COORDINAMENTO |
Cio' che stiamo descrivendo e' un sunto di quanto e' riportato dal volume "Essi non sono morti"che descrive la storia delle Medaglie d'0ro della seconda Guerra Mondiale e della Resistenza nonche' delle imprese eroiche compiute dagli stessi,decorati di Medaglia d'Oro.
Sono cose affidate alla storia ed infatti con piacere si legge in un altro volume a pag.112 di "Storia della Resistenza" di Roberto Battaglia:
......."Insorge Capua presso le cui porte combatte' strenuamente il giovanetto quindicenne Carlo Santagata finche' non viene catturato ed impiccato dai nazisti (5 ottobre 1943)".
Carlo Santagata nacque a Portici il 18-09-1927 da Giuseppe e da Cira Consolente.Successivamente si trasferi' con la sua famiglia a Capua,il 17-02-1936.Di carattere buono ed aperto, possedeva una spiccata vivacita' ed un grande coraggio e un alto senso religioso.Queste doti gli furono sempre riconosciute anche dai suoi insegnanti del Liceo Scentifico "Armando Diaz" di Caserta.Il mattino del 5 ottobre 1943 Carlo Santagata si allontano'dalla sua abitazione e si reco' al comando locale dei Carabinieri,nell'intento di procurarsi armi per partecipare ad azioni di guerriglia contro i tedeschi.Le armi gli vennero negate per la sua giovane eta',cosi' il suo desiderio non pote' realizzarsi.Dalle testimonianze raccolte si e' accertato che quel giorno Carlo fu' fermato da una pattuglia tedesca al posto di blocco al "Pagliariello",all'incrocio della strada che ora porta al "Campo profughi",indi derubato degli oggetti che aveva con se,compreso il pane che era andato a comprare a S.Maria C.V.per la famiglia.Infuriato e umiliato, si reco' presso la Caserma abbandonata del 32°Reggimento Fanteria ove riusci a procurarsi un moschetto con relative munizioni e una borsa tattica,piena di bombe a mano.Finalmente,armato e felice di aver superato i non pochi ostacoli,Carlo s'imbatte'nella signora Pasqua Giaquinto(che lo conosceva da piccolo).Non avendo dubbi sulle sue bellicose intenzioni,scongiuro' il giovane a desistere dai suoi propositi e tento',in tutti i modi,di prospettargli i pericoli cui andava incontro.(Carlo sapeva come usare le armi,essendo stato una "mascotte"di un reparto di guastatori per questo gli amici lo chiamavano col nomignolo "Il guastatore").L'animo del ragazzo e' furente e rabbioso.E' convinto di una verita' indubbia;i nazisti sono nemici d'Italia e,per questo,occorre combatterli opponendo la forza alla forza.Contro la popolazione della zona di Capua si accanisce la rappresaglia tedesca resa piu' aspra dei ben riusciti colpi dei partigiani che,con varie azioni,hanno accellerato il ripiegamento dei tedeschi a Nord del Volturno impedendo loro di compiere le consuete distruzioni.Testimonianze indicano in modo certo il percorso compiuto da Carlo Santagata.Quella mattina del 5 ottobre 1943,per evitare il posto di blocco al Trivio Auriemma, attraverso' i campi alle spalle del macello,indi, attraverso' la piazza d'armi,ed usci' sulla nazionale Appia,all'altezza del palazzo Petito.La strada e' battuta dal tiro delle artiglierie alleate e germaniche;La signora Luisa Petito,chiamo' (dall'androne della sua casa)il ragazzo armato,per informarlo che stava correndo un grave pericolo,perche' piu' avanti era trincerato un reparto tedesco,(presso la ex osteria Damianelli).A nulla valsero le parole della signora Petito,ormai il destino aveva giocato la sua carta e Carlo ando' verso di esso con spavalda sicurezza,contro quel reparto tedesco cui intendeva dirigersi,attaccandolo,con l'intento di liberare la strada agli alleati,ormai giunti a S.Maria Capua Vetere.Dopo poco, infatti, il reparto tedesco venne duramente impegnato dall'azione,improvvisa,del ragazzo tanto che alcuni soldati erano gia' caduti e feriti a terra,quando improvvisamente il fucile di Carlo s'inceppo'.Egli, nel ciglio della strada tenne con la sinistra il moschetto e lancio',impavido,con la mano destra,le bombe a mano contro i nemici,poi venne ferito,accerchiato e catturato.Un testimone oculare cosi' affermo':"Ho visto,verso le ore 15 del 5 ottobre 1943 il giovane