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Una tra le qualità che per prima risalta nel tuo lavoro, è
luso che fai del colore; che significato gli attribuisci?
- Tutti i tuoi recenti lavori,hanno in comune la presenza di una fessura
di diversa forma e dimensione; immagino che questa sia uno dei punti cardine
della tua opera...
Dopo
tanti anni ho sentito la necessità di dare al lavoro una valenza
più oggettuale, per interscambiare il significato simbolico ed
estetico. Il senso del lavoro continua a riempirsi di implicazioni filosofico
etiche che devono assolutamente connubiarsi con quelle estetiche, ed una
superficie bidimensionale non è più sufficiente a contenere
tutto questo.
Diventa importante dare al lavoro una Architettura
sia pur minimale, che le permetta di essere una presenza, tale da poter
contenere il più possibile quellenergia intrinseca, rivelatrice
di significati simbolici attraverso un linguaggio estetico.
Il
lavoro assume una forma-volume semplicemente squadrata o rettangolare
che si aggetta dal pavimento o dal muro per porsi in transito tra astratto
e naturale, attraverso luso di pigmenti che rendono le superfici
quasi tattili.
La
simbologia del colore è quasi infinita e va dal carattere cosmico
a quello spirituale, dal luministico naturale allestetico astratto,
reiterando sempre la costante dellenergia rivelatrice.
Tutti
i miei lavori si presentano come dei Monoliti più o meno grandi:
semplici parallelepipedi pregni di pigmento con piccole aperture o fessure,
queste rappresentano un possibile collegamento o passaggio per losservatore
nellopera, compressa in una forma piena e precisa, che non può
esplodere ma può far trapassare quellenergia accesa in un
tragitto tra la vita e la morte, verso la quarta dimensione.
Lidea
è quella di rendere il mio lavoro come una sorta di icona, ma che
attraverso i tagli, le fessure, cioè attraverso la Fente
dal francese: fessura disegnata per il passaggio di un qualche cosa, ci
sia la possibilità di andare The other side come una
sorta di stargate.
Il
pensiero e la vista possono orizzontalmente oltrepassare lo spazio e il
tempo, accompagnati dal colore capace anchesso di contenere la luce
e di coinvolgere i sensi. In questo modo, dallo spazio-tempo in senso
infinito è inevitabile ricollegarsi allidea (o alla domanda)
del principio primo la cellula, quindi lidea di creare
unequazione tra perfezione di una forma astratta e perfezione alta
del formarsi di una forma di vita.
- Un tuo lavoro, della serie The other
side from inside(h), rappresenta dei soldati in una fossa circolare
e intorno a loro un vuoto molto più grande; mi fa pensare ad una
metafora sulla guerra: gli uomini paiono imprigionati in un piccolo cerchio
senza possibilità duscita
Riguardo a questo gruppo di lavori, a dire il vero
sono partita da una motivazione un po diversa e che si accomuna
anche allaltra serie origini discese/the other side from inside.
Lidea che li accomuna è quella di essere dei contenitori
di un pensiero che ha a che fare con un principio etico, per me molto
importante, cioè il principio di uguaglianza.
Tutte
le cellule prime che si riproducono per formare gli embrioni di una qualsiasi
forma vivente, sono uguali per le prime settimane, poi ognuna
di loro si modifica e prende le caratteristiche di quella determinata
specie.
Questo principio accompagna la mia visione del mondo da anni, e ho sempre
visto una grossa incongruenza tra ciò che la filosofia ha sempre
dimostrato in anticipo di secoli, se non di più, rispetto alla
dimostrazione scientifica che forse solo negli ultimi cento anni detiene
il potere assoluto sulle nostre domande prime anche rispetto
a quelle di carattere esistenziale.
Già
la filosofia greca, con Socrate o Plutarco, si era occupata del principio
di uguaglianza e poi man mano nei secoli successivi, personaggi di rilievo
si sono occupati di questa tematica che sposta completamente la visione
del mondo dal pensiero egocentrico a quello eliocentrico;
solo per citarne alcuni: Tommaso DAquino, Giordano Bruno, artisti
come Leonardo Da Vinci e ancora Kant...
Non
è stato nemmeno sufficiente il trattato sullorigine della
specie di Darwin, perché ancora oggi le diversità sono intese
solo in scala gerarchica e allapice ovviamente ci sono gli umani.
Ma parlare di questa tematica attraverso il linguaggio artistico non è
semplice anzi direi che è unimpresa davvero ardua, quindi
sono voluta partire dal pensiero del principio primo uguale per
tutti, dimostrato dalla scienza (in particolare dallembriologia)
in quanto le forme delle cellule sono simili perché contenitori
di prime forme di vita, che poi saranno diverse forme di specie e questo
dovrebbe portare ad una riflessione.
