08 settembre 2008
A cura di Antonello Papa docente scuola
secondaria superiore.
1. INTRODUZIONE
Il Disegno di Legge n. 953, presentato dall'On. Aprea, in
discussione in questi giorni presso la commissione Cultura della
Camera, sposta fortemente il potere nelle mani dei dirigenti
scolastici senza nessun reale controllo sul loro operato.
L'approvazione del disegno di legge non porterebbe ad una scuola
migliore; ma renderebbe ogni singola scuola a immagine e somiglianza
del suo dirigente, in quanto tutto ma proprio tutto sarebbe
controllato dal dirigente scolastico.
Già oggi il buono o cattivo funzionamento di una scuola dipende
fortemente dal suo dirigente, pertanto aumentarne il potere non
porterebbe ad una scuola riformata e diversa da quella odierna ma
accentuerebbe i pregi, per quelle scuole che funzionano, e i
difetti,per quelle scuole che non funzionano. Spostare ulteriormente
il potere nelle mani del dirigente non cambierebbe la realtà della
scuola anzi, senza controlli sul loro operato, renderebbe la scuola
peggiore di quella odierna, incapace di rinnovarsi, piena di "yes
man", i docenti in carriera, che mai si opporrebbero alle richieste
del "capo". Una scuola nuova è invece possibile con piccoli ma
decisivi cambiamenti come la divisione tra chi gestisce (il
dirigente e i docenti) e chi controlla (i genitori e le associazioni
imprenditoriali) e con la massima trasparenza amministrativa con
tutti gli incarichi resi per iscritto e con la pubblicazione in aula
docenti di tutte le spese e di tutti gli incassi della scuola.
1.1 Come i dirigenti scelgono i loro collaboratori secondo l'On.
Aprea
L'On. Aprea scrive nell'introduzione alla sua
proposta: "La conseguenza e` che le scuole sono oggi prive di una
vera e propria *leadership*, un vuoto che non può essere riempito ne
dalle « funzioni obiettivo » (tutte elettive e provvisorie), ne
tanto meno dai collaboratori del dirigente – compreso il vice –
scelti dal dirigente stesso senza criteri di competenza e di merito
professionali." Allora se questi sono i dirigenti delle nostre
scuole, io non sono d'accordo con quanto scritto dall'On. Aprea, non
è proprio il caso di mettergli nelle mani il nostro futuro. Chi ci
garantisce che con la riforma quei dirigenti scolastici, che secondo
l'On. Aprea sceglierebbero i propri collaboratori "senza criteri di
competenza e di merito professionale", diventerebbero virtuosi
selezionatori di docenti competenti e capaci?
2. LA SCUOLA OGGI
2.1 Il Collegio docenti gestito dal dirigente
Chi conosce realmente la nostra scuola è consapevole che tutte le
decisioni, tranne assunzione e valutazione del personale, passano
dalle mani del dirigente scolastico. In Collegio docenti, presieduto
dal dirigente, gli incarichi e i progetti sono, giustamente,
coordinati dal dirigente e quasi sempre le sue richieste sono
accolte.
Nella mia carriera non ho mai visto proposte del dirigente non
accolte dal collegio docenti.
2.2 Il Consiglio d'Istituto gestito dal dirigente
La stessa cosa succede in consiglio
d'istituto, dove i genitori, i docenti, il personale ATA e nelle
scuole superiori gli allievi difficilmente sono in grado e hanno
voglia di confrontarsi, e magari di opporsi, al dirigente. Ognuna
delle componenti del consiglio d'istituto, per vari e diversi
motivi, è in una posizione di debolezza nei confronti del dirigente.
Il consiglio d'istituto è formalmente
presieduto da un genitore, ma in realtà è il dirigente a guidarlo;
non potrebbe essere diversamente. Come potrebbe un genitore, oltre
al proprio lavoro, occuparsi di normativa scolastica, regolamento di
contabilità, presentazione di progetti ai diversi enti finanziatori
quali stato, regione provincia o fondazioni? Il fatto che a
presiedere il consiglio d'istituto sia un genitore è un'ipocrisia
che vuole vedere le famiglie coinvolte nella gestione della scuola.
2.3 Scuole virtuose e non
Nella situazione descritta, con la normativa in vigore, ci sono
scuole che sono state rivoltate come un calzino dal dirigente, da
scuole conosciute come un vero disastro sono divenute un fiore
all'occhiello dell'istruzione italiana e forse anche di quella
europea, sia pubblica che privata, e ci sono altre scuole che
lentamente ma inesorabilmente hanno perduto allievi e qualità, le
famiglie, in modo silenzioso, le hanno giudicate scadenti.
