Lunedì 15 Aprile 2002

 

Stasera assemblea a Mairano
Dibattiti e firme contro la centrale termoelettrica


Questa sera, a Mairano, assemblea pubblica organizzata dal «Comitato per la salute e l’ambiente di Mairano» nei locali della scuola elementare. Argomento: i rischi - dicono gli organizzatori - cui si andrebbe incontro se venisse realizzata la centrale termoelettrica da 400 megawatt di cui si parla da tempo. A questa serata sono stati invitati Marco Caldiroli, di Medicina democratica di Milano, Davide Ferrari, assessore all’Ambiente di Borgo San Giacomo, don Alessandro Lovati, parroco di Faverzano, e i rappresentanti dei comitati «Contro le centrali» della Bassa bresciana. Accanto agli incontri pubblici, in questi giorni è partita anche una raccolta di firme contro le centrali, «raccolta che - a quanto riferisce Gabriele Pellegrini, portavoce del coordinamento dei Gruppi ambientalisti e Legambiente Bassa Bresciana – sta andando molto bene». É lo stesso Pellegrini che, in queste assemblee, spiega come «l’alternativa alle grandi centrali termoelettri esiste ed è già praticata: si chiama uso razionale dell’energia, ovvero uso di tecnologie di armonia anziché uso di tecnologie di potenza. Brescia è superenergivora, principalmente per via dell’alto grado di industrializzazione e, naturalmente, per i consumi residenziali. La nostra proposta consiste nella cosiddetta “micro-generazione-diffusa”, cioè nella realizzazione di decine di migliaia fra piccoli e medi interventi fra ammodernamenti e nuovi impianti su infrastrutture produttive (agricoltura, industria e terziario), sociali, residenziali, incrementando così l’eco-efficienza, dando opportunità vere per centinaia di nuovi posti di lavoro puliti e non alienanti. Ciò consentirebbe di produrre merci con meno energia e quindi meno emissioni atmosferiche e più competitività». Per Asm e Cogeme, prosegue Pellegrini, «si possono aprire spazi di mercato interessanti insieme ad altre decine di seri imprenditori pubblici o privati in un contesto provinciale di condivisione e cooperazione diffusa evitando i traumi generati dalle megacentrali che emettono quantità di ossidi di azoto e di carbonio». Lo dimostrano anche i dati forniti dalla società che vorrebbe costruire questa centrale nella Bassa bresciana. (mtm)

http://www.giornaledibrescia.it/giornale/2002/04/15/08,CRONACA/T3.html


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