Lettere al direttore
INVITO A UN DIBATTITO PUBBLICO PER GLI ASSESSORI REGIONALI BERNARDO E NICOLI CRISTIANI
Le alternative
alle nuove centrali della Bassa
Da più di un anno vediamo contrapposti
ai nostri dati tecnici e alle nostre proposte costruttive e concrete
una marea di bugie e falsità nonché dati non corretti
e deformati, per questo, vista anche la complessità del problema
che merita un approfondimento articolato e una discussione analitica,
non intendiamo in poche righe del suo quotidiano disquisire sulla problematica
energetica ma rimandiamo il tutto ad una serie di dibattiti sul territorio,
con lo scopo di informare i cittadini interessati al problema e di avviare
una serie di proposte costruttive da attuare con azioni ed interventi
concreti. Con la presente vogliamo limitarci, con lonestà
intellettuale, chiarezza, forza morale e passione che ci hanno sempre
contraddistinto, ad invitare «se ne abbiano il coraggio»
lassessore Bernardo e lassessore Nicoli Cristiani ad un
dibattito aperto al pubblico nella Bassa Bresciana in cui si possa discutere
con serenità assieme ai rappresentanti dei Comitati ed amministratori
locali, sulle soluzioni da adottare per la risoluzione al problema del
soddisfacimento del fabbisogno energetico. Oltre a questo, dobbiamo
sottolineare che le nostre proposte tra laltro condivise da innumerevoli
persone ed associazioni, (non ultimo lassessore alle Attività
produttive della Provincia di Brescia, sig. Mattinzoli che ha puntualmente
dichiarato che il deficit relativo al fabbisogno energetico della Provincia
di Brescia con la linea di S. Fiorano da 1.500 Mw è quattro volte
soddisfatto e che quindi non servono nuove centrali nella Bassa, della
stessa linea di pensiero anche autorevoli esponenti della Lega Nord)
sono state inviate parecchi mesi fa al presidente della Regione Formigoni
ed assessore competente Bernardo senza ricevere una risposta al riguardo.
La Confartigianato di Brescia è arrivata a conclusioni similari
«no ai grossi impianti, sì alla microcogenerazione ed allenergia
importata dalla Svizzera» non certo perché è un
covo di tardo ambientalisti, ma ben più semplicemente perché
analizzando il problema con i suoi tecnici ha capito che microcogenerazione
significa costi dellenergia più bassi, dimezzamento dellinquinamento,
nuove commesse e posti di lavoro specializzati per Brescia e non ultimo
(che sarebbe da valutare da parte del mondo politico) ampio consenso
popolare e convergenze politiche. Ai cittadini vogliamo chiarire e comunicare
che di quei 1.500 Mw di energia che verrà importata dallestero
a meno del 50% del costo dellenergia prodotta da centrali da Turbogas
(come conferma lassessore Mattinzoli che risulta essere lunico
politico della maggioranza che ha affrontato il problema seriamente
ed onestamente senza preconcetti e senza larroganza di chi sapendo
che ha il potere, decide sulla testa dei suoi elettori con finalità
non certo trasparenti) le utenze domestiche non ne vedranno nemmeno
un kw e quindi non ne godranno i benefici tariffari; la seconda, che
sono ferme centrali Enel per una potenza di 20.000 Mw più altri
11.000 Mw autorizzati dal ministro Marzano (in grado di soddisfare ampiamente
il fabbisogno energetico senza falsi rischi black out), solo perché
i gruppi industriali privati che si sono buttati a capofitto nel mercato
dellenergia elettrica vogliono realizzare centrali a basso prezzo
e che prima di intraprendere linvestimento, battono cassa al Ministero
delle attività produttive per ottenere «la certezza della
remuneratività dellinvestimento» e cioè finanziamenti
statali a fondo perduto e pagati chiaramente dai contribuenti (alla
faccia dello statalismo si è passati alloligopolio delle
grandi famiglie che con i nostri soldi costruiscono le centrali a loro
piacimento dove vogliono quando vogliono), in tal senso oltre la beffa
di dover contribuire economicamente a realizzare opere non volute e
