VITA DI SAN MAMILIANO La
figura di San Mamiliano, presentato come Vescovo e Martire da leggende
assai posteriori è intimamente connessa alla diffusione del
Vangelo nell'Arcipelago toscano e nella bassa Maremma. E’ stato,
infatti, uno dei primi evangelizzatori della Toscana. La
vita di Mamiliano sull’isola fu però una breve sosta
di pace contemplativa perché morì poco dopo (15 settembre
460). La fama del sant’uomo non solo raggiunse tutte le isole
circostanti, ma arrivò perfino sul continente dove tuttora
esistono luoghi nei quali il santo è venerato. La leggenda
diventa tregenda quando narra della morte del santo. Secondo gli accordi
stabiliti con i suoi fedeli, questi ne sarebbero venuti a conoscenza
quando una colonna di fumo bianco si sarebbe levata dall’isola.
Avvistato il segnale, gli abitanti delle isole vicine fecero a gara
per arrivare a Montecristo, alfine di impossessarsi del corpo del
Santo, quale reliquia da venerare ed alla quale chiedere Grazie. Sembra
che per primi siano arrivati gli elbani, immediatamente seguiti dagli
abitanti del Giglio: sorse allora tra di loro una tremenda disputa
per il possesso della salma. Gli elbani ebbero la meglio, ma i gigliesi
riuscirono ad impossessarsi di un braccio staccato dal corpo del Santo.
La preziosa reliquia fu portata sulla loro isola dove tuttora,ogni
anno, il 18 novembre, si celebra la festa di San Mamiliano dei Turchi,
a ricordo di un fatto storico avvenuto nel 1799. Infatti, proprio
il 18 novembre di quell’anno, gli abitanti dell’isola,
nonostante fossero in numero esiguo, riuscirono a mettere in fuga
gli assalitori mussulmani che non erano nuovi a scorribande piratesche
in queste acque. Questa vittoria, che segna l'ultima incursione dei
barbareschi e l’inizio della tranquillità di tutto l’arcipelago
toscano, secondo la tradizione popolare fu possibile grazie all’intercessione
di San Mamiliano, che fece apparire sulle mura del Castello moltissimi
soldati che spaventarono gli assalitori facendoli fuggire. Per commemorare
questo evento, si celebra una solenne messa nella chiesa di Giglio
Castello, durante la quale si espone il reliquiario d’argento
contenente il braccio del santo, e le armi che furono tolte agli invasori.
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