1. OSSERVAZIONI AL "QUADRO DI RIFERIMENTO
PROGRAMMATICO".
Nell'Avviso al Pubblico, pubblicato sui
quotidiani, si afferma l'esistenza di un
"Accordo di Programma fra i proponenti, la
Regione Lombardia, La Provincia di Brescia ed
il Comune di Offlaga, che stabilisce che la
localizzazione nel territorio del Comune di
Offlaga è ritenuta dai proponenti idonea,
...". Non ci risulta l'esistenza di alcun
Accordo di Programma fra gli Enti indicati, e
l'idoneità della localizzazione è una
dichiarazione di parte esclusiva del
proponente.
Fabbisogno di energia in
Lombardia.
Nel SIA si fa riferimento a un fabbisogno
della Regione Lombardia che verrebbe coperto da
questo impianto.
Questo affermazione non tiene conto delle
numerose iniziative avviate in Regione.
In particolare, a seguito dell'avvenuta (o in
corso di) approvazione di numerosi interventi
di produzione termoelettrica (Nuovi impianti di
Voghera, Mantova, Sannazzaro dè Burgundi;
la stessa ASM sta ristrutturando la centrale di
Ponti s/Mincio, senza contare il repowering
ENEL delle centrali di Ostiglia e Sermide)
il
deficit regionale è ormai ampiamente
superato.
Ne consegue che la nuova centrale di Offlaga
costituisce un aumento di potenza,
destinata unicamente alla esportazione dalla
regione Lombardia, che produrrà un
aumento, e non una sostituzione, come cercano
di fare intendere gli estensori del SIA, delle
emissioni inquinanti esistenti.
A fronte della condivisibile affermazione
contenuta nel SIA (pag. 25) "Il quadro
delineato, considerata la crescita dei costi
ambientali, in primo luogo di quelli legati
all'effetto serra e ai danni alla salute,
impone di rafforzare gli strumenti che possono
rompere la "storica" relazione proporzionale
tra fabbisogno energetico e
sviluppo economico." il progetto è
sviluppato esattamente su presupposti e con
esiti contrari:
• si da per "eterna" l'attuale
specializzazione industriale del
territorio
bresciano (es. siderurgica) che lo
caratterizza per un enorme consumo pro capite
di energia elettrica, solo per poter
giustificare un elevato e crescente deficit
elettrico nella provincia, in aperto contrasto
con l'esigenza di invertire la rotta e favorire
i settori produttivi a bassa intensità
energetica a scapito dei settori
energivori;
• si localizza la centrale non in
prossimità delle aree industriali di
insediamenti energivori (termici ed elettrici)
ma in area storicamente
agricola e, come tale, a bassissimo fabbisogno
energetico, in particolare elettrico;
• si creano le condizioni per un
peggioramento della qualità ambientale,
che danneggiano l'ambiente e le produzioni
agricole, anche con coltivazioni di pregio e ad
alto valore aggiunto DOC e DOP, esistenti nella
zona che, paradossalmente, verrebbero cosi a
soffrire di tutti i danni senza godere di alcun
beneficio dall'opera proposta.
Il Piano energetico regionale, che dovrebbe
dettare le regole e stabilire una
razionalità nel mercato della produzione e
consumo energetico, attraverso una valutazione
ambientale strategica che tenga conto di tutte
le ipotesi alternative, non è ancora stato
elaborato, così ancora manca una
pianificazione energetica a livello
provinciale.
La proposta di realizzare la centrale di
Offlaga è un esempio, tipico ed
emblematico, delle assurdità cui si
può giungere lasciando libera la corsa
all'energia, come in un moderno "far West". Si
pensi che, entro un raggio di circa 10 km da
tale enorme centrale da 4 gruppi 400 MWe, sono
stati proposti progetti per altri due gruppi da
400 MWe (comune di Calvisano) e un gruppo da
400 MWe
(Comune di Mairano).
2. OSSERVAZIONI AL "QUADRO DI RIFERIMENTO
PROGETTUALE".