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Quali sono gli aspetti della nostra contemporaneità che più
ami?
E
una domanda giovane, carica di slanci verso il futuro e devo ammettere
che da molto tempo continuavo a guardare e considerare solo gli aspetti
negativi...
Il
mio primo pensiero è rivolto all idea di libertà,
al fatto che la decostruzione di schemi produttivi e analitici degli ultimi
decenni, fino allannullamento degli stili, ha permesso un cambiamento
radicale dellidea creativa, che oggi si muove in senso trasversale
toccando tutto ciò che è soprattutto parte della nostra
società (non tanto rispetto al nostro sapere) ed è aperta
a utilizzare qualsiasi strumento.
Non
ci sono più recinti, tutto è sconfinabile e si sente un
clima di libertà totale del fare, visto che larte è
dappertutto, come disse Baudelaire, e si può parlare di lei attraverso
tutto, con tutto.
Forse
laspetto più rilevante è questa idea di pluralità
delle forme artistiche e le linee del loro destino, in questa contemporaneità,
porta inevitabilmente ad una differenziazione del loro ruolo, della loro
funzione ma soprattutto del senso estetico.
Direi
che anche le molteplicità dei canali di diffusione del prodotto
e del pensiero artistico, ultimo dei quali anche internet, è un
altro aspetto interessante di questa contemporaneità e per usare
una metafora su come vedo il presente oggi:
siamo
particelle che orbitano nelluniverso, non cè gravità
e questo permette di stare in un movimento continuo, tutto si mescola
e poi si ridivide per poi rimescolarsi ancora per tenere un punto di vista
sempre nuovo, sempre diverso; ma riconosco che alcuni aspetti, a mio avviso
pindarici, interni al mondo dellarte di oggi mi sfuggono.
-
Che cosa pensi dellarte contemporanea? Quali artisti trovi più
interessanti?
Devo
ammettere che mi lascia perplessa questa logica della produzione di valori
e/o plusvalore, perché penso che più ci sono valori estetici
sul mercato meno ci sono possibilità di giudizio preciso rispetto
al significato.
Ogni
volta che visito gallerie, musei, o fiere darte il più delle
volte mi ritrovo poi in una sorta di stordimento per la quantità
di prodotti offerti ma, per lo più, sono immagini che non lasciano
tracce di memoria, non vedo che tipo di conseguenze estetiche possano
lasciare se non quelle di aumentare ciò che cè già.
Percepisco una specie di indifferenza formale allutilità
ed al valore, alla circolazione delle cose senza riserve.
La
contemporaneità è invasa di percorsi di tutte le vie della
produzione e della sovrapproduzione virtuale: di oggetti, di segni, di
messaggi, di ideologie, di piacere, di cose!; riconosco che
è difficile orientarsi perché si rischia di passare da unidea
critica ad una non idea, cioè ad un caos vuoto, tutto è
concesso tutto ha valore ma abbiamo bisogno di sapere e/o capire anche
cosa non lo ha.
Non
mi dispiace il fatto che larte transiti ovunque nella realtà,
e sul momento può rassicurare perché sembra essersi ridefinita
in un ruolo ben preciso, ma nello stesso tempo mi preoccupa perché
se adesso è così, come sarà possibile fare a meno
della
magia delle forme, dei colori e dellimmaginazione?
Personalmente
sento ancora necessario pensare che larte sia e debba mantenersi
come simulacro , con la potenza dellillusione, dellinvenzione
e dellemozione estetica, drammatica o gioiosa, lirica o concreta
che sia: che nella sua potenza, nella sua capacità di indagare
il reale e di opporre al reale unaltra scena, ci sia il suo vero
senso cioè il vero senso del fare, in cui tutte le cose si muovono
per una regola del gioco superiore; e tanto più la regola sarà
precisa e rigorosa, tanto più ci sarà emozione e piacere.
Riguardo
agli artisti contemporanei che trovo più stimolanti, vorrei ironicamente
fare una distinzione: sono contemporanei solo coloro che sono in vita?
oppure lo sono coloro il cui lavoro è ancora fortemente contemporaneo?
come dicevo sopra, nellimmensa offerta di prodotti artistici mi
rendo conto che lattenzione prima è rivolta
a tutto ciò che ha affinità (formali e di contenuto) al
mio lavoro ma questo posso ritrovarlo anche in unimmagine fotografica
come in un dettaglio pittorico; per quanto mi riguarda, i due artisti
che amo di più in assoluto sono Anish Kapoor e Luis Barragan (ingegnere
e architetto).
