Giovedì 13 Giugno 2002

MAIRANO. Si allarga il fronte anti-impianti e decolla il comitato di irriducibili «Tora,tora,tora»
Pronti a tutto contro le centrali

L’assessore Mantelli dice no e rilancia: «Soluzione possibile»


di Riccardo Caffi


Solita cornice di trattori e schieramento potenziato di forze dell'ordine per l'assemblea pubblica sul tema delle centrali termoelettriche indetta a Mairano dal Comitato per l'ambiente e la salute. Ad affiancare i militari di Dello e del comando di Verolanuova sono giunti una decina di carabinieri da Bolzano e un funzionario da Roma, che hanno tuttavia trascorso una serata tranquilla, perché l'affollata assemblea si è svolta in ordine.
Ma non sarà sempre così, se la realizzazione delle contestatissime centrali non verrà fermata: si starebbe infatti organizzando (il primo nucleo a San Paolo) il comitato «Tora, tora, tora», composto da chi non intende accettare compromessi ed è deciso ad opporsi anche fisicamente agli impianti.
Nessuno si augura che si arrivi a tanto, anzi l'assessore provinciale all'Agricoltura, Giampaolo Mantelli, affermando di essere personalmente contrario alle centrali, si è dichiarato ottimista sulla possibilità di motivare il no agli insediamenti in pianura e sul buon esito della posizione assunta dai sindaci dei 35 comuni della Bassa, che sostengono la necessità di una pianificazione dei bisogni enegetici e dell'uso del territorio.
«Le preoccupazioni dei sindaci sono diventate le proccupazioni nostre - ha assicurato Mantelli -; il loro documento contro le centrali è un atto pesante. In questa materia non servono delibere di carattere politico, ma carte che parlino chiaramente. Per quel che mi riguarda - ha aggiunto - l'assessorato provinciale all'Agricoltura sta portando avanti pareri molto determinati in senso negativo. Fra non molto avremo gli atti di tutti gli assessorati della Provincia interessati al problema e da essi deriverà la posizione di Giunta».
Comitati per l'ambiente e minoranze politiche vorrebbero però conoscere da subito l'orientamento di palazzo Broletto e soprattutto quello della Regione in merito al futuro, agricolo o industriale, di questo angolo di pianura che resta tra i più fertili. I comitati, dopo mesi di mibilitazione, hanno ormai portato all'attenzione di politici e amministratori dati che fanno riflettere sull'impatto ambientale provocato dalle centrali termoelettriche e il coro dei no si estende coinvolgendo la sinistra e la destra, ma anche il clero e le organizzazioni sindacali.
Dal senatore Guglielmo Castagnetti, che non potendo intervenire all'assemblea, ha inviato al comitato di Mairano un biglietto di auguri per il successo della lotta intrapresa, all'ambientalista Marino Ruzzenenti, all'assessore Mantelli, al consigliere regionale Mirko Lombardi, ai rappresentanti sindacali della Coldiretti e della Cgil, al consigliere provinciale Mario Braga, tutti i relatori hanno sottolineato come il territorio della Bassa (e in generale tutto il territorio bresciano) subisca le conseguenze inquinanti di un secolo di industrializzazione e sia ancora terra di conquista, proprio perché manca una seria programmazione.
«Nel '99 - ha spiegato il sindaco di San Paolo, Fausto Gardoni, intervenendo al dibattito - il mio comune è stato contattato per una proposta di centrale. Abbiamo risposto con un deciso no. Tre anni dopo ci troviamo circondati da centrali, a dimostrazione di come i nostri comuni restano scollegati. Siamo la provincia che produce più latte - ha proseguito Gardoni -, ma anche quella che consuma più energia, che brucia più rifiuti, che ha più cave. Che fare? L'unica ricetta è pianificare».
A conclusione il portavoce dei circoli Legambiente della Bassa bresciana, Gabriele Pellegrini, ha chiesto in particolare a Mantelli di far pressione sul sindaco di Mairano, affinché la popolazione del paese possa esprimere con un referendum la contrarietà alla centrale di 400 megawatt ipotizzata.

 


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