REGIONE LOMBARDIA - LA GIUNTA
DELIBERAZIONE N. VII/6788 Seduta del 9 NOV 2001

Oggetto:
Presa d'atto della comunicazione dell'Assessore Bernardo e dell'Assessore Nicoli Cristiani avente ad oggetto: "Criteri per l'autorizzazione di nuove centrali termoelettriche"

VISTA la comunicazione dell'Assessore Bernardo e dell'Assessore Nicoli Crisiani avente ad oggetto: "Criteri per l'autorizzazione di nuove centrali termoelettriche"

UDITA la discussione che ha fatto seguito alla comunicazione;

VISTO l'art. 5, del regolamento interno di funzionamento della giunta, approvato con DGR 30.10.1998 n. 39199;

DATO ATTO che la presente deliberazione non è soggetta al controllo ai sensi dell'art. 17 della L. 15 maggio 1997, n. 127;

All'unanimità dei voti, espressi nelle forme di legge

D E L I B E R A

di prendere atto della comunicazione sopracitata, allegata alla presente deliberazione, quale parte integrante e sostanziale, unitamente alla documentazione consegnata


ALLEGATO

COMUNICAZIONE DELL'ASSESSORE MAURIZIO BERNARDO E DELL'ASSESSORE
FRANCO NICOLI CRISTIANI ALLA GIUNTA DEL 9.11. 2001, AVENTE PER OGGETTO:


CRITERI PER L'AUTORIZZAZIONE DI NUOVE CENTRALI TERMOELETTRICHE


In conseguenza del d. Igs. 79/99, che ha liberalizzato l'attività di produzione dell'energia elettrica, qualunque soggetto può costruire e gestire una centrale termoelettrica, purchè ottenga le autorizzazioni prescritte.
Nell'attuale contesto normativo, l'autorizzazione delle centrali di potenza superiore ai 300 MW termici compete al Ministero dell'Industria; è prevista tuttavia la valutazione di impatto ambientale ai sensi del dpcm 10 agosto 1988 nr. 377, nella quale la Regione interviene con il proprio parere. Il parere della Regione è espresso, tra l'altro, anche rispetto alla coerenza dell'intervento con i propri strumenti di programmazione (compresi quelli in materia di energia ed inquinamento atmosferico)
Per le centrali con potenza inferiore ai 300 MW termici (soggetti a valutazione di impatto ambientale solo nel caso la potenza elettrica complessiva ecceda i 50 MW) l'autorizzazione compete alle Province.
Considerata l'attuale proliferazione di richieste per l'installazione di nuove centrali di potenza, i due Assessori alle Risorse Idriche e Servizi di Pubblica Utilità ed alla Qualità dell'Ambiente hanno ritenuto necessario elaborare dei criteri comuni per la valutazione dei nuovi impianti termoelettrici, riportati nell'allegato alla presente comunicazione e che saranno utilizzati sia per l'espressione dei parerì di competenza che per il coordinamento delle funzioni delegate alle Province.
Questi criteri costituiscono una sistematizzazione degli indirizzi e delle disposizioni contenute negli strumenti di programmazione in materia di atmosfera e di ambiente, valutati in maniera sinergica rispetto alle implicazioni economiche ed ambientali conseguenti all'installazione di nuove centrali termoelettriche.

L'ASSESSORE A RISORSE IDRICHE E SERVIZI DI PUBBLICA UTILITA'
Maurizio Bernardo
L'ASSESSORE ALLA QUALITA' DELL'AMBIENTE
Franco Nicoli Cristiani



