Mitologia 


 
Prima di arrivare al manga "Saint Seiya" così come lo conosciamo oggi, Masami Kuramada ha lavorato a diversi soggetti.
L’idea originaria consisteva nel far cadere il protagonista dalle stelle come se si trattasse di una cometa e nel farlo soccorrere da due giovani turisti.
La serie si sarebbe dovuta chiamare inizialmente “Ginga no Rin” ("Rin delle Stelle"), poi “Sei Senshi” ("Guerriero delle Stelle") e infine “Seitoshi”, nel tentativo di riprodurre la pronuncia inglese di "Saint". Il protagonista divenne Seiya, ovvero “Freccia Santa”. Tuttavia, cambiando il primo ideogramma della parola, si ottenne una pronuncia identica ma un significato diverso: “Freccia delle Stelle”.
Il luogo definitivo scelto per l’ambientazione fu la Grecia, aprendo la scena con la frase che molti ricorderanno: “Nella mitologia greca, l’eroe Perseo tagliò la testa alla mostruosa medusa e dalla pozza formata dal suo sangue nacque Pegaso, il cavallo alato, che galoppò alla volta del cielo e diventò una delle costellazioni…”. Da qui, correggendo l’idea iniziale, Seiya cade dal cielo dopo uno degli ultimi scontri con la sua allenatrice, Marin di Eagle (Castalia dell’Aquila nella versione animata). Nel cartone animato tutto ciò non esiste, limitando ad un discorso con Castalia la prima comparsa di Pegasus.
Inizialmente la serie non era stata ideata per un'ambientazione nella mitologia greca. Kuramada aveva immaginato i Cloth dei cavalieri simili ai kesa (gli abiti dei monaci buddisti) e solo in un secondo momento, quando gli suggerirono di plasmare la storia sui miti del Mar Egeo, l’armatura cambiò aspetto e divenne rigida, di bronzo, d’argento e d’oro, disegnata con forme particolari che impreziosivano la figura del cavaliere, esaltandone la minaccia.
Ogni cavaliere che compare nella prima serie, sia nel manga che nel cartone, ha una costellazione protettrice. Tutte possono essere classificate in un limpido cielo notturno o in una qualsiasi mappa stellare, a partire dai dodici Gold Saint che rappresentano i segni dello zodiaco occidentale: Mu di Aries, Aldebaran di Taurus, Saga di Gemini, Deathmask di Cancer, Aioria di Leo, Shaka di Virgo, Dauko di Libra, Milo di Scorpio, Aiolos di Sagitter, Shura di Capricorn, Camus di Acquarius e Aphrodite di Pisces.
Gli straordinari combattenti proteggono le Dodici Case dello Zodiaco difese dai relativi cavalieri d’oro, posti a difesa del Grande Tempio e della Sacra Statua della dea Atena.
Una volta superate le dodici case i Bronze Saint riescono a controllare il cosiddetto “Settimo Senso”, ovvero hanno un potere di controllo sulla velocità della luce e possono trasformarsi in combattenti perfetti. Ogni Gold Saint rievoca nel suo modo di combattere e nel suo carattere i principali valori di ogni casa. Gli esempi più eclatanti di questo si possono riscontrare in diversi episodi: nella I Casa il Cavaliere di Ariete spiega ai nostri eroi il significato del Settimo Senso e li spinge a cercarlo dentro loro stessi, proprio perché la prima casa rappresenta la capacità e la volontà di ogni persona, facendo affidamento sulle doti dinamiche e individuali. Nella XI Casa, quella del Sagittario, i cinque protagonisti vengono rivitalizzati dalle parole piene di speranza e di coraggio scritte sulla pietra per loro dallo spirito di Aiolos di Sagitter (Micene di Sagitter). La nona casa infatti è simbolo di amicizia e di amore fraterno come legami per affrontare la vita. Nella VI Casa, Phoenix riesce a sconfiggere Shaka di Virgo stringendolo a sé e bruciando insieme nel fuoco cosmico della fenice perché la sesta casa è custode delle conquiste e delle vittorie temporali ottenute grazie al sacrificio di noi stessi.

 

 

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