era avversato dalle famiglie degli interessati.
L'abitazione dei Sioux, il
tipi, è una tenda conica di 4/5 metri di diametro coperta di pelli di bisonte. Da 10 a 20 pertiche di legno erano alzate sul terreno in un circolo, legate insieme all'estremità superiore e coperte da pelli di bisonte cucite insieme; in alto rimanevano due aperture mobili per far uscire all'occorrenza il fumo. Un foro ovale in basso, posizionato ad est, consentiva l'accesso; l'interno aveva il focolare nel centro e tutto intorno sedili e letti di pelliccia. Sempre all'interno un controtelo fungeva da isolante per l'umidità, per il freddo e il caldo. Il posto riservato al capofamiglia era di fronte all'entrata, quindi ad ovest, la zona più protetta dalle correnti d'aria. A sud stava la donna; qui teneva tutti gli oggetti che le servivano per i lavori domestici, ed anche tutti i letti della famiglia. A nord si trovavano varie suppellettili e i giacigli degli ospiti. Il tipi era fabbricato dalla donna, portava spesso decorazioni esterne ed era molto leggero e semplice da montare e smontare.
 

La religione

Grande importanza veniva attribuita dai Sioux alla figura del cerchio: la disposizione del villaggio era circolare, gli anziani sedevano in cerchio durante le cerimonie, il cielo e la terra erano considerati circolari.

La loro religione si basa sull'idea di wakan, espressione della forza soprannaturale che permea l'universo, le persone e le cose, di cui il dio Wakan Tanka era la massima incarnazione (Wakan Tanka era, è, e sempre sarà - affermano i Sioux - Egli è il Grande Mistero. È uno e molti. È il Signore di tutte le cose, il Grande Spirito, il Creatore. Colui che dirige e regge l'universo (Enzo Braschi, Il popolo del Grande Spirito, Milano, Mursia, 1986, p. 50). Altra espressione per indicare Wakan Tanka è Ateyabi, ossia "Dio Padre".

Sue emanazioni sono i quattro dèi superiori: Skan, il Cielo, protettore della potenza creatrice, giudice degli uomini e degli stessi dèi, una cui figlia era Anog Itè; Wi, il Sole, protettore del coraggio, della generosità e della lealtà; Maka, la Terra, protettrice della vita, e Inyan, la pietra, protettrice dell'autorità e del genio artistico. Tutte queste ipostasi di Wakan Tanka sono responsabili dell'equilibrio dell'universo.

Vengono poi gli dèi Associati, complementari delle divinità Superiori: a Skan era infatti associato Tate, il Vento; a Wi era associata Hanwiyanpa, la Luna; Wohpe era collegata a Maka e rappresentava la figlia del Sole e della Luna, protettrice dell'amore e della pace e infine a Inyan era associato Wakinyan, il Tuono che segnala la potenza della natura.

Infine gli dèi Imparentati: il dio-Bisonte, il dio-Orso i Quattro Venti e il Turbine. A un gradino decisamente inferiore si collocano i semi-dèi: Potenza, Spirito, Anima e Simile-allo-spirito.

Nuvola Rossa / Mahpiya Luta, capo dei Lakota Oglala (fiume Platte, Nebraska, 1822 - Pine Ridge, South Dakota, 1909)
 
Nuvola Rossa / Mahpiya Luta, capo dei Lakota Oglala (fiume Platte, Nebraska, 1822 - Pine Ridge, South Dakota, 1909)

La sacra Pipa

La Pipa è l'oggetto più sacro per le nazioni delle grandi pianure ed è anche diffusa in altre aree culturali. Essa è principalmente uno strumento di preghiera, detta in lingua lakota cannunpa. Secondo la tradizione la Pipa era stata donata agli uomini da Wohpe, la Donna Bisonte Bianco.

