Via libera definitivo del Governo
Il decreto Marzano
sblocca-centrali: quattro i progetti in «pole
position»
Il decreto Marzano ha schiacciato nel Bresciano un
interruttore virtuale da 6000 megawatt: a tanto
ammonta la potenza delle centrali termoelettriche
ipotizzate. Progetti che potranno da oggi godere
della corsia preferenziale offerta dal Dpr approvato
in via definitiva. Si apre dunque la controversa
scorciatoia burocratica nella corsa
all’«oro» elettrico. Nella prima fase
della liberalizzazione del mercato energetico, il
governo fisserà dei tetti massimi per i nuovi
impianti che, secondo le anticipazioni, per Brescia
non supererà i 2000 megawatt. Tradotto in siti
produttivi, significano tre-quattro centrali al
massimo.
Il decreto tuttavia offre pari opportunità ai
competitori: a prescindere dallo stato di avanzamento
delle procedure, tutti i promotori delle centrali in
discussione potranno optare per il nuovo iter che
prevede un periodo compreso fra i 3 e i 7 mesi per
ottenere i permessi e concedere al ministero la
facoltà di autorizzare le opere anche contro il
parere degli enti locali.
Ma quali e soprattutto a che punto del cammino
procedurale sono le centrali bresciane? Ad Offlaga
Asm International Power ed Ansaldo propongono con un
investimento di 1800 miliardi di lire, una centrale
da 1560 mgw di potenza nell’area ex Busseni. Il
Via, ovvero la valutazione di impatto ambientale,
è ferma al ministero dell’Ambiente che a
causa del cambio del governo, ha dovuto modificare la
commissione nominata prima dell’avvento del
centrodestra.
La task-force di esperti nominata dal comune, sta
già lavorando sullo studio di fattibilità
mentre sono stati avviati rilievi tecnici.
L’amministrazione ha espresso un parere
favorevole di massima ma non viene escluso a priori
il ricorso al referendum. In istruttoria e al
ministero anche la centrale da 400 mgw di Bedizzole,
che avrebbe voluto realizzare la Seb, società
nata dalle ceneri della Epi, titolare della prima
domanda di concessione. Il progetto è pendente a
Roma nonostante il no ufficiale del Comune, che ora
potrebbe essere superato dalle prerogative del
decreto Marzano.
Con un impianto gemello a quello di Bedizzole la Seb
è in lista anche a Mezzane di Calvisano dove
deve battere però la concorrenza della cordata
formata dalla West Energy di Pisogne e la Sageter
controllata da Cogeme intenzionate ad attivare una
centrale a Malpaga. Entrambi i progetti sono in fase
preliminare.
La Giunta, sotto la spinta di un movimento di
protesta, ha deliberato di non voler ospitare gli
impianti. Salgono invece le quotazioni della centrale
da 400 mgw prevista a Mairano, su iniziativa della
società Sole. La Cogeme ha avviato
un’indagine per un impianto di 400 mgw da
costruire a Borgo San Giacomo, mentre sono solo a
livello di contatti le trattative aperte a San Paolo,
finito nel mirino della Foster Wheeler che ha
presentato da tempo la domanda al gestore.
A Lovere infine, appena oltre il confine di Brescia,
la Lucchini è impegnata nella realizzazione di
una centrale a turbogas. Nello Scarpa
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