2.4 I dirigenti principali responsabili del funzionamento di una
scuola
Certo anche i docenti sono responsabili ma non
in modo determinante nel funzionamento complessivo di una scuola. Ci
possono essere casi di docenti davvero incapaci, sono rarissimi, e
non sono questi che pregiudicano il funzionamento complessivo di una
scuola. I docenti sono in minima parte responsabili dei successi o
dei fallimenti di un istituto, e sono mediamente all'altezza del
compito che gli è stato loro assegnato, essendo in buona parte
precari e spostandosi da una
scuola ad un altra sarebbe strano che in una scuola siano bravi,
quella che funziona, e in un altra, quella che non funziona,
diventino pessimi insegnanti. Sono i dirigenti, già oggi senza alcun
bisogno della legge Aprea, i veri responsabili del successo o
dell'insuccesso dell'istituto e sul loro operato che una riforma
della scuola dovrebbe incidere.
3. LA PROPOSTA DI LEGGE APREA
Il Disegno di legge Aprea affida le sorti della scuola completamente
nelle mani dei dirigenti scolastici. Permane anche in questa, come
in altre proposte in discussione alla Camera, l'ipocrisia delle
famiglie che partecipano all'indirizzo e programmazione delle
attività della scuola, compiti che non sono assolutamente in grado
di svolgere.
Purtroppo ai rafforzati poteri nelle mani del
dirigente non corrisponde nessun controllo e nessuna penalità per il
suo cattivo operare o nessun premio per il suo buon lavoro. Questi,
brevemente, a mio modo di vedere, gli aspetti deleteri della
proposta:
3.1 Con le fondazioni una scuola pubblica privatizzata con poche
risorse per il sud
La possibilità della trasformazione delle scuole in fondazioni
(art.2) probabilmente permetterà qualche risparmio allo stato
centrale in quanto qualche "pezzo" dell'istruzione sarà finanziato
da denaro di privati. Non si capisce come questa situazione possa
comportare l'innalzamento e l'innovazione della scuola secondo
quanto auspicato dall'On. Aprea nell'introduzione alla sua proposta
di legge. Ciò che invece è abbastanza evidente e che nel Mezzogiorno
dove le risorse dei privati non ci sono, dove per esempio non ci
sono le ricche fondazioni bancarie presenti in quasi tutto il Centro
Nord, la scuola non avrà a disposizione le stesse risorse del resto
del paese, oggi in un mondo la cui principale risorsa è la
conoscenza l'Italia non può permettersi di avere il 50% del paese
con un'istruzione di bassa qualità.
3.2 Assunzione diretta delle scuole con i concorsi d'istituto
Dai dirigenti, che presiederebbero la <> (art. 16) dipenderebbe
l'assunzione dei docenti attraverso i concorsi d'istituto e non più
con il concorso ministeriale.
3.3 Valutazione dei docenti per l'avanzamento di carriera
Dai dirigenti, che presiedono la <>, dipenderebbe la progressione di
carriera degli insegnanti per il passaggio da docente iniziale a
docente ordinario e da docente ordinario a docente esperto (art. 17
comma 4).
3.4 Dipendenti delle singole scuole e non più del ministero
Ai dirigenti verrebbero affidati gli stipendi dei docenti (art. 11
comma 2), in una scuola pubblica trasformata in fondazione (art. 2)
che sarebbe equiparata in tutto e per tutto alla scuola privata
(art. 1 comma 7), e sia le une che le altre riceverebbero i
finanziamenti dalle regioni in base al numero degli studenti (art.
11 comma 2).
3.5 Licenziati se si è in sovrannumero
Se i docenti diventassero dipendenti della scuola, come sembra
minacciare l'art. 16 con il concorso d'istituto, gli eventuali
perdenti posto potrebbero essere licenziati magari con un po' di
cassa integrazione (i docenti perderebbero il posto, mentre il
dirigente resta a dirigere. La scuola perderebbe allievi e la colpa
sarebbe scaricata solo sui docenti mai sul dirigente).
3.6 Una scuola incapace di rinnovarsi
Solo a docenti esperti ed ordinari potranno essere conferiti
incarichi per svolgere funzioni complesse (art 17 comma 2).
