Giovedì 9 maggio 2002


Mairano, i sindaci cercano una via d’uscita



MAIRANO - Il sindaco di Mairano, Marco Quadrini prende la questione dall’inizio e cerca di persuadere tutti, non solo all’interno del suo comune, che ci può essere una via d’uscita vantaggiosa complessivamente per il territorio riguardo al tema delle centrali di energia elettrica. «A Mairano - dice Quadrini - da parte della società proponente, la Società Lombarda Energia, nella primavera dell’anno scorso, è arrivata una proposta per una centrale. Ho subito organizzato una riunione della maggioranza, quindi della maggioranza e della minoranza insieme. Abbiamo costituito una commissione con consiglieri di maggioranza e con la rappresentanza di tutte le minoranze, assistiti dall’aiuto di alcuni tecnici designati dall’Amministrazione comunale. Il fine, la valutazione dei contenuti della proposta. Eravamo in fase di lettura generale del problema, c’era un progetto di massima e volevamo capire cosa fosse». Al momento della richiesta, precisa il sindaco Quadrini, si era in regime del decreto Bersani, che lascia al Comune il parere vincolante su tali richieste. A febbraio viene approvato il decreto Marzano, convertito in legge il 9 aprile. Il decreto Marzano ha come base amministrativa la premessa di un fabbisogno energetico, avverte sul rischio black out, perciò dichiara tali impianti di pubblica utilità, uniformandosi al Progetto Obbiettivo del ministro Lunardi. «E cioè - spiega Quadrini - il processo autorizzatorio passa al governo centrale, il metodo è quello della Conferenza di Servizi con parere obbligatorio del Comune, ma non più vincolante. Anzi, gli unici pareri vincolanti sono quelli dei ministeri e della Regione. Questa stravolge la procedura. Il decreto Marzano rispetto ai due anni di tempo previsti dal decreto Bersani, limita tutto in180 giorni, dal deposito da parte del proponente dello studio di impatto ambientale. I Comuni hanno davanti un decreto che toglie loro potere e li vincola a risposte in tempi precisi» Per di più, aggiunge il sindaco di Mairano, lo svolgimento della Conferenza dei Servizi si svolge in base alla legge 241 del ’90, la quale recita pressocchè testualmente all’articolo 14, che tutti i soggetti al tavolo della Conferenza dei Servizi, che esprimano un dissenso, debbono fare sì che tale dissenso sia confortato da tutte le motivazioni e le modifiche procedurali affinchè il dissenso diventi assenso. «Ho convocato i sindaci del nostro territorio - spiega Quadrini - i sindaci di Dello, Azzano, Capriano, Barbariga, Corzano, Brandico, Longhena, l’assessore regionale all’Ambiente, il quale ha potestà di un parere vincolante, affinchè da questi Comuni esca una voce univoca e un indirizzo alla Regione e al Ministero in termini di un progetto territoriale e non di singola municipalità. Non è pensabile che siano calati cinque progetti tutti nella Bassa. Ho sollecitato i colleghi per unirsi ad una valutazione la più ampia possibile, convinto che isolatamente si perda. E isolatamente si perda di vista un progetto generale per la nostra terra che non si basi esclusivamente sul tema delle centrali ma si apra a leggere il nostro destino sociale in termini più vasti. Questa sera sera ho convocato la commissione e il Comitato. Riferirò sui lavori della Conferenza dei Servizi. La presidente del Comitato per la salute e l’ambiente di Mairano, Imma Lascialfari non ci sta ad abbassare la guardia: «Noi siamo usciti con una lettera al sindaco, aperta alla cittadinanza, in cui chiediamo un referendum consultivo sulla centrale e la revoca della delibera del 20 giugno del 2001 in cui in una Giunta di quattro assessori, assente il sindaco, ha espresso parere favorevole all’inizio dell’iter per lo studio di un possibile insediamento della centrale. Io ho comprato un anno fa la casa a Mairano, se l’avessi saputo di questo pericolo della centrale non l’avrei comprata. Così è per la mia vicepresidente e la mia segretaria. Aggiungo che il comitato si batte per la salute. Tutti i medici che ho contattato mi dichiarano, informalmente, che questi insediamenti fanno molto male alla salute. Ma quando li chiamiamo pubblicamente nessun medico è disposto. Abbiamo chiesto al prof. Umberto Veronesi e al ministro della Sanità di illuminarci sulla questione. Non ci hanno ancora risposto. La nostra richiesta al sindaco è chiara: facciamo il referendum e si ritiri la delibera dell’inizio dell’iter per la centrale». (t.z)


http://www.giornaledibrescia.it/giornale/2002/05/09/16,PRIMO_PIANO/T4.html



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