GIORNATA
MONDIALE DELLA GIOVENTù
TORONTO
- CANADA 2002
Anche se
noi, non siamo andati fisicamente a Toronto vogliamo rendere partecipi i giovani
di questa esperienza forte e significativa. Per fare questo abbiamo raccolto
varie immagini e i testi dei discorsi del papa. Sono veramente interessanti e
ricchi di spunti per una profonda riflessione sul nostro ruolo di giovani
all'inizio del terzo millennio cristiano!!!
Dategli
una lettura e non vi pentirete.....
FESTA
DI ACCOGLIENZA DEI GIOVANI DISCORSO
DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II
Toronto,
Exhibition Place Giovedì, 25 luglio 2002
Carissimi
giovani!
1.
Quella che abbiamo or ora ascoltato è la Magna charta del
cristianesimo: la pagina delle Beatitudini. Abbiamo rivisto con gli occhi
del cuore la scena di allora. Una folla di persone attornia Gesù sulla
montagna: uomini e donne, giovani e anziani, sani e ammalati, venuti dalla
Galilea, ma anche da Gerusalemme, dalla Giudea, dalle città della Decapoli, da
Tiro e Sidone. Sono tutti in attesa di una parola, di un gesto che possa dare
loro conforto e speranza.Anche noi siamo qui raccolti, stasera, per metterci
in ascolto del Signore. Vi guardo con grande affetto: venite da varie
regioni del Canada, degli Stati Uniti, dell'America centrale e meridionale,
dell'Europa, dell'Africa, dell'Asia, dell'Oceania. Ho ascoltato le vostre voci
festose, le vostre grida, i vostri canti ed ho percepito l'attesa profonda che
pulsa nei vostri cuori: voi volete essere felici! Cari giovani, numerose
e allettanti sono le proposte che vi sollecitano da ogni parte: molti vi parlano
di una gioia che si può ottenere con il denaro, con il successo, con il potere.
Soprattutto vi dicono di una gioia che coincide con il piacere superficiale ed
effimero dei sensi.
2.
Cari amici, alla vostra giovane voglia di essere felici il vecchio Papa,
carico di anni ma ancora giovane dentro, risponde con una parola che non è sua.
E' una parola risuonata duemila anni or sono. L'abbiamo riascoltata stasera:
"Beati...". La parola-chiave dell'insegnamento di Gesù è un annuncio
di gioia: "Beati...". L'uomo è fatto per la felicità. La
vostra sete di felicità è dunque legittima. Per questa vostra attesa Cristo
ha la risposta. Egli però vi chiede di fidarvi di Lui. La gioia vera è
una conquista, che non si raggiunge senza una lotta lunga e difficile.
Cristo possiede il segreto della vittoria. Voi conoscete gli antefatti.
Li narra il Libro della Genesi: Dio creò l'uomo e la donna in un
paradiso, l'Eden, perché li voleva felici. Il peccato sconvolse purtroppo i
suoi progetti iniziali. Dio non si rassegnò a questo scacco. Mandò il suo
Figlio sulla terra per ridare all'uomo una prospettiva di cielo ancora più
bella. Dio si fece uomo - i Padri della Chiesa lo hanno rilevato - perché
l'uomo potesse diventare Dio. Questa è la svolta epocale, che
l'Incarnazione ha impresso alla storia umana.
3.
Dove sta la lotta? La risposta ce la dà Cristo stesso. "Pur essendo
di natura divina", ha scritto san Paolo, Egli "non considerò un
tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma... assumendo la condizione di
servo..., umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte" (Fil
2, 6-8). E' stata una lotta fino alla morte. Cristo l'ha combattuta non per sé
ma per noi. Da quella morte è sbocciata la vita. La tomba del Calvario
è diventata la culla dell'umanità nuova in cammino verso la felicità
vera.
Il
"Discorso della Montagna" traccia la mappa di questo cammino.
