FESTIVAL DI POESIA "IL CERCHIO AZZURRO"
I EDIZIONE

 

 

       
 

Si è trattato della prima edizione del festival di poesia “il Cerchio azzurro”; complessivamente, tre serate di cultura con cui ci siamo proposti di focalizzare l’attenzione su un aspetto che continuiamo a ritenere importante: l’esistenza ed il riprodursi in contesti sempre diversi, del poeta e della poesia. Il festival, ha presentato sette poeti contemporanei, con la comune appartenenza a questo contesto culturale e voci e tematiche molto personali. “Il Cerchio azzurro” ha cercato, in questa sua prima edizione, di offrire stimoli perlopiù inediti, e non guarderà nel suo futuro alla cultura poetica e visiva come a qualcosa da museificare; l’analisi che verrà fatta sarà da riferirsi invece alla contemporaneità dell’arte, prendendo questa dai momenti storici in cui ci sembrerà di intravederne l’esistenza, cercandola con passione e lucidità anche nei nostri giorni.

 


Luigi Medri e Sergio Lagrotteria
 
 

La presente edizione ha visto anche la partecipazione di artisti di area visiva; l’interdisciplinarietà è infatti alla base del nostro progetto. Abbiamo la sensazione che l’arte che viene “protetta” dalla società contemporanea, sia quella che ha già preso forma in altro contesto e luogo, in altre epoche e storie, anche vicine eppure già passate; tuttavia la tendenza espositiva di questi fenomeni, a nostro avviso, non ne recupera le originarie valenze, e anziché sensibilizzare le persone all’arte, dà di questa un’idea sbagliata e frequentemente retorica. Questa maniera di occuparsi di cultura, inevitabilmente, costituisce una forma di garanzia e di tutela dal rischio per chi se ne occupa; le “postazioni” dell’arte (recente e passata) sono e sono state sempre ancorate a qualche dozzina e più di mani-sederi e bocche d’artisti e personalità varie tra le istituzioni, ed anche a figure poco chiare entrate in vari modi nell’organizzazione culturale. Eppure l’arte rimane sfuggente alle catalogazioni ed alle sedie, e spesso qui vi muore; tendono così a scomparire di essa le autentiche valenze di cui dicevamo.

 


Roberto Dossi
 
 

Queste, hanno dimostrato nel tempo d’essere come farfalle sgargianti, molteplici per attitudine e significato, e di rifuggire spontaneamente le costrizioni; vanno in libertà a generarsi in altri luoghi, prendono a vivere meglio in un posto più che in un altro, e solo raramente stanno bene nelle sedie; gli uomini invece talvolta amano le sedie, al contrario di queste farfalle che per vivere necessitano di vita. E’ questo il contesto in cui ci impegniamo a cercare l’arte: dove non è stata messa, catalogata, infilata, si afferma la sua presenza e lievita.
Per dirla in altro modo: questo insetto smagliante e plurimo, si riproduce senza calze e scarpe, e posa le parole su più bocche, prende a vivere dovunque, a significare dove il “senso” abita. Il riprodursi della poesia in sempre nuovi scenari continua a dimostrare della sua attuale esistenza, ed attesta la sempre nuova ed uguale esigenza del poetare, la stessa urgenza umana. La società che comanda pensa ad altro generalmente, dorme in questioni di significato su idee trite, ed affida il proprio pensare al “luogo comune” vivendo solo immersa nell’ “odore dei soldi”. L’ignoranza rende la poesia attenta e viva, da sola prende a cantare con tono intimo o “squarciagola”, e il canto si somma alle parole dei poeti, di più poeti, il suono va a rafforzarsi, diviene enorme.

 


La pianista Cecilia Ricci
 
 

Nel più ampio contesto, dimenticate sono le ideologie, ed i significati più alti dell’uomo; non intendo dilungarmi sulla negatività (portata dalla televisione, da questa televisione ad esempio, sul genere umano “civilizzato”, e la sua nefanda responsabilità). Cerchiamo invece la bellezza, che è gioia… Noi estimatori dell’arte ed artisti, pensiamo che la poesia sia un punto di vista eccellente e maggiore di altri per spiegare le cose, per indagare sulle società; un osservatorio privilegiato ed autentico dell’uomo, un serbatoio sempre ricco di sorprese per chi si accinge a indagarlo, un silenzio da cui partire per migliorarsi. Ci proponiamo, con queste occasioni pubbliche, di indagare sullo stato dell’arte e praticarla, di avere idee oggi sul mondo che viviamo. Il festival ha proposto ogni sera l’ascolto di brani musicali classici, ci piacerà inserire in un futuro anche proposte di musica recente; una sensibilità globale per le arti ci sembra doverosa. Ogni sera abbiamo avuto interventi critici a dirci della poesia, attraverso il rapporto con altre discipline; abbiamo inoltre avuto l’esposizione di libri di piccola editoria, che tanto spesso offrono stimoli importanti all’approfondimento della conoscenza.

