UN NATALE DA SAINT

di: Stella13

PARTE I 
Il sole era appena sorto e filtrava gioioso attraverso la finestra della camera da letto di Shun. La battaglia contro Hades era finita da almeno due settimane. Seiya e gli altri Saint era stati dimessi dall’ospedale una settimana prima, e ora si trovavano nella casetta che 13 anni prima era stata la dimora di Seiya e Marin.
Durante quegli anni era stata un po’ ampliata e ora aveva 6 camere da letto, un salottino, una cucina e una cantina, dove ora riposavano i God Cloth dei 5 Saint. Ora Seiya, Saori Kido, Hyoga, Shiryu e Ikki, dormivano tranquilli nelle loro camere, tranne Shun, che svegliato dai raggi del sole, ora rifletteva triste e preoccupato, lui, che era sempre stato allegro e sereno, ora pensava con evidente preoccupazione:quest’ ultima battaglia aveva fatto fin troppe vittime: tutti i 12 Gold Saint, Kanon e il Dio del Sonno, Hypnos. Agl’altri Saint non era importata molto la morte di quest’ultimo, ma Shun aveva sentito che nel suo cuore regnava l’amore, l’aveva capito fin dal primo momento. Prima di tutto non aveva ucciso Atena, dandogli la possibilità di salvarla, e poi gli aveva voluti avvertire dell’immenso potere di Hades. Lui era l’unico ad essersi rabbuiato per la sua perdita.Dopo un po’ si sentì stupido ad essere così triste proprio il 24 Dicembre, la vigilia di Natale.
Dopo quest’ultima riflessione, Shun chiuse gli occhi e richiamò alla memoria i Natali passati con suo fratello e gli altri ragazzi alla Fondazione Kido. C’ era quello dove Seiya si era tirato addosso l’albero, rompendo tutte le palline,e quello quando, dopo un’ abbondante nevicata, Nachi e Ichi lo avevano preso per le gambe e le braccia e lo avevano lanciato nella neve alta. Lui era a maniche corte, e quindi Ikki lo aveva riportato dentro con un febbrone da cavallo e una tosse da bronchite. Gli ci erano voluti 20 giorni per guarire,ma allora non aveva ancora la resistenza di un Saint. Quando il fiume di ricordi si arrestò, Shun vide che erano la 6.30 del mattino, e visto che non riusciva a riaddormentarsi, decise di vestirsi e di uscire a vedere per l’ultima volta il Grande Tempio. C’era passato davanti un po’ di giorni fa con suo fratello, e la desolazione di quel luogo, privo ora dei suoi 12 guardiani, gli aveva messo addosso una tale tristezza che era scoppiato in lacrime tra le braccia del fratello, che si era sciolto anch’esso in lacrime. Appena uscito, fu investito da una folata gelida che lo fece rabbrividire. Era mattino, ma faceva già molto freddo. Shun cominciò a camminare sul sentiero che conduceva al Grande Tempio, costeggiando casupole come quella in cui alloggiava con i suoi 4 amici. Erano ancora tutte assopite nella magica nebbiolina dell’alba e nessuno si sarebbe mai sognato di uscire con un gelo del genere. Nessuno tranne Shun.
Arrivato davanti alla scalinata della prima casa, quella del grande Montone Bianco, un tempo risieduta da Mu, Shun non sentì quel malumore che l’ aveva colto la volta prima, anzi, gli sembrò di sentire un grande cosmo pacifico provenire dalle 12 case, mischiato a 12 cosmi che lo resero nostalgico.
Di chi poteva essere quel cosmo così ampio e calmo, ed era possibile che quei 12 cosmi fossero proprio quelli che un tempo aveva ritenuto nemici e che ora piangeva sconsolato? 