Immaginate, se una norma come questa fosse già in vigore, in che
modo si poteva rinnovare la scuola italiana in questi anni di forte
introduzione delle tecnologie se solo docenti esperti ed ordinari,
cioè quelli più anziani che magari non avevano idea di come si
accendesse un computer, avrebbero potuto avere incarichi complessi?
Una qualunque azienda e anche la scuola si rinnova con le forze
giovani non con quelle vecchie .
3.7 Una farsa la valutazione dell'operato della scuola
Infine ultima ciliegina sulla torta la valutazione dell'operato
della scuola la farà un «Nucleo di valutazione», art. 10, composto
da <>, della scuola stessa con al più due esperti esterni. Gli
esperti sarebbero nominati dal «consiglio di amministrazione» della
scuola, cioè il dirigente; insomma il controllato nomina il
controllore. Chi sarà quel temerario docente esperto, che per
divenire tale è stato valutato da una commissione presieduta dal
dirigente, che esprimerà parere critico nei confronti della scuola e
cioè di chi la dirige? Il parere del «Nucleo di valutazione»
inciderà sul POF e sul piano delle attività dell'anno successivo. Si
può immaginare che tutti i dirigenti stiano tremando per
l'introduzione di questo controllo sul loro operato.
3.8 Il regolamento, con la grande influenza del dirigente, a cardine
della scuola
Tutte le attività interne alla scuola sarebbero gestite attraverso
un regolamento emanato dal Consiglio di amministrazione. Lo stesso
consiglio di amministrazione sarà gestito attraverso il regolamento
che magari potrà prevedere che a far parte del consiglio stesso
siano solo docenti esperti, cioè quegli stessi docenti promossi dal
dirigente. Insomma il dirigente potrà plasmare tutte le attività
dell'istituzione scolastica a proprio piacimento in quanto nessuno,
all'interno del collegio docenti, sottoposto a valutazione e ad
incremento di carriera e stipendio, o nel consiglio di
amministrazione sarà in grado di opporre resistenza alla volontà del
dirigente A mio modo di vedere un vero e proprio orrore.
4. UNA SCUOLA NUOVA E' POSSIBILE
4.1 No ai genitori che si occupano di programmazione ed indirizzo
Una scuola nuova la si può ottenere cominciando con eliminare
l'ipocrisia dei genitori che si occupano di indirizzo e
programmazione in quanto non hanno le competenze e non ne hanno il
tempo.
4.2 Distinzione tra indirizzo, programmazione e gestione, controllo
Occorre distinguere nettamente le funzioni di indirizzo, di
programmazione e gestione, e quelle di controllo. In particolar modo
si può pensare alle funzioni di indirizzo emanate dallo stato o
dalle regioni, attraverso i programmi minimi da realizzare in
funzione di ogni ordine di scuola e in funzione di ogni singolo
indirizzo. Le funzioni di programmazione e di gestione delle
attività, per
raggiungere gli obiettivi previsti da stato e regione, spetterebbero
ai docenti e al dirigente attraverso il collegio docenti e il
consiglio d'istituto. I compiti di coordinamento spetterebbero al
dirigente. Infine il compito di controllo degli obiettivi raggiunti
spetterebbe alle famiglie, alle organizzazioni imprenditoriali ed
eventualmente a docenti esterni.
4.3 Famiglie e associazioni imprenditoriali controllano l'operato
delle scuole
Il controllo dell'operato della scuola, attraverso la collaborazione
degli istituti statali e regionali di valutazione, potrebbe essere
un compito realmente attuabile dalle famiglie che sono ovviamente le
prime ad essere interessate ad una scuola che funzioni. Accanto ad
esse potrebbero esserci le associazioni degli imprenditori, anche
loro interessati ad una scuola di qualità e dotati di capacità e
strutture organizzative che potrebbero essere utilizzate nella fase
del controllo dei risultati. I docenti esterni potrebbero farsi
garanti che i metodi di analisi dei risultati siano corretti ed
obiettivi. Un metodo brutale ma probabilmente efficace potrebbe
essere quello della somministrazione di test agli allievi, a livello
regionale, a fine anno. Inoltre periodicamente, per esempio ogni due
o tre mesi ci potrebbero essere dei rapporti da parte di un
ipotetico << Nucleo di controllo>> al dirigente scolastico, al
Consiglio d'istituto e al collegio docenti su quello che funziona e
su ciò che non va e che si dovrebbe cambiare nell'istituto. Il <>
potrebbe, e dovrebbe, avvalersi di esperti esterni. Il <> dovrebbe
avere autonoma gestione economica dalla scuola, magari con il DSGA
che funge da segretario nelle riunioni e con il compito mantenere la
contabilità.
