Mairano, i sindaci cercano una
via d’uscita
MAIRANO - Il sindaco di Mairano, Marco Quadrini
prende la questione dall’inizio e cerca di
persuadere tutti, non solo all’interno del suo
comune, che ci può essere una via d’uscita
vantaggiosa complessivamente per il territorio
riguardo al tema delle centrali di energia elettrica.
«A Mairano - dice Quadrini - da parte della
società proponente, la Società Lombarda
Energia, nella primavera dell’anno scorso,
è arrivata una proposta per una centrale. Ho
subito organizzato una riunione della maggioranza,
quindi della maggioranza e della minoranza insieme.
Abbiamo costituito una commissione con consiglieri di
maggioranza e con la rappresentanza di tutte le
minoranze, assistiti dall’aiuto di alcuni
tecnici designati dall’Amministrazione
comunale. Il fine, la valutazione dei contenuti della
proposta. Eravamo in fase di lettura generale del
problema, c’era un progetto di massima e
volevamo capire cosa fosse». Al momento della
richiesta, precisa il sindaco Quadrini, si era in
regime del decreto Bersani, che lascia al Comune il
parere vincolante su tali richieste. A febbraio viene
approvato il decreto Marzano, convertito in legge il
9 aprile. Il decreto Marzano ha come base
amministrativa la premessa di un fabbisogno
energetico, avverte sul rischio black out,
perciò dichiara tali impianti di pubblica
utilità, uniformandosi al Progetto Obbiettivo
del ministro Lunardi. «E cioè - spiega
Quadrini - il processo autorizzatorio passa al
governo centrale, il metodo è quello della
Conferenza di Servizi con parere obbligatorio del
Comune, ma non più vincolante. Anzi, gli unici
pareri vincolanti sono quelli dei ministeri e della
Regione. Questa stravolge la procedura. Il decreto
Marzano rispetto ai due anni di tempo previsti dal
decreto Bersani, limita tutto in180 giorni, dal
deposito da parte del proponente dello studio di
impatto ambientale. I Comuni hanno davanti un decreto
che toglie loro potere e li vincola a risposte in
tempi precisi» Per di più, aggiunge il
sindaco di Mairano, lo svolgimento della Conferenza
dei Servizi si svolge in base alla legge 241 del
’90, la quale recita pressocchè
testualmente all’articolo 14, che tutti i
soggetti al tavolo della Conferenza dei Servizi, che
esprimano un dissenso, debbono fare sì che tale
dissenso sia confortato da tutte le motivazioni e le
modifiche procedurali affinchè il dissenso
diventi assenso. «Ho convocato i sindaci del
nostro territorio - spiega Quadrini - i sindaci di
Dello, Azzano, Capriano, Barbariga, Corzano,
Brandico, Longhena, l’assessore regionale
all’Ambiente, il quale ha potestà di un
parere vincolante, affinchè da questi Comuni
esca una voce univoca e un indirizzo alla Regione e
al Ministero in termini di un progetto territoriale e
non di singola municipalità. Non è
pensabile che siano calati cinque progetti tutti
nella Bassa. Ho sollecitato i colleghi per unirsi ad
una valutazione la più ampia possibile, convinto
che isolatamente si perda. E isolatamente si perda di
vista un progetto generale per la nostra terra che
non si basi esclusivamente sul tema delle centrali ma
si apra a leggere il nostro destino sociale in
termini più vasti. Questa sera sera ho convocato
la commissione e il Comitato. Riferirò sui
lavori della Conferenza dei Servizi. La presidente
del Comitato per la salute e l’ambiente di
Mairano, Imma Lascialfari non ci sta ad abbassare la
guardia: «Noi siamo usciti con una lettera al
sindaco, aperta alla cittadinanza, in cui chiediamo
un referendum consultivo sulla centrale e la revoca
della delibera del 20 giugno del 2001 in cui in una
Giunta di quattro assessori, assente il sindaco, ha
espresso parere favorevole all’inizio
dell’iter per lo studio di un possibile
insediamento della centrale. Io ho comprato un anno
fa la casa a Mairano, se l’avessi saputo di
questo pericolo della centrale non l’avrei
comprata. Così è per la mia vicepresidente
e la mia segretaria. Aggiungo che il comitato si
batte per la salute. Tutti i medici che ho contattato
mi dichiarano, informalmente, che questi insediamenti
fanno molto male alla salute. Ma quando li chiamiamo
pubblicamente nessun medico è disposto. Abbiamo
chiesto al prof. Umberto Veronesi e al ministro della
Sanità di illuminarci sulla questione. Non ci
hanno ancora risposto. La nostra richiesta al sindaco
è chiara: facciamo il referendum e si ritiri la
delibera dell’inizio dell’iter per la
centrale». (t.z)
http://www.giornaledibrescia.it/giornale/2002/05/09/16,PRIMO_PIANO/T4.html
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