PARTE II

Shun rimase immobile ai piedi della scalinata. Non sapeva cosa fare. La prima idea che gli venne in mente fu di tornare di corsa alla casa, buttare giù dal letto gli altri e trascinarli fino alla scalinata del grande tempio.
-Sì, farò proprio così!- disse, e cominciò a rifare all’incontrario la strada appena percorsa.
Appena si fu allontanato di pochi passi dalla scalinata, un altro pensiero gli attraversò la mente: e se quando fosse tornato indietro con gli altri Saint, il cosmo accogliente e gli altri 12 cosmi fossero scomparsi, rivelandosi frutto della sua fantasia, come avrebbe potuto spiegarsi? Nella mente di Shun si formò la scena in cui si sarebbe trovato. Seiya, insieme a Hyoga, gli avrebbe affermato che secondo lui era ancora addormentato e si era sognato tutto, Shiryu avrebbe cercato di tirarlo su di morale e infine Ikki avrebbe cominciato a decretare che il suo caro fratellino aveva le visioni di cosmi inesistenti e che forse era andato a letto troppo tardi per quelli della sua età. Non sopportava di essere trattato come il “Piccolo del gruppo”. Oramai era un Saint a tutti gli effetti, non importava la sua età!
Quest’ultimo pensiero gli fece salire il sangue al viso, e, arrabbiato, gridò: -A QUEGLI IPOCRITI NON DIRO' PROPRIO UN BEL NIENTE! IL PICCOLO DEL GRUPPO SAREI IO, EH?ADESSO VADO A VEDERE DA SOLO CHE SUCCEDE E VEDRANNO CHI E' IL “ PICCOLO”!!-
In preda alla rabbia tornò verso la scalinata e cominciò a salire i gradini della prima casa. Era così arrabbiato che non si accorse della figura che gli si parò di fronte fino a quando una luce dorata lo abbagliò. Proteggendosi gli occhi con un braccio alzò lo sguardo sulla persona che si trovava davanti a lui e quasi si lasciò sfuggire un grido.
Proprio sull’entrata della prima casa, quella del Montone Bianco, c’ era il Grande Mur dell’Ariete.
-Scusa Shun, ma credo che il tuo urlo di prima l’ abbia sentito anche Aphrodite che stà all’ultima casa!- disse divertito il Saint dell’Ariete.
-Co..come avete fatto a tornare in vita?- disse sbalordito Shun appena si fu abbastanza ripreso.
-Questa è una storia che non dovrei raccontare io!- rispose Mur -ma una certa persona che si trova al Tempio dopo le dodici case!-
E detto questo cominciò a salire insieme a Shun la scalinata che portava alla seconda casa del Toro d’Oro. Dopo che Aldebaran, con una pacca sulla spalla, gli aveva quasi rotto una scapola, arrivarono all’entrata della casa dei Gemelli. Qui Shun ebbe la sorpresa più grande, perché invece di un solo Saint ce n’ erano due: Saga e Kanon dei Gemelli. Dopo un momento di stupore, Shun e i quattro Gold Saint continuarono la scalata verso il Tempio. Attraversarono la quarta, la quinta, la decima, fino alla dodicesima casa. Dopo l’ultima casa, Shun cominciò a salire i gradini per arrivare alle porte del Tempio. Ad un tratto sentì che il grande cosmo che aveva sentito in realtà erano due. Uno calmo come il Sonno, l’altro placido come la Morte. Arrivato in cima, due soldati gli sbarrarono la strada, ma cambiarono idea quando videro sopraggiungere i 12 Gold Saint. Arrivati davanti al pesante portone che li separava dalla stanza del Gran Sacerdote, Mur fermò Shun e gli disse –Lascia che il portone lo apra io, così che tu possa vedere subito in faccia i nostri salvatori!- e detto questo, aiutato da Shaka, aprì il portone, e Shun rimase senza fiato. Davanti a lui, seduti su due troni uguali, c’ erano due figure, una attorniata da un’aura d’oro, e l’altra da un’aura d’argento.

