Osservazioni allo Studio di Impatto Ambientale relativo al "Progetto di una centrale termoelettrica" a ciclo combinato da 1523 MWe da realizzarsi nel Comune di Offlaga (BS)

Le osservazioni qui presentate fanno riferimento al documento predisposto dalla società Envisystem S.r.L, con data Novembre 2001 e firma del Dr. Biol. Francesco Favara, per conto dei soggetti proponenti il progetto:

  • National International Power LTD
  • ASM Brescia S.p.A.
  • Ansaldo Energia S.p.A.

Le osservazioni riassumono sinteticamente le lacune più evidenti del SIA e i più macroscopici elementi di incompatibilità del progetto con l'ambiente di insediamento.

In successivo rapporto gli argomenti qui esposti saranno più dettagliatamente illustrati e documentati.

Milano, 16 Aprile 2002

Dr. Ing. Roberto Carra

 

1. OSSERVAZIONI AL "QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO".

Nell'Avviso al Pubblico, pubblicato sui quotidiani, si afferma l'esistenza di un "Accordo di Programma fra i proponenti, la Regione Lombardia, La Provincia di Brescia ed il Comune di Offlaga, che stabilisce che la localizzazione nel territorio del Comune di Offlaga è ritenuta dai proponenti idonea, ...". Non ci risulta l'esistenza di alcun Accordo di Programma fra gli Enti indicati, e l'idoneità della localizzazione è una dichiarazione di parte esclusiva del proponente.

Fabbisogno di energia in Lombardia.

Nel SIA si fa riferimento a un fabbisogno della Regione Lombardia che verrebbe coperto da questo impianto.

Questo affermazione non tiene conto delle numerose iniziative avviate in Regione.
In particolare, a seguito dell'avvenuta (o in corso di) approvazione di numerosi interventi di produzione termoelettrica (Nuovi impianti di Voghera, Mantova, Sannazzaro dè Burgundi; la stessa ASM sta ristrutturando la centrale di Ponti s/Mincio, senza contare il repowering ENEL delle centrali di Ostiglia e Sermide) il
deficit regionale è ormai ampiamente superato.

Ne consegue che la nuova centrale di Offlaga costituisce un aumento di potenza, destinata unicamente alla esportazione dalla regione Lombardia, che produrrà un aumento, e non una sostituzione, come cercano di fare intendere gli estensori del SIA, delle emissioni inquinanti esistenti.

A fronte della condivisibile affermazione contenuta nel SIA (pag. 25) "Il quadro delineato, considerata la crescita dei costi ambientali, in primo luogo di quelli legati all'effetto serra e ai danni alla salute, impone di rafforzare gli strumenti che possono rompere la "storica" relazione proporzionale tra fabbisogno energetico e
sviluppo economico." il progetto è sviluppato esattamente su presupposti e con esiti contrari:

• si da per "eterna" l'attuale specializzazione industriale del territorio
bresciano (es. siderurgica) che lo caratterizza per un enorme consumo pro capite di energia elettrica, solo per poter giustificare un elevato e crescente deficit elettrico nella provincia, in aperto contrasto con l'esigenza di invertire la rotta e favorire i settori produttivi a bassa intensità energetica a scapito dei settori energivori;

• si localizza la centrale non in prossimità delle aree industriali di
insediamenti energivori (termici ed elettrici) ma in area storicamente
agricola e, come tale, a bassissimo fabbisogno energetico, in particolare elettrico;

• si creano le condizioni per un peggioramento della qualità ambientale, che danneggiano l'ambiente e le produzioni agricole, anche con coltivazioni di pregio e ad alto valore aggiunto DOC e DOP, esistenti nella zona che, paradossalmente, verrebbero cosi a soffrire di tutti i danni senza godere di alcun beneficio dall'opera proposta.

Il Piano energetico regionale, che dovrebbe dettare le regole e stabilire una razionalità nel mercato della produzione e consumo energetico, attraverso una valutazione ambientale strategica che tenga conto di tutte le ipotesi alternative, non è ancora stato elaborato, così ancora manca una pianificazione energetica a livello provinciale.

La proposta di realizzare la centrale di Offlaga è un esempio, tipico ed
emblematico, delle assurdità cui si può giungere lasciando libera la corsa all'energia, come in un moderno "far West". Si pensi che, entro un raggio di circa 10 km da tale enorme centrale da 4 gruppi 400 MWe, sono stati proposti progetti per altri due gruppi da 400 MWe (comune di Calvisano) e un gruppo da 400 MWe
(Comune di Mairano).