Le otto Beatitudini sono i cartelli segnaletici, che indicano la direzione da
seguire. E' un cammino in salita, ma Lui lo ha percorso per primo. Ed
Egli è disposto a ripercorrerlo con voi. Ha detto un giorno: "Chi segue
me, non cammina nelle tenebre" (Gv 8, 12). E in un'altra circostanza
ha aggiunto: "Vi ho detto queste cose, perché la mia gioia sia in voi
e la vostra gioia sia piena" (Gv 15, 11). E' camminando con Cristo
che si può conquistare la gioia, quella vera! Proprio per questa ragione
Egli vi ha ripetuto anche oggi un annuncio di gioia: "Beati...".
Accogliendo ora la sua Croce gloriosa, quella Croce che ha percorso insieme ai
giovani le strade del mondo, lasciate risuonare nel silenzio del vostro cuore
questa parola consolante ed impegnativa: "Beati...".
4.
Raccolti attorno alla Croce del Signore, guardiamo a Lui: Gesù non si è
limitato a pronunciare le Beatitudini; le ha vissute.
Ripercorrendo la sua vita, rileggendo il Vangelo, si rimane meravigliati: il più
povero dei poveri, l'essere più dolce tra gli umili, la persona dal cuore più
puro e misericordioso è proprio Lui, Gesù. Le Beatitudini non sono che la
descrizione di un volto, il suo Volto!
Al
tempo stesso, le Beatitudini descrivono il cristiano: esse sono il
ritratto del discepolo di Gesù, la fotografia dell'uomo che ha accolto il regno
di Dio e vuole sintonizzare la propria vita con le esigenze del Vangelo. A
questo uomo Gesù si rivolge chiamandolo "beato". La gioia che le
Beatitudini promettono è la gioia stessa di Gesù: una gioia cercata e trovata
nell'obbedienza al Padre e nel dono di sé ai fratelli.
5.
Giovani del Canada, di America e di ogni parte del mondo! Guardando a
Gesù voi potete imparare che cosa significhi essere poveri in
spirito, umili e misericordiosi; che cosa voglia dire ricercare la giustizia,
essere puri di cuore, operatori di pace.
Con
lo sguardo fisso su di Lui, voi potete scoprire la via del perdono e della
riconciliazione in un mondo spesso in preda alla violenza e al terrore. Abbiamo
sperimentato con drammatica evidenza, nel corso dell'anno passato, il volto
tragico della malizia umana. Abbiamo visto che cosa succede quando regnano
l'odio, il peccato e la morte. Ma oggi la voce di Gesù risuona in mezzo alla
nostra assemblea. La sua è voce di vita, di speranza, di
perdono; è voce di giustizia e di pace. Ascoltiamola!
6.
Cari amici, la Chiesa oggi guarda a voi con fiducia e attende che
diventiate il popolo delle beatitudini.
Beati
voi, se sarete come Gesù poveri in spirito, buoni e misericordiosi; se
saprete cercare ciò che è giusto e retto; se sarete puri di cuore, operatori
di pace, amanti e servitori dei poveri. Beati voi! Solo Gesù è il vero
Maestro, solo Gesù presenta un messaggio che non muta, ma che risponde alle
attese più profonde del cuore dell'uomo, perché Lui solo sa "quello che
c'è in ogni uomo" (Gv 2,25). Oggi Egli vi chiama ad essere sale
e luce del mondo, a scegliere la bontà, a vivere nella giustizia, a
diventare strumenti di amore e di pace. La sua chiamata ha sempre richiesto una
scelta tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre, tra la vita e la morte.
Lo stesso invito è rivolto oggi a voi che siete qui, sulle rive del lago
Ontario.
7.
Quale chiamata sceglieranno di seguire le sentinelle del mattino?
Credere in Gesù significa accogliere ciò che Egli dice, anche se è in
contro-tendenza rispetto a ciò che dicono gli altri. Significa rifiutare le
sollecitazioni del peccato, per quanto attraenti esse siano, e incamminarsi
sulla strada esigente delle virtù evangeliche.
