Sabato 15 Giugno 2002

 

Tre le richieste avanzate. Entro 5 mesi la decisione
Saglia, per Brescia una centrale elettrica


BRESCIA - Entro 5 mesi si saprà dove, come, quando e perchè verrà realizzata la nuova centrale termoelettrica bresciana. La conferma viene da Stefano Saglia, parlamentare di An e membro della Commissione Attività Produttive della Camera, ospite nei giorni scorsi al Rotary Brescia Sud Est di Montichiari per una conferenza sul tema "I servizi pubblici locali e il mercato energetico". Servizi migliori a tariffe minori, intesi come "utilities", cioè acqua, riscaldamento, trasporti, energia. In un Paese che consuma più energia di quanta ne produce - dipendente all'80% del fabbisogno dall'importazione di petrolio - se per migliorare i servizi occorre privatizzare, per ridurre le tariffe è necessario liberalizzare. E in una provincia altamente energivora (grande consumatrice) come Brescia, con un deficit energetico stimato intorno ai 1300-1400 Mgw, le centrali termoelettriche sono un argomento di urgente attualità, oltre che di cogente necessità. Saglia, responsabile di An per l'industria e l'energia - presentato dal presidente del Club, Francesco Puccio - ha svolto una relazione che, oltre alla sintesi, ha avuto il pregio della chiarezza. Il consumo di energia elettrica della provincia di Brescia - la più energivora d'Europa data la nutrita presenza di imprese sidermetallurgiche e di seconda fusione - è di 11 miliardi di kwh all'anno. Si può capire allora, ha spiegato il relatore, la ragione per cui sono state presentate al Ministero tre domande per altrettante nuove centrali turbogas. Si tratta di Offlaga, dove l'Asm ha chiesto di realizzare una centrale da 800 Mgw (inizialmente prevista in 1600 ma poi dimezzata, come ha confermato nel dibattito Elio Tomasoni, direttore generale della municipalizzata); di Mairano, dove la società Sole ha presentato un progetto per una centrale da 400 Mgw raffredata ad aria; e infine di Calvisano dove la Seb, società presieduta da Aldo Artioli, intenderebbe costruire una centrale da 400 Mgw raffreddata ad acqua. E' opinione condivisa, ha precisato il parlamentare, che per Brescia sia sufficiente un impianto termoelettrico. Ma dove? «Sulla localizzazione non mi pronuncio - ha precisato Saglia - poichè la scelta dipenderà, oltre che dalla presenza di acqua e dalla vicinanza del metanodotto, dalla prossimità della rete di distribuzione. Posso però dire fin d'ora che entro cinque mesi conosceremo il destino delle tre domande. Occorre però subordinare la realizzazione di nuove centrali a tre condizioni: la compensazione ambientale, la fideiussione bancaria rilasciata dalla società richiedente, il vincolo che i benefici energetici ricadano in via preliminare sul territorio circostante». Il parlamentare ha insistito su altri temi prioritari dell'agenda energetica. «Occorre fare giustizia - ha detto - di molti superficiali pregiudizi contro le centrali termoelettriche, che ad oggi costituiscono il modo più ecologicamente compatibile per produrre energia. Non tutti sanno che secondo la Ue, il mix ottimale di fonti energetiche è dato da un 30% di idrocarburi, 30% carbone e 30% energia elettrica. L'Italia è invece pericolosamente esposta e sbilanciata, poichè dipende per l'80% dall'importazione di idrocarburi». Una politica energetica coerente è parte essenziale di una politica industriale conseguente. Non va dimenticato che il costo dell'energia elettrica in Italia, avendo il nostro Paese rinunciato al nucleare, è quasi doppio rispetto all'Europa. Rispondendo agli interventi, Saglia ha precisato che il modo migliore per incentivare il ricorso alle energie rinnovabili è la leva fiscale in luogo del contributo diretto. Il dibattito seguito alla relazione ha affrontato anche i temi del biodiesel, dell'elettrodotto di San Fiorano (attualmente viene utilizzato in modo parziale), della centrale Asm di Offlaga. Brescia è comunque ben posizionata. L'Asm è competitiva in materia energetica, ha concluso Saglia, e il recente decreto sblocca-centrali darà alla nostra provincia la possibilità di aumentare l'offerta per compensare il deficit energetico, nel rispetto dell'ambiente e delle aspettative di tutela del territorio. Alessandro Cheula


http://www.giornaledibrescia.it/giornale/2002/06/15/45,ECONOMIA/T4.html


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