2. OSSERVAZIONI AL "QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE".

Cogenerazione per colture protette

Si ipotizza la creazione di 30 ettari (300.000 m2) di serre, alimentate dal calore fornito dalla CTE di Offlaga. Si dichiara che tali impianti sarebbero in grado di utilizzare energia termica per ben 140 MWt, senza fornire alcuna giustificazione di tale enormità. Nutriamo qualche dubbio su tali stime, se si pensa che un insediamento di civili abitazioni di pari superficie avrebbe un fabbisogno termico per il riscaldamento ambientale inferiore a 20 MW.

La corretta valutazione della credibilità di tali stime è importante in quanto ad esse i proponenti affidano il raggiungimento del requisito dell'indice energetico di legge.

Risulta comunque evidente l'irrazionalità energetica di tali ipotesi, generata come conseguenza della irrazionalità di fondo della localizzazione in zona agricola di questa mega-centrale. Irrazionale perché il fabbisogno energetico delle eventuali
serre, qualora gli agricoltori della zona ne sentissero la necessità, dovrebbe essere soddisfatto con impianti geotermici, ovvero con piccole unità locali di generazione termica o mista, alimentate da biomasse.

3. OSSERVAZIONI AL "QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE"

Stato attuale

Atmosfera

Non viene riportata la Direttiva europea 99/30/CE, di imminente recepimento in Italia, alle cui prescrizioni l'impianto in questione dovrebbe ottemperare.

In tale Direttiva, in particolare, sono stabiliti limiti molto bassi per gli Ossidi di azoto NOx, sia per quanto riguarda le aree industriali (viene stabilito un valore limite di 200 ug/m per il 99,8° percentile, e un valore limite di 30 ug/m3 per la media annua applicabile alle aree rurali (si tratta di un limite per la tutela dell'ambiente e si
riferisce a concentrazioni misurate lontano dai centri abitati (20 km) e industriali (5 km).

Nel SIA non vengono riporati dati sul livello di contaminazione atmosferica attuale, ne si quantifica l'attuale livello di pressione inquinante sull'atmosfera della zona.

Al fine di consentire una valutazione dell'impatto che il progetto avrà sull'attuale livello di inquinamento nell'area, in tabella 1 riportiamo i valori delle emissioni annue (dati 1997)*1 dell'inquinante NOx nella intera provincia di Brescia.

Nella successiva tabella 2 sono riportati i valori di emissione relativi ai comuni interessati*2 dall'insediamento di nuove CTE.

Tabella 1. - Emissioni di NOx nell'atmosfera della Provincia di Brescia Macrosettori: codici e denominazioni t/anno

Macrosettori: codici e denominazioni t/anno
Combustioni per produzione energia e trasformazione dei combustibili 914
Combustione non industriale 1.605
Combustione nell'industria 6.656
Processi produttivi 1.462
Estrazione e distribuzione di combustibili fossili/Geotermia  
Uso di solventi 238
Trasporto su strada 15.273
Altre sorgenti mobili e macchinari 3.553
Trattamento e smaltimento dei rifiuti 144
Agricoltura 0
altre sorgenti e assorbimenti 695
Totale 30.540

Fonte: INVAR, anno 1997

*1 Inventario regionale delle emissioni atmosferiche della Lombardia INVAR

*2 Mairano (una unità da circa 380 MWe), Calvisano (due unita da circa 380 MWe cad.), Offanengo (quattro unità da 380 MWe cad.) e principali comuni limitrofi entro un raggio di 10 km: Leno, Manerbio, Bagnolo Mella, Ghedi. 

TAB.2-Emissioni di NOx nell'atmosfera dei Comuni interessati dall'insediamento delle nuoce CTE

