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Coordinamento Genitori Democratici

 

 

 

X Congresso Nazionale

 

 

 

Albenga (SV)

27, 28, 29 Marzo 2009

 

 

 

 

PROGRAMMA

 

 

VENERDÌ 27 Marzo 2009 

Auditorium S. Carlo Via Roma

 

Ore 15:   Accreditamento Delegati; Ore 15.30  Saluti autorità ed invitati;

Ore 16.30  Costituzione presidenza e Commissione El ettorale e Verifica Poteri;

Ore 16.45  Relazione della  Prof.ssa Angela Nava Mambretti, Presidente CGD Nazionale; Ore 18   Costituzione delle Commissioni di lavoro.

 

 SABATO 28 Marzo 2009

 

Scuola Elementare “Don Barbera” D.D. Circolo –Via degli Orti

 

Ore 9.30-13 Commissioni di Lavoro;

Ore 15   Relazioni Commissioni di Lavoro e dibattito     ;

Ore 17   Termine ultimo per la presentazione alla Commissione Elettorale delle candidature alla Segreteria Nazionale del CGD;

Ore 17.15  Visita guidata al Centro Storico di Albe nga.

  

DOMENICA 29 Marzo 2009 

Scuola Elementare “Don Barbera” Via degli Orti

 

Ore 9.30  Dibattito e Votazioni sui documenti congressuali, su eventuali ordini del giorno e su eventuali modifiche allo Statuto;

Ore 12   Relazione della Commissione Elettorale e Verifica Poteri;

Ore 12.30  Elezione del Comitato dei Garanti, del Tesoriere e della Segreteria Nazionale

 

ALBENGA 27 MARZO 2009

Aprire un congresso, il X della nostra associazione , è sempre un momento importante che non può sfuggire ad una serie di emozioni  non rituali: il ritrovarsi tra amici vecchi e nuovi, il fare, da parte e a nome della segreteria uscente , un bilancio delle attività fatte, il progettare il futuro. Ma soprattutto riscoprire insieme il senso della nostra associazione oggi, quando tutto sembra invitarci  a curare il nostro privato,  ad armarci di una dose di sano realismo, a dimenticare perché la memoria  è un fardello inutile in un paese che si dice proteso verso una modernità senza scopo.

Apriamo, infatti,  il nostro congresso in uno dei momenti che ritengo il più problematico della storia di questo paese. Ad una crisi economica dai confini inediti si accompagna la quotidiana erosione dei diritti fondamentali : dall’espropriazione del proprio corpo (vd. la querelle sul testamento biologico) fino alla negazione del diritto del nome ai bambini dato che il ddl sulla sicurezza prevede una norma, passata quasi inosservata, che impedisce la registrazione alla nascita dei figli di cittadini stranieri irregolari, in palese violazione della Costituzione e della Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.

(Le conseguenze di tale modifica normativa sarebbero gravissime: i bambini non registrati alla nascita resterebbero senza identità, completamente invisibili; vi è inoltre il forte rischio che i bambini nati in ospedale non vengano consegnati ai genitori privi di permesso di soggiorno e siano dichiarati in stato d'abbandono   ).  Passando per le impronte digitali ai bambini Rom, alle ronde. Mentre la Chiesa tuona per  ché il suo magistero sia norma della legislazione italiana. E i primi a saltare, come in   ogni momento di crisi economica, sono i diritti dei più deboli, i diritti dei minori.