 

PARTE III

Non riusciva a credere ai suoi occhi, ma davanti a lui c’ erano gli dei del Sonno e della Morte: Hypnos e Thanatos !!
Alla vista di quei volti che credeva oramai sepolti per l’eternità nell’Elisio, tutte le emozioni che Shun aveva cercato di dominare fin dalla casa del Montone Bianco, minacciarono di strabordare come un fiume in piena.
Devo cercare di resistere- pensò, appena sentì il famigliare pizzicore ai lati degl’occhi- Non posso fare la figura del frignone proprio davanti a loro!
Quando fu sicuro che le sue emozioni non si fossero esternate appena avesse aperto bocca, cercò di chiedere spiegazioni su quel miracolo che era la rinascita dei 12 Saint e dei due dei ma dalle sue labbra uscì solo un tenue squittio, che finì con una specie di gemito trattenuto.
Subito la vergogna imporporò il suo viso, che si volse verso il pavimento come in una muta supplica di perdono.
Maledizione!- imprecò mentalmente Shun - Proprio adesso la mia vera natura doveva uscire allo scoperto? Perché è questo che sono, un topo, e come un topo squittisco!
Lacrime di vergogna pizzicarono i suoi occhi color di smeraldo, desiderose di uscire, ma le ricacciò indietro con rabbia.
Come sempre sono le lacrime a venirmi in soccorso- pensò adirato - Perché l’unica cosa che so fare veramente bene è piangere, singhiozzare come un moccioso. Hanno ragione gli altri a trattarmi come un bambino,visto che mi comporto nello stesso modo!.
- Tu vorresti sapere come i 12 santi d’oro possano trovarsi in questo tempio, giusto?-

Shun alzò di scatto la testa, sorpreso. Quelle parole le aveva pronunciate Hypnos. Nessuno l’ aveva rimproverato per il suo comportamento maleducato, nessuno gli aveva gridato dietro – Non ci si comporta così davanti a degli dei!!- 
Poi, di colpo, un’idea attraversò la sua mente: certo che nessuno l’ aveva rimproverato.

 I 12 Saint avevano capito il suo imbarazzo e lo stesso avevano fatto Hypnos e Thanatos. Non erano mica come il vecchio Mylock, che appena uscivi dalle righe ti urlava addietro.
Scommetto che vorresti anche sapere come io e mio fratello ci siamo salvati dal crollo dell’Elisio. Ho ragione?-
Questa volta aveva interloquito Thanatos.
Non fidandosi della propria voce, Shun fece un cenno affermativo con la testa.
Ebbene, visto che credo che sarà una storia un po’ lunga, è meglio che tu ti sieda!-. Detto questo, il cosmo di Hypnos si espanse per tutta la stanza, soprafacendo anche quello del fratello, diffondendo calma e pace. Quando avvolse anche Shun, quella serenità riuscì a sopire e a far sparire tutte le emozioni in tumulto che il cavaliere aveva trattenuto, lasciandogli solo una gran calma. Sentendosi toccare una spalla, si voltò, e sussultò nell’incrociare gli occhi blu cobalto del Gold Saint della Vergine. Di rado Shaka mostrava le sue iridi blu come pozzi profondi. Il Gold Saint voltò il viso di lato, e Shun, seguendo il suo sguardo, vide che gli aveva portato una poltroncina d’oro con un cuscino di velluto bianco. Si sedette e ringraziò Shaka per il favore, il quale gli rivolse un caldo sorriso.
- Ora che ti sei messo comodo – 

riprese il dio del sonno 

– posso cominciare il mio racconto -
- Quando voi Saint d’Atena siete corsi al tempio di Hades, vi siete dimenticati una cosa: di darci il colpo di grazia. Infatti eravamo solo svenuti, anche se allo stremo delle forze. 

Io mi risvegliai per colpa del forte boato che precedette il crollo dell’Elisio e del regno della morte. Ora posso dire che quel suono salvò la vita sia a me che a mio fratello. Infatti mi avvertì della catastrofe imminente, e io ebbi il tempo di accostarmi a Thanatos, prenderlo per la maglia e, con le ultime forze, teletrasportami in un posto tranquillo e isolato. Appena arrivati sul posto, svenni. Mi svegliai dopo non so quanto tempo. Thanatos era ancora tramortito, e scoprii che ci trovavamo nel Goro-Ho. Come ultima cosa, sfruttando le forze residue, feci cadere me e mio fratello in un sonno ristoratore. 

