Venerdì 10 Maggio 2002



Questi i criteri regionali
Ecco il testo della delibera lombarda sull’intricata questione


Nell’attuale contesto normativo - si legge nella delibera regionale sui criteri di valutazione per l’impatto delle centrali elettriche - l’autorizzazione delle centrali di potenza superiore ai 300 MW termici compete al Ministero dell’industria; è prevista tuttavia la valutazione di impatto ambientale ai sensi del dpcm 10 agosto 1988 nr. 377, nella quale la Regione interviene con il proprio parere. Il parere della Regione è espresso, tra l’altro, anche rispetto alla coerenza dell’intervento con i propri strumenti di programmazione. Per le centrali con potenza inferiore ai 300 MW termici l’autorizzazione compete alle Province. Considerata l’attuale proliferazione di richieste per l’installazione di nuove centrali di potenza, i due assessori alle Risorse Idriche e Servizi di Pubblica Utilità ed alla Qualità dell’Ambiente hanno ritenuto necessario elaborare dei criteri comuni per la valutazione dei nuovi impianti termoelettrici. Il decreto legislativo 79/99 ha liberalizzato l’attività di produzione dell’energia elettrica: qualunque soggetto può perciò costruire e gestire una centrale termoelettrica, purché abbia ottenuto le autorizzazioni prescritte. In particolare, l’attuale legislazione pone in capo allo Stato l’autorizzazione degli impianti di potenza superiore ai 300 MW termici, ed alle Province l’autorizzazione di quelli di potenza inferiore. La Regione è coinvolta in sede di Valutazione di Impatto Ambientale, procedura esperita dal Ministero dell’ambiente, nell’ambito della quale la Regione dà il proprio parere sugli impianti. La liberalizzazione ha generato un proliferare di nuove iniziative che tuttavia si trovano, attualmente, in una situazione di sostanziale «stallo» dal punto di vista autorizzativo. Se infatti il Grtn dichiarava di avere ricevuto, sul solo territorio della Lombardia, ben 17 nuove richieste di connessione per un totale di 9.280 MW non è stata ancora data, sino ad ora, alcuna autorizzazione alla costruzione di nuovi impianti. Dal punto di vista strategico, nell’attuale situazione di carenza dell’offerta energetica l’Italia ha esigenza di sviluppare la propria capacità di produzione, per ridurre la propria dipendenza dall’estero ed assicurare la competitività alle proprie imprese. Se infatti è vero che, in un mercato liberalizzato su scala europea, nulla osta ad importare l’energia necessaria al proprio fabbisogno (importazione peraltro soggetta ai limiti fisici determinati dalle linee di trasmissione), è anche vero che una produzione locale consente una riduzione del costo di vettoriamento con conseguenze positive sul costo complessivo dell’energia. I prezzi al consumo italiani per gli utenti industriali, infatti, sono attualmente al di sopra della media europea: al luglio 2000 ad una media aritmetica italiana sulle diverse tipologie di consumo pari a 188 L/kWh corrispondeva un analogo dato europeo inferiore del 31% (139,5 L/kWh) e francese ancora più basso (130,3 L/kWh). Questo discorso vale in particolare per la Regione Lombardia, che è in forte deficit di produzione rispetto al fabbisogno interno, con conseguenze di aggravio dei costi e riduzione della competitività delle imprese. La situazione energetica della regione Lombardia - La produzione lorda di energia elettrica in Regione Lombardia per l’anno 1999 (ultimo anno per il quale è disponibile un dato ufficiale) ammonta a 41.224 GWh, corrispondenti ad una produzione netta, dedotti i consumi per i servizi ausiliari di 39.217 GWh. Per contro, il fabbisogno complessivo di energia elettrica ammonta a 58.407 GWh: il 37,7% di tale fabbisogno è stato assicurato pertanto tramite l’importazione da altre regioni o dall’estero. Il fabbisogno di elettricità proviene per il 61% dall’industria, per il 20% dal terziario, per il 18% dagli usi civili e per l’1% dall’agricoltura. Il 66% dei consumi di energia elettrica si concentrano nelle tre province di Bergamo, Brescia e Milano. Negli ultimi 10 anni si è avuto un incremento dei consumi del 22% per contro, la produzione regionale è aumentata del 15%, con un conseguente incremento del deficit regionale di energia elettrica. Secondo il Grtn (Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale) sulla base degli attuali trend di crescita è prevedibile che il fabbisogno lombardo complessivo al 2010 ammonterà a 81.500 GWh (+40% rispetto al valore attuale). L’impianto può avere impatti economici ed ambientali positivi sull’area limitrofa derivanti dall’erogazione di calore ed energia elettrica ad altri insediamenti o allo stesso insediamento in cui è inserito. In particolare si considerano preferenziali i seguenti criteri: produzione di calore in cogenerazione. Assumono carattere di priorità assoluta gli impianti di cogenerazione poiché conseguono, complessivamente, una maggiore efficienza energetica ed una riduzione delle emissioni in atmosfera rispetto alla situazione ex ante. Soddisfacimento del fabbisogno di energia elettrica d’area. Le utenze idonee limitrofe alla centrale (nel raggio di circa 40 km) possono avere un beneficio economico, dovuto alla disponibilità sul mercato di una fonte di energia elettrica a minore costo di vettoriamento. Per questo motivo, vanno privilegiati gli impianti situati in contesti particolarmente energivori, per i quali non sia già disponibile una fonte di produzione. Questo criterio porta a privilegiare la distribuzione della capacità di generazione sul territorio, evitando di concentrare più impianti nella stessa zona e di realizzare impianti di potenzialità eccessiva rispetto al fabbisogno. Costituisce criterio di valutazione preferenziale la minimizzazione degli impatti ambientali delle infrastrutture di collegamento alle reti di trasmissione. Costituisce criterio preferenziale la funzionalità dell’impianto termoelettrico ad un piano di sviluppo industriale complessivo, che prevede l’utilizzo del calore e dell’energia elettrica prodotti in altri stabilimenti limitrofi. La presentazione di richiesta di allacciamento alla rete può non significare molto dal punto di vista della reale intenzione di realizzare una centrale: molte richieste possono essere infatti in alternativa o funzionali ed un semplice studio di fattibilità. La Regione Lombardia ha già formulato parere positivo in sede di Valutazione di Impatto Ambientale per due centrali (site a Voghera e Sannazzaro de’ Burgondi) per complessivi 1.360 MW; 3 centrali (Casei Gerola, Mantova-Enipower, Mantova-Ies) per complessivi 1.710 MW sono in fase di istruttoria Via; è pervenuta la richiesta di avvio della procedura Via per ulteriori 8 centrali (Olgiate Olona, Lovere, Mairano, Calvisano, Offlaga e Corbetta, Stezzano, Motta Visconti) per complessivi 4.300 MW. Questi, in sostanza, i maggiori criteri della delibera regionale sulla valutazione delle richieste per le centrali elettriche.

http://www.giornaledibrescia.it/giornale/2002/05/10/18,PRIMO_PIANO/T2.html


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