Il tutto all’interno di una cornice di democrazia parlamentare intatta sia pure sempre più sottoposta a spinte autoritarie secondo una visione per cui chi governa sta al vertice di una struttura piramidale che adotta le procedure   top down , per cui la bontà dei governanti si evince dalla loro intraprendenza e capacità di prendere decisioni,  fare e promuovere il fare, mentre la partecipazione dei cittadini viene considerata come un indebolimento dell’autorevolezza di chi è chiamato a governare. Mi sembra calzante l’analisi di Zagrelbeski in AA.VV Sinistra senza sinistra, idee  plurali per uscire dall’angolo     Una domanda classica della sociologia politica è: cosa  tiene insieme la società?     Oggi la domanda si è spostata, ci si chiede addirittura se di società, cioè di relazioni primarie spontanee, non imposte forzosamente, si possa ancora parlare. In effetti, poiché convivere pur bisogna, vale una relazione inversa: a legame sociale calante, costrizione crescente. Non è forse questa la nostra china costituzionale?   Una china su cui troviamo, da un lato, per esempio, indifferenza per l’universalità dei di  ritti, per la separazione dei poteri, per il rispetto delle procedure e dei tempi delle decisioni, per i controlli, per la dialettica parlamentare, per la legalità, per l’indipendenza d  ella funzione giudiziaria: indifferenza, in breve, per ciò che qualifica come liberale una democrazia; sostegno, dall’altro, alle misure energiche, alla concentrazione e alla personalizzazione del potere, alla democrazia di investitura, all’antiparlamentarismo, al fare per i l fare, al decidere per il decidere: in breve, a ciò che qualifica invece come “autoritaria” la democrazia…… Fino ad una legittimità illegale.

E il berlusconismo ( ed uso consapevolmente questa   dizione come categoria sociologica) mostra tutti i suoi segni nel ripiegamento della società su se stessa, nell’incapacità di indignarsi, nell’individualismo che sempre più ci caratterizza.   Questo individualismo assunto come paradigma della modernità  a cui ci si      amo un po’ tutti subalternamente piegati è il prodotto della crisi dei luoghi di riproduzione sociale, delle identità collettive, della politica come passione civile.

Più che mai, oggi, allora un’associazione come la nostra ha il dovere di esistere e faccio nostre, trovandole più che mai attuali, le parole con cui nel 2000 Marisa Musu si congedava da noi . Siamo però convinti che sono propri dell’uomo il   disagio della solitudine e la volontà di superarla unendosi ad altri uomini.      Non siamo certi che altrettanto innati siano il senso della giustizia e il desiderio di eliminarla. Essi furono però certamente presenti nei genitori fondatori del Cgd e noi che fummo tra loro possiamo affermare che in quel lontano 1976 l’esigenza primaria che ci mosse  fu quella di contribuire ad offrire ad ogni bambino pari opportunità di vita serena e degna, ne   l quadro di una maggiore giustizia per tutti gli esseri umani.

Oggi, più e meglio di trent’anni fa, abbiamo la consapevolezza che essere genitori in Italia pur con tanti problemi e angosce, è un privilegio rispetto alla condizione dei padri e delle madri dell’India, dell’Angola, del Brasile, di due  terzi del mondo. Proprio di fronte alle dimensioni cosmiche del problema abbiano coscienza    di aver fatto poco, pochissimo, un granello di sabbia, poche gocce d’acqua. Ma poiché    credevamo allora e crediamo tuttora che i grandi obiettivi, i grandi progetti trovino l a linfa vitale nelle piccole cose di ogni giorno, nelle cose difficili, come scrisse Gianni Rodari, siamo convinti che anche le associazioni come la nostra e tante tante altre ad essa simili,   laiche e cattoliche, abbiano un ruolo indispensabile  che arricchisce la società impedendone l’omologazione e la desertificazione. Sentiamo profondamente nostri l’impegno che non del ega, l’assunzione di responsabilità, la difesa dei diritti dei minori, la denuncia, l’andar  e controcorrente anche se scomodo e poco appagante. Come dice Zapatero nel riaffermare…           La nostra profonda fede nella democrazia, il rifiuto dell’abdicazione alla responsabilità che implica la consegna della stessa politica nelle mani della tecnocrazia o del  populismo:…. Non è possibile una democrazia forte senza una cittadinanza forte, senza cittadini con diritti, con risorse economiche educative culturali….Il liberalismo economico non produce cittadini forti produce se mai persone che vivono nella insicurezza  e nell’incertezza( Marco Calamai e A. Garzia “Zapatero Il socialismo dei cittadini” Feltrinelli 2006.)