Giovani
che mi ascoltate, rispondete al Signore con cuore forte e generoso! Egli conta
su di voi. Non dimenticate: Cristo ha bisogno di voi per realizzare il suo
progetto di salvezza! Cristo ha bisogno della vostra giovinezza e del vostro
generoso entusiasmo per far echeggiare il suo annuncio di gioia nel nuovo
millennio. Rispondete al suo appello ponendo la vostra vita a servizio di
Lui nei fratelli! Fidatevi di Cristo, perché Egli si fida di voi.
Signore
Gesù Cristo, pronuncia ancora una volta le tue Beatitudini davanti a questi
giovani, convenuti a Toronto per la loro Giornata Mondiale. Guarda con amore e
ascolta questi giovani cuori, che sono disposti a rischiare il loro futuro
per Te. Tu li hai chiamati ad essere "sale della terra e luce del
mondo". Continua ad insegnare loro la verità e la bellezza delle
prospettive da Te annunciate sulla Montagna. Rendili uomini e donne delle
Beatitudini! Risplenda in loro la luce della tua sapienza, così che con le
parole e con le opere sappiano diffondere nel mondo la luce ed il sale del
Vangelo. Fa' di tutta la loro vita un riflesso luminoso di Te, che sei la
Luce vera, venuta in questo mondo, perché chiunque crede in Te non muoia, ma
abbia la vita eterna (cfr Gv 3, 16) !
Discorso di Papa Giovanni Paolo II in
occasione della Veglia 27 / 7 / 2002
Carissimi giovani!
Quando, nell'ormai lontano 1985, ho voluto dare inizio alle Giornate Mondiali
della Gioventù, avevo nel cuore le parole dell'Apostolo Giovanni che abbiamo
ascoltato stasera: "Ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto
con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani
hanno toccato, ossia il Verbo della vita... noi lo annunziamo anche a voi"
(cfr 1 Gv 1, 1.3). E immaginavo le Giornate Mondiali come un momento forte nel
quale i giovani del mondo avrebbero potuto in-contrare Cristo, l'eternamente
giovane, ed imparare da Lui a divenire gli evangeliz-zatori degli altri giovani.
Questa sera, insieme con voi, benedico e rendo grazie al Signore per il dono
fatto alla Chiesa attraverso le Giornate Mondiali della Gioventù. Milioni di
giovani vi hanno partecipato, traendone motivazioni di impegno e di
testimonianza cristiana. Ringrazio in particolare voi, che accogliendo il mio
invito vi siete raccolti qui a Toronto per “dire davanti al mondo la vostra
gioia di aver incontrato Gesù Cristo, il vostro desiderio di conoscerlo sempre
meglio, il vostro impegno di annunciare il Vangelo di salvezza fino agli estremi
confini della terra” (Messaggio per la XVII Giornata Mondiale della Gio-ventù,
5). Il nuovo millennio si è inaugurato con due scenari contrastanti: quello
della moltitudine di pellegrini venuti a Roma nel Grande Giubileo per varcare la
Porta Santa che è Cristo, Salvatore e Redentore dell'uomo; e quello del
terribile attentato terroristico di New York, icona di un mondo nel quale sembra
prevalere la dialettica dell'inimicizia e dell'odio. La domanda che si impone è
drammatica: su quali fondamenta bisogna costruire la nuova epoca storica che
emerge dalle grandi trasformazioni del secolo XX? Sarà sufficiente scommettere
sulla rivoluzione tecnologica in corso, che sembra essere regolata unicamente da
criteri di produttività e di efficienza, senza un riferimento alla dimensione
religiosa dell'uomo e senza un discernimento etico universalmente con-diviso? E'
giusto accontentarsi di risposte provvisorie ai problemi di fondo e lasciare che
la vita resti in balia di pulsioni istintive, di sensazioni effimere, di
entusiasmi passeggeri? La domanda ritorna: su quali basi, su quali certezze
edificare la propria esistenza e quella della comunità cui s'appartiene? Cari
amici, voi lo sentite istintivamente dentro di voi, nell'entusiasmo dei vostri
giovani anni, e lo affermate con la vostra presenza qui stasera: solo Cristo è
la ‘pietra angolare’ su cui è possibile costruire saldamente l'edificio
della propria esistenza. Solo Cristo, conosciuto, contemplato e amato, è
l'amico fedele che non delude, che si fa compagno di strada e le cui parole
riscaldano il cuore (cfr Lc 24, 13-35). Il XX secolo ha spesso preteso di fare a
meno di quella ‘pietra angolare’, tentando di costruire la città dell'uomo
senza fare riferimento a Lui ed ha finito per edificarla di fatto contro l'uomo!
