Convegno al Metef. L’assessore rivendica la
competenza regionale nella localizzazione delle
turbine
«Centrali, non decidono le
lobbies»
Nicoli Cristiani: «Se l’impianto
sarà uno solo, la sede ideale è
Mairano»
MONTICHIARI - «Le lobbies,
appunto perchè tali, hanno il difetto di fare i
conti senza l’oste: nella loro boriosa
sufficienza, dimenticano sovente che l’ultimo
parere in fatto di centrali elettriche spetta alla
Regione, parere per giunta vincolante, e poichè
a me piace tenere conto più delle esigenze
popolari che delle necessità dei potentati,
sappiano le lobbies che l’Assessorato regionale
all’ecologia sarà per loro uno scoglio
durissimo».
Franco Nicoli Cristiani, assessore regionale
all’Ecologia ospite ieri mattina a Montichiari
per il convegno conclusivo del Metef su
«Metallurgia e sviluppo sostenibile», ha
scelto la tribuna del Centro Fiera e l’invito
di Enzo Cibaldi, presidente del Comitato promotore,
per chiarire alla platea bresciana il proprio punto
di vista sulla «vexata quaestio» delle
centrali elettriche turbogas.
Ma a quali lobbies allude, assessore? «A quelle
tecnocratiche nazionali e a quelle burocratiche
europee - ha risposto Nicoli -ma pure a quelle
democratiche, anzi demagogiche, locali, affette da
sindrome da onnipotenza: ebbene, poichè le
lobbies non godono propriamente della mia simpatia,
si sappia che il rapporto col mio assessorato non
sarà per loro un idillio». La questione
è nota, ed è emersa con chiarezza al
convegno grazie anche agli interventi dei
parlamentari Stefano Saglia, Adriano Paroli e Franco
Tolotti, sollecitati dal moderatore Elia Zamboni,
vicedirettore del Sole 24 Ore. Eccola: una sola
centrale in provincia di Brescia, ma dove? Offlaga o
Mairano? Una sola centrale, ma quale? Quella
dell’Asm di Offlaga da 800 MW e raffreddamento
ad acqua, o quella più avanzata prevista a
Mairano dalla Sole (Società lombarda energia) da
400 MW? Nicoli Cristiani non fa distinzioni. Ma se un
distinguo fosse proprio necessario, cioè se si
dovesse scegliere, per lui il progetto più
affidabile dal punto di vista tecnico, logistico,
territoriale e ambientale è senz’altro
quello di Mairano. Perchè? «Per il fatto
che è una centrale turbogas raffreddata ad
acqua, il che significa minor consumo e quindi minori
costi, come in Inghilterra dove tutte le nuove
centrali sono raffreddate ad acqua poichè,
essendo il Regno Unito un’isola, l’acqua
è il bene più prezioso che esista». Ma
Mairano, con i suoi 400 MW, non è sufficiente
per una provincia energivora come Brescia.
«Certo - prosegue Nicoli - ma il fabbisogno per
Brescia è di 1.200 MW, non 2.800 come si
vorrebbe far credere con i sei progetti di centrali
ipotizzate per una provincia che, sia pure
energivora, non necessita certo di una simile
capacità produttiva... Vero è piuttosto che
due centrali a distanza di pochi chilometri
l’una dall’altra sarebbero un evidente
controsenso. Comunque si parla già sin
d’ora, se non di una sola centrale, almeno di
una sola sottostazione per Offlaga e Mairano».
Significa che l’altra centrale si farà a
Calvisano? «Calvisano ha grossissimi problemi di
tutela ambientale, l’incognita ecologica in
quella zona è ancora da verificare
attentamente». Secondo Nicoli, infine,
c’è un altro importante aspetto della
questione, forse decisivo. «Si tratta
dell’ elettrodotto, cosa assai più
difficile da realizzare rispetto a una centrale
elettrica: ebbene, una linea di portanza esiste
già, ed è quella di Caorso che passa a
Mairano...». Caorso? «Sì, Caorso, la
centrale nucleare purtroppo mai ultimata, il cui
elettrodotto, comunque connesso alla rete, viene
utilizzato in modo non continuativo: la sua vicinanza
a Mairano fa di questa località
l’ubicazione più idonea per una centrale a
metano». Anche Offlaga è vicina.
«Certo, anche Offlaga resta una localizzazione
logisticamente adatta per un impianto turbogas, il
modo più ecologico per produrre energia
elettrica e la tecnologia ad oggi meno impattante
sull’ambiente. Per ciò non capisco chi
vaneggia di mucche che non fanno più il latte e
di galline che non fanno più le uova: vadano a
Ostiglia, in piena zona di
produzione del parmigiano reggiano, a vedere la
centrale non a gas ma a nafta, cioè olio
pesante, che là funziona da quarant’anni
senza nuocere né alle mucche, né alle
galline e nemmeno al parmigiano».
Alessandro Cheula
http://www.giornaledibrescia.it/giornale/2002/05/12/43.pdf
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