Per questo abbiamo con coerenza in questi tre anni    proseguito la nostra battaglia per una scuola  rispettosa di tutti i bambini e le bambine,      democratica e di qualità che rendesse effettivo il nuovo obbligo scolastico a 16 anni in   un biennio unitario, orientativo e non nelle forme succedanee di una formazione professionale oggi sottratta alla  stato di sperimentazione.

Ci ha accusato l’on. Aprea nel corso dell’audizione  alla VII Commissione sul suo Disegno di legge di non volere cambiamenti, di essere refrattari ad ogni miglioramento che si vuole introdurre nella scuola.

NON E’ VERO! Da anni vogliamo che la scuola cambi.  Non abbiamo mai chiuso gli occhi di fronte a cattive applicazioni del modulo e del tempo pieno (pur essendo questi i modelli pedagogici a cui crediamo), da sempre sappiamo che   la scuola media costituisce un limbo senza continuità col segmento che lo precede ed ancora, a più di quarant’anni dalla scuola media unica, spesso con l’unica ambizione di essere propedeutica al segmento di istruzione successivo, troppo frammentata e disciplinare. Da anni sappiamo che i nostri ragazzi si perdono al biennio delle scuole superiori, che spesso manca nella scuola una seria cultura della valutazione e dell’orientamento, che la scuola è poco flessibile e sorda ai nuovi saperi e alle nuove competenze che la nostra società complessa esige. Da anni vogliamo aprire un confronto ampio sul tema della valutazione del sistema scuola, di cui non abbiamo timore, pur sapendo che tocca molti nervi scoperti       anche a sinistra. Non ci piacciono i sondaggi e le statistiche declinate demagogicamente  a dimostrazione della bontà delle scelte dei decisori politici.

Rifiutiamo un cambiamento che ci fa arretrare di anni; un cambiamento che vuole inchiodare tutti i bambini alla situazione sociale     e culturale di provenienza senza alcuna possibilità di emancipazione, rifiutiamo un cambiamento in cui, incuranti dell’interesse generale di tutto il paese, i genitori abbiano un unico diritto: quello di spendere la “quota capitaria” nella scuola che più corrisponde ai loro sogni; rifiutiamo la scuola delle classi ponte; rifiutiamo una scuola che contraddice la Costituzione.

Da sempre convinti della necessità di riformare gli      OO.CC. e di una necessaria nuova cultura della partecipazione,  siamo a difendere gl i organismi di rappresentanza di classe, di istituto,  di territorio di fronte all’attacco sfer  rato contro di essi dal D.L. Aprea, consapevoli che il loro azzeramento costituirebbe un pericolosissimo punto di non ritorno nella vita democratica. .L’azione partecipativa è già in un     valore quando crea una cittadinanza informata e svolge un’azione formativa, rendendo i  cittadini consapevoli dei l loro diritti e dei relativi doveri.

Troverete in cartellina tra il materiale documentar   io, la lettera con cui , insieme al CIDI e all’UDS (gli stessi con cui qualche mese prima avevamo stipulato un patto per la scuola) ci rivolgevamo al Ministro Gelmini chiedendo il suo intervento sui temi che definivamo irrinunciabili per la scuola italiana.

La risposta (quella reale) è arrivata ad agosto, quando dalle pagine del Corriere il Ministro ha spiegato il suo pensiero:    torniamo a prima del ’68     spartiacque di tutti i mali della società.

E’ un difficile rapporto quella della destra al governo col tema della memoria: per il ministro Moratti si trattava di un punto e a capo pedagogico      , per il ministro Gelmini un colpo di spugna su quarant’anni non solo di esperienze pedagogiche del nostro paese, ma anche di storia. Non avere memoria è una patologia, non uno          stato di benessere: chi non ha memoria, chi non sa chi è e da dove proviene, non può coniugare i tempi del futuro.