Non so quanto tempo dormimmo, ma a giudicare dai cambiamenti che riscontrai al mio risveglio, credo che passò almeno una settimana. Quando ci ridestammo, avevamo ripreso almeno ¾ delle forze. Lì cominciammo ad osservarvi, e capimmo che eravate afflitti per la perdita dei Gold Saint. Allora mi venne un’idea: ora che il Mondo dei Morti non esisteva più, il legame che ci univa a Hades si era spezzato, quindi non dovevamo più combattervi. Mi ricordai anche che le anime che non giungevano nel Regno di Hades, sparivano dopo due settimane. Se i 12 Cavalieri d’Oro non fossero resuscitati entro quell’arco di tempo, sarebbero anch’ esse svanite nel nulla!- 

 

PARTE IV

Il silenzio riempì la stanza. Dopo un po’, la voce di Hypnos riprese il suo racconto: - Non mi andava a genio che delle anime potenti come quelle dei Gold Saint finissero col scomparire per sempre. Mi sembrava uno spreco! -. - Cercai inutilmente di convincere Thanatos a farli resuscitare. Continuava a sostenere che eravate degl’egoisti, quindi non vi avrebbe fatto nessun favore. Un giorno, però, qualcosa gli fece cambiare idea, e quel qualcosa, o meglio quel qualcuno, sei tu, Shun di Andromeda!-
- Cosa? Io avrei fatto cambiare idea a un Dio? -, esclamò sorpreso Shun.
-Certamente! Infatti cambiò idea il giorno che lesse i tuoi pensieri e scoprì che almeno tu ti rammaricavi per la mia morte. Allora, per la prima volta da quando era nato, il suo cuore si addolcì un po’, e decise che forse un piccolo favore poteva anche farvelo, quindi trovò i cosmi dei Cavalieri d’Oro, e gli fece resuscitare. Per dirla con parole semplici, grazie a te, i 12 Santi d’Oro sono tornati!-
Nella stanza ricalò il silenzio, rotto questa volta da Milo di Scorpio.
- Scusi Signor Hypnos, ma credo che per Shun si sia fatto tardi. Forse sarebbe il caso che tornasse a casa-
- Certamente- rispose il Dio – può anche congedarsi, se vuole-
Shun ci mise alcuni secondi per riprendersi dal racconto che aveva appena udito. Era per merito suo che i Gold Saint erano rinati? Non riusciva ancora a crederci.
Molto lentamente, si alzò, salutò con un inchino i due Dei, e, accompagnato dai 12 Saint, cominciò la discesa per arrivare alla prima casa. Arrivato infondo, Shun chiese – Scusa Mur, ma sai che giorno è oggi?-
- A dire la verità, No. E il soggiorno nel Nulla, non è che aiuti- rispose con un pizzico di sarcasmo il cavaliere dell’Ariete.
- Allora te lo dico io. Oggi è la vigilia di Natale!-
- Davvero? Non lo avrei mai immaginato-
- Avrei un’idea: che ne dici se la mattina di Natale, portassi qui Seiya e gli altri a fare festa? Sarebbe un gran regalo!-
- Ora non posso risponderti devo parlarne con gli altri e con il Gran Sacerdote. Passa oggi pomeriggio senza farti seguire dagli altri, e ti darò una risposta-
Contentissimo, Shun corse giù dalla scalinata e si mise a ridere. Non poteva crederci, un Natale con i Gold Saint che oramai credevano perduti.
Arrivato davanti alla casetta, trovò Ikki che lo aspettava. Aveva una faccia preoccupata, e Shun si preparò alla ramanzina.
- DOVE SEI STATO? E’ DA ORE CHE TI CERCO!- attaccò Ikki
- Prima di tutto, non c’ è bisogno di urlare,- rispose pacato il Saint di Andromeda- secondo, sono abbastanza grande da badare a me stesso. Non c’ è bisogno che mi tratti come un bimbo piccolo. Sono stufo di sentirmi rimproverare per cose che posso benissimo fare senza la tua supervisione. Sarò pure tuo fratello minore, ma non sono più un moccioso. Non riuscivo a dormire e sono uscito, tutto qui, non c’ è bisogno di arrabbiarsi tanto-
Ikki rimase zitto. Non si era aspettato una risposta del genere.
Entrato di corsa nell’ abitazione, Shun si diresse verso la propria camera.
Tanto non aveva sonno la mattina, tanto ne aveva adesso. Tutte quelle emozioni lo avevano sfinito. Appena si adagiò sul letto, Shun entrò nel mondo dei sogni. 

