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Caratteristica
principale dell'attività di Chiara Lampugnani
è il connubio tra design e arte. La ricerca è infatti imperniata
su due fronti: da un lato il recupero della manualità prettamente
artigiana, la volontà di plasmare la materia al fine di ottenere
un oggetto ben definito, in questo caso un monile da indossare, dall'altro
lato l'intenzione di creare un elemento fine a se stesso, frutto della
mera sperimentazione artistica.
Le farfalle qui presentate [nella foto], scaturite dall'assemblaggio di
strass, assolvono quindi alla funzione tradizionale di spilla o fermaglio,
ma sono nello stesso tempo delle entità avulse dall'uso quotidiano
e destinate ad essere oggetto di pura contemplazione estetica.
Il
contrasto tra manualità e tecnologia, a ben vedere , non è
altro che l'estrinsecazione, ancora una volta riaffacciata nell'universo
dell'arte, dei concetti proposti e sostenuti dal Bauhaus, la celebre scuola
di arti applicate fondate da Gropius nel primo dopoguerra, fucina di talenti
nella Germania degli Anni Venti.
E
la stessa filosofia ha permeato le ricerche condotte della nostra artista
a fianco di Arnaldo Pomodoro. L'esperienza maturata presso lo scultore
le ha infatti consentito di impadronirsi di una nuova metodologia nella
lavorazione dei metalli: non solo del rame, che ridotto in fili costituisce
lo scheletro delle farfalle, ma anche dell'oro e dell'argento. Questi
due metalli nobili sono stati utilizzati per realizzare l'arazzo esposto
in quest'occasione [nella foto], il lavoro solo in apparenza più
legato alla tecnica artigianale intesa in senso tradizionale la composizione
astratta, infatti, si rivela una rivisitazione in chiave materica dell'arte
della tessitura.
Ancora
una volta quindi innovazione solco della tradizione.Un discorso a parte
merita il terzo lavoro qui presentato, costituito da quattro pannelli
in plexiglas. Le immagini sono ingrandimenti di radiografie di organi
interni dell'artista.
Il corpo , scomposto, smaterializzato, annullato, è riemerso sotto
un nuovo aspetto. Scompare la materialità rimane semplicemente
spirito, anima, elemento impalpabile. L'osservatore percepisce solo forme
e colore. Possiamo considerare l'operazione compiuta come una sorta di
esperimento di body-art. Parti del corpo rivista secondo una nuova luce.
Abolita la performance, durante la quale il soggetto esprime il proprio
pensiero, ci viene consegnato solo il gesto di tale prestazione.
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