Cogenerazione per colture
protette
Si ipotizza la creazione di 30 ettari (300.000
m2) di serre, alimentate dal calore fornito
dalla CTE di Offlaga. Si dichiara che tali
impianti sarebbero in grado di utilizzare
energia termica per ben 140 MWt, senza fornire
alcuna giustificazione di tale enormità.
Nutriamo qualche dubbio su tali stime, se si
pensa che un insediamento di civili abitazioni
di pari superficie avrebbe un fabbisogno
termico per il riscaldamento ambientale
inferiore a 20 MW.
La corretta valutazione della credibilità
di tali stime è importante in quanto ad
esse i proponenti affidano il raggiungimento
del requisito dell'indice energetico di
legge.
Risulta comunque evidente l'irrazionalità
energetica di tali ipotesi, generata come
conseguenza della irrazionalità di fondo
della localizzazione in zona agricola di questa
mega-centrale. Irrazionale perché il
fabbisogno energetico delle eventuali
serre, qualora gli agricoltori della zona ne
sentissero la necessità, dovrebbe essere
soddisfatto con impianti geotermici, ovvero con
piccole unità locali di generazione
termica o mista, alimentate da biomasse.
3. OSSERVAZIONI AL "QUADRO DI RIFERIMENTO
AMBIENTALE"
Stato attuale
Atmosfera
Non viene riportata la Direttiva europea
99/30/CE, di imminente recepimento in Italia,
alle cui prescrizioni l'impianto in questione
dovrebbe ottemperare.
In tale Direttiva, in particolare, sono
stabiliti limiti molto bassi per gli Ossidi
di azoto NOx, sia per quanto riguarda le aree
industriali (viene stabilito un valore limite
di 200 ug/m per il 99,8° percentile, e
un valore limite di 30 ug/m3 per la media
annua applicabile alle aree rurali (si tratta
di un limite per la tutela dell'ambiente e
si
riferisce a concentrazioni misurate lontano
dai centri abitati (20 km) e industriali (5
km).
Nel SIA non vengono riporati dati sul
livello di contaminazione atmosferica
attuale, ne si quantifica l'attuale livello
di pressione inquinante sull'atmosfera della
zona.
Al fine di consentire una valutazione
dell'impatto che il progetto avrà
sull'attuale livello di inquinamento
nell'area, in tabella 1 riportiamo i valori
delle emissioni annue (dati 1997)*1
dell'inquinante NOx nella intera provincia di
Brescia.
Nella successiva tabella 2 sono riportati i
valori di emissione relativi ai comuni
interessati*2 dall'insediamento di nuove
CTE.
Tabella 1. - Emissioni di NOx nell'atmosfera
della Provincia di Brescia Macrosettori:
codici e denominazioni t/anno
Macrosettori: codici e
denominazioni
|
t/anno
|
Combustioni per produzione energia e
trasformazione dei combustibili
|
914
|
Combustione non industriale
|
1.605
|
Combustione nell'industria
|
6.656
|
Processi produttivi
|
1.462
|
Estrazione e distribuzione di
combustibili fossili/Geotermia
|
|
Uso di solventi
|
238
|
Trasporto su strada
|
15.273
|
Altre sorgenti mobili e macchinari
|
3.553
|
Trattamento e smaltimento dei rifiuti
|
144
|
Agricoltura
|
0
|
altre sorgenti e assorbimenti
|
695
|
Totale
|
30.540
|
Fonte: INVAR, anno 1997
*1 Inventario regionale delle emissioni
atmosferiche della Lombardia INVAR
*2 Mairano (una unità da circa 380
MWe), Calvisano (due unita da circa 380 MWe
cad.), Offanengo (quattro unità da 380
MWe cad.) e principali comuni limitrofi entro
un raggio di 10 km: Leno, Manerbio, Bagnolo
Mella, Ghedi.
