Cherokee, (ah-ni-yv-wi-ya in lingua cherokee), sono un popolo nativo americano del Nord America che al tempo del primo contatto con gli europei nel XVI secolo abitava nelle terre orientali e sud-orientali degli attuali Stati Uniti finché non sono stati costretti a spostarsi forzatamente nella pianura di Ozark negli anni '30 del 1800, nonostante le proteste del generale Wool, poi dimessosi, e di intellettuali come Ralph Waldo Emerson che scrisse personalmente una lettera al presidente Van Buren. I Cherokee erano una delle cosiddette Cinque tribù civilizzate.
Collocazione e denominazione
La nazione e le bande dei nativi Cherokee riconosciuti dal governo degli Stati Uniti (per un totale di circa 250.000 persone), hanno attualmente sede a Tahlequah, in Oklahoma (la Nazione Cherokee e la United Keetoowah Band) e a Cherokee in North Carolina (la Eastern Band), mentre le tribù riconosciute si trovano in Georgia, Missouri e Alabama. Altre organizzazioni cherokee non riconosciute si trovano in Arkansas, Missouri e Tennessee.
Un documentario di KJRH-TV del 1984, "Spirit of the Fire" (it: Spirito del Fuoco) indagava sulla storia dei Cherokee e sulle loro cerimonie e rituali tradizionali praticati e preservati anche dopo il loro arrivo in Oklahoma. Redbird Smith fu un eminente membro del popolo Cherokee e contribui a rivitalizzarne la cultura a partire dai primi anni del XX secolo. Attualmente le principali danze cerimoniali dei Cherokee sono sette.
Lo spelling "Cherokee" può essere dovuto al nome della lingua cherokee, "Tsalagi" (ᏣᎳᎩ), passato foneticamente al portoghese (o più probabilmente ad un dialetto barranquenho, visto che Hernando de Soto era dell'Estremadura) come chalaque, al francese come cheraqui e all'inglese come cherokee.
La lingua cherokee non contiene nessun suono simile alla "r" e così la parola cherokee, quando viene pronunciata dai parlanti nativi è espressa come Tsa-la-gi (pronunciata Jah-la-gee o Cha-la-gee), dato che questi suoni assomigliano molto a quelli del termine "cherokee" nella loro lingua materna. Un gruppo di Cherokee del Sud parla un dialetto locale in cui è presente anche un suono "r" molto pronunciato, derivante probabilmente dai contatti con gli europei (sia francesi che spagnoli) in Georgia ed Alabama durante i primi anni del XVIII secolo. L'antico dialetto Ah-ni-ku-ta-ni ed altri dialetti dell'Oklahoma non contengono infatti nessun suono di tipo "r".
Il termine "Cherokee" è una parola mutuata originariamente derivava dalla lingua commerciale dei Choctaw, precisamente dalla parola "Cha-la-kee" che significa " coloro che vivono sulle montagne" o "coloro che vivono nelle caverne". Il nome con cui inizialmente i Cherokee definivano sé stessi era Ah-ni-yv-wi-ya (ovvero "gli uomini"). Comunque i moderni Cherokee definiscono loro stessi Cherokee o Tsalagi.
Linguaggio e sistema di scrittura
I Cherokee parlano una lingua irochese che è polisintetica e viene scritta tramite un sillabario inventato da Sequoyah. Oggi si ritiene che sia esistito un sillabario più antico precedente a quello di Sequoyah che può aver ispirato il suo lavoro.
Durante gli ultimi anni molte persone hanno cercato di trascrivere la lingua Cherokee con il computer, usando spesso font incompleti. Da quando invece le sillabe cherokee sono state aggiunte al sistema Unicode questo linguaggio ha potuto diffondersi anche su Internet.
Miti e leggende [modifica]
Malinowski
definì il
mito
come una realtà vissuta, accaduta in tempi primordiali e
che perdura tanto da influenzare il mondo e i destini
umani.[1]
Tra i Cherokee, così come in tutte le
etnie
indiane, non esistono fratture tra i vari aspetti del
comportamento umano, anzi vi è una correlazione fra
religione,
arte,
scienza,
politica.
Il mito è necessario proprio come collante culturale,
quando descrive le origini del mondo, dei
riti
sacri,
delle arti, e delle attività quotidiane.[2]
Quindi i miti fondamentali riguardano il tema della
creazione,
la nascita della
conoscenza,
i fenomeni del
cielo
e gli eventi naturali (stagioni,
notti,
giorni,
piogge,
ecc.), la
morte
e l'aldilà.
I temi cari ai Cherokee sono
evidenziati nel racconto "La figlia del Sole" in cui
emergono argomenti presenti in tutta la mitologia
astrale
indiana, come il conflitto tra
Sole-donna
e
Luna-uomo,
rispettivamente sorella e fratello, il ruolo ambiguo del
Sole donatore di
luce
ma anche di
buio,
di
vita
e di
morte.
Sono presenti insegnamenti sull'origine delle
abitudini
e dei
comportamenti
come per esempio la trasformazione del
serpente a sonagli
da essere impetuoso a rettile calmo, o il valore
propedeutico-spirituale della
danza,
tale da incantare e rasserenare persino una
divinità.
In altri racconti mitologici, come "L'uomo del ghiaccio", i Cherokee antropomorfizzano i fenomeni naturali assegnando loro sembianze di uomini anziani e saggi, in grado di intervenire per risolvere i problemi impellenti.
Tra le credenze in uso presso i Cherokee, vi è quella di utilizzare il cordone ombelicale del neonato, a fini propiziatori; nel caso di un figlio maschio, il cordone viene appeso su un albero, affinché il nascituro diventi, da grande, un cacciatore; se la madre partorisce una femmina, il cordone viene seppellito sotto un mortaio, augurandosi che da grande impari a preparare bene il pane.[