Ma i cristiani lo sanno: non si può rifiutare o emarginare Dio, senza esporsi
al rischio di umiliare l'uomo. L'attesa, che l'umanità va coltivando tra tante
ingiustizie e sofferenze, è quella di una nuova civiltà all'insegna della
libertà e della pace. Ma per una simile impresa si richiede una nuova
generazione di costruttori che, mossi non dalla paura o dalla violenza ma
dall'urgenza di un autentico amore, sappiano porre pietra su pietra per
edificare, nella città dell'uomo, la città di Dio. Lasciate, cari giovani, che
vi confidi la mia speranza: questi ‘costruttori’ dovete essere voi! Voi
siete gli uomini e le donne di domani; nei vostri cuori e nelle vostre mani è
racchiuso il futuro. A voi Dio affida il compito, difficile ma esaltante, di
colla-borare con Lui nell'edificazione della civiltà dell'amore. Abbiamo
ascoltato dalla lettera di Giovanni - l'apostolo più giovane e forse per questo
più amato dal Signore - che "Dio è luce e in lui non ci sono
tenebre" (1 Gv 1, 5). Dio, però, nessuno l'ha mai visto, osserva san
Giovanni. E' Gesù, il Figlio unigenito del Padre, che ce l'ha rivelato (cfr Gv
1, 18). Ma se Gesù ha rivelato Dio, ha rivelato la luce. Con Cristo, infatti,
è venuta nel mondo "la luce vera, quella che illumina ogni uomo" (Gv
1, 9). Cari giovani, lasciatevi conquistare dalla luce di Cristo e fatevene
propagatori nell'ambiente in cui vivete. "La luce dello sguardo di Gesù -
è scritto nel Catechismo della Chiesa Cattolica - illumina gli occhi del nostro
cuore; ci insegna a vedere tutto nella luce della sua verità e della sua
compassione per tutti gli uomini" (n. 2715). Nella misura in cui la vostra
amicizia con Cristo, la vostra conoscenza del suo mistero, la vostra donazione a
Lui saranno autentiche e profonde, voi sarete "figli della luce", e
diventerete a vostra volta "luce del mondo". Perciò io vi ripeto la
parola del Vangelo: "Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché
vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei
cieli" (Mt 5,16). Questa sera il Papa insieme con voi, giovani dei vari
continenti, riafferma davanti al mondo la fede che sostiene la vita della
Chiesa: Cristo è luce delle genti, Egli è morto ed è risorto per ridare agli
uomini, che camminano nel tempo, la speranza dell'eternità. Il suo Vangelo non
mortifica l'umano: ogni valore autentico, in qualunque cultura si manifesti, è
da Cristo accolto e sublimato. Consapevole di ciò, il cristiano non può non
sentir vibrare in sé la fierezza e la responsabilità di farsi testimone della
luce del Vangelo. Proprio per questo io dico a voi questa sera: fate risplendere
la luce di Cristo nella vostra vita! Non aspettate di avere più anni per
avventurarvi sulla via della santità! La santità è sempre giovane, così come
eterna è la giovinezza di Dio. Comunicate a tutti la bellezza dell'incontro con
Dio che dà senso alla vostra vita. Nella ricerca della giustizia, nella
promozione della pace, nell'impegno di fratellanza e di solidarietà non siate
secondi a nessuno! Quanto è bello il canto che è risuonato in questi giorni:
"Lumière du monde! Sel de la terre!