 

PARTE V
Un insistente bussare alla porta richiamò Shun fuori dai suoi sogni.
-Chi è?- biascicò con voce impastata dal sonno.
-Chi vuoi che sia- rispose la voce- sono tuo fratello, Ikki!stai bene?-
-Certamente! Ma che cavolo di domande fai?- ribatté Shun con voce più decisa
-Scusami tanto se mi preoccupo per te, fratellino!A già, è vero, tu non vuoi che ti tratti come un bambino, quindi non devo preoccuparmi se sei rinchiuso nella tua stanza da due ore!- rispose seccato Ikki.
-Due ore!!- esclamò sbigottito il Saint di Andromeda- e io che credevo di essermi assopito per un minuto o due!-.
-Dai, alzati e vieni a tavola, stavamo aspettando solo te per cominciare, e Seiya sembra non poco contrariato per il tuo ritardo-
-Arrivo subito, solo il tempo di alzarmi dal letto-.
Shun si sedette sul morbido giaciglio, s’ infilò le ciabatte e cercò di riordinare le idee: se era tornato alle 11.00 e aveva dormito due ore, voleva dire che ora erano le 13.00, e che se voleva avere abbastanza tempo per discutere i preparativi con Mur e con il Gran Sacerdote (chi sa chi è, bho!) doveva al massimo uscire per le 14.00. Tutto questo voleva dire che aveva solo un’ora per mangiare e per fare in modo che nessuno lo seguisse.
- Allora, sei pronto o sei inciampato nel tappeto?- gridò Ikki da dietro la porta.
- Arrivo, arrivo!- rispose Shun.
Si alzò e uscì dalla stanza, incontrando un Ikki piuttosto arrabbiato, - Alleluia- disse in tono di rimprovero- ora te la vedi tu con Seiya, si è gia lamentato tre volte-.
- Ok, d’accordo, adesso entrerò in sala e farò le mie scuse a tutti. Così va bene fratello?-
- Si, credo di si- e detto questo, raggiunse con Shun il salotto.
Dopo una lunga ramanzina da parte di Seiya, Shun consumò un esiguo pranzo, e, alzatosi, liquidò i compagni con la scusa di dover andare a visitare un amico.
Hyoga e Shiryu sembravano sospettosi, ma la loro attenzione fu presto deviata da una furibonda lite scaturita tra Ikki e Seiya.
Shun approfittò di quel diversivo per sgattaiolare fuori di casa e correre al Grande Tempio.
Mur lo vide arrivare da lontano, e fu alquanto sorpreso nel vederlo senza fiato.
-Va bene fare in fretta-disse- ma così è troppo, non c’ era bisogno che tu ti sfiatassi-
-lo so, ma era l’unico modo per eludere la sorveglianza costante di Ikki e degli altri- spiegò Shun con il poco fiato ancora rimastogli.
-Non ti preoccupare, anche se ti seguissero, non riuscirebbero neanche a salire il primo gradino della mia casa. Shaka ha assicurato che farà lui la guardia all’entrata mentre io vengo con te al Tempio-
L’idea iniziale di Mur era stata quella di accompagnare Shun fino al grande tempio a piedi, in modo da raccogliere gli altri Saint e discutere sui preparativi e sui festoni, ma visto che il Saint di Andromeda sembrava sul punto di avere un’infarto, il Saint dell’Ariete optò per un’altra soluzione.
Prese per mano Shun e, concentratosi, si teletrasportò insieme a lui al Grande Tempio.
Arrivati davanti al pesante portone, due guardie lo aprirono e i due Saint entrarono nell’immenso salone in cui sedeva il Gran Sacerdote.
Shun, sorpreso dal non vedere i due Dei che fino a poco tempo prima alloggiavano li, sussurrò con un fil di voce a Mur:
-Ma dove sono Hypnos e Thanatos?-
-Loro? Oh, loro sono tornati nell’aldilà. Hanno detto che dovevano ricostruire i campi elisi.Ora che mi ricordo, mi avevano detto di dirti una cosa: i God Cloth li hanno presi loro.Hanno detto però che appena ne avrete bisogno, ve li riporteranno in un secondo.-
Shun allora si girò per vedere in faccia il nuovo Gran Sacerdote, e rimase paralizzato per, lo stupore.

