Un documento dei parroci della zona
interessata
Il «no» dei
sacerdoti
OFFLAGA - Sul progetto di costruzione di alcune
centrali termoelettriche nella Bassa bresciana,
intervengono anche i sacerdoti dei paesi interessati.
«Proposta di riflessione in merito alle centrali
della Bassa» è questo il titolo scelto per
il documento assai critico nei confronti
dell’ipotesi industriale, un documento che
presto verrà diffuso nelle diverse
comunità, sottoscritto da don Claudio
Andreoletti, curato di Borgo S. Giacomo, don Amatore
Guerini parroco di Mairano, don Alessandro Lovati,
parroco di Faverzano, don Sergio Mariotti, parroco di
Offlaga, don Domenico Paini curato di Manerbio e da
don Gabriele Scalmana incaricato per la Pastorale del
Creato nella Diocesi di Brescia. Due pagine fitte
indirizzate alla società civile, alla
comunità cristiana, alle autorità ed ai
comitati locali e nelle quali è forte il
richiamo ed una gestione responsabile della natura in
quanto «dono di Dio» e bene prezioso per
l’umanità, sottolineando la necessità
di rifiutare uno sviluppo che «distrugga
ulteriormente il capitale naturale consegnatoci dalla
storia». «La fede cristiana parte
dall’affermazione "Credo in Dio, Padre
onnipotente, creatore e signore del cielo e della
terra" - si legge nel documento -. È
un’affermazione impegnativa che ci obbliga ad
accogliere la natura non come possesso, ma come dono
da gestire responsabilmente». Segue quindi
l’invito alle autorità a non rispondere
alla mera logica del denaro. «Il fatto che le
centrali o le cave siano una buona fonte di entrate
pecuniarie per le casse comunali, non è una
ragione sufficiente per accettarle». Il
documento prosegue poi con il sostegno ai diversi
Comitati di tutela sorti spontaneamente sul
territorio al fine di contrastare i progetti
industriali sulle centrali, subordinandolo al fatto
che la loro azione «non si limiti ad una pura
protesta contro le scelte delle autorità» e
che venga condotta nel rispetto della legalità.
Due, infine, le tappe proposte dai presbiteri per
un’azione efficace: la cancellazione dei
progetti di centrali termoelettriche attualmente
proposti, alla quale dovrebbero invece corrispondere
programmi alternativi di risparmio ed una
valorizzazione del territorio e, in secondo luogo,
nel caso le centrali fossero realizzate, puntare ad
un loro ridimensionamento e «ad una gestione
pubblica, anche all’interno delle aziende
private, di tutti i sistemi di controllo delle
emissioni e dei danni ambientali, ben sapendo che
sarebbe piuttosto ingenuo lasciare che il controllato
sia anche il controllore dei propri dati».
Stefania Brunelli
http://www.giornaledibrescia.it/giornale/2002/04/12/16,BASSA_BRESCIANA/T20.html
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