TAB.2-Emissioni di NOx nell'atmosfera dei
Comuni interessati dall'insediamento delle
nuoce CTE
Comune
|
Codice
|
Macrosettore
|
ton/anno
|
CALVISANO
|
2
|
Combustione non industriale
|
12,246
|
CALVISANO
|
3
|
Combustione nell'industria
|
10,105
|
CALVISANO
|
4
|
Processi produttivi
|
23,176
|
CALVISANO
|
7
|
Trasporto su strada
|
45,619
|
CALVISANO
|
8
|
Altre sorgenti mobili e macch.
|
86,908
|
CALVISANO
|
10
|
Agricoltura
|
0,001
|
CALVISANO
|
11
|
Altre sorgenti e assorbimenti
|
0,104
|
Totale
|
178,159
|
OFFLAGA
|
2
|
Combustione non industriale
|
6,038
|
OFFLAGA
|
3
|
Combustione nell'industria
|
3,645
|
OFFLAGA
|
7
|
Trasporto su strada
|
53,209
|
OFFLAGA
|
8
|
Altre sorgenti mobili e macch.
|
58,007
|
OFFLAGA
|
10
|
Agricoltura
|
0,005
|
OFFLAGA
|
11
|
Altre sorgenti e assorbimenti
|
0,019
|
Totale
|
102,924
|
MAIRANO
|
2
|
Combustione non industriale
|
3,196
|
MAIRANO
|
3
|
Combustione nell'industria
|
2,799
|
MAIRANO
|
7
|
Trasporto su strada
|
28,878
|
MAIRANO
|
8
|
Altre sorgenti mobili e macch.
|
23,994
|
MAIRANO
|
10
|
Agricoltura
|
0,001
|
Totale
|
58,867
|
BAGNOLO MELLA
|
2
|
Combustione non industriale
|
13,908
|
BAGNOLO MELLA
|
3
|
Combustione nell'industria
|
12,029
|
BAGNOLO MELLA
|
4
|
Processi produttivi
|
7,897
|
BAGNOLO MELLA
|
7
|
Trasporto su strada
|
180,749
|
BAGNOLO MELLA
|
8
|
Altre sorgenti mobili e macch.
|
73,408
|
BAGNOLO MELLA
|
10
|
Agricoltura
|
0,001
|
Totale
|
287,992
|
LENO
|
2
|
Combustione non industriale
|
17,113
|
LENO
|
3
|
Combustione nell'industria
|
13,666
|
LENO
|
7
|
Trasporto su strada
|
118,100
|
LENO
|
8
|
Altre sorgenti mobili e macch.
|
132,600
|
LENO
|
10
|
Agricoltura
|
0,009
|
LENO
|
11
|
Altre sorgenti e assorbimenti
|
0,019
|
Totale
|
281,507
|
MANERBIO
|
2
|
Combustione non industriale
|
18,765
|
MANERBIO
|
3
|
Combustione nell'industria
|
22,065
|
MANERBIO
|
4
|
Processi produttivi
|
3,137
|
MANERBIO
|
7
|
Trasporto su strada
|
196,010
|
MANERBIO
|
8
|
Altre sorgenti mobili e macch.
|
47,521
|
MANERBIO
|
10
|
Agricoltura
|
0,003
|
MANERBIO
|
11
|
Altre sorgenti e assorbimenti
|
0,003
|
Totale
|
287,534
|
GHEDI
|
2
|
Combustione non industriale
|
7,530
|
GHEDI
|
3
|
Combustione nell'industria
|
9,711
|
GHEDI
|
7
|
Trasporto su strada
|
105,592
|
GHEDI
|
8
|
Altre sorgenti mobili e macch.
|
106,188
|
GHEDI
|
10
|
Agricoltura
|
0,007
|
GHEDI
|
11
|
Altre sorgenti e assorbimenti
|
0,005
|
Totale
|
229,033
|
TOTALE EMISSIONI ESISTENTI NELL'AREA
(tonnellate/anno) 1.426,017
|
Emissione centrale Offlaga (4
unità da 380 Mwe)
|
3.280,000
|
Emissione centrale di Calvisano(2
unità da 380 Mwe)
|
1.640,000
|
Emissione centrale di Mairano (1
unità da 380 Mwe)
|
829,000
|
TOTALE NUOVE EMISSIONI NELL'AREA
(tonnellate/anno)
|
5.740,000
|
Ambiente idrico
Nel SIA non viene riportata ne considerata
una rilevante opera pubblica quale il campo
pozzi dell'Acquedotto Consortile Bassa
Bresciana, opera già approvata ed in
corso di costruzione in area attigua a quella
proposta per la realizzazione della CTE di
Offlaga.