PARTE VI

Seduto sul trono dove poche ore prima avevano posato i loro “divini” didietro gli Dei del Sonno e della Morte, ora stava Sion, antico Saint di Aries, nonché vecchio sacerdote ora tornato in carica.
I suoi occhi color viola-ametista guardarono divertiti il viso sgomento di Shun.
-Credevo che con la rinascita dei Gold Saint non mi sarei mai più stupito di niente, ma devo ricredermi. Devi aver fatto il bravo bambino, Sion, se Hypnos e Thanatos ti hanno ridato la vita- disse Shun con voce un pochino tremante.
-Avevano bisogno di un nuovo sacerdote, e hanno preso il primo che gli è capitato tra le mani- rispose sorridendo il sacerdote.
-Allora- continuò Sion- Mur mi ha parlato di una festa di Natale che vorresti fare domani mattina qui al Grande Tempio-
-Si, è vero-rispose Shun- gli altri non sanno ancora nulla, quindi volevo fargli una sorpresa-
-A me sembra una buona idea, ma bisogna sbrigarsi se si vuole preparare tutto in tempo-.
Detto questo il cosmo del Sacerdote si espanse, fino a diventare una voce: -Gold Saint, ho dei piccoli compiti da affidarvi.Domani mattina, qui al Grande tempio ci sarà una festa di Natale, quindi bisogna comprare tutto l’occorrente.Aldebaran, tu andrai in paese a comprare i festoni da attaccare ai muri per decorare le12 case e il tempio. Kanon, tu invece andrai a prendere le bevande.Non chiedermi niente, scegli quel che vuoi. Deathmask, so che non sarai contento ma dovresti andare a prendere i festoni per l’albero…sai, palline, stelle..-
-Ho capito, non sono scemo-rispose contrito il Saint del cancro.
-Tu Aiolos, andrai nel bosco e prenderai il più bell’abete che vedi, ma con tutte le radici.Finita la festa lo rimetteremo a posto.
Shura, tu andrai invece a prendere i dolci e le cibarie. Kamus, andrai sullo Star Hill e concentrerai il tu cosmo verso il cielo, così che domani mattina possa nevicare. Aphrodite, invece tu andrai a comprare le piante e i fiori per abbellire la strada che porta dalla tua casa al Tempio.Mur, Saga, Shaka, Doko, Aiola, voi venite subito al Tempio.Shun, potresti andare anche tu in paese? Dovremmo fare alcune cose qui-chiese infine con voce dolce Sion.
-non c’ è problema, devo fare alcune cose-rispose Shun.
Il Saint di Atena abbandonò le stanze del Sacerdote e si avviò in paese.Aveva alcune cose da comprare.
Fatto quel che doveva fare, Shun tornò al tempio con Kanon, chiacchierando del più e del meno.Arrivato, aiutò a mettere gli addobbi sui tetti e sulle pareti delle case, sistemò i fiori (per altro bellissimi) presi da Aphrodite sulla strada che portava al Tempio, allestì il bouffe, tirò su l’albero davanti all’entrata del Tempio, l’ addobbò e ci mise in cima la Stella Cometa. Quando finirono tutti i lavori, il sole ormai stava tramontando. Salutati i Gold Saint, Shun si avviò verso casa, certo che Ikki gli avrebbe fatto una ramanzina coi fiocchi per essere stato fuori tutto il pomeriggio. Con sua gran sorpresa, invece, davanti a casa non trovò nessuno, e quando entrò nella capanna, nessuno gli disse niente. Finalmente cominciano a trattarmi come un ragazzo grande, pensò Shun.
-Vieni fratello, per cena c’ è il pollo. Tu lo adori il pollo- gridò Ikki dalla cucina.
