Domenica 10 novembre 2002

 

LETTERE AL DIRETTORE

ENERGIA
Una legge sbagliata

È con amarezza, essendo cittadino di Offlaga, come ha ampiamente argomentato Don Sergio Mariotti con la sua lettera pubblicata la settimana scorsa, che mi accingo ad aggiungere alcune considerazioni sulle centrali, alimentando il dibattito che questa rubrica da mesi sostiene, tant’è che noi «Quelli della centrale» iniziamo a leggere il Giornale dall’ultima pagina. La Camera dei Deputati ha presentato l’indagine conoscitiva del settore energia dove emerge, quanto noi da mesi sosteniamo, in Italia non esiste un pericolo di black-out energetico, perché la capacità di generazione di 70.000 Mw è largamente in eccesso rispetto alla domanda di punta (+24%). La mancanza di un Piano Energetico Nazionale, la confusione di cifre tra «Disponibilità complessiva» e «Capacità di generazione» e qualche centrale Enel in manutenzione ha contribuito notevolmente verso la fine del 2001 ad affermare che in Italia ci fosse questo pericolo. Per questo motivo, il Ministro Marzano, con urgenza il 07.02.2002 ha varato un decreto legge con la finalità di evitare, come dice il preambolo della legge «L’imminente pericolo di interruzione di fornitura di energia elettrica su tutto il territorio nazionale». Le Regioni, subito dopo il varo del decreto legge in questione, avevano subito sollevato delle obiezioni, sostenendo l’incostituzionalità della legge, perché questa andava a legiferare su materia di competenza regionale in contrasto al capitolo V, articolo 117 della Costituzione Italiana. In pratica non spetta al Governo, disciplinare le procedure autorizzatorie delle centrali termoelettriche ma deve interessare la Regione competente. Il decreto «sblocca centrali», così chiamato perché facilita e rende più veloce l’iter per le autorizzazioni alla costruzione di nuove centrali termoelettriche (vista la necessità cosi impellente di nuova energia, per evitare di restare al freddo d’inverno oppure non permettere alla massaia di usare la lavatrice), fonde le sue premesse su valutazioni totalmente false ed in netto contrasto con i dettami regionali. Riteniamo ci siano le condizioni per indurre il Governo a ritirare immediatamente la legge Marzano. La Regione Lombardia, tornata a pieno titolo ad essere determinante in materia di energia, predisponga un Piano Energetico Regionale, blocchi le procedure di nuovi insediamenti e se risultasse, nella peggiore delle ipotesi, che mancassero Mw (cosa improbabile, considerate le autorizzazioni già date), favorisca la riconversione e la bonifica delle centrali esistenti che consentirebbero di incrementare notevolmente la produzione di energia elettrica senza inquinare altri siti, sfregiare altri territori e penalizzare altre popolazioni. Sempre più determinati e convinti presenteremo queste proposte presso le sedi Istituzionali competenti, nella speranza che siano accolte, il nostro impegno sarà sempre maggiore affinché non sarà data giustizia all’espressione quasi unanime di un’intera comunità, contraria alla realizzazione sul suo territorio, di una centrale termoelettrica. SERGIO FAVALLI

presidente del Comitato contro la centrale

Offlaga


http://www.giornaledibrescia.it/giornale/2002/11/10/51,LETTERE/T2.html



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