Conseguentemente nel SIA della CTE non
è stato sviluppato l'esame delle
interferenze che la realizzazione dell'opera
potrebbe avere, sia in fase di costruzione
che di esercizio, sul suddetto campo pozzi
che è strategico per
l'approvvigionamento idrico della provincia
di Brescia.
Interferenze dovute
all'opera
Impatto sulla qualità
dell'aria
Nel SIA, come ne! progetto, non si trovano
alcuni dati delle caratteristiche del camino
(a parte l'altezza), necessari pel il calcolo
delle ricadute degli inquinanti quali la
portata volumetrica fumi e i! diametro del
camino. Per le nostre osservazioni abbiamo
assunto valori tipici dedotti da impianti
simili.
Le emissioni dichiarate di NOx sono pari a
102.4 kg/h, ovvero 28,44 g/sec. Questo è
il dato dichiarato per ogni gruppo (pag. 257
SIA). Si deduce (ma non è esplicitato in
nessuna parte del documento) che le emissioni
complessive di NOx, considerando che
l'impianto è costituito da quattro
unità, sono pari a 113,78 g/sec
ovvero 409,6 kg/h = 3.276.800 kg/anno (8000
ore/anno di funzionamento).
Lo studio delle ricadute presentato nel SIA
si basa sui dati meteorologici di Ghedi, non
adatti a questo tipo di analisi in quanto di
origine aeronautica (>50% di calme
"strumentali").
La provincia di Broscia ha una rete
meteorologica con diverse postazioni meteo
anche in zona, ad esempio quella di Folzano,
(recentemente ne risulta installata una in
comune di Bagnolo Mella). Questi dati sono
disponibili su file con rilevazioni
orarie e si scaricano dal sito web della
Regione Lombardia. Non si capisce perché
non siano stati usati.
Per là stima delle ricadute viene
utilizzato il modello TA LUFT: esso è un
tradizionale modello gaussiano, come i!
modello ISC elaborato dall'USEPA, assai
più utilizzato.
Vogliamo segnalare le seguenti inadeguatezze
dello studio e, in particolare,
dell'interpretazione dei dati:
• i valori delle massime ricadute
orarie determinati nel SIA (28 ug/m3, pag.
259), sono assai più bassi dei valori
calcolati con il modello ISC classico (180
ug/m3);
• la distribuzione spaziale dei valori
del 98-mo percentile prodotta ne! SIA, assume
una forma circolare concentrica: essa non
è congruente con la forma Est-Ovest
della distribuzione anemològica della
zona (vedi rosa dei venti abbozzata a pag.
139 della relazione SIA). Altri studi svolti
in pianura Padana mostrano che il 98-mo
percentile presenta i valori massimi
sull'asse Est-Ovest;
• l'installazione di questo impianto
deve dimostrare la sua compatibilità
anche in riferimento alla nuova Direttiva
1999/30/CE che fissa, fra l'altro, il valore
limite massimo dei 99.8-mp percentile dei
valori medi a 200 pg/m3. Lo Studio cita
questa nuova Direttiva solo di sfuggita (pag.
260) affermando, senza fornire alcuna
dimostrazione, che i limiti da essa stabiliti
saranno rispettati! Tale affermazione, oltre
a denotare scorrettezza professionale degli
estensori, è infondata. Il valore
massimo del 99.8-mo percentile,
calcolato con il modello ISC applicato alle
emissioni dell'impianto, risulta pari a circa
100 ug/m3 di NOx (non di N02), che equivale
da solo alla metà del corrispondente
Valore Limite (espresso come N02). Questo
contributo si aggiunge all'inquinamento di
fondo e al contributo futuro degli altri
impianti inquinanti previsti nell'area.