-Mi spiace, ma sono stanco morto, credo che mi farò una doccia e poi filerò dritto a letto- disse di rimando Shun.
Il cavaliere si avviò verso la sua camera, prese il pigiama e andò nel piccolo bagno adiacente. Qui si slacciò le bretelle, si tolse i pantaloni candidi e la maglietta verde e poi si guardò allo specchio.Dei magnifici pettorali scolpivano il suo petto, a contraddizione del viso dolce e calmo. Gli anni da cavaliere gli avevano donato un fisico perfetto. Infine si tolse i boxer e, entrato nella vasca, aprì l’acqua calda e lasciò che questa gli scivolasse delicatamente in faccia e sul corpo.
-Che solievo- disse- ne avevo proprio bisogno-. In quel momento bussarono alla porta: - Chi è? È occupato- disse Shun un po’ scocciato-
-Sono ikki.Sei sicuro di stare bene? Non è da te saltare una cena a base di pollo-disse allarmato il fratello
-Non ti preoccupare, sono solo stanco-.
Dopo una buona lavata, Shun indossò il suo pigiama e, tornato in camera, s’ infilò con soddisfazione sotto le coperte. Era curioso di veder le facce che avrebbero fatto gli altri la mattina dopo.
Stava ancora pensando a questo, quando si addormentò.
***
Un incessante Bip Bip svegliò il Saint di Andromeda. Era la sua sveglia.L’ aveva caricata prima di andare in bagno la sera prima. Guardò l’ora: appena le sette.
Gli altri l’ avrebbero preso a pedate nel didietro, ma lui doveva svegliarli, si era messo d’accordo con Sion che sarebbero andati al Tempio entro le otto.
-Svegliatevi, Svegliatevi, è la mattina di Natale- cominciò a gridare con quanto fiato aveva in gola.
Poi cominciò a passare in stanza in stanza (in tutte, tranne che in quella di Lady Isabel, che, chissà come mai, era già vestita e seduta a tavola). Ikki lo maledisse, ma si alzò, Crystal si sedette sul letto ancora frastornato, Sirio si svegliò senza dare segni di stanchezza né di nervosismo per la strana sveglia, mentre Seiya prese il cuscino e lo tirò diritto in faccia a Shun, che per poco non cadde.
-Forza, sbrigatevi, vestitevi e venite con me: ho una bella sorpresa per voi- disse raggiante Shun.
Quando tutti i ragazzi furono pronti e vestiti (tutti tranne Seiya che aveva su ancora la camicia del pigiama) Shun li incitò a seguirlo.
Arrivarono disordinatamente al Tempio, e solo lì cominciarono a sembrare sospettosi.
-Allora, mi volete seguire sì o no?- disse spazientito Shun
-Ma pecchè?- disse Seiya con un lembo della camicia in bocca.
-Il perché lo capirete in cima- disse risoluto Shun
-dategli ascolto e seguitelo fino al Tempio- s’intromise Lady Isabel.
Che sapesse qualcosa?
Come un branco di bisonti sonnambuli, i Saint Seiya cominciarono a salire i gradini della prima casa, poi della seconda, ed infine della dodicesima.Arrivati davanti al tempio, Ikki, Siryu e Hyoga guardarono con occhi stupefatti l’enorme abete addobbato che stava davanti all’entrata.
Solo Seiya sembrava ancora perso nei suoi sogni. Shun riuscì a distaccarli da quell’immagine e a farli entrare nel Tempio.Qui i Saint si fermarono.Se già i fiori che avevano visto sulle strada che portava dalla 12° casa al Tempio erano bellissimi, quelli che ora stavano sui fianchi del corridoio erano stupendi.Erano dei grandissimi gigli color celeste pallido, con i petali che ricadevano dolcemente in giù e che mandavano una fragranza rilassante.
