Venerdì 12 Aprile 2002

 

Lettera del presidente Bettoni alla Provincia ed ai Comuni
Unione agricoltori contro le centrali


BRESCIA - «Il mondo agricolo manifesta la propria perplessità e soprattutto la preoccupazione per la sorte delle imprese, sia per il coinvolgimento di fatto del territorio agricolo (requisizione delle aree) che per la compromissione futura dell'attività produttiva (caduta di polveri, cambiamento del micro-clima, riduzione della capacità irrigua)». Francesco Bettoni, presidente dell'Unione Agricoltori, interviene sulla richiesta di installazione di alcune centrali termoelettriche nella Bassa con una lettera inviata al presidente della Provincia, Cavalli, agli assessori Cossu e Mattinzoli, al presidente della Conferenza dei Sindaci, Paiardi, ai sindaci di Villachiara, Borgo San Giacomo, Offlaga, Mairano e Calvisano. Le recenti vicende legate all’area «Caffaro» di Brescia, d’altra parte, - si legge nella lettera - supportano tali preoccupazioni considerato che, in conseguenza dell'inquinamento da PCB, le aziende agricole sono assoggettate a restrizioni della capacità produttiva». «La Provincia di Brescia, inoltre, - sottolinea Bettoni - conosce altre situazioni preoccupanti di compromissione del territorio: basti pensare alle aree inquinate nei Comuni di Odolo, Castegnato, Passirano o, ancora, ai seri problemi di inquinamento da polveri sottili». «Sicuramente l’attuale progresso tecnologico garantisce sistemi più sicuri per la produzione di energia probabilmente idonei, ma non in una provincia che, già sta sopportando una situazione preoccupante, a livello di guardia». «Pensando - osserva Bettoni - a quella che potrà essere la produzione agricola per il prossimo futuro, che sta virando verso la produzione con certificazione di qualità e verso l'agricoltura biologica, si corre il grave rischio che i prodotti di certe aree non possano soddisfare i requisiti di qualità. Occorre inoltre pensare che l’Italia è deficitaria non solo di energia ma anche di prodotti agro-alimentari». Nella conclusione della lettera, l'Unione Agricoltori chiede che in tutti i livelli della pianificazione le aree a vocazione agricola, ormai sempre più ridotte, siano considerate patrimonio comune da salvaguardare e che la localizzazione di opere con rilevante impatto ambientale sia condizionata anche alla salvaguardia della produttività agricola della zona. «La difesa e tutela delle aree agricole infine non deve essere solo obiettivo delle imprese agrarie - conclude Francesco Bettoni - poichè salvaguardare le condizioni della produzione agricola significa inevitabilmente garantire la sicurezza alimentare».

http://www.giornaledibrescia.it/giornale/2002/04/12/16,BASSA_BRESCIANA/T2.html



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