Soyez pour le monde visage de l'amour!
Soyez pour la terre le reflet de sa lumière!".
E' il dono più bello e prezioso che potrete fare alla Chiesa e al mondo.
Il Papa vi accompagna - lo sapete - con la sua preghiera e con un'affettuosa
benedizione.
Discorso
di Papa Giovanni Paolo II Durante la Messa Papale 28 / 7 / 2002
"Voi siete il sale della terra...
Voi siete la luce del mondo" (Mt 5, 13.14)
Carissimi Giovani della 17a Giornata Mondiale della Gioventù,
carissimi Fratelli e Sorelle!
1.Su una montagna vicino al lago di Galilea, i discepoli di Gesù erano in
ascolto della sua voce soave e pressante: soave come il paesaggio stesso della
Galilea, pressante come un appello a scegliere tra la vita e la morte, fra la
verità e la menzogna. Il Signore pronunciò allora parole di vita che sarebbero
risuonate per sempre nel cuore dei discepoli. Oggi Egli dice le stesse parole a
voi, giovani di Toronto e dell'Ontario, e di tutto il Canada, degli Stati Uniti,
dei Caraibi, dell'America di lingua spagnola e portoghese, dell'Europa,
dell'Africa, dell'Asia e dell'Oceania. Ascoltate la voce di Gesù nel profondo
dei vostri cuori! Le sue parole vi dicono chi siete in quanto cristiani. Vi
insegnano che cosa dovete fare per rimanere nel suo amore.
2.Gesù offre una cosa, e lo "spirito del mondo" ne offre un'altra.
Nella Lettura odierna, tratta dalla Lettera agli Efesini, San Paolo afferma che
Gesù ci conduce dalle tenebre alla luce (cfr Ef 5,8). Forse il grande Apostolo
stava pensando alla luce che lo aveva accecato, lui il persecutore dei
cristiani, sulla via di Damasco. Quando aveva riacquistato la vista, niente era
rimasto come prima. Paolo era rinato e ormai nulla avrebbe potuto sottrargli la
gioia che gli aveva inondato l'anima. Anche voi, cari giovani, siete chiamati ad
essere trasformati. "Svegliati, o tu che dormi, destati dai morti e Cristo
ti illuminerà" (Ef 5, 14): è ancora Paolo che parla. Lo "spirito del
mondo" offre molte illusioni, molte parodie della felicità. Forse non vi
è tenebra più fitta di quella che si insinua nell'animo dei giovani quando
falsi profeti estinguono in essi la luce della fede, della speranza, dell'amore.
Il raggiro più grande, la maggiore fonte d'infelicità è l'illusione di
trovare la vita facendo a meno di Dio, di raggiungere la libertà escludendo le
verità morali e la responsabilità personale.
3.Il Signore vi invita a scegliere tra queste due voci che si contendono la
vostra anima. Questa scelta è la sostanza e la sfida della Giornata Mondiale
della Gioventù. Perché siete giunti fin qui da ogni parte del mondo? Per dire
insieme a Cristo: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita
eterna" (Gv 6, 68). Gesù, l'amico intimo di ogni giovane, ha parole di
vita. Quello che voi erediterete è un mondo che ha un disperato bisogno di un
rinnovato senso di fratellanza e di solidarietà umana. È un mondo che
necessita di essere toccato e guarito dalla bellezza e dalla ricchezza
dell'amore di Dio. Il mondo odierno ha bisogno di testimoni di quell'amore. Ha
bisogno che voi siate il sale della terra e la luce del mondo.