-Fermi! Ora io apro il portone che immette nella sala del trono, così che voi possiate vedere da subito quel che c’ è dentro- disse estasiato Shun
-Perché, cosa c’ è dentro?- disse con tono ironico Ikki
- Tra poco lo scoprirai- rispose Shun.
Il Saint prese uno degli anelli e tirò con tutte le sue forze.Con un cigolio il pesante portone si aprì, e una luce intensa gli investì.
Quando le figure si fecero più nitide, ogni Saint reagì in un modo diverso: Hyoga e Siryu, con gli occhi sgranati, cominciarono a ripetere maestro…maestro…maestro, Ikki strabuzzò gli occhi e si diede un pizzicotto per vedere se era sveglio e Shun soffocò con una mano la risata che gli usciva dalla bocca.
Dopo un po’ di minuti, anche Seiya si accorse di quello che gli stava davanti ed emise un urlo strozzato. Nella stanza c’ erano tutti i cavalieri d’oro, e, in mezzo, stava una tavola imbandita di tutti i tipi di pietanze e di bevande.
Quando tutti si furono ripresi dallo shock, l’atmosfera si animò: Lady Isabel, Siryu, Hyoga e Shun cominciarono a parlare con Sion, Doko, Camus e Mur. Seiya invece si catapulto sul banchetto e nessuno riuscì a distoglierlo di lì fino a sera. Neppure quando Hyoga, con un dito puntato verso la finestra, gridò- Guardate, nevica!!- distolse l’ attenzione dal bouffe.
Restarono al tempio fino a sera e lì si scambiarono i regali.Ai Saint di Bronzo, quelli d’oro regalarono delle nuove armature, costruite il giorno prima da Mu e dai Saint che erano saliti al tempio. Ai Gold Saint, i Bronze regalarono diversi accessori, comprati il giorno prima da Shun.
Stavano ancora festeggiando quando il sole cominciò a scivolare dietro le colline. In quel momento tutti i Saint percepirono un’aura molto forte e calda come il fuoco.
-Di chi è questo cosmo? È potentissimo!-esclamò Aphrodite
-Non esagerare- rispose Ikki- non è potentissimo! È solo molto forte!-
Ad un certo punto, come se fossero stati chiamati, tutti i Saint si voltarono all’unisono verso l’entrata della sala. Lì, in piedi, stava una ragazza.Avrà avuto 16 anni.I capelli, lunghi, ondulati e di un rosso fuoco, le formavano un’aureola intorno al viso grazie alla luce del sole che tramontava.
Gli occhi erano verde smeraldo, e vestiva con dei Jeans corti fino a metà coscia e con una camicetta blu scollata che mostrava l’inizio di un seno ben sviluppato.
Ma le cose che meravigliò di più i Bronze Saint furono due:la lunga coda che le ricadeva su una gamba e i due lupi che stavano vicino a lei: uno era bianco, con gli occhi verde/acqua, un rubino in mezzo alla fronte e sei code lunghissime, l’ altro era nero, con gli occhi azzurro ghiaccio, un terzo occhio, anch’ esso azzurro, in mezzo alla fronte e una coda folta che gli si arricciava sulla schiena.


Chi era quella ragazza? E che ci faceva nel grande tempio? Lo scoprirete nella prossima FanFic!


Fine di “ Un Natale da Saint”

 

 

WebMaster

Pino

Matteo

Servizi
GuestBook

Forum

Chat

Sondaggi

Mailing List

Tag Board

Link
 

Altri Links

 

 

 

 

 

Ora, nei Campi Elisi, ci sono  anime!