Anche
se possono sembrare molto diversi tra loro, penso che il loro lavoro sia
fortemente carico di pensiero puro (in quanto astratto) cioè
capace di contenere immaginazione poetica e trasformare lo spazio circostante
in un luogo sublime; come si fa a non emozionarsi di fronte ad un lungo
muro rosa che si staglia tra il cielo e lacqua di una piscina (Scuderia
San Cristoball - Messico) o ad una immensa campana rosa-lilla che avvolge
lo spazio alto al di sopra di tanti osservatori con lo sguardo allinsù
completamente avvolti! (Londra 2001).
Ma
mi ritrovo ad avere lo stesso impatto emotivo quando vedo unopera
di Spalletti o di Joe.Mc.Cracchen, per il loro rigore formale nella purezza
cromatica e poi Erbert Hamach perché riesce a trasmettere un senso
di piacevole sapore con i suoi parallelepipedi di resina colorata
perché evocano un qualche cosa che ha a che fare con il piacere
del cibo: cioè il gusto.
Inoltre, il temperamento e la forza di una donna artista come Luoise Bourgeois
che dimostra ogni volta, con il suo disinvolto pensiero creativo, quanto
siano irrilevanti i dati anagrafici!.
Ma
rispetto alla nuova figurazione emersa in questi ultimi anni in Italia
di giovani pittori, mi colpisce particolarmente il lavoro di Guadamacchi
per queste sue visioni aereo-planimetriche delle megalopoli del mondo
così monotone nel loro grigiore.
Così come il lavoro, tra i tanti artisti fotografi, di Armin Linke
sempre un po inquietante e drammatico come quellimmagine di:
Mahn Kumbh Mela, Pontoon bridge, over Gange river del 2001.
Ecco
forse questo è un documento che riesce ad equivalere allidea
immaginata drammatica e poetica per il suo incredibile essere realtà
vera.
Credo
sia qui quella linea sottile che attraversa in senso trasversale, come
dicevo sopra, toccando tutto ciò che è parte della nostra
società.
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Mi hai accennato, in altro contesto, all'importanza della musica nella
tua vita; me ne potresti parlare?
Il
mio rapporto con la musica è principalmente di carattere emotivo.
Non posso dire di avere unampia conoscenza delluniverso Musica,
perché anche qui, come per le arti visive, si tratta di un mondo
vastissimo che produce una immensa molteplicità di prodotti musicali.
Devo
dire che ho scoperto i musicisti (artisti) che mi piacciono di più,
vagando da una radio allaltra nel cuore della notte fin da quando
ero adolescente; ovviamente con il tempo le scelte si sono affinate portandomi
a prediligere principalmente la musica strumentale a matrice jazz come
i brani di Chat Baker, John Coltrane e Miles Davis, artisti che considero
ancora molto contemporanei, ma anche pezzi dove il jazz si mescola al
funk, al rhythm & blues e poi la jungle music dei Saint Germain e
buona parte della produzione acid jazz di questi ultimi anni; mi rendo
conto che sto nominando la musica che prediligo attraverso dei generi
e forse anche agli artisti musicisti contemporanei non piace essere inquadrati
così ma non posso fare altrimenti.
Per
quanto mi riguarda penso che la musica prettamente strumentale sia lequivalente
dellarte astratta, non ci sono le parole che rimandano inevitabilmente
alle immagini descrittive, ma cè un suono unico puro e assoluto
capace di addentrasi nelle profondità sensibili ed emotive. Penso
anche che nel jazz sia contenuta molto bene quellidea di libertà
creativa, come per le arti visive, capace di sollecitare profonde vibrazioni
tali da liberarti del tuo peso in gravità e perdere il senso del
tempo e dello spazio così come può fare una forma o un colore.
Direi
che anche la musica è ed ha un colore, malinconico
come la tromba di Chat Baker, profonda e notturna come quella di Dj Krush
(jazzista sperimentale giapponese), ma tentare di trovare una corrispondenza
con i colori della pittura mi sembra una forzatura che rischia di banalizzare
tutto.
Nella
musica ci sono altri colori, so di molti artisti che cercano di lavorare
facendo questa operazione, uno dei primi è stato Kandinski mentre
oggi può essere il lavoro di un artista americano che vive in Italia
che si chiama Caponnetto; ma per me è diverso e così quando
sono in studio a lavorare il suono di una tromba di un pianoforte o di
un basso diventa vibrazione ed energia che sicuramente andrà ad
arricchire quella tensione emotiva necessaria per lavorare e poter produrre,
il più possibile, un buon lavoro di qualità.
Intervista,
curata da Cristiano Mattia Ricci
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