CRITERI PER L'AUTORIZZAZIONE DI NUOVE
CENTRALI TERMOELETTRICHE


PREMESSA


Il d. lgs. 79/99 ha liberalizzato l'attività di produzione dell'energia elettrica: qualunque soggetto può perciò costruire e gestire una centrale termoelettrica, purchè abbia ottenuto le autorizzazioni prescritte.
In particolare, l'attuale legislazione pone in capo allo Stato l'autorizzazione degli impianti di potenza superiore ai 300 MW termici, ed alle Province l'autorizzazione di quelli di potenza inferiore. La Regione è coinvolta in sede di Valutazione di Impatto Ambientale (procedura esperita dal Ministero dell'Ambiente, nell'ambito della quale la Regione dà il proprio parere sugli impianti).
La liberalizzazione ha generato un proliferare di nuove iniziative che tuttavia si trovano, attualmente, in una situazione di sostanziale 'stallo' dal punto di vista autorizzativo. Se infatti il GRTN dichiara di avere ricevuto, sul solo territorio della Lombardia, ben i i nuove richieste di connessione per un totale di 9.280 MW, non è stata ancora data, sino ad ora, alcuna autorizzazione alla costruzione di nuovi impianti. I motivi vanno ricercati senza dubbio nella lunghezza dell'iter autorizzativo, ma anche nella perplessità da parte degli enti competenti, che, pur dovendo valutare singolarmente gli impianti, non possono ignorare la sovrapposizione dei singoli impatti e l'opportunità di consentire, data l'abbondanza dell'offerta, la realizzazione dei progetti che presentano il migliore rapporto tra i costi ambientali ed i benefici.
Dal punto di vista strategico, nell'attuale situazione di carenza dell'offerta energetica l'Italia ha esigenza di sviluppare la propria capacità di produzione, per ridurre la propria dipendenza dall'estero ed assicurare la competitività alle proprie imprese. Se infatti è vero che, in un mercato liberalizzato su scala europea, nulla osta ad importare l'energia necessaria al proprio fabbisogno (importazione peraltro soggetta ai limiti fisici determinati dalle linee di trasmissione), è anche vero che una produzione locale consente una riduzione del costo di vettoriamento con conseguenze positive sul costo complessivo dell'energia. I prezzi al consumo italiani per gli utenti industriali, infatti, sono attualmente al di sopra della media europea: al luglio 2000 ad una media aritmetica italiana sulle diverse tipologie di consumo pari a 188 L/kWh corrispondeva un analogo dato europeo inferiore del 3 1% (13 9,5 L/kWh) e francese ancora più basso (13 0,3 L/kWh).
Questo discorso vale in particolare per la Regione Lombardia, che è in forte deficit di produzione rispetto al fabbisogno interno, con conseguenze di aggravio dei costi e riduzione della competitività delle imprese.


LA SITUAZIONE ENERGETICA DELLA REGIONE LOMBARDIA


La produzione lorda di energia elettrica in Regione Lombardia per l'anno 1999 (ultimo anno per il quale è disponibile un dato ufficiale) ammonta a 41.224 GWh, corrispondenti ad una produzione netta, dedotti i consumi per i servizi ausiliari, di 39.217 GWh. Per contro, il fabbisogno complessivo di energia elettrica ammonta a 58.407 GWh: il 37,7% di tale fabbisogno è stato assicurato pertanto tramite l'importazione da altre Regioni o dall'estero.
Il fabbisogno di elettricità proviene per il 61% dall'industria, per il 20% dal terziario, per il 18% dagli usi civili e per l'I % dall'agricoltura. Il 66% dei consumi di energia elettrica si concentrano nelle tre province di Bergamo, Brescia e Milano.
Negli ultimi 10 anni, si è avuto un incremento dei consumi del 22%; per contro, la produzione regionale è aumentata del 15%, con un conseguente incremento del deficit regionale di energia elettrica.

  

Secondo il GRTN (Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale), sulla base degli attualì trend di crescita è prevedibile che il fabbisogno lombardo complessivo al 2010 ammonterà a 81.500 GWh (+40% rispetto al valore attuale).

PREVISIONI SULLA CAPACITA' PRODUTTIVA AL 2010


Nel 1999, la produzione lombarda netta di energia elettrica è stata assicurata per il 31,7 % (12.426 GWh) da impianti idroelettrici e per il 68,3% (26.791 GWh) da impianti termoelettrici.
Nei prossimi anni è prevedibìle un limitato incremento della produzione idroelettrica e, più in generale, di quella derivante da fonti rinnovabili, oggetto di forte incentivazione nell'ambito delle politiche di riduzione dell'effetto serra. Tuttavia, a causa dei limiti fisici oggettivi esistentì nei settori a maggiore potenzialità economica (in particolare idroelettrico, rifiuti e biomasse) è prevedibile che la capacità di produzione da fonti rinnovabili al 2010 possa difficilmente eccedere i 15.000 GWh (+20% rispetto alla situazione attuale). Sulla base delle previsioni di fabbisogno al 2010 indicate dal GRTN e considerando anche i consumi energetici delle centrali di pompaggio, questo significa che, per raggiungere l'autosufficienza energetica, è necessaria la produzione termoelettrica pari a quasi 70.000 GWh.
Sul lato dell'offerta si rileva quanto segue: il parco termoelettrico esistente è in via di rinnovamento: la maggior parte delle centrali infatti hanno già ottenuto, o hanno in itìnere presso il Ministero dell'Industria richieste di ristrutturazione degli impianti. E' prevedibile pertanto una produzione al 2010 da parte delle centrali esistenti di circa 43.000 GWh: questo dato tiene conto anche di un certo incremento della cogenerazione industriale e civile;
considerando che l'obiettivo prioritario da perseguire è quello di promuovere e sostenere la creazione dì un mercato libero e integrato europeo, pu_ risultare fuorviante fissare in termini rigidi l'offerta aggiuntiva di energia elettrica necessaria a livello regionale per il prossimo decennio. Si rìtiene pertanto più opportuno formulare un orientamento di massima corrispondente ad un target - da considerare in modo flessibile rispetto alle dinamiche di mercato e all'impatto ambientale - intorno al 4.500 MW come necessità di potenza elettrica da installare;
GRTN dichiara di avere ricevuto nuove richieste di connessione per 9.280 MW (17 nuove centrali). La presentazione di una richiesta di allacciamento alla rete, tuttavia, può non significare molto dal punto di vista della reale intenzione di realizzare una centrale: molte richieste possono essere infatti in alternativa, o funzionali ed un semplice studio di fattibilità.

