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3.1 Notizie su Sambatello Sambatello, piccolo centro periferico reggino, arroccato su un terrazzamento naturale dei primi contrafforti del massiccio dell’Aspromonte, lungo il versante sud del torrente Gallico, incassato in modo tale da non essere individuabile dall’esterno, il centro abitato s’impone come rilevante località sin dall’età medievale. Nei secoli IX e X il territorio di Sambatello era sede di vari conventi basiliani. Notizie storiche ci informano che dopo il Mille erano fiorenti le antiche abbazie di S. Salvatore di Calomeno, di S.Maria di Mertillo, di S.Barbara in Diminniti, S.Giovanni di Sambatello e S.Domenica di Gallico. L’antico territorio di Sambatello si estendeva dal mare ai monti, dal torrente Gallico a quello di Scaccioti e comprendeva il castello-fortezza di Motta Rossa, i villaggi collinari di Diminniti, S.Giovanni e borgate di S.Domenica e S.Biagio in Gallico. In un diploma del 1372 si rileva che Sambatello con i villaggi apparteneva alla giurisdizione dell’ufficio di capitaneria di Reggio Calabria. Fino al 1400, Motta Rossa rimase il centro del circondario Sambatello - Gallico, ma nel 1455 venne distrutta e gli abitanti furono dispersi nei villaggi vicini. L’eredità morale, amministrativa e civile venne presa da Sambatello, il più importante centro della zona. Sambatello si era imposta nella storia, per gli atti di valore nella lotta contro i Saraceni, già sin nel 930, quando costoro si erano insediati per molti anni, nella fortezza di Motta Rossa; e nel 1500 i Sambatellini si distinsero ancora contro i pirati musulmani; sotto la guida dell’eroico sacerdote Mario Cagliostro, meglio conosciuto col nome di prete Maio. Nonostante che Sambatello avesse avuto tanti meriti, per aver tante volte difesa “ a viso aperto”, la città di Reggio , e nonostante fosse parte integrante del territorio demaniale reggino, ci raccontano le cronache che nel 1638, trovandosi il regio erario esausto di denaro, si decise di vendere la terra di Sambatello e i suoi casali S. Domenica, S.Giovanni, S.Biagio, Diminniti al duca di Bruzzano per ducati 52.000. Sambatello riacquistò la libertà e l’indipendenza con la restaurazione delle istituzioni democratiche dopo l’unità d’Italia, ma la perdette con la creazione della “Grande Reggio”. La Circoscrizione territoriale, che riflette l’antica estensione, è un’istituzione democratica costituita nel 1980. Sambatello si distende sul grembo di un crinale e si mostra sul dorso, ora positivo, d’una collina. I vigneti, gli agrumeti, gli uliveti ed un tempo i gelseti, sono i segni più rappresentativi del piccolo centro “laborioso e tenace” la cui abitabilità è garantita dalla cultura del lavoro che sa sposarsi ad un senso quasi innato di bellezza. In quest’ultimi anni la fuga verso meno faticosi paradisi, il degrado d’un ambiente naturale che lasciato a se stesso si rivolta contro di noi. In un’edizione del premio abbiamo coniato il titolo di “Collina dimenticata” per rappresentare la realtà e per cercare di sensibilizzare l’animo di chi poteva e non ha fatto. Oggi Sambatello, non è migliorato, è lo stesso, identici vi si rinnovano i colori delle stagioni. Eppure resta come un guscio vuoto se sì perdono quelle radici culturali più profonde che, nonostante tutto, ci legano ancora a lui. Diversi possono essere i modi con cui riappropriarci di questo tesoro indispensabile, smarrito. Il Colocrisi ne inaugura uno, abbastanza insolito, che affida alle manifestazioni del Premio Sambatello un’ipotesi di questa sua riscoperta.
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