Comune Codice Macrosettore ton/anno
CALVISANO 2 Combustione non industriale 12,246
CALVISANO 3 Combustione nell'industria 10,105
CALVISANO 4 Processi produttivi 23,176
CALVISANO 7 Trasporto su strada 45,619
CALVISANO 8 Altre sorgenti mobili e macch. 86,908
CALVISANO 10 Agricoltura  0,001
CALVISANO 11 Altre sorgenti e assorbimenti 0,104
Totale 178,159
OFFLAGA 2 Combustione non industriale 6,038
OFFLAGA 3 Combustione nell'industria 3,645
OFFLAGA 7 Trasporto su strada 53,209
OFFLAGA 8 Altre sorgenti mobili e macch. 58,007
OFFLAGA 10 Agricoltura  0,005
OFFLAGA 11 Altre sorgenti e assorbimenti 0,019
Totale 102,924
MAIRANO 2 Combustione non industriale 3,196
MAIRANO 3 Combustione nell'industria 2,799
MAIRANO 7 Trasporto su strada 28,878
MAIRANO 8 Altre sorgenti mobili e macch. 23,994
MAIRANO 10 Agricoltura  0,001
Totale 58,867
BAGNOLO MELLA 2 Combustione non industriale 13,908
BAGNOLO MELLA 3 Combustione nell'industria 12,029
BAGNOLO MELLA 4 Processi produttivi 7,897
BAGNOLO MELLA 7 Trasporto su strada 180,749
BAGNOLO MELLA 8 Altre sorgenti mobili e macch. 73,408
BAGNOLO MELLA 10 Agricoltura  0,001
Totale 287,992
LENO 2 Combustione non industriale 17,113
LENO 3 Combustione nell'industria 13,666
LENO 7 Trasporto su strada 118,100
LENO 8 Altre sorgenti mobili e macch. 132,600
LENO 10 Agricoltura  0,009
LENO 11 Altre sorgenti e assorbimenti 0,019
Totale 281,507
MANERBIO 2 Combustione non industriale 18,765
MANERBIO 3 Combustione nell'industria 22,065
MANERBIO 4 Processi produttivi 3,137
MANERBIO 7 Trasporto su strada 196,010
MANERBIO 8 Altre sorgenti mobili e macch.  47,521
MANERBIO 10 Agricoltura  0,003
MANERBIO 11 Altre sorgenti e assorbimenti 0,003
Totale 287,534
GHEDI 2 Combustione non industriale 7,530
GHEDI 3 Combustione nell'industria 9,711
GHEDI 7 Trasporto su strada 105,592
GHEDI 8 Altre sorgenti mobili e macch. 106,188
GHEDI 10 Agricoltura  0,007
GHEDI 11 Altre sorgenti e assorbimenti 0,005
Totale 229,033
TOTALE EMISSIONI ESISTENTI NELL'AREA (tonnellate/anno) 1.426,017
Emissione centrale Offlaga (4 unità da 380 Mwe) 3.280,000
Emissione centrale di Calvisano(2 unità da 380 Mwe) 1.640,000
Emissione centrale di Mairano (1 unità da 380 Mwe) 829,000
TOTALE NUOVE EMISSIONI NELL'AREA (tonnellate/anno) 5.740,000

Ambiente idrico
Nel SIA non viene riportata ne considerata una rilevante opera pubblica quale il campo pozzi dell'Acquedotto Consortile Bassa Bresciana, opera già approvata ed in corso di costruzione in area attigua a quella proposta per la realizzazione della CTE di Offlaga.

Conseguentemente nel SIA della CTE non è stato sviluppato l'esame delle interferenze che la realizzazione dell'opera potrebbe avere, sia in fase di costruzione che di esercizio, sul suddetto campo pozzi che è strategico per l'approvvigionamento idrico della provincia di Brescia.

Interferenze dovute all'opera

Impatto sulla qualità dell'aria

Nel SIA, come ne! progetto, non si trovano alcuni dati delle caratteristiche del camino (a parte l'altezza), necessari pel il calcolo delle ricadute degli inquinanti quali la portata volumetrica fumi e i! diametro del camino. Per le nostre osservazioni abbiamo assunto valori tipici dedotti da impianti simili.

Le emissioni dichiarate di NOx sono pari a 102.4 kg/h, ovvero 28,44 g/sec. Questo è il dato dichiarato per ogni gruppo (pag. 257 SIA). Si deduce (ma non è esplicitato in nessuna parte del documento) che le emissioni complessive di NOx, considerando che l'impianto è costituito da quattro unità, sono pari a 113,78 g/sec
ovvero 409,6 kg/h = 3.276.800 kg/anno (8000 ore/anno di funzionamento).

Lo studio delle ricadute presentato nel SIA si basa sui dati meteorologici di Ghedi, non adatti a questo tipo di analisi in quanto di origine aeronautica (>50% di calme "strumentali").

La provincia di Broscia ha una rete meteorologica con diverse postazioni meteo anche in zona, ad esempio quella di Folzano, (recentemente ne risulta installata una in comune di Bagnolo Mella). Questi dati sono disponibili su file con rilevazioni
orarie e si scaricano dal sito web della Regione Lombardia. Non si capisce perché non siano stati usati.

