Offlaga (Asm), Mairano (Sole), Calvisano (Seb):
progetti per 2400 Mgw con investimenti per 1,2
miliardi di €
Con tre nuove centrali
elettriche Brescia autonoma
BRESCIA - «Una buona notizia per Brescia, la
sua industria in generale e la sua siderurgia in
particolare - dice Giuseppe Pasini, presidente di
Federacciai e amministratore delegato della Feralpi
di Lonato, a proposito del decreto legge "sblocca
centrali" approvato dalla Camera la settimana scorsa
- una decisione attesa per la quale dobbiamo
ringraziare sopratutto il ministro Antonio Marzano,
alla cui dimostrata sensibilità in materia
energetica la elettrosiderurgia italiana deve un
meritato plauso». «Certo si dovrà
tenere conto anche del parere dei Comuni la cui
disponibilità, come noto e come è
immaginabile, non è sempre nè certa nè
immediata - dice con scrupolo legalitario Aldo
Artioli, presidente della Seb (Società Elettrica
Bresciana) e presidente della Aso di Ospitaletto -
anche se va ricordato, sempre in punto di diritto,
che il decreto di cui si parla riguarda le centrali
al di sopra dei 300 megawatt di potenza, come è
il caso delle centrali previste a Brescia, mentre al
di sotto l'autorizzazione è in capo alle
Provincie». Artioli allude implicitamente alla
fallimentare esperienza dell'Epi (Energia per
l'industria), promotrice alcuni anni fa di una
analoga iniziativa per la realizzazione di una
centrale a Bedizzole, successivamente abbandonata per
l'intransigente opposizione del Comune e della stessa
comunità locale. TRE SU SEI - Nel senso che su
sei progetti per altrettante centrali termoelettriche
ipotizzate in provincia di Brescia, tre sono quelli
formalmente presentati e istruiti dal Ministero delle
Attività Produttive. Progetti che potranno
fruire delle accelerazioni previste dal citato
decreto legge "sblocca centrali" messo a punto dal
Ministero per le Attività Produttive e approvato
la settimana scorsa. Si tratta delle centrali
proposte e progettate a Calvisano dalla Seb
(Società elettrica bresciana), a Offlaga da una
associazione formata da Ansaldo-Asm-International
Power, e a Mairano dalla Sole, Società lombarda
energia. Per la cronaca, le tre ancora a livello di
ipotesi sono quelle localizzate a Lovere dal gruppo
Lucchini e a Pisogne dalla West Energy, società
presieduta da Franco Polesel che ha presentato un
secondo progetto sempre a Calvisano. Allo stato delle
cose, sono le prime tre a trovarsi in pole position
per la costruzione di impianti nei prossimi anni,
tutti ubicati nella Bassa bresciana dove sembrano
coesistere le tre essenziali condizioni
infrastrutturali per la realizzazione di impianti
termoelettrici: l'abbondanza di acqua, la presenza di
gas metano (nella fattispecie il metanodotto della
Snam), la vicinanza di elettrodotti. Si tratta di
condizioni minimamente necessarie anche se non sempre
sufficienti poichè, come fa notare Giancarlo
Montini, consulente della Sole, sono numerosi e
complessi i problemi tecnici posti dalla
realizzazione di centrali termoelettriche di media e
grande potenza. «Ferma restando in ogni caso -
precisa l'onorevole Stefano Saglia, responsabile
dell'Ufficio industria ed energia di Alleanza
Nazionale - l'attenzione prioritaria alla tutela
dell'ambiente e l'assoluta affidabilità delle
nuove tecnologie, il cui impatto ambientale è di
gran lunga più compatibile rispetto alle vecchie
tipologie". La "scossa" attesa a Brescia non
sarà dunque da 3200 Mgw, come sarebbe nel caso
di approvazione delle sei ipotizzate centrali,
bensì da 2400 Mgw. Tre impianti su sei significa
infatti un impegno finanziario di 2400 miliardi
rispetto ai 3200 iniziali. Ciò perchè -
essendo il costo di impianto pari a 1 miliardo a
megawatt (500mila euro) e assommando a 2400 Mgw la
potenza complessiva delle tre centrali -
l'investimento totale richiesto sarà nell'ordine
di 2400 miliardi (1200 milioni di euro). QUALI
CENTRALI - Ma come saranno in dettaglio i tre
impianti? Quello proposto dalla Seb a Calvisano
è frutto di una lunga gestazione iniziata con 5
anni fa con la Epi a Bedizzole. Si tratta di una
centrale alimentata a gas metano della potenza di 400
Mgw che dovrebbe utilizzare tecnologia Foster Weehler
- ma su questo punto Artioli è possibilista -
che dispone dell'area idonea. Fanno parte della Seb,
oltre ai citati Artioli e Pasini, una quindicina di
società "energivore" bresciane (grandi
consumatrici di energia) appartenenti ai settori
elettivi della manifattura bresciana quali il
siderurgico, il metallurgico, il meccanico e il
tessile (dalla Lonati all'Alfa Acciai, dalla Filartex
di Palazzolo alla Metra di Rodengo Saiano). Il
progetto più ambizioso per capacità
produttiva è quello che dovrebbe sorgere a
Offlaga ad opera di un consorzio formato da Asm di
Brescia, Ansaldo di Genova e International Power di
Londra. Si tratta di una megacentrale da 1600 Mgw
alla cui realizzazione gli inglesi della
International Power forniranno i capitali, i genovesi
dell'Ansaldo la tecnologia e l'Asm di Renzo Capra il
know how gestionale. La stessa Asm è oggi
impegnata nella ristrutturazione della centrale
termoelettrica di Ponti sul Mincio - detenuta al 50%
con la municipalizzata di Verona - portandola da una
capacità di 240 Mgw a 380 Mgw. I BRESCIANI DELLA
SOLE - Ma la novità più inaspettata è
costituita dalla Sole, controllata dalla Trafigura
Italia di Milano, società guidata da Gianni
Locatelli (ex direttore Sole 24Ore ed ex direttore
della Rai-Tv), controllata a sua volta dalla
Trafigura BV, holding di diritto olandese che
controlla la Trafigura UK, la più grande trading
del mondo con 25mila miliardi di fatturato. La Sole,
che avrebbe già versato 9,5 miliardi opzionando
la turbina, ha presentato al Ministero un progetto
per un impianto da 400 Mgw nel Comune di Offlaga. Chi
guida la Sole? Oltre a Locatelli che la presiede,
fanno parte del Cda due consiglieri delegati nelle
persone di Giancarlo Montini, consulente bresciano, e
Marco Cefis, figlio di Eugenio. Nel Consiglio di
amministrazione siedono altri bresciani quali gli
avvocati Andrea Zaglio e Gregorio Gitti, figlio del
più noto Ciso, e monsieur Pottock in
rappresentanza della Vivendi, colosso francese
nonchè prima "multiutilities" del globo. Se il
mondo è piccolo, quello dell'energia lo è
assai di più. Alessandro Cheula
http://www.giornaledibrescia.it/giornale/2002/04/03/23,ECONOMIA/T4.html
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