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Vorrei
introdurre questa breve intervista con il vissuto della mia esperienza
a Trapani, in occasione della mostra Retornos
de lo vivo lejano presso la galleria darte contemporanea
Quadreria del Lotto.
E desidero anche dire che in questo nuovo contesto mi sono reso conto
di quanto lesperienza umana venga sempre prima, in ordine dimportanza,
di quella artistica.
Questo
incontro ha avuto inizio attraverso quella modalità di viaggio
a cui sono avvezzo da tempo, che si sperimenta tramite un utilizzo pressoché
costante di Internet. Così ho scoperto lesistenza di questo
piccolo spazio trapanese, dei suoi artisti, ed ho avuto modo di conoscere
Dino Serra e il suo mondo.
Ci siamo tenuti in contatto telefonico per una mezza dozzina di mesi;
poi in ottobre, finalmente, ci siamo conosciuti di persona. La mia esperienza
diretta della città di Trapani è stata motivo di intensa
gioia, si è rivelata un momento di stimolo e conoscenza. Lallestimento
della mostra, le scelte di natura estetica conseguenti, sono state solamente
una piccolissima parte di ciò che interiormente in quei giorni
ho vissuto.
Voglio
raccontare, in verità, di unamicizia particolare e profonda,
sviluppatasi in un brevissimo arco di tempo. Dino Serra è un punto
di riferimento essenziale per la cultura artistica trapanese, e non solo.
La città è ricca di autentici artisti e intellettuali: un
luogo forse poco conosciuto per queste sue spiccate qualità, benché
particolarmente vive. Tra gli artisti che ho avuto la fortuna di conoscere
e incontrare, sono rimasto affascinato dalle qualità umane e dalla
maestria pittorica dellartista e amico Enzo Romeo: un pittore complesso,
dal percorso sempre in evoluzione; un uomo affascinante e di rara simpatia.
Più anziano ma altrettanto vitale è lartista Mario
Cassisa. Questuomo è conosciuto finora dai trapanesi soltanto
per le inesauribili avventure della sua vita, per i suoi continui spostamenti
nel mondo e per la sua amicizia con Leonardo Sciascia. Nei primi anni
Cinquanta è stato a Chicago, studente di action painting
presso la casa-atelier dellartista Mark Tobey.
Il
maestro Cassisa vive in una casa museo (così dice linsegna)
presso la via Poeta Calvino. Per chi vada a Trapani anche una volta soltanto,
è imprescindibile la conoscenza del maestro. Altre persone che
ho avuto modo dincontrare, come lartista Antonio Sammartano
e larchitetto Vittorio Maria Mancuso, mi hanno convinto che si tratti
di gente speciale, affabile, colta, creativa e originale.
La vita nel Milanese, da cui provengo, i suoi codici statici, la sua mancanza
di calore umano e di proficue relazioni interpersonali, hanno contribuito
a fare di questa mia breve permanenza una sorta di rivelazione delle possibilità
in positivo dellanimo umano, dei suoi toni colorati.
Desidero però soffermarmi sulla personalità del gallerista
e amico Dino Serra, che più di altri ho frequentato; non mi dilungherò
tanto sulle cortesie e gentilezze che ha usato nei miei confronti, quanto
sulle peculiarità della sua personalità speciale.
Dino
Serra è un gallerista diverso per profonda passione,
non uno dei molti mercanti darte italiani ed esteri. Anzi, laspetto
più commerciale del fare artistico, lidea economica associata
allopera, gli ripugna, ed è criterio desclusione nella
scelta personale che fa degli artisti per la sua galleria.
La visione dellarte che lo contraddistingue è intesa quale
fenomeno rigenerante dellanima: una sorta di semplice
terapia alle brutture della vita, ai sempre imprevedibili ritorni, nel
percorrere la vita, duna mancanza di senso.
Il contatto con lArte viene da lui vissuto come momento anche educativo
per sè e per la sua famiglia, per i suoi concittadini e amici;
si tratta, per lui, di dare significato aggiunto alla propria quotidianità,
in un confronto personale ma attivo col proprio tempo.
Dino Serra è un uomo dal carattere spiccatamente creativo, mai
prevedibile, dal pensiero inarrestabile. La disciplina per la quale pare
più tagliato, è il sogno; attribuendo a questo
un ruolo di primo piano nelleconomia di una vita ben spesa.
La Quadreria del Lotto, il prezioso sogno di via Mancina a Trapani, ha
ospitato in diverse occasioni il lavoro di persone colpite da disturbi
psichici come di artisti nazionali ed internazionali. In particolare,
questattenzione al sociale ha creato gratificazione e nuovi stimoli
ai malati locali, rendendogli dignità con larte. Alcuni di
loro, a riprova delleffettiva utilità in tal senso della
galleria, sono diventati assidui frequentatori delle mostre ed hanno sviluppato
un interesse specifico per gli aspetti della creatività.
In
una delle nostre conversazioni, Dino Serra mi ha spiegato delluso
originario del suo spazio: La città aveva sino a quarantanni
fa tre esattorie del lotto, di cui lattuale galleria era la terza;
e ancora,
I trapanesi hanno sognato, in questo luogo. Hanno sognato ricchezze,
pur se materiali. Questo spazio è, sin dalla sua origine, un luogo
adibito al sogno. Così nel rispetto duna propria personale
vocazione, viene allo stesso tempo confermato il rispetto per la storica
vocazione dun luogo; Altra lieta sorpresa è stata la
scoperta di un settecentesco arco in tufo, precedentemente murato,
e nel raccontarmi di questa sua recente scoperta gli silluminano
gli occhi, rivelandomi un pensiero quasi magico associato
alle proprietà di questo specifico luogo.