Per là stima delle ricadute viene utilizzato il modello TA LUFT: esso è un tradizionale modello gaussiano, come i! modello ISC elaborato dall'USEPA, assai più utilizzato.

Vogliamo segnalare le seguenti inadeguatezze dello studio e, in particolare, dell'interpretazione dei dati:

• i valori delle massime ricadute orarie determinati nel SIA (28 ug/m3, pag. 259), sono assai più bassi dei valori calcolati con il modello ISC classico (180 ug/m3);

• la distribuzione spaziale dei valori del 98-mo percentile prodotta ne! SIA, assume una forma circolare concentrica: essa non è congruente con la forma Est-Ovest della distribuzione anemològica della zona (vedi rosa dei venti abbozzata a pag. 139 della relazione SIA). Altri studi svolti in pianura Padana mostrano che il 98-mo percentile presenta i valori massimi sull'asse Est-Ovest;

• l'installazione di questo impianto deve dimostrare la sua compatibilità anche in riferimento alla nuova Direttiva 1999/30/CE che fissa, fra l'altro, il valore limite massimo dei 99.8-mp percentile dei valori medi a 200 pg/m3. Lo Studio cita questa nuova Direttiva solo di sfuggita (pag. 260) affermando, senza fornire alcuna dimostrazione, che i limiti da essa stabiliti saranno rispettati! Tale affermazione, oltre a denotare scorrettezza professionale degli estensori, è infondata. Il valore massimo del 99.8-mo percentile,
calcolato con il modello ISC applicato alle emissioni dell'impianto, risulta pari a circa 100 ug/m3 di NOx (non di N02), che equivale da solo alla metà del corrispondente Valore Limite (espresso come N02). Questo contributo si aggiunge all'inquinamento di fondo e al contributo futuro degli altri impianti inquinanti previsti nell'area.

Nello Studio infatti non si tiene conto della recente attivazione nella zona di fonti inquinanti di rilievo (es. Inceneritore ASM di Brescia, attualmente dotato di due linee che emettono circa 300 ton/anno di NOx, ed è in fase di autorizzazione l'installazione della terza linea, che porterebbe l'emissione a circa 450 ton/anno) e altresì non si tiene conto dell'impatto derivante dai progetti di CTE in Comune di Calvisano e Mairano.

Si noti che, dai dati a nostra disposizione, la zona di Manerbio risulta una delle poche in Lombardia che sembra attualmente rispettare i valori guida di NOx (sotto i 135 ug/m3 sul 98-mo percentile). Con l'avvio di questi nuovi impianti è assai probabile che si superi il limite anche a Manerbio;

• Lo Studio trascura completamente un fattore determinante della qualità dell'aria, costituito dall'Ozono. I dati di Ozono monitorati sono pochi ma è noto che le maggiori concentrazioni di questo inquinante non si hanno nei centri abitati ma nelle zone esterne (vedi il PRQA della Lombardia che segnala i picchi rilevati in località turistiche sul Lago di Como). È noto che l'Ozono arreca danni alla vegetazione e riduce la produttività agricola (fatti accertati anche da ricerche commissionate da ENEL). La produzione di Ozono è innescata sicuramente dalle emissioni di NOx. Non è ammissibile
che nel SIA non venga minimamente valutato l'impatto connesso con
l'attivazione dell'impianto in progetto, il quale scaricherà nella regione più di 3.000 tonnellate/anno di NOx che da sole provocano un aumento del 10% del carico inquinante esistente nell'intera Provincia di Brescia (questi dati non sono riportati in nessun punto dello Studio, nel quale, come già detto, si lascia credere che le nuove emissioni siano sostitutive di quello maggiori di centrali dismesse), cui potranno aggiungersi le emissioni delle altre centrali che si vogliono costruire nell'area. Si tenga presente che il danno ambientale che può derivare da tale enorme aumento del carico inquinante (la sola centrale di Offlaga emette una quantità annua di NOx pari a 30 volte l'attuale emissione in territorio comunale, e triplica l'emissione presente nell'intera area) si estende ben al di là della zona di
progetto; infatti stanti le caratteristiche della meteorologia padana, le
emissioni in atmosfera da alti camini,; anche se non producono
concentrazioni superiori ai limiti di legge nei punti di massima ricaduta,
restano comunque confinate nei bassi strati atmosferici per lunghi periodi, come dimostra il fatto che gli episodi di crisi ambientale si riscontrano anche nei centri urbani di piccole dimensioni *4. Anche in questo caso invece, gli estensori del SIA, senza alcuna giustificazione o dimostrazione, dichiarano (pag. 266) senza dubbi che "L'esercizio della centrale non altererà in maniera percepibile i livelli di ozono normalmente presente nell'area in esame e conseguentemente l'impatto sulla vegetazione può essere ritenuto trascurabile" !