Nello Studio infatti non si tiene conto
della recente attivazione nella zona di fonti
inquinanti di rilievo (es. Inceneritore ASM
di Brescia, attualmente dotato di due linee
che emettono circa 300 ton/anno di NOx, ed
è in fase di autorizzazione
l'installazione della terza linea, che
porterebbe l'emissione a circa 450 ton/anno)
e altresì non si tiene conto
dell'impatto derivante dai progetti di CTE in
Comune di Calvisano e Mairano.
Si noti che, dai dati a nostra disposizione,
la zona di Manerbio risulta una delle poche
in Lombardia che sembra attualmente
rispettare i valori guida di NOx (sotto i 135
ug/m3 sul 98-mo percentile). Con l'avvio di
questi nuovi impianti è assai probabile
che si superi il limite anche a
Manerbio;
• Lo Studio trascura completamente un
fattore determinante della qualità
dell'aria, costituito dall'Ozono. I dati di
Ozono monitorati sono pochi ma è noto
che le maggiori concentrazioni di questo
inquinante non si hanno nei centri abitati ma
nelle zone esterne (vedi il PRQA della
Lombardia che segnala i picchi rilevati in
località turistiche sul Lago di Como).
È noto che l'Ozono arreca danni alla
vegetazione e riduce la produttività
agricola (fatti accertati anche da ricerche
commissionate da ENEL). La produzione di
Ozono è innescata sicuramente dalle
emissioni di NOx. Non è
ammissibile
che nel SIA non venga minimamente valutato
l'impatto connesso con
l'attivazione dell'impianto in progetto, il
quale scaricherà nella regione più
di 3.000 tonnellate/anno di NOx che da sole
provocano un aumento del 10% del carico
inquinante esistente nell'intera Provincia di
Brescia (questi dati non sono riportati in
nessun punto dello Studio, nel quale, come
già detto, si lascia credere che le
nuove emissioni siano sostitutive di quello
maggiori di centrali dismesse), cui potranno
aggiungersi le emissioni delle altre centrali
che si vogliono costruire nell'area. Si tenga
presente che il danno ambientale che può
derivare da tale enorme aumento del carico
inquinante (la sola centrale di Offlaga
emette una quantità annua di NOx pari a
30 volte l'attuale emissione in territorio
comunale, e triplica l'emissione presente
nell'intera area) si estende ben al di
là della zona di
progetto; infatti stanti le caratteristiche
della meteorologia padana, le
emissioni in atmosfera da alti camini,;
anche se non producono
concentrazioni superiori ai limiti di legge
nei punti di massima ricaduta,
restano comunque confinate nei bassi strati
atmosferici per lunghi periodi, come dimostra
il fatto che gli episodi di crisi ambientale
si riscontrano anche nei centri urbani di
piccole dimensioni *4. Anche in questo caso
invece, gli estensori del SIA, senza alcuna
giustificazione o dimostrazione, dichiarano
(pag. 266) senza dubbi che "L'esercizio della
centrale non altererà in maniera
percepibile i livelli di ozono normalmente
presente nell'area in esame e
conseguentemente l'impatto sulla vegetazione
può essere ritenuto trascurabile"
!
Impatto sul microclima
È l'argomento trattato meno
adeguatamente nel SIA. Evidenziamo nel
seguito le principali scorrettezze.
L'impatto sul microclima non può essere
trascurato per i seguenti motivi.
La centrale deve smaltire in continuo, tutto
l'anno, una potenza termica di 920 MWt. Lo
smaltimento avviene in parte mediante
evaporazione di acqua (torri evaporative) e
in parte mediante raffreddamento ad aria (a
secco).
Il sistema prevede l'impiego combinato di
entrambi i sistemi ma non per motivi
ambientali, solo per non prelevare acqua
dall'ambiente in contemporanea alle esigenze
di irrigazione.