Il termine Quadreria è termine dal sapore antico, secentesco,
e corrisponde al più specifico amore per i quadri di Dino Serra.
Sebbene si occupi darte contemporanea, discorrendo egli rivela un
profondo amore per larte del passato, e in particolare la pittura
del Seicento. Lamore per la nostra storia dellarte è
il movente della sua ricerca nella contemporaneità. La sua visione
dellarte passa ininterrotta tra passato e presente.
Vuoi
raccontarci cosa ti ha spinto ad occuparti d'arte, quali ragioni del profondo...
Ad
un certo punto della mia vita ho avvertito il bisogno, la necessità
di dare un senso a gran parte della mia vita, che non poteva essere soddisfatta
solo dal ricorso a valori tradizionali. Cresceva in me l'urgenza di controbilanciare
con altri valori una esistenza che tentava di appiattirsi su interessi
di basso profilo, alienanti e spesso squallidi.
Nasce da questa autoanalisi il "sogno" QL. Un colpo d'ala, servito
a riconvertire la mia sensibilità, a dissetare la mia coscienza
con il ricorso all'arte. Una scelta terapeutica e di necessità.
Una scelta per certi versi obbligata per chi sa leggersi dentro e sa guardarsi
attorno.
Quali
parametri usi nella scelta che fai d'un artista; cosa cerchi nell'arte
e che cosa trovi?
Sono
un fruitore e un propositore d'arte molto curioso. La curiosità
mi porta spesso ad indagare la personalità e l'opera di giovani
artisti che tentano nuovi linguaggi di comunicazione. Questa premessa
non è certo il criterio di scelta, ma rappresenta il "luogo
di scelta" all'interno del quale mi muovo cercando esclusivamente
la qualità non solo pittorica, ma soprattutto di pensiero; una
cornice che deve racchiudere capacità introspettive, dell'artista
prescelto, di assoluto livello.
I
primi anni della Quadreria hanno visto una folta presenza di artisti europei
ed extraeuropei; prevedi di proseguire in questa direzione?
Ritengo
che una giovane galleria d'arte contemporanea debba sentire il dovere
di ricercare sinergie, approcci ed esperienze per il mondo. In quest'ottica,
sulla via della Qualità, chiunque si incontri, italiano o straniero
che sia, alla QL troverà spazio.
Puoi
descriverci il tuo punto di vista sulla situazione artistico-culturale
sicilana?
La
situazione artistico-culturale della Sicilia non è delle migliori,
secondo me per due ordini di ragioni: la scarsa sensibilità per
la cultura in genere dimostrata dalle amministrazioni locali, e non ultimo
anche una certa capacità (tutta nostra) di saperci piangere addosso
aspettando che altri facciano qualcosa. Ciononostante, la grande ricchezza
culturale che ci ritroviamo ci permette di galleggiare.
Come
immagini il futuro della Quadreria?
Con
tanti giovani artisti bravi che si susseguono, pronti a cogliere l'opportunità
che la QL offre loro, perché nel frattempo hanno visto che altri
che hanno transitato alla Quadreria del Lotto sono diventati artisti affermati,
apprezzati, quotati e famosi. Tipo Cristiano Mattia Ricci da Milano.
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Retornos
de lo vivo lejano
12 ottobre - 2 novembre 2003 - Galleria
dArte Contemporanea Quadreria del Lotto
via Mancina 3, Trapani ITALY
Domenica
12 ottobre 2003, presso la Galleria dArte Contemporanea Quadreria
del Lotto di Trapani, si è inaugurata la personale Retornos de
lo vivo lejano, dellartista milanese Cristiano Mattia Ricci.
La mostra è curata dalla Quadreria del Lotto, uno degli spazi più
rilevanti e vitali dedicati, a Trapani, alle proposte della giovane arte
contemporanea italiana e straniera.
Cristiano
Mattia Ricci, nato nel 1973, è attualmente laureando presso la
facoltà di Architettura del Politecnico di Milano; si dedica alla
pittura da diversi anni. Contemporaneamente coltiva una forte passione
per la poesia, pubblicando suoi testi su riviste del settore ed antologie
di poesia contemporanea (Nuovi Confini, "Il Teatro del Tempo"Akkuaria,
Pulcinoelefante). In occasione dellesposizione delle sue opere presso
la Quadreria del Lotto, si terrà un reading di sue poesie.
Nel
2001 fonda a Milano l'associazione culturale Il Cerchio Azzurro: uno spazio
anche virtuale (www.cerchioazzurro.cjb.net) di riflessione aperta sui
temi e le problematiche dellespressione artistica di oggi e di sempre,
nelle sue varie sfaccettature (arte visiva, poesia e letteratura in genere,
musica).
Il titolo della mostra è tratto da una raccolta poetica di Rafael
Alberti; si tratta di un libro del 1952, scritto anni prima dellesilio
del poeta dalla Spagna franchista.
Ho
scelto questo titolo - dice lartista - non per un amore mio particolare
verso il passato, bensì per un amore mio particolare verso questo
poliedrico artista e poeta. Il titolo può sembrare infatti ingannevole,
e può far pensare ad unarte conservatrice, reazionaria, appunto
fatta di ritorni. Chiarisco subito che non amo il passato in particolare,
ma neppure amo molti aspetti del presente. La mia pittura è lontana
da qualsiasi forma di realismo, da qualsiasi estetica di figurativismo
realistico, comprese quelle contemporanee. Ho voluto fare una pittura
solamente inventata dalla mia testa, con forti influenze musicali, fatta
dello stesso tessuto della musica. E per questo, senza inizio né
fine.
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