 


Luigi Medri e Sergio Lagrotteria
 
 

Un ringraziamento va pertanto ad Adamo Calabrese e ai suoi “rari” libri rilegati a mano, e ad Alberto Casiraghy ed alle sue magie di carta. Ringraziamo anche il Centro culturale Valmaggi, che ci ha consentito con partecipazione di avviare questa prima esperienza, ed ha curato la presente edizione stampata, contenente gli interventi del festival. Il “Cerchio Azzurro” vuole ritagliare uno spazio di festa alla poesia; tutte le altre discipline ospitate le renderanno omaggio, la vostra presenza gli rende omaggio.

Giugno 2001, Cristiano Mattia Ricci.
(nelle foto: alcuni momenti del festival)


Alessio Luise e Samuel Cogliati
 
           
  Hanno scritto dell'evento:


   
 

Con il poeta Luigi Medri al festival "Il cerchio azzurro" al centro Valmaggi
"Nelle mie liriche domina il logos, per me la poesia è un conforto"
CINZIA POLINO

C'era anche Luigi Medri "scrittore e poeta. Dopo i giorni della resistenza in fabbrica è stato fino alla fine degli anni 60, a fianco di Lincoln Cadioli, tra i protagonisti del dibattito letterario e culturale cittadino" (Enciclopedia di Sesto S. Giovanni, edita da Ezio Parma) - a leggere le sue poesie alla terza e ultima serata del festival di poesia "il cerchio Azzurro", organizzato dal centro culturale "Sergio Valmaggi" lo scorso 20 aprile.
Una serata all'insegna dell'arte nelle sue molteplici espressioni: non solo i ritmi della poesia, con gli interventi di Luigi Medri e Cristiano Ricci, ma anche il calore della musica, con brani di chitarra classica (Sor) e di piano (Chopin), eseguiti da Massimo Corsaro e Cecilia Ricci, e la presentazione di opere d'arte di Chiara Lampugnani, artista che ha lavorato a fianco di Arnaldo Pomodoro.
Non più di una dozzina i partecipanti, ma - si sa - la poesia non attira il grande pubblico. Anche quando c'è la fortuna di poter conoscere gli autori stessi, scoprirne in parte atteggiamenti e modi, magari per verificare se collimano con l'idea che ce ne siamo fatti.
Poesia difficile quella di Cristiano Ricci, studente di architettura. I versi sono pregnanti, arditi, spesso ermetici. Vogliono riprodurre le sensazioni più profonde, più difficili: "maculato lo spirito l'altezza/stride vertiginosa su morbide/fosse linee, venerazione rubata/soffice granulo o spuma di polvere" (da "Georg e Grete"). Ne deriva una poesia da meditare verso per verso, a scapito di una certa unitarietà.
Di sapore più classico la poesia di Luigi Medri, non solo nella forma che esige il ritmo dato dalla rima, ma soprattutto in una certa scelta linguistica, che gli fa preferire sintagmi e stilemi propri della tradizione poetica che arriva al secondo 900: "Dirò la solitudine un andare/ed un venire illuso lungo il giorno/pur se conosci già ch'ogni ritorno/non è che tedio di ricominciare" (da "La solitudine del giorno"). A 79 anni ha messo insieme cinque raccolte di poesie, scritte a partire dal lontano 1939, quando il tempo dedicato alla scrittura era quello che restava dopo la giornata lavorativa alla Falck. La passione per la scrittura e per l'impegno intellettuale lo hanno portato tra il maggio '45 e il giugno '46 a lavorare come vicedirettore al periodico culturale "Incontro", diretto da quello che fu il primo direttore della biblioteca di Sesto, Pietro L. Cadioli. Al festival "Il cerchio azzurro" Luigi Medri esordisce dicendo che la sua non è una poesia ricca di emozioni o di provocazioni, non è una poesia dionisiaca e bacchica, piuttosto è apollinea: afferma "nella mia poesia predomina il logos". E infatti la sua è una poesia comunicativa, che vuole raccontarsi con la grazia di chi è consapevole di offrire ai versi il tentativo di ricomporre i piccoli e grandi drammi della vita. Non vi si trova il dramma a caldo di molta poesia moderna e contemporanea: nella poesia di Luigi Medri il dramma è in qualche modo ricucito. Di qui il tono gentile, quasi pacato, ma anche una certa disillusione-amarezza (così si rivolge alla memoria del padre: "Non recito da tempo, tu lo sai/che una mediocre e quotidiana/vuota commedia destinata, penso,/a me soltanto: una commedia umana/che non ha gran senso", da "Plenilunio" in "La solitudine del giorno"), e molte chiuse di tono morale delle sue liriche, ma che in realtà vogliono proporre una risposta ai problemi del senso delle vicende della vita (così in "Epigrafe" l'inizio: "Fu quando cadde nel mio girotondo/la mano cara dei compagni intorno/ch'io cominciai a chiedermi per cosa/fossi mai stato seminato al mondo" e la fine: "Pure tu chiedi: ma l'idea di Dio?/Immensa, amico ma non ci riguarda"). mentre legge, Luigi Medri chiede spesso al pubblico se si sta annoiando. Dice di essere sordo, e di aver paura che ai presenti giunga solo il fruscio del microfono che sente dentro alle orecchie. Non sa, invece, che è piacevole ascoltarlo, perché parla con la calma che lascia spazio alla riflessione. Sa fare le pause giuste e spiegare efficacemente: perché dovrebbe annoiarci? Attraverso la lettura dalle diverse raccolte, ripercorre la sua vita: il tema dell'amore, quello della guerra e della morte degli amici, quello della memoria, della vecchiaia rivisitata con un fondo d'ironia, quello della paura della morte ("Tramonto in corsia" è l'ultima bellissima lirica scaturita dalla recente malattia). Alla fine legge una ballata di Yeats, che afferma di aver scoperto da poco, ma che rappresenta esattamente quello che è per lui il senso della vita. Dice che dietro a quella poesia c'è una grande verità: "l'unico capitale che hanno i poeti è la loro infanzia". Raccolti gli applausi sinceri dei presenti, rifiuta l'intervista. "Ma no: quale intervista? Basta leggere le mie poesie, e lì c'è tutto". Lo rivedremo nel prossimo appuntamento del centro culturale Valmaggi il 18 maggio, in una serata di poesia organizzata dal Quartiere alla Villa Puricelli Guerra. Riusciamo tuttavia a strappargli una risposta. Cos'è stata la poesia per Luigi Medri :"la poesia è stata per me un conforto".