Nel SIA l'impatto sul microclima viene
escluso con un semplice (e sbagliato)
ragionamento (vedi pag. 261). Si fa notare
che l'energia solare incidente alla nostra
latitudine è pari a 750 W/m2. Su di un
cerchio di 4 km di raggio, si ha pertanto una
potenza termica incidente di 37.650 MW. Al
confronto di questo input, la quota aggiunta
dalla centrale, pari a soli 1200 MW, sarebbe
"solo" il 3.2%.
A parte il fatto che 4 km di raggio non
è poca cosa e che anche solo il 3.2%
sarebbe comunque un impatto climatico non
trascurabile, questo ragionamento è
sbagliato per i seguenti motivi:
• la potenza radiante di 750 W/mq
è quella dell'ora di punta estiva; essa
si manifesta al più per 1 o 2 ore
giornaliere, nelle giornate calde di Agosto e
.Luglio;
• di notte la radiazione solare è
nulla, mentre la centrale continua a
scaricare energia termica
nell'ambiente;
• il microclima è determinato dal
bilancio radiativo superficiale di un intero
anno solare medio; la radiazione media
annuale incidente alle nostre latitudini
è invece di 140 W/m2;
• non tutta la radiazione solare
incidente influisce sul microclima; infatti,
una parte viene retrodiffusa verso la sfera
celeste. Per questo si adoperano i radiometri
netti che misurano la quota di energia solare
effettivamente disponibile alla terra. Il
valore medio di radiazione netta è pari
a 70 W/m2.
Se non fosse così, la temperatura sulla
terra salirebbe in modo
insostenibile.
Quindi, l'input energetico netto sul solito
cerchio di 4 km di raggio scende al più
ragionevole valore di 3.600 MWt, espresso
come dato medio annuale (l'unico che ha un
senso nelle analisi microclimatiche, in cui
giocano un ruolo anche fattori come la
capacità termica dei suoli, degli
edifici, ecc.).
Confrontando questo valore all'immissione
costante di 1200 MW da parte della, centrale,
si evidenzia che essa porterebbe ad un
aumento del 30% dell'immissione termica
naturale nell'area.
In un'analisi approfondita si dovrebbe
peraltro tenere conto del fatto che l'impatto
microclimatico della centrale non è
isotropo, ma ha un effetto direzionale, in
base al regime dei venti che ne
distribuiscono l'impatto in modo prevalente
nelle direzioni Est Ovest.
Infine, stanti i sistemi di gestione della
risorsa idrica adottati, nel progetto è
previsto l'impiego di un bacino di accumulo
con la capacità di 300.000 m3. La sua
creazione presenta un problema microclimatico
non trascurabile: anche ipotizzando una
profondità media di 5 metri, si avrebbe
uno specchio d'acqua di
circa 6 ettari. Gli estensori del SIA, dopo
la dotta disquisizione teorica sul metodo di
evapotraspirazione di Thorntwaite-Mather
(pag. 186), si guardano bene dall'applicare
tale modello al bacino di accumulo per
stimare la quantità di acqua immessa
nell'ambiente e da qui il suo impatto sui
livelli di umidità relativa a
scala
locale (senza contare la diffusione di
zanzare e altri insetti tipici dei climi
caldi e umidi).
*4 Il problema della Pianura Padana è
dovuto all'eccessivo e diffuso carico
inquinante, in una zona a scarsa
mobilità atmosferica. L'unica soluzione
per un futuro sostenibile risiede nella
progressiva riduzione delle emissioni
nell'intero bacino padano. Gli impianti ad
alto carico emissivo come le CTE possono
essere consentiti, in Pianura Padana, solo a
fronte di interventi che riducono di
entità pari o superiore il carico di NOx
esistente, non necessariamente in luoghi
vicini. ;
Campi elettromagnetici e linea
elettrica
II progetto comprende la realizzazione di un
nuovo elettrodotto costituito da due terne
aeree a 380 kV affiancate, che immette
l'energia elettrica prodotta nella CTE
di Offlaga nella rete di trasmissione
nazionale, distante oltre 3 chilometri. Il
tracciato di progetto corre in un corridoio
di larghezza 270 m, all'interno del quale non
vr sono edifici abitativi. Di tale fascia,
quella su cui il proponente intende
riconoscere una servitù è di soli
80,54 metri (pag. 19/33 progetto di
massima)
Nel progetto si assicura che sarà
minimizzato il campo magnetico ed
elettrico
attraverso l'ottimizzazione delle sequenze
di fase (doppia terna ottimizzata RST/TSR) e
l'elevazione dei conduttori ad altezza non
inferiore a 13 m dal suolo.
