Giovedì 3 Ottobre 2002 |
Lettere al
direttore
Più volte mi è capitato sul suo giornale di
leggere articoli di qualche rappresentante di
società economiche o politico che faceva i conti
su quanta potenza e quante centrali si sarebbero
dovute fare nella Bassa Bresciana, quasi a voler
convincere i lettori che fosse scontata e
indispensabile l’esigenza di costruire nel
territorio bresciano localizzandola nella Bassa
Bresciana una mega centrale termoelettrica;
arrogandosi in maniera un po’ presuntuosa una
competenza e potere non proprio o comunque non
supportato dai necessari studi complessivi
preordinati alla valutazione del fabbisogno
energetico lombardo. C’è prioritariamente
da chiarire che l’organo a cui compete la
pianificazione di questa esigenza è la Regione
Lombardia che deve provvedere alla realizzazione di
un Piano energetico regionale (che per brevità
chiamerò Per), questo risultato non è
scontato in quanto vige tuttora la legge Marzano i
cui obiettivi erano e sono quelli di una
liberalizzazione senza pianificazione delle esigenze
energetiche, delle autorizzazioni di mega centrali
con potenza superiore ai 200 megaWatt, quindi si
è arrivati a ottenere il diritto alla
pianificazione grazie all’azione determinante
dei Comitati cittadini e dei gruppi ambientalisti,
nonché all’impegno e al buonsenso di
alcuni politici da sinistra a destra. C’è
inoltre da ricordare che inizialmente gli unici
politici e soggetti economici che esternavano
dichiarazioni ai mass media in maniera ripetuta e
martellante erano concentrati a fare passare una tesi
di black out energetico e di necessità di tre
mega centrali senza nessun supporto tecnico di valore
e titolato; si è detto successivamente di un
presunto fabbisogno di nuove centrali da costruire di
4500 megaWatt di cui 800 megaWatt per la provincia di
Brescia, questo dato è inesatto anche in
funzione della mancata considerazione della base
stessa del Per, ossia il Prgramma energetico
regionale, che evidenzia tutti i dati e le
conseguenti proposte da sottoporre
all’Amministrazione regionale per la relativa
adozione del Per. Il Programma energetico esiste agli
atti della Regione Lombardia consultabile e
scaricabile dal sito internet della Regione Lombardia
www.regione.lombardia.it) ed esistono anche delle
linee guida per l’adozione del Per, tali
documenti evidenziano varie proposte che giungono
comunque a definire nelle due ipotesi dei tecnici
regionali (scenario obiettivo e naturale) un surplus
di produzione di energia al 2010 (+11,3 per cento o +
6 per cento) senza la realizzazione di nuove centrali
oltre quelle già autorizzate. In tale proposta
si evidenzia un incremento del 100% della produzione
di energia elettrica proveniente da centrali
termoelettriche al 2010 e una possibilità di
ridurre le emissioni di inquinanti di solo 1/3
rispetto a quanto previsto dal ratificato Trattato di
Kyoto (legge 1 giugno 2002 n. 120). Senza entrare
troppo nel dettaglio, il programma energetico
evidenzia che al 2010 per gli interventi in atto
diventeremo esportatori di energia. Un bel risultato
che a qualcuno non basta; l’assessore regionale
all’Ambiente, Franco Nicoli Cristiani, nelle
proprie stime paradossalmente non ha considerato i
dati della programmazione regionale né le tutele
sanitarie e al territorio e nemmeno il ratificato dal
Governo Berlusconi Trattato di Kyoto, ma anche
considerando tal ipotesi di maggior esigenza
energetica, ci troveremmo con un deficit del 13,1 per
cento al 2010. L’energia prodotta sommata alla
quota vincolata con contratti a lungo termine di
energia importata dall’estero (pari al 10 per
cento dell’esigenza energetica) garantirebbe il
presunto maggior fabbisogno energetico al 2010 con
stime di crescita energetica grtn; comportanto
però un aumento delle emissioni di gas serra e
degli inquinanti nel territorio lombardo e non una
diminuzione come previsto dalle leggi vigenti, quindi
entrando palesemente in contrasto con norme vigenti
dello Stato e comunitarie, a meno che ipocritamente
si intenda penalizzare la regione Lombardia già
pesantemente inquinata, con l’acquisto di
diritti di emissione dei gas serra inquinanti
(cioè facendo diminuire le emissioni in altri
Stati o in altre regioni e migliorando
l’ambiente di qualche altro territorio estero
peggiorando pesantemente il nostro), un bel risultato
sarebbe per l’Assessorato regionale
all’ambiente. Rimane da puntualizzare che il
presidente della Giunta regionale, Roberto Formigoni,
ben più saggiamente e con cognizione di causa,
nonché confortato dai dati tecnici della Regione
e dal Programma energetico, ha dichiarato in una
conferenza stampa del 6 agosto 2002 le linee guida
del Per tra cui l’intenzione di arrivare al
2010 con un deficit del 10 per cento nella produzione
energetica rispetto al 38 per cento attuale, quindi
confermando lo scenario naturale indicato nel
programma energetico regionale e dimostrando una
più credibile e obiettiva proposta
pianificatoria che oltre i 2030 megaWatt autorizzati
non dovrebbe prevedere nell’intera regione
Lombardia la realizzazione di nuove centrali;
cercando quindi di conciliare l’esigenza di
energia crescente e a minor prezzo con la tutela dei
territori e della salute dei suoi abitanti, cioè
quello che chiedono i cittadini della Bassa
Bresciana. Dobbiamo tutti riflettere a questo punto
se valga la pena di costruire nuove mega-centrali che
non servono alla regione Lombardia né ai
cittadini ivi residenti ma al portafoglio di qualche
società, dopo tutto si parla di migliaia di
miliardi di vecchie lire, oppure chiedersi ancora se
valga la pena di continuare in una politica
ambientale scellerata che di volta in volta sacrifica
interi territori o persone (caso pcb Caffaro, caso
Passirano ed Odolo, inquinamento da polveri pm10 in
città oltre le soglie di attenzione e di
allarme, raddoppio dei tumori infantili nel giro di
un anno nel Bresciano, primato nella classifica dei
tumori in Italia, ecc.), o se sia più giusto
ritenere che la condizione essenziale dello sviluppo
sia la centralità dell’uomo, la sua salute
e quindi la sostenibilità dello sviluppo stesso
nei confronti dell’ambiente e di tutti gli
esseri viventi. Lancio un invito a tutte le forze
politiche a ogni livello affinché
approfondiscano in maniera obiettiva la problematica
energetica e gli studi agli atti della Regione
Lombardia, al fine di giungere a una serena scelta
legittima e condivisa, soprattutto da chi la
dovrà subire, e non ad inseguire come alcuni
(fortunatamente pochi) politici stanno facendo da un
po’ di tempo a questa parte, l’interesse
esclusivo di qualche soggetto economico occupato a
fare soldi gadagnando sui costi ambientali che le
comunità interessate ed un eventuale
insediamento dovrebbero pagare. Geom. PAOLO CHINNICI Manerbio http://www.giornaledibrescia.it/giornale/2002/10/03/49,LETTERE/T3.html
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