Festa S. Luisa de' Marillac
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Como, 15 marzo 2006

Santa Luisa de Marillac e l'enciclica Deus caritas est

di P. Giuseppe Turati

•  Giovanni XXIII nel 1960 dichiarò Santa Luisa de Marillac patrona celeste di tutti coloro che sono impegnati nelle opere sociali cristiane.

•  Benedetto XVI, lo scorso 25 gennaio, pubblicava la sua prima enciclica Deus caritas est , nella quale cita Santa Luisa de Marillac accanto a San Vincenzo de Paoli come modelli insigni di carità sociale.

•  Quali   sono le ragioni che giustificano queste due scelte?

  1. Perché Santa Luisa de Marillac è onorata come patrona di coloro che sono impegnati nelle opere sociali cristiane

•  E'la parola di Dio che abbiamo ascoltato   che ci orienta a comprendere il senso del ruolo assegnato a Santa Luisa   nei confronti di chi opera, come cristiano, nel campo sociale.

•  La prima lettura, tratta dal profeta Isaia (cf Is 58, 1° 5.11), dice: «se offrirai il pane all'affamato, se sazierai la persona digiuna, allora brillerà fra le tenebre la tua luce».
La carità di Santa Luisa non è stata grande solo per ciò che concretamente ha realizzato, ma anche perché è stata "luce nelle tenebre": ha illuminato intere generazioni, attorno a lei e dopo di lei, orientandole ad impegnarsi cristianamente in molteplici opere di carità.
E' questo l'aspetto quantitativo della carità: quando essa è autentica, è come un fuoco che incendia attorno a sé, raggiungendo spesso dimensioni imprevedibili. Così è stata la carità di Santa Luisa.

•  Il vangelo ci fa poi capire l'aspetto qualitativo della carità cristiana.
Essa non è solo azione umanitaria, ma è azione "liturgica", rendimento di grazie a Dio, perché facendo del bene ad un povero, lo si fa a Dio: si onora Dio nella persona del povero.
Ci vuole fede per capire ciò; ci vuole santità di vita per metterlo in pratica. Santa Luisa lo ha capito e lo ha messo in pratica.           

  1. In che senso Santa Luisa de Marillac è modello esemplare di carità ?

•  Nel n. 31 dell'enciclica Deus caritas est Benedetto XVI dice alcune cose essenziali per capire in che senso la carità di Santa Luisa è per noi esemplare.
Anzitutto, la carità è una risposta ai bisogni immediati di tanta gente, ma non una risposta emotiva e superficiale. Due cose sono necessarie per il Papa: la competenza professionale e la formazione del cuore .
Formazione "tecnica" e "spirituale" sono dunque elementi essenziali alla carità cristiana.  

•    Si tratta inoltre non di una risposta lasciata alla spontaneità del singolo, bensì comunitaria, programmata e in collaborazione con altre istituzioni .
Per noi vincenziani l'idea di essere parte di una famiglia è una realtà in atto da alcuni anni e la collaborazione tra di essa ha accompagnato l'azione vincenziana sin dai suoi inizi nel sec. XVII.

•  La carità cristiana, infine, non è questione di generica filantropia, ma di testimonianza dell'amore del Dio cristiano, trinitario .
Siamo qui al cuore della carità cristiana: non   è quello che facciamo noi, ma è rivelazione dell'amore divino, della infinita tenerezza di Dio Padre per i suoi figli, che si serve della nostra azione per esercitarsi.
Santa Luisa e San Vincenzo lo avevano capito e avevano una grande devozione per il mistero della SS. Trinità, perché in esso vedevano la fonte dell'amore che riempiva il loro cuore.

Per questo Benedetto XVI conclude la sua enciclica dicendo che essi   «rimangono modelli insigni di carità sociale per tutti gli uomini di buona volontà. I santi sono veri portatori di luce all'interno della storia, perché sono uomini e donne di fede, di speranze, di amore» (cf n. 40).

A noi vincenziani è oggi affidata questa preziosa eredità per il servizio della chiesa e la salvezza del mondo.


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