4.Il sale viene usato per conservare e mantenere sano il cibo. Quali apostoli
del terzo millennio, spetta a voi di conservare e mantenere viva la
consapevolezza della presenza di Gesù Cristo, nostro Salvatore, specialmente
nella celebrazione dell'Eucaristia, memoriale della sua morte redentrice e della
sua gloriosa risurrezione. Dovete mantenere viva la memoria delle parole di vita
da lui pronunciate, delle splendide opere di misericordia e di bontà da lui
compiute. Dovete costantemente ricordare al mondo che "il Vangelo è
potenza di Dio che salva" (cfr Rm 1, 16)! Il sale condisce e dà sapore al
cibo. Nel seguire Cristo, voi dovete cambiare e migliorare il ‘gusto’ della
storia umana. Con la vostra fede, speranza e amore, con la vostra intelligenza,
coraggio e perseveranza, dovete umanizzare il mondo nel quale viviamo, nel modo
già indicato dal Profeta Isaia nella prima lettura di oggi: "Sciogliere le
catene inique... dividere il pane con l'affamato... [togliere di mezzo] il
puntare il dito e il parlare empio... Allora brillerà fra le tenebre la tua
luce" (Is 58, 6-10).
5. Anche una fiamma leggera che s'inarca solleva il pesante coperchio della
notte. Quanta più luce potrete fare voi, tutti insieme, se vi stringerete uniti
nella comunione della Chiesa! Se amate Gesù, amate la Chiesa! Non scoraggiatevi
per le colpe e le mancanze di qualche suo figlio. Il danno fatto da alcuni
sacerdoti e religiosi a persone giovani o fragili riempie noi tutti di un
profondo senso di tristezza e di vergogna. Ma pensate alla larga maggioranza di
sacerdoti e di religiosi generosamente impegnati, il cui unico desiderio è di
servire e di fare del bene! Oggi, ci sono qui molti sacerdoti, seminaristi e
persone consacrate: siate loro vicini e sosteneteli! E se, nel profondo del
vostro cuore, sentite risuonare la stessa chiamata al sacerdozio o alla vita
consacrata, non abbiate paura di seguire Cristo sulla strada regale della Croce.
Nei momenti difficili della storia della Chiesa il dovere della santità diviene
ancor più urgente. E la santità non è questione d'età. La santità è vivere
nello Spirito Santo, come hanno fatto Kateri Tekakwitha e moltissimi altri
giovani. Voi siete giovani, e il Papa è vecchio e un po' stanco. Ma egli ancora
si identifica con le vostre attese e con le vostre speranze. Anche se sono
vissuto fra molte tenebre, sotto duri regimi totalitari, ho visto abbastanza per
essere convinto in maniera in-crollabile che nessuna difficoltà, nessuna paura
è così grande da poter soffocare completamente la speranza che zampilla eterna
nel cuore dei giovani. Non lasciate che quella speranza muoia! Scommettete la
vostra vita su di essa! Noi non siamo la somma delle nostre debolezze e dei
nostri fallimenti; al contrario, siamo la somma dell'amore del Padre per noi e
della nostra reale capacità di divenire l'immagine del Figlio suo.
6. Signore Gesù Cristo, custodisci questi giovani nel tuo amore. Fa' che odano
la tua voce e credano a ciò che tu dici, poiché tu solo hai parole di vita
eterna. Insegna loro come professare la propria fede, come donare il proprio
amore, come comunicare la propria speranza agli altri. Rendili testimoni
convincenti del tuo Vangelo, in un mondo che ha tanto bisogno della tua grazia
che salva. Fa' di loro il nuovo popolo delle Beatitudini, perché siano sale
della terra e luce del mondo all'inizio del terzo millennio cristiano. Maria,
Madre della Chiesa, proteggi e guida questi giovani uomini e giovani donne del
ventunesimo secolo. Tienili tutti stretti al tuo materno cuore. Amen.
PER
SAPERNE DI PIù SUGGERIAMO: www.wyd2002.org
e www.gmg2002.it
"VENTESIMA
GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTù
2005
A COLONIA IN GERMANIA"