E non basta allora inventare” Educazioni alla cittadinanza” lasciandole alla sperimentazione e alla buona volontà delle scuole, quando si diventa cittadini per altre strade a cui concorrono tutte le discipline. Non si contrasta il  disagio giovanile di una generazione a cui abbiamo negato il futuro, col cinque in condotta.  on siamo fautori di un lassismo morale teso solo a coccolare i giovani e sappiamo molto bene quali siano le conseguenze di un’educazione non autorevole, ma non crediamo ad un   a valutazione in condotta normata da ben tre (!) Regolamenti susseguitisi nell’arco di pochi mesi e presentata come un’ulteriore  arma in mano ai docenti, in quella guerra guerreggiata che sembra essere diventata la scuola così come i media la presentano.

giova alla relazione educativa con le famiglie il voto numerico,  che ci allontana dall’Europa tutta, quando certifichiamo le competenze degli allievi in uscita: le competenze o si possiedono o non le si hanno e non sono definibili con un voto numerico. Più gravi le conseguenze di un voto solo numerico sul versante dei diversamente abili!

Ci siamo opposti alla proposta di una scuola povera in cui uno standard di 24 ore viene considerato l’unità di misura dei saperi di un bambino del XXI secolo nelle piazze, nelle scuole, rispondendo a centinaia di genitori, pubblicando manualetti sulle iscrizioni, moduli alternativi, chiedendo in tutte le sedi istituzionali il ritiro del decreto, dando voce a tutti coloro non avevano la legittimità istituzionale per farlo.    Fino al ricorso al Tar del Lazio contro il Piano Programmatico firmato insieme al CIDI e al circolo didattico Iqbbal Masih di Roma, non perché crediamo in modo privilegiato alla via giudiziaria, ma perché non ci fosse nulla di intentato rispetto alla sordità di un governo ch  e non ha mai voluto realmente interloquire col Paese. Nei prossimi giorni verrà depositato il secondo ricorso avverso i Regolamenti. Abbiamo riscoperto il valore d’essere associazione:  senza nulla togliere alla ricchezza, alla creatività dei movimenti dei genitori che ci hanno  confermato che la scuola può ancora essere in questo paese una trincea democratica,  l’associazione ha posto al servizio del paese  la sua esperienza sedimentata negli anni, la  sua passione democratica, i suoi accreditamenti istituzionali.  Sono stati mesi faticosi a contatto con i territori ed i loro bisogni. Mesi in cui molti di noi si sono spesi generosamente e senza risparmio intrecciando relazioni e diventando punto di riferimento per molti in una battaglia in cui da sempre crediamo: quello della scuola pubblica come terreno privilegiato per il mantenimento della democrazia in Italia.

Credo sia questo surplus di valore che ci connota rispetto alle mailing list di genitori che animano lo spazio informatico: alla necessaria diffusione di notizie che la nostra epoca richiede, l’associazionismo aggiunge l’impegno e la responsabilità personale, in carne ed ossa, dei suoi associati che non si nascondono e non nascondono le loro scelte dietro l’apparente neutralità dell’informazione.

La tesi n.1 sulla scuola fa parte integrante di questa relazione. Troverete in essa parte dei documenti prodotti dall’associazione sia nel corso dell’ultima assemblea direttivo di Castellammare, sia il testo dell’ultima audizione sostenuta presso la VII Commissione della Camera sul D.L. Aprea perché siano patrimonio comune. E’ ovviamente un      work in progress: spetterà al Congresso trasformarlo in un documento compiuto che ci serva come base di lavoro per i prossimi anni-

A me il compito dello stato dell’associazione: posso con piacere annunciare la tendenza al consolidamento dei CGD locali operanti e alla loro crescita numerica: regolarmente iscritti al

31 dicembre 2008 sono  41 CGD locali  (il quarantaduesimo CGD Alta Val Sangone (CN) è operante dai primi del 2009). Sono ad oggi regolarmente costituiti in Coordinamenti regionali la Liguria, la Toscana, la Campania, il Piemonte.