La situazione che risulta agli Uffici regionali è la seguente:

- la Regione Lombardia ha già formulato parere positivo in sede di Valutazione di Impatto Ambientale per due centrali (site a Voghera e Sannazzaro de' Burgondi) per complessivi 1.360 MW;
- 3 centrali (Casei Gerola, Mantova- Enipower, Mantova-IES) per complessivi 1.710 MW sono in fase di istruttoria VIA;
- è pervenuta la richiesta dì avvìo della procedura VIA per ulteriori 8 centrali (Olgiate Olona, Lovere, Mairano, Calvisano, Offlaga e Corbetta, Stezzano, Motta Visconti) per complessivi 4.300 MW.


CRITERI DI VALUTAZIONE PER I NUOVI IMPIANTI
TERMOELETTRICI


Dall'esame della situazione evidenziata per quanto attiene alla produzione di energia elettrica da fonti convenzionali, al fine di assicurare al sistema socio-economico lombardo condizioni infrastrutturali energetiche in grado di sviluppare dinamiche di mercato virtuose e capaci di migliorare la qualità ambientale complessiva, si evince come sia necessario nel medio periodo:

a. ottimìzzare la capacità di trasmissione con i paesi confinanti;
b. accelerare il miglioramento tecnologico degli impianti esistenti;

c. ìncrementare la dotazione di potenza installata con impianti ad alta efficienza energetica ed ambientalmente sostenibili.
Sulla base di queste linee di indirizzo in merito alla valutazione di nuove centrali elettriche si ritiene opportuno adottare criteri di valutazione delle singole proposte che consentano di selezionare le migliori dal punto di vista del rapporto tra costi e benefici economico -ambientale, tenendo conto che l'energia elettrica pu_ essere prodotta solo per l'utilizzo immediato, e le conseguenti emissioni inquinanti sono proporzionali al fabbisogno del sistema socio-economico e non alla capacità produttiva degli impianti disponibili.
Questi criteri, che si collocano a complemento delle valutazìoni in merito all'impatto sulle diverse componenti ambientali, si riferiscono agli impianti alimentati da combustibili convenzionali.
Dal punto di vista programmatorio, infatti, è evidente come gli impìanti alimentati a fonti rinnovabili siano da ritenersì comunque prioritari (compatibilmente con gli obiettivi del Piano di Risanamento della Qualità dell'Aria).
Gli elementi ulteriori su cui basare la valutazione sono i seguenti:

1. ADOZIONE DELLA MIGLIORE TECNOLOGIA DISPONIBILE
Le nuove tecnologie disponibili sul mercato possiedono, rispetto agli impianti esistenti, caratteristiche di minore impatto ambientale e di migliore efficienza energetica; quest'ultima caratteristica concorre, tra l'altro, al conseguimento delle politiche di riduzione delle emissioni climalteranti conseguenti al Protocollo di Kyoto. L'adozione della migliori tecnologie disponibili rappresenta una caratteristica imprescindibile perchè l'impianto possa essere valutato positivamente.

2. COERENZA CON LE ESIGENZE DI FABBISOGNO ENERGETICO E TERMICO DELL'AREA LIMITROFA ALLA CENTRALE

L'impianto può avere impatti economici ed ambientali positivi sull'area limitrofa derivanti dall'erogazione di calore ed energia elettrica ad altri insediamenti, o allo stesso insediamento in cui è inserito.

In particolare si considerano preferenziali i seguenti criteri:

- produzione di calore in cogenerazione

Assumono carattere di priorità assoluta gli impianti di cogenerazione, poichè conseguono, complessivamente, una maggiore efficienza energetica ed una riduzione delle emissioni in atmosfera rispetto alla situazione ex ante.
La cogenerazione assume carattere di significatività maggiore al crescere del rapporto tra l'energia termica cogenerata e quella complessivamente prodotta dall'impianto.
L'eventuale fornitura di calore ad utenze esterne allo stabilimento va adeguatamente documentata, anche tramite accordi già stipulati con le utenze stesse.