La Pipa è composta di due parti distinte: il cannello (ottenuto da legno di acero) e il fornello, ricavato da una pietra rossa (la catlinite) che può essere reperita in unico posto al mondo: Pipestone in Minnesota. Quando non viene utilizzata le due parti devono assolutamente rimanere separate; mantenerle collegate costituirebbe un grave sacrilegio, perché l’atto di congiungerle equivale all'unione del maschile e del femminile, del Cielo e della Terra. Di solito viene fumata la corteccia interna del salice rosso (canšaša) addolcita con altre erbe o con canli icahiye, una corteccia aromatica proveniente dal Montana (canli significa anche "tabacco"). La Pipa rappresenta una potente unione tra mondo fisico e mondo metafisico: quando viene usata accomuna tra loro i fumatori in senso orizzontale e chi fuma con il mondo metafisico in senso verticale (il fumo infatti sale in alto). Giurare il falso con una Pipa accesa in mano è considerata un'offesa gravissima: da qui l’uso della Pipa come strumento di pace e di riconciliazione.

«La più potente protezione che abbiamo contro il male è la nostra Pipa. Io uso la mia quasi ogni volta che eseguo una cerimonia. La Pipa è un dono sacro ricevuto dai Sioux e rappresenta per noi la comunanza che abbiamo con Wakan Tanka e gli Aiutanti. Tenere in mano la Pipa e usarla nelle cerimonie equivarrebbe per un cristiano tenere Gesù Cristo fra le mani mentre prega»
Frank Fools Crow (1890-1989)

Le sette cerimonie

Fino al 1870 i Sioux praticavano numerosi rituali. Da questa data in poi però il governo degli Stati Uniti vietò la pratica della spiritualità nativa e l'uso della lingua, proibendo perfino le danze e qualunque rituale non cristiano. Con queste leggi i bianchi volevano far integrare forzatamente i nativi nella loro società, trasformandoli da cacciatori nomadi in agricoltori sedentari. I Sioux furono una delle poche tribù delle Pianure, insieme agli Cheyenne, che attutirono i danni di queste leggi continuando a praticare di nascosto i propri riti.

Nelle cerimonie svolgevano un ruolo fondamentale alcuni oggetti carichi di valenze simboliche, ritenuti indispensabili per il corretto svolgimento dei riti. Grande importanza avevano ad esempio le piume: il copricapo ricoperto di tali ornamenti aveva lo scopo di dimostrare l'audacia di chi l'indossava; da ricordare anche i guanti coperti da becchi d'uccello che, vibrando durante le danze, producevano un suono tintinnante che ben si accordava al ritmo del tamburo. Le maschere completavano l'abbigliamento cerimoniale, permettendo allo sciamano di trasformarsi idealmente nell'essere che voleva rappresentare e favorendo l'estasi. Le danze spesso erano accompagnate dal tamburo, strumento destinato a facilitare il collegamento con l'altro mondo, e dal flauto a sei buchi, quattro che rappresentavano i venti e due la terra e il cielo. Le cerimonie tradizionali dei Sioux erano sette:

La Danza del sole

La Wiwànyank Wacìpi, Danza del Sole, è anch'essa considerata dono della Donna Bisonte Bianco. Fu praticata dai Sioux fino al severo divieto imposto dai dominatori bianchi. Essa poteva essere organizzata in ringraziamento d'un beneficio ricevuto da Wakan Tanka, come ad esempio un bimbo guarito da una grave malattia o in generale favore della propria gente (in tempi ad esempio di carestia), ovvero per diventare sciamano (wicaša wakan).
 

La cerimonia esigeva una sviluppata capacità di resistenza al dolore e di paziente auto-controllo. Il periodo d'elezione era situato nella luna piena fra giugno e luglio e la durata complessiva giungeva fino a 12 giorni. I primi 4 giorni erano normalmente dedicati a individuare il teatro della cerimonia e a organizzarlo. In questo periodo si rafforzavano i vincoli interfamiliari, con reciproche visite di cortesia e scambi di doni, mentre alcune donne appositamente selezionate per le loro virtù erano incaricate di individuare l'albero di pioppo per la grande tenda in cui si sarebbe svolta la cerimonia.
Negli altri 4 giorni il candidato si riuniva nella tenda del consiglio, alla presenza degli sciamani che ne agevolavano la preparazione spirituale.
I 4 giorni finali prevedevano la costruzione del sito cerimoniale - un cerchio delimitato da una palizzata di rami fronzuti, a Est del quale si sarebbe rizzata la tenda cerimoniale. La "danza del Bisonte" era tenuta in occasione dell'identificazione del palo di pioppo biforcuto destinato alla cerimonia vera e propria. Non appena questo era tagliato lo si adornava e lo si collocava al centro della tenda cerimoniale. Il terzo giorno si predisponevano le corregge di cuoio di bisonte o di daino necessarie al rito e infine, dopo ulteriori preghiere e aver adornato lo stesso candidato (o candidati), si procedeva al rito finale.
La persona - il cui corpo era dipinto di rosso dalla vita in su e di nero in varie altre parti del corpo, mentre mani e piedi erano colorati di blu e di rosso e la faccia di nero e di rosso - era allora collegata al palo tramite le corregge, fatte passare lì dove il palo si biforcava. Due uncini venivano agganciati a una bacchetta di materiale resistente e conficcata nel petto al di sopra dei capezzoli tramite lame affilate e punteruoli appuntiti in modo che, inarcandosi con decisione all'indietro, il soggetto potesse lacerarsi le carni così trapassate.
 