La campagna di tesseramento ha dato esiti positivi    in molte regioni: la Liguria che oggi ci ospita e a cui va il nostro ringraziamento per lo sforzo organizzativo e la disponibilità dimostrata, ha raggiunto il maggior numero di adesioni in Italia. Raggiungere il maggior numero di tessere non era un imperativo fine a se stesso e privo di valore politico: continuiamo ad essere l’unica associazione laica di genitori di questo paese. Chiedere di aderire ad essa ha anche un alto valore simbolico in un momento difficile come questo.

Nei tre anni intercorsi dall’ultimo Congresso abbia mo organizzato due Incontri Internazionali di Castiglioncello “Il Bambino ir-reale” ed “Il Bambino selvaggio” che hanno riscosso un buon successo. In particolare l’ultimo ha stretto intorno a noi una comunità di studiosi che, iscrivendosi al CGD, ha dichiarato la sua disponibilità a proseguire l’attività di ricerca con noi. Vent’anni e più di Bambini sono in Italia un patrimonio unico: una tradizione e una storia da non perdere; un gioiello di famiglia da esporre  con orgoglio. Il Comune di Rosignano che pubblicherà in un unico volume gli atti degli ultim   i tre “Bambini” intende con noi e con un Comitato scientifico scelto tra i molti studiosi che a Castiglioncello si sono avvicendati, creare una community 2.0; una sorta di archivio pedagogico interattivo, prezioso punto di riferimento in Italia.

Nel 2007, l’anno intercorso tra i due bambini, abbi      amo organizzato ben tre convegni a Roma di rilevanza nazionale:   “Il Bambino e lo schermo”  all’Ara Pacis il 13/02/07 in cui abbiamo riunito il mondo politico che si occupa di     beni culturali per discutere delle nostre proposte sulla revisione dei prodotti cinematografi  ci e la tutela dei minori;    “Le regole sul banco” sul tema del bullismo  il 13/03/07 in collaborazione con CGIL Formazione e  ricerca, con cui prosegue il lavoro congiunto indicato dal  ostro protocollo (un altro prodotto della fatica congiunta è il video con Ascanio Celestini a    disposizione di coloro lo volessero per visioni private)  “Cara Marisa il 18/04/07 presso la casa della memoria di Roma        col sindaco Veltroni per presentare la fatica editoriale del CGD “La casetta degli attrezzi”.

Non è stato un lavoro facile per un’associazione ch e vive esclusivamente del tesseramento e del convegno di Castiglioncello; che non ha privilegi e che paga con francescana povertà la sua irrinunciabile autonomia. Dobbiamo però dota  rci, almeno a livello nazionale, di una maggiore capacità progettuale, di competenze che ci          permettano di progettare per disseminare i nostri contenuti ed essere maggiormente conosciuti.

  TRE ANNI DI LAVORO

La Segreteria uscente si è riunita, a sue spese, in  media tre volte l’anno nella sede nazionale di Roma, ma si è privilegiato lo strument o delle Assemblee-Direttivo che si sono svolte rispettivamente a Vico Equense (2006), Roma         (2007), Castellammare (2008). Abbiamo avuto la possibilità di interloquire col mondo della politica e del sindacato sui destini della scuola italiana e verificare al tempo stesso l’attenzione che ci veniva riservata. I documenti prodotti sono insieme alla tesi n.1 parte integrante di questa relazione. Abbiamo continuato il nostro lavoro nel

Comitato Tv e Minori (Federazione Emittenti Radio  Televisive private); Comitato media e minori presso l’ex Ministero delle Comunicazioni