Impatto sul microclima

È l'argomento trattato meno adeguatamente nel SIA. Evidenziamo nel seguito le principali scorrettezze.

L'impatto sul microclima non può essere trascurato per i seguenti motivi.

La centrale deve smaltire in continuo, tutto l'anno, una potenza termica di 920 MWt. Lo smaltimento avviene in parte mediante evaporazione di acqua (torri evaporative) e in parte mediante raffreddamento ad aria (a secco).

Il sistema prevede l'impiego combinato di entrambi i sistemi ma non per motivi ambientali, solo per non prelevare acqua dall'ambiente in contemporanea alle esigenze di irrigazione.

Nel SIA l'impatto sul microclima viene escluso con un semplice (e sbagliato) ragionamento (vedi pag. 261). Si fa notare che l'energia solare incidente alla nostra latitudine è pari a 750 W/m2. Su di un cerchio di 4 km di raggio, si ha pertanto una potenza termica incidente di 37.650 MW. Al confronto di questo input, la quota aggiunta dalla centrale, pari a soli 1200 MW, sarebbe "solo" il 3.2%.

A parte il fatto che 4 km di raggio non è poca cosa e che anche solo il 3.2% sarebbe comunque un impatto climatico non trascurabile, questo ragionamento è sbagliato per i seguenti motivi:

• la potenza radiante di 750 W/mq è quella dell'ora di punta estiva; essa si manifesta al più per 1 o 2 ore giornaliere, nelle giornate calde di Agosto e .Luglio;

• di notte la radiazione solare è nulla, mentre la centrale continua a scaricare energia termica nell'ambiente;

• il microclima è determinato dal bilancio radiativo superficiale di un intero anno solare medio; la radiazione media annuale incidente alle nostre latitudini è invece di 140 W/m2;

• non tutta la radiazione solare incidente influisce sul microclima; infatti, una parte viene retrodiffusa verso la sfera celeste. Per questo si adoperano i radiometri netti che misurano la quota di energia solare effettivamente disponibile alla terra. Il valore medio di radiazione netta è pari a 70 W/m2.
Se non fosse così, la temperatura sulla terra salirebbe in modo
insostenibile.

Quindi, l'input energetico netto sul solito cerchio di 4 km di raggio scende al più ragionevole valore di 3.600 MWt, espresso come dato medio annuale (l'unico che ha un senso nelle analisi microclimatiche, in cui giocano un ruolo anche fattori come la capacità termica dei suoli, degli edifici, ecc.).

Confrontando questo valore all'immissione costante di 1200 MW da parte della, centrale, si evidenzia che essa porterebbe ad un aumento del 30% dell'immissione termica naturale nell'area.

In un'analisi approfondita si dovrebbe peraltro tenere conto del fatto che l'impatto microclimatico della centrale non è isotropo, ma ha un effetto direzionale, in base al regime dei venti che ne distribuiscono l'impatto in modo prevalente nelle direzioni Est Ovest.

Infine, stanti i sistemi di gestione della risorsa idrica adottati, nel progetto è previsto l'impiego di un bacino di accumulo con la capacità di 300.000 m3. La sua creazione presenta un problema microclimatico non trascurabile: anche ipotizzando una profondità media di 5 metri, si avrebbe uno specchio d'acqua di
circa 6 ettari. Gli estensori del SIA, dopo la dotta disquisizione teorica sul metodo di evapotraspirazione di Thorntwaite-Mather (pag. 186), si guardano bene dall'applicare tale modello al bacino di accumulo per stimare la quantità di acqua immessa nell'ambiente e da qui il suo impatto sui livelli di umidità relativa a scala
locale (senza contare la diffusione di zanzare e altri insetti tipici dei climi caldi e umidi).