Per chi intendeva diventare sciamano esisteva anche la cerimonia di "Fissare-il-Sole-Bisonte", che prevedeva ulteriori ferite procurate sul dorso, al quale venivano appesi pesanti teschi di bisonte, oppure la cerimonia di "Fissare-il-Sole-attaccato-al-palo", con prove di sopportazione del dolore tanto del dorso quanto del petto. Una terza variante era il rito di "Fissare-il-Sole-sospeso", in cui il corpo veniva sollevato e abbassato ritmicamente nel corso della danza tramite le anzidette corregge, mentre il candidato seguitava a stringere nella destra un ramoscello di salvia. La cerimonia finiva allorché questi riusciva da solo a strapparsi di dosso gli impacci creati da uncini, asticelle e corregge. Dopo di che si procedeva alle medicazioni necessarie e alla fumata rituale con la pipa, col suo custode che dedicava la fumata a Wakan Tanka perché proteggesse il popolo che gli aveva dedicato quel sacrificio singolo o multiplo.

Il significato del "piercing" rituale: In realtà non si tratta di una prova di sopportazione del dolore, ma di un dono che si fa alla Terra. In quanto esseri umani disponiamo in vita solo del nostro corpo, è l'unica cosa che davvero ci appartiene. Il piercing, rappresenta un dono che l'uomo fa alla Terra, da questo non ne viene misurato il coraggio,rappresenta un offerta che non deve in nessun caso essere fatta per dimostrare qualcosa agli altri esseri umani, è un rapporto esclusivo tra l'uomo e il mondo spirituale, per questo non ha importanza per quanto tempo lo si sopporti, ciò che conta devvero è "dare il proprio meglio", il mondo spirituale sa questo e non gli serve altro. Nel passato per le donne non era previsto il piercing rituale in quanto fanno già dono alla Terra attraverso il ciclo mestruale e il parto. Oggi anche le donne possono farlo sul dorso dell'avambraccio qualora ne sentano il desiderio. Non è obbligatorio eseguirlo, è infatti possibile essere un Danzatore del Sole senza mai fare il piercing. L'Albero sacro: l'Albero che rappresenta quello che per i cristiani è l'altare, non è adornato, ma ricoperto nella parte superiore da preghiere fatte da ritagli di stoffa pieni di tabacco (il tabacco è un'offerta) e purificate con la salvia (la salvia presso i nativi ha la stessa valenza dell'incenso tra i cristiani) e legati tra loro da una cordicella. per la stoffa vengono usati i quattro colori principali, il nero, il il rosso , il bianco e il giallo, che rappresentano i quattro popoli del mondo, le 4 direzioni e gli elementi. Chiunque lo desideri può recarsi all'albero per mettervi le proprie preghiere prima che venga issato al centro del cerchio. anche i "costumi" rituali hanno una valenza rappresentativa, ogni "accessorio" e l'abbigliamento hanno un preciso significato rituale. la Danza è accompagnata per tutta la sua durata dal suono dei tamburi

L'assoggettamento

Alla fine dell'Ottocento i Sioux sono stati definitivamente assoggettati al potere dell'uomo bianco ( wašikun ) americano (milahanska, ovvero "lungo coltello") e ridotti a vivere dal 1861 in riserve del cosiddetto Territorio Indiano, amministrate da un'apposita autorità federale, denominata "Autorità Indiana".
 