Consiglio Nazionale degli Utenti (organismo diretta emanazione dell’AGCOM) Commissioni di Revisione Cinematografica presso il  Ministero dei Beni Culturali FONAGS

FORAGS

Abbiamo sostenuto una serie di audizioni alla Camera e al Senato, collaborato coll’attualmente inesistente Ministero della Famiglia; prodotto per la  Commissione Bicamerale Infanzia della passata legislatura un dossier sulla fruizione dei media da parte dei minori e sui sistemi di tutela in Italia. (oggi  non riusciamo ad avere con la attuale presidente della Bicamerale, forse perché impegnata a fare l’opinionista al Grande Fratello, una relazione virtuosa).

Con il Convegno” Da bambini a cittadini” del 12/13 dicembre 2008 organizzato da Camina, associazione dei Comuni amici dell’infanzia e dell’ adolescenza è iniziato un rapporto virtuoso, che può preludere ad iniziative comuni. (vd. www.camina.it).

Abbiamo inaugurato, grazie alla dedizione di alcuni membri della Segreteria un rapporto di collaborazione con Save the Children sia per il pro getto EASY 4 sia per l’annuale rapporto governativo sullo stato dell’infanzia di cui siamo responsabili per una sezione.

Quanto al lavoro nel Fonags, dall’avvento del nuovo dicastero il nostro lavoro più che essere propositivo ha assunto un aspetto difensivo: siamo almeno riusciti ad evitare che le associazioni genitori fossero usate dal Ministro come cassa di risonanza per la bontà di una riforma cui ci opponiamo; siamo riusciti ad ottenere un monitoraggio nazionale sull’attribuzione del cinque in condotta; siamo riusciti a fare passare qualche emendamento al Regolamento sulla valutazione.

Abbiamo partecipato alla riunione a Madrid della CE  PEP, anch’essa in crisi in un’Europa che sta dimenticando la laicità come valore portante della convivenza.


 

I rapporti col mondo dei media sono alterni: siamo molto spesso intervistati e spesso invitati intromissioni televisive; ma il nostro rap porto non è sistemico: avremmo bisogno di un Ufficio Stampa strutturato che lavori a prescindere dal caso o dall’emergenza.

Spesso di questa mole di lavoro l’associazione tutta non riesce ad essere debitamente informata: questa riflessione ci spinge a guardare  con acribia al tema della comunicazione interna. Tema da sempre dibattuto nei nostri congressi, oggi bisognoso più che mai di decisioni ed interventi, perché il nodo della comun icazione è anche punto nevralgico per la democrazia.

Alla morte del nostro “Genitori e non” è seguita so   lo una comunicazione telematica, che sia pure veloce, non è esente da errori ed omissioni, che non sempre raggiunge tutti gli associati, ma che soprattutto non crea quanto altri  strumenti informativi senso di appartenenza e di visibilità. Due pertanto le direzioni su cui oggi andrebbe indirizzata la discussione:1) la     valorizzazione del nostro sito, come investimento del e per l’associazione 2) la creazione di una newsletter per gli associati.

La tesi n. 2 e l’o.d.g. sui migranti fanno parte integrante di questa relazione per essere sottoposti alla elaborazione congressuale. Non possiamo chiudere il nostro congresso senza individuare qualche iniziativa forte sul tema   del diritto di cittadinanza e di cura dei bambini immigrati.

Consci della perfettibilità del lavoro fatto sempre con generosità per cui alla Segreteria uscente va tutta la nostra gratitudine, consci delle esigenze che i nuovi tempi richiedono lasciamo ai nuovi dirigenti che il Congresso indicherà un’Associazione viva, che rappresenta un’Italia diversa da quella che i nostri governanti credono essere il paese tutto.

Ringrazio tutti gli ospiti che hanno voluto onorarci della loro presenza e auguro a tutti voi buon lavoro nella certezza che di quest’associazione libera ci sia ancora bisogno in Italia

 

 

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