*4 Il problema della Pianura Padana è dovuto all'eccessivo e diffuso carico inquinante, in una zona a scarsa mobilità atmosferica. L'unica soluzione per un futuro sostenibile risiede nella progressiva riduzione delle emissioni nell'intero bacino padano. Gli impianti ad alto carico emissivo come le CTE possono essere consentiti, in Pianura Padana, solo a fronte di interventi che riducono di entità pari o superiore il carico di NOx esistente, non necessariamente in luoghi vicini. ;

Campi elettromagnetici e linea elettrica

II progetto comprende la realizzazione di un nuovo elettrodotto costituito da due terne aeree a 380 kV affiancate, che immette l'energia elettrica prodotta nella CTE
di Offlaga nella rete di trasmissione nazionale, distante oltre 3 chilometri. Il tracciato di progetto corre in un corridoio di larghezza 270 m, all'interno del quale non vr sono edifici abitativi. Di tale fascia, quella su cui il proponente intende riconoscere una servitù è di soli 80,54 metri (pag. 19/33 progetto di massima)

Nel progetto si assicura che sarà minimizzato il campo magnetico ed elettrico
attraverso l'ottimizzazione delle sequenze di fase (doppia terna ottimizzata RST/TSR) e l'elevazione dei conduttori ad altezza non inferiore a 13 m dal suolo.

In tali condizioni si può ritenere che il campo magnetico al suolo assuma valori di completa sicurezza al di fuori di un corridoio largo 140 metri (valore 0,2 uTesla, come prescritto dalle normative emanate dalla Regione Emilia Romagna.

La Regione Emilia Romagna ha emanato i seguenti provvedimenti autonomi in materia: Legge regionale 31.10.2000, n. 30 "Norme per la tutela della salute e la salvaguardia dell'ambiente dall'inquinamento elettromagnetico" e D.G.R. n. 197
del 20.02.2001 "Direttiva per l'applicazione della LR. 31.10.2000 n. 30 recante norme per la tutela della salute e la salvaguardia dell'ambiente dall'inquinamento elettromagnetico"

Tali normative, e i limiti di qualità ivi previsti, sono divenuti, per effetto del principio di precauzione, il riferimento di buona tecnica anche per Regioni, come la Lombardia, che non ha provveduto, finora a legiferare autonomamente in materia.

Nella seguente tabella sono riassunte le prescrizioni relative alle dimensioni della fascia laterale di rispetto da linee per la trasmissione e la distribuzione dell'energia elettrica, al fine di garantire una esposizione inferiore all'obiettivo di qualità di 0,2
uT al ricettore.

Tensione Distanza laterale dal recettore(metri) per tipo di conduttori
kV Terna singola Doppia terna ottimizzata (a) Doppia terna non ottimizzata (b)
380 100 70 150
220 70 40 80
132 50 40 70


(a) fasi diverse per le coppie di conduttori ad eguale altezza e correnti concordi oppure fasi uguali e correnti
discordi.
(b) caso inverso al precedente.

Il progetto stabilisce una servitù, come già detto, solo su un corridoio largo 80 metri, e pertanto si lascia così la possibilità in futuro di edificare a distanze ravvicinate all'elettrodotto, con conseguente esposizione delle persone al rischio, e comunque si determina una servitù su una significativa porzione di territorio senza alcun riconoscimento per i proprietari.

Infine, nel SIA non si considera che sulla stessa linea della rete distributiva nazionale si allaccerebbe non solo la CTE di Offlaga ma anche le altre centrali proposte nella stesa area. Potrebbe verificarsi una insufficienza dell'elettrodotto esistente al trasporto di una ingente maggior carico elettrico, e conseguentemente
si determinerebbe la necessità di un nuovo elettrodotto ad alta tensione, il cui impatto ambientale, ammesso che il territorio ne consentisse fisicamente la realizzazione, si aggiungerebbe a quello esistente.

Impatto paesistico

Nonostante il tentativo degli estensori del SIA di fare sparire, nelle simulazioni, l'imponente impatto visivo delle due ciminiere, è evidente che tali ciminiere, così come gli edifici destinati ad ospitare la centrale e la linea elettrica aerea (tralicci alti 33 metri, non riportati nelle simulazioni visive) modificheranno pesantemente il
profilo paesaggistico dell'area.

Il SIA non ha nemmeno preso in alcuna considerazione l'impatto visivo delle serre (plastica e vetro) che si estenderebbero per 30 ettari, contribuendo a cambiare radicalmente i connotati del paesaggio.

Milano, 16 aprile 2002 I

Dr. Ing. Roberto Carrara

 


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