4.4 I docenti più bravi in aula premiati con la quattordicesima
Il controllo dei risultati ottenuti deve portare a premiare, con una
sorta di quattordicesima, ogni singolo docente sulla base dei
risultati ottenuti sulla sua classe, ogni singolo consiglio di
classe, ogni singola scuola, ogni singolo dirigente. In questo modo
ogni anno si premierebbe chi meglio lavora, in aula, nelle proprie
ore, nella preparazione degli allievi e non chi è carico di
incarichi ricevuti dal dirigente che secondo l'On. Aprea sono scelti
"senza criteri di competenza e di merito professionali". In questo
modo probabilmente si creerebbe un circuito virtuoso che spingerebbe
i docenti e i dirigenti a ben lavorare perché ogni anno valutati ed
eventualmente premiati.
4.5 Concorsi regionali per i diversi livelli professionali
I diversi livelli professionali tra i docenti potrebbero essere
previsti ma solo per chi volesse aspirare a svolgere incarichi
all'interno della scuola come quella di collaboratore e quella di
vicedirigente. Dopo aver seguito un corso ed aver superato un
concorso si potrebbe avere la qualifica di docente esperto ma la
valutazione non deve essere formulata da commissioni dell'istituto
ma da
commissioni regionali. I concorsi dovrebbero essere regionali, non
di istituto, in questo modo eventuali perdenti posto potrebbero
trovare una sistemazione in un altra scuola come già succede oggi e
non essere licenziati.
4.6 Coordinatori didattici al posto dei dirigenti
Se si volesse fare un ulteriore passo in avanti si potrebbe pensare
ad una scuola che al posto del dirigente avesse una sorta di
"coordinatore didattico" eletto all'interno del collegio docenti. Il
coordinatore didattico dovrebbe essere scelto tra quei docenti che
avessero vinto appositi concorsi. Il coordinatore didattico potrebbe
essere eletto dal collegio ogni tre anni. In questo modo l'operato
del coordinatore sarebbe sottoposto periodicamente a controllo da
chi tutti i giorni "vive" il suo lavoro. Se il coordinatore si
dimostrasse all'altezza il collegio gli rinnoverebbe l'incarico
altrimenti dopo tre anni ne sceglierebbe un altro senza grossi
traumi. Oggi un dirigente che non fosse all'altezza se proprio non
combina disastri resterà al suo posto sino alla pensione.
4.7 Massima trasparenza amministrativa
La trasparenza amministrativa con tutti gli incarichi assegnati dal
dirigente fatti per iscritto e con la pubblicazione in aula docenti
del libro giornale (per intenderci del documento che riporta tutti
gli incassi e tutte le spese fatte dalla scuola), o quanto meno
degli incassi e delle spese fatte sui progetti, porterebbe
sicuramente ad una migliore qualità del denaro speso in quanto i
dirigenti
presterebbero la massima attenzione, sapendo che tutto il personale
verrebbe a conoscere immediatamente chi e quanto denaro ha ricevuto
e per quale tipo di attività. Oggi, tra un collegio docenti che non
si occupa della parte economica e un consiglio di istituto
"sottomesso" al dirigente, i conti dell'istituto non sono evidenti.
In fondo se a scuola si spende del denaro pubblico perché non
rendere queste spese trasparenti; i docenti, essendo i diretti
beneficiari, rappresentano il miglior strumento per controllare la
qualità della spesa a beneficio dell'efficacia della stessa. Se la
trasparenza la fa Brunetta perché non farla in ogni singola scuola?
La trasparenza amministrativa, nei confronti di chi beneficia e si
contende i fondi disponibili, dovrebbe essere fatta non solo a
scuola ma in tutti quegli enti dove si spende denaro pubblico, si
pensi per esempio agli ospedali.
4.8 Conclusioni
Quella proposta in questo documento sarebbe una vera e propria
scuola aperta in quanto ai controlli di ogni fine anno da parte dei
genitori e delle associazioni industriali prevede anche un controllo
periodico dell'operato del dirigente, insomma una scuola aperta e
trasparente non chiusa su se stessa e sul dirigente come quella
proposta dall'On. Aprea