Como, 27 settembre 2005


San Vincenzo e l'Eucarestia


Omelia nella festa di San Vincenzo

 

  1. La scorsa domenica Benedetto XVI, meditando il mistero dell'Eucaristia, ha riassunto la fede cristiana in due parole: Gesù e amore .
    • Il papa ha sottolineato il legame tra questo sacramento e l'amore   (per Dio e per il prossimo), rivolgendosi alle migliaia di pellegrini riuniti a Castelgandolfo per recitare a mezzogiorno la preghiera mariana dell' Angelus.
    • Alcuni passaggi del discorso del papa   sono davvero illuminanti per capire l'importanza dell'Eucaristia nella nostra vita.
  1. La parola "carità", tanto usata da noi cristiani, non significa prima di tutto quello che facciamo o sentiamo noi (le nostre opere di misericordia o i nostri sentimenti), ma il dono spirituale di Dio che lo Spirito Santo effonde nei nostri cuori e li muove a donarsi.
    • E' in Gesù Cristo che noi vediamo realizzato in pieno questo legame: in lui tutta la vita   (dal concepimento alla croce) è stata un unico atto di amore.
    • Ed è in particolare nell'ultima cena e nel gesto eucaristico che questo mistero si sintetizza nei suoi   aspetti essenziali.
  1. In quest'anno eucaristico, che si concluderà ad ottobre con il Sinodo dei Vescovi, siamo stati invitati ad approfondire il mistero eucaristico nella nostra vita.
    • Nell'Eucaristia il Signore si dà a noi con il suo corpo e la sua divinità e noi, e noi diventiamo una cosa sola con lui   e tra di noi.
    • Tante e molteplici sono le forme del servizio che possiamo rendere al prossimo   nella vita di ogni giorno: l'Eucaristia diventa così   la sorgente dell'energia spirituale   che rinnova ogni giorno la nostra vita e la vita del mondo.
  1. Perché la sua parola fosse più concreta , il papa ha portato l'esempio dei santi , che hanno tratto dall'Eucaristia la forza di una carità operosa   e a volte eroica.
    • In primo luogo, ha menzionato san Vincenzo De Paoli, citando una sua frase: «Che gioia   servire la persona di Cristo nelle sue povere membra!»
    • Tutti sanno che san Vincenzo è stato il santo della carità, ma forse pochi hanno l'idea del grande amore che egli aveva   per l'Eucaristia, da cui attingeva quotidianamente la forza per la propria attività caritativa.
  1. Per San Vincenzo l'Eucaristia è il cuore dello spirito vincenziano
    • Anzitutto raccomanda l'uso frequente dell'Eucaristia:

«Le Dame della Carità si reputeranno molto fortunate   d'essere state scelte da Dio   come serve dei poveri, che lo rappresentano così dal vivo: e, per rendersi atte e servirli degnamente, faranno tutto il possibile per imparare a vivere da buone cristiane. Ciò sarà loro facile se saranno fedeli ad assistere ogni domenica alla predica, all'istruzione e alla funzione   della loro parrocchia, se si accosteranno alla S. Comunione almeno ogni prima domenica del mese , e se ogni giorno si porranno in ginocchio, prima di coricarsi e appena levate, per adorare Dio; infine se renderanno onore , più che potranno, al SS: Sacramento dell'altare, partecipando ogni volta che sarà loro possibile alle adorazioni che si organizzeranno nelle loro parrocchie e, in chiesa, si comporteranno con rispetto e riverenza, come conviene ad ogni buon cristiano».

    • Poi precisa che la presenza dell'Eucaristia nella nostra vita è indispensabile per vivere lo spirito della propria vocazione (alle Dame), della Compagnia (alle FdC), del sacerdozio (ai missionari). Tale spirito va chiesto ogni giorno al Signore nell'orazione del mattino, nella S. Messa e nella visita al SS. Sacramento.
    • Infine, è soprattutto nell'Eucaristia che possiamo attingere la capacità di aiutare materialmente e spiritualmente i poveri.

«Essi (i poveri) hanno bisogno della manna spirituale, hanno bisogno dello spirito di Dio. E dove lo prenderete per comunicarlo loro? Nella santa Comunione, figlie mie. I grandi e i piccoli, figlie mie, ne hanno bisogno. Perciò dovete prepararvi con una cura particolare a ricevere (da Gesù Eucaristico) questo divino spirito abbondantemente».

  1. In conclusione , se il Magistero della Chiesa raccomanda a tutti   i credenti   la devozione all'Eucaristia, per noi figli di san Vincenzo tale devozione è doppiamente importante e necessaria.
    • Non possiamo essere buoni vincenziani se non attingendo al cuore di Cristo, nell'Eucaristia, quanto c'è di più caratteristico nella nostra vocazione: la missione di "rivelare il cuore di Dio" (cf l'antifona delle lodi mattutine).
    • Chiediamo al Signore, come famiglia vincenziana, di diventare ogni giorno di più   una famiglia "eucaristica", cioè capace di riflettere in tutta la sua bellezza e forza il carisma della carità, che è la vita divina che si espande nel mondo e nella storia, raggiungendo tutti, privilegiando i fratelli più segnati dal dolore, dalla povertà, dalla solitudine.

  In un progetto di regolamento per le dame della Carità della Corte, steso da san Vincenzo fra il 1640 e il 1649, è detto che le Dame «si confesseranno e comunicheranno almeno ogni otto giorni ».

 

 

P. Giuseppe Turati CM

Rettore della Chiesa del Gesù