Santagata,ferito,in mezzo a sei soldati tedeschi,i quali,giunti ai piedi di un albero di gelso,al lato della strada Capua-S.Maria C.V. nei pressi del casolare contrassegnato dal numero civico 163,si fermarono ed effettuati i necessari preparativi sotto gli occhi del giovane che assiste' sereno,i militari tedeschi lo impiccarono all'albero.Uno di essi raccolse il moschetto dal bordo della strada lo spezzo' in due parti e lo depose a terra,sotto i piedi della vittima.Quindi,alcuni dei soldati,spararono raffiche di mitra sul corpo del giovane,ormai gia' morto.Intanto anche gli inglesi,provenienti da S.Tammaro,attirati dalle esplosioni,intervennero e fecero prigionieri i tedeschi superstiti,caricandoli sulle loro "cingolette" e ritornarono indietro, verso S.Maria C.V.,ove erano raggruppate le loro forze.Prima del cimitero di Capua ,videro il ragazzo impiccato e chiesero notizie dei fatti ai prigionieri tedeschi.Fu' a questo punto che i nazisti raccontarono l'attacco che avevano subito dal ragazzo armato di moschetto e bombe a mano,e delle perdite che egli era riuscito ad infliggere loro nonche' della cattura,e della impiccagione giustificata da disposizioni militari che ordinavano la fucilazione sul posto per chi usasse le armi contro le forze tedesche.Tesimonianze e confessioni furono determinanti per il conferimento della Medaglia d'Oro a Carlo Santagata.Gli inglesi rimasero scossi ed ammirati dalle descrizioni avute.Recuperata la salma la trasportarono a S.Maria C.V. e quindi inviarono un dettagliato rapporto alle Autorita' Italiane ove fra l'altro si legge:
...."i primi soldati giunti presso l'albero si sono affrettati a togliere il ragazzo dal cappio,deposto a terra,hanno constatato che la regione toracica e addominale presenta numerosi fori prodotti da proiettili d'arma da fuoco.Hanno anche raccolto un moschetto spezzato che presenta tracce di sparo recente..."
Da cio' prese avvio un riconoscimento che ,forse,non sarebbe avvenuto senza l'azione del Ten. De Rosa,che rese possibile la cattura dei nemici e la conseguente confessione del loro delitto;il bel gesto di Carlo Santagata sarebbe rimasto sconosciuto e lo avremmo rimpianto come vittima di un nemico spietato e non come un combattente indomito ed orgoglioso,da solo,contro un intero ed agguerrito reparto,per vendicare l'umiliazione,con lui,stava subendo la nostra gente in seguito alla disfatta dell'8 settembre 1943.Percio' e' doveroso,da parte nostra,ricordare Carlo Santagata,eroe puro,in un momento in cui il coraggio era la merce piu' costosa che si potesse trovare.Infatti,il singolare episodio e' cosi' ricordato nella motivazione della Medaglia d'Oro:
"Giovane sedicenne,pur reso edotto del pericolo cui andava incontro,si impegnava,da solo,in azioni di guerriglia contro le truppe tedesche ripieganti tra S.Maria C.V. e Capua.Catturato dal nemico,seviziato ed impiccato,immolava la sua giovane esistenza con serenita' e virile coraggio.Luminoso esempio del tradizionale eroismo della gioventu' italiana".
Queste parole dovrebbero riempirci di orgoglio perche' Capua,sempre protagonista in ogni vicenda storica,anche in tale occasione non ha smentito la sua nobile e luminosa tradizione.La salma di Carlo Santagata riposa nel Cimitero di Capua,tra gli eroi e gli uomini illustri.Presso il luogo del suo martirio,invece dove un antico gelso lanciava verso la strada un suo sinistro ramo,stranamente rinsecchito,venne posta una lapide.La famiglia Santagata custodisce il dono del comando alleato:il moschetto con il quale egli da solo,seppe affrontare il nemico,combatterlo e morire in nome della liberta' della sua terra .
CAPUA CITTA'MARTIRE
(COMITATO MEDAGLIA D'ORO)
"A Carlo Santagata a Portici in Via Poli vicino alla Caserma dei Carabinieri, è stata intitolata una Scuola Secondaria di primo grado (ex scuola media), a Portici nel mercato c'è una lapide presso la sua casa natia, per non dimenticare mai, la lotta ai nazifascisti e coloro che ci hanno tramandato libertà e democrazia che dobbiamo difendere strenuamente contro qualsiasi tentativo autoritario".
Dal sito www.cittadicapua.it