Giovedì 4 Aprile 2002



Via libera definitivo del Governo
Il decreto Marzano sblocca-centrali: quattro i progetti in «pole position»



Il decreto Marzano ha schiacciato nel Bresciano un interruttore virtuale da 6000 megawatt: a tanto ammonta la potenza delle centrali termoelettriche ipotizzate. Progetti che potranno da oggi godere della corsia preferenziale offerta dal Dpr approvato in via definitiva. Si apre dunque la controversa scorciatoia burocratica nella corsa all’«oro» elettrico. Nella prima fase della liberalizzazione del mercato energetico, il governo fisserà dei tetti massimi per i nuovi impianti che, secondo le anticipazioni, per Brescia non supererà i 2000 megawatt. Tradotto in siti produttivi, significano tre-quattro centrali al massimo.
Il decreto tuttavia offre pari opportunità ai competitori: a prescindere dallo stato di avanzamento delle procedure, tutti i promotori delle centrali in discussione potranno optare per il nuovo iter che prevede un periodo compreso fra i 3 e i 7 mesi per ottenere i permessi e concedere al ministero la facoltà di autorizzare le opere anche contro il parere degli enti locali.
Ma quali e soprattutto a che punto del cammino procedurale sono le centrali bresciane? Ad Offlaga Asm International Power ed Ansaldo propongono con un investimento di 1800 miliardi di lire, una centrale da 1560 mgw di potenza nell’area ex Busseni. Il Via, ovvero la valutazione di impatto ambientale, è ferma al ministero dell’Ambiente che a causa del cambio del governo, ha dovuto modificare la commissione nominata prima dell’avvento del centrodestra.
La task-force di esperti nominata dal comune, sta già lavorando sullo studio di fattibilità mentre sono stati avviati rilievi tecnici. L’amministrazione ha espresso un parere favorevole di massima ma non viene escluso a priori il ricorso al referendum. In istruttoria e al ministero anche la centrale da 400 mgw di Bedizzole, che avrebbe voluto realizzare la Seb, società nata dalle ceneri della Epi, titolare della prima domanda di concessione. Il progetto è pendente a Roma nonostante il no ufficiale del Comune, che ora potrebbe essere superato dalle prerogative del decreto Marzano.
Con un impianto gemello a quello di Bedizzole la Seb è in lista anche a Mezzane di Calvisano dove deve battere però la concorrenza della cordata formata dalla West Energy di Pisogne e la Sageter controllata da Cogeme intenzionate ad attivare una centrale a Malpaga. Entrambi i progetti sono in fase preliminare.
La Giunta, sotto la spinta di un movimento di protesta, ha deliberato di non voler ospitare gli impianti. Salgono invece le quotazioni della centrale da 400 mgw prevista a Mairano, su iniziativa della società Sole. La Cogeme ha avviato un’indagine per un impianto di 400 mgw da costruire a Borgo San Giacomo, mentre sono solo a livello di contatti le trattative aperte a San Paolo, finito nel mirino della Foster Wheeler che ha presentato da tempo la domanda al gestore.
A Lovere infine, appena oltre il confine di Brescia, la Lucchini è impegnata nella realizzazione di una centrale a turbogas. Nello Scarpa

 


       <-- Articoli