Venerdì 1 Novembre 2002

 

INTERVIENE IL PARROCO
La centrale di Offlaga

Come Cincinnato avrei preferito ritirarmi dal contenzioso con le parti avverse in ordine alla problematica «Centrali», ma vedo e sento che nubi oscure si avvisano all’orizzonte e in nome di quella schiettezza che mi riconosce vorrei proporre alcune considerazioni all’uopo. Dopo la consultazione referendaria, sembrò si potesse vivere un clima di maggiore distensione e di serenità: ci si sbagliò di grosso! Alcuni lupi rapaci travestiti da pecore e da agnelli si misero nella condizione della remissività, lasciando credere il tutto si potesse risolvere in breve con semplici atti amministrativi che dessero equa soluzione al problema. Ma al mattino seguente ciò che fu premessa si risolse in un amaro risveglio: ecco la riproposizione del problema in fase rivista e aggiornata, una nuova riproposizione in misura dimezzata rispetto alla precedente: da 1600 Mw a 800 Mw. Proprio questo non va signori, e quello che più stona è il modo di rendere deficienti coloro che coscientemente si sono espressi in ben altro modo. E poi, come è stato possibile che di fronte a pronunciamenti popolari a nulla siano serviti gli indirizzi emersi a tale responso? Chissà cosa sarebbe successo se non avessimo fatto il referendum?!? (La consultazione referendaria del 7 luglio 2002 ha detto No all’insediamento di una Centrale con l’87% dei voti contrari). Se ben ricordo tutti i pretendenti della mano della «sposa Offlaga» si sono dichiarati pronti ad andarsene se l’esito referendario fosse stato a loro sfavore per non andare contro il parere della gente. Così si espresse il dottor Capra della «Asm» di Brescia dietro ad una mia missiva ribadendo lo stesso pensiero: che si sia ravveduto? Non così si espresse l’Ansaldo Energia altro partner che si adoperò perché si arrivasse a me e si mediasse il mio silenzio sulla questione Centrale di Offlaga: anche qui, perché tanto giro? Non si poteva direttamente arrivare al sottoscritto senza tanti dubbi, giri di personalità da scomodare? Perché nascondersi dietro tante personalità? Se sono così trasparenti perché tanta «dietrologia»? Riandiamo poi all’intervento dell’on. Saglia che valutando il risultato della consultazione referendaria si permette di affermare che il risultato fu espressione di mancata informazione: ma da parte di chi caro Onorevole? Noi abbiamo percorso il cammino in assoluta trasparenza e onestà, rispettando sempre l’obiettività estrema avendo sempre un contraddittorio nelle serate organizzate per presentare il problema, cosa invece che non fu mai fatta dalla controparte e di questo ci dispiace e di questo non si può imputare a noi la mancata risultanza di un risultato a vostro favore. Il problema rimane sempre questo: con le menzogne non si può certo continuare a reggere le sorti di un popolo, ricordiamocelo!!! Continuando con sempre crescente stupore notiamo che il quotidiano «Il sole 24 ore» dà come certa la Centrale di Offlaga: ma come è possibile continuare in tale ostinata risoluzione? Cosa ci sta dietro a tale cocciutaggine? A pensare male si fa peccato, direbbe un noto politico, ma si indovina sempre: solo è sempre interesse economico che scavalca ogni possibile dignità umana. Risento pure come consolanti le espressioni in data 6 agosto 2002 del presidente della Regione Formigoni che asserisce che le Centrali non si sarebbero fatte dove non ci fosse il consenso popolare, come pure dall’assessore provinciale alle Attività produttive dott. Mattinzoli che riafferma la mancata urgenza dell’energia, così ribadita dai proponenti a salvaguardia del territorio e della salute dei cittadini ivi residenti. Da un sonno che pareva ristoratore e ben rilassante ecco il risveglio di «Praga»: carriarmati invisibili ma sonori e molesti sopraggiungono ed ecco ripresentarsi il gruppo Ansaldo che ripropone una Centrale dimezzata ma ben al di là della soglia di possibile sopportazione. Perché tutto questo? Chi ha ordito di tutto durante la notte tranquilla degli offlaghesi? Chi avrà teso la mano a questi signori delle tenebre per offrirgli l’opportunità di reinsediarsi in un territorio non disponibile? Nella vigna qualcuno fece da palo e lo fa tuttora, perché? Non è opportuno insistere contro il parere della gente!!! Ma veniamo allora a quello che è il principio più fondante la nostra realtà di comunità civica: la democrazia, il rispetto della dignità e della natura dell’uomo singolo e del suo essere comunità. Da quanto succede si evince che qui siamo di fronte ad un sopruso pesante circa la dignità della persona nella sua valenza collettiva: non contano più le volontà del popolo? Non contano più le decisioni che liberamente una comunità si assume? Il dubbio è che senza ombra di dubbio dietro ad un’esigenza di imprenditoria e di liberismo sfrenato non si guarda più nessuno e in barba a tutto e a tutti si decide delle sorti di comunità e forse di una nazione: e questo diciamo progresso? Questo chiamiamo Libertà? Ecco perché una vocazione imprenditoriale può diventare un’esigenza dittatoriale per poter disporre a piacimento dei beni altrui, non certo della coscienza delle persone che rimane oltremodo l’unico bene che nessun capitale può comprare. Questa sempre potrà levare la voce dai potenti economici: sembrano esaltare ma distruggono ogni possibile dignità umana. A noi poveri cittadini e persone, l’orgoglio dell’autenticità; a quanti stanno distruggendo un paese e una comunità comprandola col «Vil guadagno», il bene di soldi che entrano a valanga ma che annullano ogni possibile voce dentro e fuori di noi.

Don SERGIO MARIOTTI

Parroco di Offlaga

http://www.giornaledibrescia.it/giornale/2002/11/01/LETTERE.html

 



       <-- Articoli