Deportazione forzosa dei Sioux da parte del governo statunitense

Nell'ultima parte del XIX secolo, con la posa dei binari delle ferrovie, i cacciatori (come Buffalo Bill) ingaggiati per rifornire di carne fresca i lavoratori, annichilirono quasi le sterminate mandrie di bisonti, l'alimento-base dei nativi americani, contribuendo non poco a sedentarizzare le popolazioni delle pianure. I Santee e i Lakota furono costretti ad accettare di vivere nelle riserve identificate dai bianchi in cambio dei loro abituali territori di caccia, e a trasformarsi in allevatori di bestiame domestico e coltivatori di granturco, diventando sempre più dipendenti dai versamenti annuali elargiti graziosamente dal governo federale in base agli accordi forzosamente fatti sottoscrivere. In Minnesota, i trattati di Traverse des Sioux e Mendota del 1851 lasciarono ai Sioux una riserva di non più di 20 miglia di diametro ai lati del fiume Minnesota.

Le rivolte dei Sioux del 1862

Nel 1862, dopo un fallito raccolto e prima dell'inevitabile carestia invernale, il pagamento federale tardò a giungere. I trafficanti locali non vollero concedere ulteriori crediti ai Santee e l'agente federale della riserva disse ai Santee che erano 'liberi di mangiare l'erba oppure i loro escrementi'. Come conseguenza, il 7 agosto 1862 cominciò la rivolta dei Sioux, allorché pochi Santee uccisero un agricoltore bianco e gran parte della sua famiglia, innescando ulteriori attacchi contro gli insediamenti dei bianchi lungo il fiume Minnesota. I Santee aggredirono poi l'emporio e l'agente federale della riserva fu trovato ucciso con la sua bocca riempita di erba. Nel frattempo erano scesi in guerra anche i Kiowa, i Cheyenne e i Comanche .Nessuno conosce l'esatto numero, ma furono massacrati fra i 500 e i 1000 civili: uomini, donne e bambini, in maggioranza immigrati tedeschi, fin quando le forze dello Stato e quelle federali(circa 25000 uomini in tutto) non posero fine alla rivolta. Corti marziali processarono e condannarono a morte per impiccagione 303 Santee per 'crimini di guerra'. Numerose testimonianze di prima mano descrissero razzie e uccisioni di bianchi da parte dei Santee.
Il Presidente
Abraham Lincoln commutò la sentenza di morte per 284 di quei guerrieri, convalidando l'esecuzione per impiccagione di 38 Santee il 26 dicembre 1862. La sentenza fu eseguita a Mankato, Minnesota e rimane tuttora la più ampia esecuzione di massa nella storia giudiziaria degli Stati Uniti.

Durante e dopo la rivolta, molti Santee e i loro contribuli abbandonarono il Minnesota e il Dakota orientale, riunendosi ai loro familiari nel West, o insediandosi nella Vallata del fiume James in una riserva di breve vita prima di essere forzosamente deportati verso la riserva Crow Creek sulla sponda orientale del fiume Missouri. Altri riuscirono a rimanere in Minnesota e più a oriente, in piccole riserve che ancora esistono all'inizio del XXI secolo, ivi compresa quella di Sisseton-Wahpeton, Flandreau e Devils Lake (Spirit Lake o Fort Totten) nei due Dakota. Altri Santee infine finirono il loro peregrinare nel Nebraska, dove la tribù dei Santee Sioux oggi ha una riserva sulla sponda meridionale del fiume Missouri.

Una rivolta di minore importanza fu quella che fu chiamata "di Nuvola Rossa", alla quale partecipò anche Uomo-Che-Teme-Il-Suo-Cavallo, e che si concluse senza spargimenti di sangue col Trattato di Fort Laramie del 1868.

I trattati stracciati - 2007

Nel 2007 un gruppo Sioux Lakota, facenti parti dell'ala più estremista dell' AIM hanno rivendicato i territori dove vissero i loro padri e, nell'intento di sfidare il governo degli Stati Uniti, hanno stracciato gli accordi firmati dopo le vittorie conseguite sul generale Custer a Little Bighorn (25 giugno 1876) e su Crook nel Montana, con il presidente degli USA Ulysses S. Grant. Dopo trentaquattro anni dalla loro ultima rivolta, i Sioux vogliono ora costituire uno Stato indipendente. Si tratta in realtà di un gruppo ristretto che ha agito senza il consenso del consiglio tribale.

 

 

 

 

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