Venerdì 17 Maggio 2002

 

Un insolito corteo

Nuove centrali: Mairano dice no con bici e trattori

Un serpentone di 3 chilometri ha attraversato mezza Bassa

 

"Un corteo così lungo sulle nostre strade non si era mai visto". E' il commento generalizzato degli anziani di Mairano, che domenica scorsa hanno sgranato gli occhi vedendo sfilare un piccolo e pacifico esercito in sella a 500 silenziose biciclette, ma anche a bordo di una settantina di carri agricoli trainati da pesanti e rumorosi trattori.Accompagnato dalla musica della banda di Mairano, il corteo era stato organizzato per sottolineare il deciso "no" alle centrali termoelettriche previste in vari punti della Bassa, e in particolare a quella che la società "S.o.l.e." vorrebbe allestire proprio a Mairano: un impianto da 400 Megawatt.I partecipanti al corteo si sono mossi alle 14.30 da Pievedizio, e hanno percorso circa 30 chilometri di strade pianeggianti prima della conclusione, fissata alle 17.30 nel centro del paese. La teoria di biciclette e trattori, che in alcuni momenti hanno dato vita a un serpentone lungo tre chilometri, si è snodata attraverso il territorio di Azzano Mella, Capriano (qui ai manifestanti sono stati offerti assaggi di prodotti tipici), Corticelle, Boldeniga, Quinzanello, Barbariga, Frontignano e Longhena. E alla fine i manifestanti hanno attraversato il centro di Mairano concludendo la dimostrazione, promossa in difesa del territorio e della salute dei cittadini, nella piazza davanti alla chiesa e al municipio. "Noi dei comitati di Mairano, Longhena, Offlaga e di altri gruppi della Bassa bresciana - spiegano gli organizzatori - desideriamo che esca la verità in merito alla pericolosità delle centrali e alla loro reale necessità. Una verità che deve essere sottolineata prima di rovinare uno dei territori più fertili d'Europa, che i nostri agricoltori con sapiente maestria sanno coltivare producendo energia vitale per tutti. Siamo convinti che con una riconversione delle già esistenti centrali dell'Enel, con un uso più razionale dell'energia e con una più diffusa microgenerazione non sia più necessaria la costruzione di nuovi impianti.

Riccardo Caffi

 


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