Venerdì 12 Aprile 2002



Un documento dei parroci della zona interessata
Il «no» dei sacerdoti



OFFLAGA - Sul progetto di costruzione di alcune centrali termoelettriche nella Bassa bresciana, intervengono anche i sacerdoti dei paesi interessati. «Proposta di riflessione in merito alle centrali della Bassa» è questo il titolo scelto per il documento assai critico nei confronti dell’ipotesi industriale, un documento che presto verrà diffuso nelle diverse comunità, sottoscritto da don Claudio Andreoletti, curato di Borgo S. Giacomo, don Amatore Guerini parroco di Mairano, don Alessandro Lovati, parroco di Faverzano, don Sergio Mariotti, parroco di Offlaga, don Domenico Paini curato di Manerbio e da don Gabriele Scalmana incaricato per la Pastorale del Creato nella Diocesi di Brescia. Due pagine fitte indirizzate alla società civile, alla comunità cristiana, alle autorità ed ai comitati locali e nelle quali è forte il richiamo ed una gestione responsabile della natura in quanto «dono di Dio» e bene prezioso per l’umanità, sottolineando la necessità di rifiutare uno sviluppo che «distrugga ulteriormente il capitale naturale consegnatoci dalla storia». «La fede cristiana parte dall’affermazione "Credo in Dio, Padre onnipotente, creatore e signore del cielo e della terra" - si legge nel documento -. È un’affermazione impegnativa che ci obbliga ad accogliere la natura non come possesso, ma come dono da gestire responsabilmente». Segue quindi l’invito alle autorità a non rispondere alla mera logica del denaro. «Il fatto che le centrali o le cave siano una buona fonte di entrate pecuniarie per le casse comunali, non è una ragione sufficiente per accettarle». Il documento prosegue poi con il sostegno ai diversi Comitati di tutela sorti spontaneamente sul territorio al fine di contrastare i progetti industriali sulle centrali, subordinandolo al fatto che la loro azione «non si limiti ad una pura protesta contro le scelte delle autorità» e che venga condotta nel rispetto della legalità. Due, infine, le tappe proposte dai presbiteri per un’azione efficace: la cancellazione dei progetti di centrali termoelettriche attualmente proposti, alla quale dovrebbero invece corrispondere programmi alternativi di risparmio ed una valorizzazione del territorio e, in secondo luogo, nel caso le centrali fossero realizzate, puntare ad un loro ridimensionamento e «ad una gestione pubblica, anche all’interno delle aziende private, di tutti i sistemi di controllo delle emissioni e dei danni ambientali, ben sapendo che sarebbe piuttosto ingenuo lasciare che il controllato sia anche il controllore dei propri dati». Stefania Brunelli

 

http://www.giornaledibrescia.it/giornale/2002/04/12/16,BASSA_BRESCIANA/T20.html



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