condivise, linganno dellattuale maggioranza della Regione
Lombardia di avere approvato un piano energetico che contrasta con il
ratificato dal Governo Berlusconi trattato di Kyoto, prevedendo lincremento
delle emissioni di gas serra e non la diminuzione come previsto dallo
stesso. La Regione Lombardia avrebbe potuto predisporre un piano energetico
come quello della Regione Toscana che prevede una diminuzione di gas
serra superiore allobiettivo comunitario (pari a 10.000.000 di
tonnellate di gas serra evitate e senza costruire nuove mega centrali,
ma ricorrendo ad una serie di interventi tra cui la ristrutturazione
delle centrali esistenti, puntare alla maggior efficienza e contenimento
dei consumi energetici, fonti rinnovabili, microcogenerazione e cogenerazione
a servizio delle utenze energivore). Il reale problema oggi, cè
da dirlo a chiare lettere, non è lenergia che comunque
oggi è possibile produrre da innumerevoli fonti (vedasi come
uno degli esempi, i 12.000 Mw della Germania provenienti dal vento e
300 Mw dal sole, contro i 785 Mw e 20 Mw dellItalia! Unarretratezza
che è comune in tutti i campi e che prima o poi pagheremo; un
altro esempio di risparmio delle risorse energetiche sono le caldaie
a condensazione capaci di risparmi per le utenze domestiche pari a 300
euro allanno oltre il beneficio ambientale, con spese iniziali
superiori di circa 1.000 euro e quindi ripagabili in 4 anni, in Italia
coprono il 2% degli apparecchi venduti, in Germania il 50%, in Olanda
l82%), ma sono i cambiamenti climatici dovuti alle emissioni di
gas serra che stanno sconvolgendo il nostro pianeta ed ancor prima il
problema delle risorse idriche che si vanno assottigliando per i consumi
elevati e gli sprechi elevati (la diminuzione dellerogazione di
energia di questo periodo è causata da una diminuzione del rendimento
delle centrali termoelettriche e nucleari per la mancanza di acqua per
il raffreddamento degli impianti correlati alle stesse e non alla mancanza
di nuove centrali). Tale carenza è sentita in tutti i settori,
in primis quello agricolo (già in crisi per altre problematiche
e che comunque come al solito sarà il primo a pagarne le conseguenze
delle politiche territoriali ed ambientali sbagliate). La pianificazione
e le politiche energetiche e territoriali si devono fare con maggior
lungimiranza ed indipendenza, cercando di affrontare i problemi e le
emergenze in maniera non strumentale ma obiettiva, tenendo sempre conto
nelle valutazioni della convenienza economica di una determinata scelta,
della sommatoria dei costi di produzione e costi ambientali presenti
e futuri. Caro assessore Bernardo e presidente Formigoni, i black out
falsi o veri che siano, non serviranno ad offuscare le coscienze dei
cittadini della Bassa e soprattutto degli oltre diecimila cittadini
e 35 sindaci che hanno firmato petizioni o referendum contro le centrali
nel territorio della Bassa Bresciana e che ci tengono al proprio territorio
ed al rispetto della propria autonomia. Per quanto ci riguarda, essendo
fermamente convinti che una democrazia con la «D» maiuscola
si costruisca con il legittimo rispetto ed ascoltando le legittime istanze
dei cittadini non con continue menzogne, se o forse; noi proseguiremo
nella nostra lotta, e sia chiaro fin da ora che se nei salotti della
politica ci sarà qualche imprenditore con la pancia piena e soddisfatto
per laffare fatto, alle prossime elezioni nella Bassa Bresciana
ci sarà un inevitabile sconfitta elettorale per chi non ha saputo
farsi interprete delle legittime e democratiche istanze e richieste
della maggioranza dei cittadini.
Dott.ssa IMMA LASCIALFARI
Mairano
Dott. VINCENZO GARDONI
San Paolo
Dott. FRANCESCO SOLDATI
Calvisano
Ing. G. MARIO TOMASONI
San Paolo
P.i. SERGIO FAVALLI
Offlaga
Dott. GIOVANNI SONCINI
Mairano
Prof. CESIDIO GORLANI
Longhena
per il coordinamento della Bassa Bresciana contro le centrali
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