Il presidente della Provincia invita a non tifare e
a valutare con scientificità. Ribadisce le sue
perplessità sul poco tempo per decidere
Cavalli: «Sei mesi sono
pochi per un sì»
«Sia a titolo personale
che come presidente della Provincia, non mi iscrivo
né al partito dei professionisti del no né
al partito dei professionisti del sì, riguardo
alla questione delle centrali elettriche...». Il
presidente della Provincia, Alberto Cavalli, indica
subito i pericoli da evitare sul dibattito delle
centrali elettriche. Il pericolo sono le tifoserie,
le curve nord delle centrali e le curve nord degli
ecologismi di giornata, non certo della cultura
ecologica. Nell’attuale legislazione, la
Provincia rimane responsabile delle autorizzazioni
per le centrali elettriche con potenza inferiore ai
300 MW, ma rimane nella Conferenza dei servizi. Al
Presidente Cavalli rivolgiamo alcune domande sulla
questione. Presidente, intanto cosa ne pensa?
«Ripeto, e non lo dico per sfuggire al tema: non
sono di quelli che dicono no alle strade e alle
metropolitane, alle centrali e agli aeroporti. Non
c’è dubbio che il nostro territorio abbia
bisogno di recuperare un deficit di infrastrutture di
cui ci lamentiamo ogni giorno e che noi paghiamo con
costi in vite umane sui luoghi di lavoro e sulle
strade. Neppure sono per il partito dei sì,
perchè qui, sulla questione delle centrali
elettriche, ci sono legittimi ma parziali interessi
legittimi; ritenendo assodato che i nostri
imprenditori hanno costi di produzione, sotto certi
aspetti, più alti dei loro concorrenti, sia
riguardo all’energia sia riguardo al deficit
delle strutture della mobilità». Presidente
Cavalli qual è e quale sarà il ruolo della
Provincia di Brescia? «Abbiamo visto che la
conversione del decreto legge Marzano in Parlamento,
ha riconfermato il ruolo della Provincia e dei
Comuni, attribuendo un parere che non è
decisivo. Ma un parere motivato è sempre in
grado di pesare molto nella Conferenza dei
Servizi». Come si sta attrezzando,
concretamente, l’Am ministrazione provinciale
sulle diverse domande presentate per le centrali
elettriche? «Abbiamo avviato degli studi
specifici, dobbiamo dotarci di qualche elemento di
valutazione generale. Penso a studi che possano
istruirci esattamente sulla quantità necessaria
di energia elettrica nella nostra provincia; a studi
per formulare ulteriori criteri per la localizzazione
di eventuali centrali. Perchè, se è vero
come è vero che dobbiamo comprare energia dalla
Russia all’Africa, dalla Francia alla Svizzera,
resta da dimostrare e rendere comprensibile ai
cittadini, con numeri certi, quale sia la effettiva
misurabile energia indispensabile al territorio
bresciano». Presidente Cavalli, cosa dice di
tutte quelle domande collocate nella pianura
bresciana? «Ci troviamo di fronte a un accumulo
di domande che non rispondono, tutte insieme, alla
effettiva misurabile necessità di ulteriore
energia nel Bresciano. Nell’ambito della
Conferenza di Servizi per le domande a Offlaga,
Mairano, Calvisano, abbiamo sottolineato la
necessità di prevedere gli effetti complessivi
di queste centrali, così tante e così
vicine in un’area omogenea come la Bassa.
Queste tre domande non possono essere valutate
separatamente, debbono essere valutate tutte assieme.
Infatti ci potrebbe essere una sommatoria degli
effetti. Nella Conferenza dei servizi abbiamo
sollevato anche questo problema, evidenziando la
necessità che i progetti presentati vengano
integrati da una serie di valutazioni specifiche,
dall’impatto ambientale alle emissioni in aria,
dall’impatto acustico al tema
dell’approvvigionamento dello scarico idrico,
alle conseguenze sulla viabilità».
Presidente Cavalli, che tipo di rapporto intende cr
eare con le Amministrazioni comunali, direttamente o
indirettamente interessate all’installazione di
una centrale elettrica? «Vogliamo svolgere un
ruolo attivo, non caratterizzato da pregiudizi, in
base al principio che le valutazioni dovranno essere
le più trasparenti. È importante offrire il
massimo di comunicazione perchè i cittadini
siano informati dei caratteri dell’iniziativa,
evitando le strumentalizzazioni; evitando
enfatizzazioni o mascheramenti. Intendiamo anche
svolgere un ruolo di coordinamento pure dei Comuni
che non sono direttamente interessati agli impianti.
Del resto, la preoccupazione è certamente dei
cittadini dove si propongono le centrali elettriche,
ma è anche più diffusa, dai Comuni
limitrofi a quelli più lontani». Presidente
Cavalli, ci si risente dopo la prossima Conferenza
dei Servizi, a fine estate, rimanendo dentro tutti i
fatidici 180 giorni per la decisione? «Vorrei
sollevare un’osservazione che mi ha colpito:
questa Conferenza di Servizi è affrontata con
serietà dal Governo. Alla Conferenza
c’è mezzo consiglio dei ministri: il
Ministero delle attività produttive,
dell’ambiente, dei beni culturali, della
salute, della difesa, degli interni. Sono presenti
tutti i dicasteri che possono essere toccati dalla
questione. Soprattutto non sono state Conferenze dei
servizi preconfezionate. Anche se dispiace
sottolineare di nuovo che il termine dei 180 giorni
è troppo breve. L’ho ribadito anche in
sede di Conferenza: il tempo è troppo stretto
per esprimere il parere». «Attenzione -
conclude il presidente Cavalli - il passaggio dalle
carte ai fatti non è così semplice. Il
confronto non si conclude con le autorizzazioni
ministeriali. Nel tema dell’informazione dei
cittadini ci deve essere l’informazione sui
benefici: i benefici delle imprese, la vitalità
del sistema economico, più posti di lavoro, la
riduzione dei costi dei prodotti industriali in
generale e la riduzione dei costi in specifico delle
famiglie; ancora, la realizzazione di opere utili
alla comunità, che si possono fare
all’interno dei piani economico-finanziari che
reggono queste opere. Fermo restando che la mia
valutazione complessiva rimane quella iniziale: io
non ho sposato, come cittadino e come presidente
della Provincia, né il partito dei sì
né il partito dei no». (t.
za.)
http://www.giornaledibrescia.it/giornale/2002/05/10/18,PRIMO_PIANO/T3.html
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