- soddisfacimento del fabbisogno di energia elettrica d'area

Le utenze idonee limitrofe alla centrale (nel raggio di circa 40 km) possono avere un beneficio economico, dovuto alla disponibilità sul mercato di una fonte di energia elettrica a minore costo di vettoriamento. Per questo motivo, vanno privilegiati gli impianti situati in contesti particolarmente energivori, per i quali non sia già disponibile una fonte di produzione.
Questo criterio porta a privilegiare la distribuzione della capacità di generazione sul territorio, evitando di concentrare più impianti nella stessa zona e di realizzare impianti di potenzialità eccessiva rispetto al fabbisogno del territorio limitrofo.

3. COERENZA CON LE RETI DI COLLEGAMENTO ENERGIA ELETTRICA METANO
Costituisce criterio di valutazione preferenziale la minimizzazione degli impatti ambientalì delle infrastrutture di collegamento alle reti di trasmissione.
Qualora l'inserimento dell'impianto (in condizioni di funzionamento a pieno carico) nelle reti di distribuzione dell'energia elettrica e/o del metano richieda significativi interventi di adeguamento delle reti, saranno valutati preferenziali gli impianti che presentano coerenza con l'attuale assetto della rete ed i programmi triennali di sviluppo predisposti dal Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale (GRTN).
In tal senso sarebbe auspicabile l'acquisizione, in sede di istruttoria regionale, di un parere del GRTN in merito alla localizzazione dell'impianto ed agli eventuali interventi necessari per il suo inserimento nella rete. A questo fine sarebbe necessario un accordo con il Ministero dell'Industria: GRTN ha infatti l'obbligo di formulare pareri di questa natura a beneficio del Ministero (art. 7 della Convenzione che regola i rapporti tra MICA e GRTN)

4. IMPATTO ECONOMICO ED OCCUPAZIONALE SUL TESSUTO PRODUTTIVO LOCALE
Costituisce criterio preferenziale la funzionalità dell'impianto termoelettrico ad un piano di sviluppo industriale complessivo, che prevede l'utilizzo del calore e dell'energia elettrica prodotti in
altri stabilimenti limitrofi. In questo caso la valutazione deve considerare l'effetto positivo sul tessuto produttivo locale del pìano complessivo.

5. DIVERSIFICAZIONE DELLE FONTI
In coerenza con gli indirizzi nazionali e comunitari, costituisce elemento positivo di valutazione la
diversificazione delle fonti energetiche utilizzate per la produzione termolettrica, purchè vengano
rispettati i criteri di elevata efficienza energetica e compatibilità ambientale degli interventi

6. LOCALIZZAZIONE TERRITORIALE RISPETTO ALLE AREE CRITICHE DEFINITE DAL PIANO REGIONALE DI QUALITA' DELL' ARIA (PRQA)
Per ottemperare alle esigenze di tutela dell'atmosfera, nelle aree indicate dal Piano Regionale per la Qualità dell'Aria come 'critiche, di 'risanamento' e di 'mantenimento' sono considerati valutabili ai fini della produzione di energia elettrica a scopo commerciale gli impianti che corrispondono ai seguenti requisiti:

Zona critica

- Progetti di nuovi impianti, esclusivamente se di potenzialità limitata al fabbisogno energetico del richiedente entro la zona o il comune "critico" in cui si intende realizzare l'impianto stesso;
- Progetti di modifiche sostanziali ad impianti esistenti, esclusivamente se non prevedono un aumento delle emissioni totali annue rispetto a quelle calcolate per l'impianto nella potenzialità e tecnologia precedentì alla modifica, applicando i limiti previsti nel PRQA per l'adeguamento.
Nei casi suddetti per la produzione di energia elettrica devono inoltre essere utilizzati:
- i combustibili gassosi con il minore impatto ambientale;
- la migliore tecnologia disponibile per la produzione dell'energia (ciclo cogenerativo o ciclo integrato);
- la migliore tecnologia disponibile per l'abbattimento delle emissioni generate (deNOx), oppure una tecnologia di combustione che consegua gli stessi limiti di emissione.

Zona di risanamento

- Progetti di impianti che utilizzano la migliore tecnologia disponibile in funzione del combustile utilizzato;
- Progetti dì ìmpianti che utilizzano la migliore tecnologia disponibile di abbattimento delle ernissìoni (deNOx), oppure una tecnologia di combustione che consegua gli stessi limiti di emissione qualora la potenza installata sia superiore a 700 MWt.

Zona di mantenimento

- Progetti di impianti che utilizzano la míglìore tecnologia disponibile in funzione del combustibile utilizzato;
- Progetti di impianti che utilizzano la migliore tecnologia disponibile di abbattimento delle emissioni (deNOx), oppure una tecnologia di combustione che consegua gli stessi limiti di emissione qualora la potenza installata sìa superiore ai 1.400 MWt o che prevedano emissioni di Nox superiori ai 240 Kg/h.


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