"Nuovasesto" 27-04-2001

 
           
 

L'inaugurazione venerdì 23 al centro culturale Sergio Valmaggi
Festival della poesia

Un bel momento di poesia, un appuntamento inconsueto, pensato ad hoc per la nostra città. A partire da questo mese, il centro culturale Sergio Valmaggi di via dei Partigiani 84 organizza il festival di poesia ("Il cerchio azzurro", che si articolerà in tre serate di lettura e interventi critici. A creare e promuovere il festival Cristiano Mattia Ricci, lui stesso poeta, che ne sarà direttore artistico. La prima serata avrà luogo venerdì 23 alle 21, e dopo un prologo musicale al pianoforte, vedrà l'intervento critico di Sergio Lagrotteria, che tratterà dell'utopia nel mondo dell'arte. A seguire le letture di tre giovani poeti: Samuel Cogliati, Laura D'Incà e Alessio Luise, tutti sestesi, che offriranno una selezione del loro repertorio. Un programma agile e informale quanto basta per creare un po' d'intimità e permettere a coloro del pubblico che lo desiderino di intervenire. Seguiranno nello stesso impianto anche le altre due serate, rispettivamente Il 2 marzo ed il 20 aprile prossimi, alla stessa ora. Il secondo incontro vedrà l'intervento Critico di Laura Montingelli, che parlerà del rapporto tra parola e musica, e sarà seguita dalla lettura di poesie da parte di Alberto Casiraghy e Roberto Rossi, della casa editrice "Il pulcinoelefante". Nella terza ed ultima serata del festival sarà presente di nuovo Sergio Lagrotteria, che parlerà dopo il consueto preludio musicale. Gli ultimi due poeti che questa rassegna ci proporrà saranno lo stesso Cristiano Mattia Ricci e l'ormai famoso Luigi Medri, entrambi sestesi, che leggeranno il meglio della loro produzione. Un'occasione insolita per chi ha voglia di "sbirciare" nel mondo sestese della parola poetica, e magari di farsi una piccola idea di che cosa proponga il "vivaio" poetico della nostra città. L'ingresso è gratuito per tutte le serate e per tutte le altre iniziative che il centro propone.
Sarà aperta, infatti, a partire da domenica prossima, la mostra di pittura di Alessandro Savelli e Pierantonio Verga. che rimarrà esposta anche durante la prima serata del "Cerchio azzurro". Seguiranno nei mesi a venire altre esposizioni d'arte: una collettiva a partire da domenica 11 marzo, e quella degli allievi segnalati dalla civica scuola d'arte Federico Faruffini dal 6 maggio in poi. Ed ancora, cabaret con I persi per persi venerdì 16 febbraio, con Fabrizio Fontana venerdì 16 marzo e con Gianmarco Pozzo il 6 aprile: tutte le serate alle 21.
II programma dei centro Valmaggi prevede poi l'ormai classico cineforum, oltre a frequenti serate di musica di qualità dal vivo: il prossimo venerdì 9 ci sarà per esempio il trio jazz di Antonio Zambrini. Una bella opportunità, dunque, oltre al festival di poesia "Il cerchio azzurro", per seguire gratuitamente iniziative culturali che aiutano a valorizzare la nostra città, ed in special modo una zona, quella tra via Marx e Cascina Gatti, purtroppo non sempre in splendida luce.

"La gazzetta di Sesto S. Giovanni" 6-02-2001