In tali condizioni si può ritenere che
il campo magnetico al suolo assuma valori di
completa sicurezza al di fuori di un
corridoio largo 140 metri (valore 0,2 uTesla,
come prescritto dalle normative emanate dalla
Regione Emilia Romagna.
La Regione Emilia Romagna ha emanato i
seguenti provvedimenti autonomi in materia:
Legge regionale 31.10.2000, n. 30 "Norme per
la tutela della salute e la salvaguardia
dell'ambiente dall'inquinamento
elettromagnetico" e D.G.R. n. 197
del 20.02.2001 "Direttiva per l'applicazione
della LR. 31.10.2000 n. 30 recante norme per
la tutela della salute e la salvaguardia
dell'ambiente dall'inquinamento
elettromagnetico"
Tali normative, e i limiti di qualità
ivi previsti, sono divenuti, per effetto del
principio di precauzione, il riferimento di
buona tecnica anche per Regioni, come la
Lombardia, che non ha provveduto, finora a
legiferare autonomamente in materia.
Nella seguente tabella sono riassunte le
prescrizioni relative alle dimensioni della
fascia laterale di rispetto da linee per la
trasmissione e la distribuzione dell'energia
elettrica, al fine di garantire una
esposizione inferiore all'obiettivo di
qualità di 0,2
uT al ricettore.
Tensione
|
Distanza laterale dal recettore(metri)
per tipo di conduttori
|
kV
|
Terna singola
|
Doppia terna ottimizzata (a)
|
Doppia terna non ottimizzata (b)
|
380
|
100
|
70
|
150
|
220
|
70
|
40
|
80
|
132
|
50
|
40
|
70
|
(a) fasi diverse per le coppie di conduttori
ad eguale altezza e correnti concordi oppure
fasi uguali e correnti
discordi.
(b) caso inverso al precedente.
Il progetto stabilisce una servitù,
come già detto, solo su un corridoio
largo 80 metri, e pertanto si lascia
così la possibilità in futuro di
edificare a distanze ravvicinate
all'elettrodotto, con conseguente esposizione
delle persone al rischio, e comunque si
determina una servitù su una
significativa porzione di territorio senza
alcun riconoscimento per i proprietari.
Infine, nel SIA non si considera che sulla
stessa linea della rete distributiva
nazionale si allaccerebbe non solo la CTE di
Offlaga ma anche le altre centrali proposte
nella stesa area. Potrebbe verificarsi una
insufficienza dell'elettrodotto esistente al
trasporto di una ingente maggior carico
elettrico, e conseguentemente
si determinerebbe la necessità di un
nuovo elettrodotto ad alta tensione, il cui
impatto ambientale, ammesso che il territorio
ne consentisse fisicamente la realizzazione,
si aggiungerebbe a quello esistente.
Impatto paesistico
Nonostante il tentativo degli estensori del
SIA di fare sparire, nelle simulazioni,
l'imponente impatto visivo delle due
ciminiere, è evidente che tali
ciminiere, così come gli edifici
destinati ad ospitare la centrale e la linea
elettrica aerea (tralicci alti 33 metri, non
riportati nelle simulazioni visive)
modificheranno pesantemente il
profilo paesaggistico dell'area.
Il SIA non ha nemmeno preso in alcuna
considerazione l'impatto visivo delle serre
(plastica e vetro) che si estenderebbero per
30 ettari, contribuendo a cambiare
radicalmente i connotati del paesaggio.
Milano, 16 aprile 2002 I
Dr. Ing. Roberto Carrara
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