Festa della B.V.M. Immacolata della Medaglia Miracolosa

(8 dicembre)

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Oggi la comunità cristiana celebra la solennità dell’Immacolata Concezione della B.V.M., una festa cara alla tradizione popolare, forse anche perché ci introduce spiritualmente nel clima natalizio.
In concomitanza con questa festa, la famiglia vincenziana commemora le apparizioni della Madonna a santa Caterina Labouré, nel 1830, e da allora diffonde una medaglia che lo stesso popolo ha definito “miracolosa”, a motivo delle tante grazie ricevute da chi, portandola con fede, si affida alla materna intercessione di Maria SS. per averne abbondanti grazie.
Non si tratta di magia, ma di miracoli sì. Ovviamente, per chi i miracoli li sa vedere, perché ci vuole fede per vedere i miracoli. Tutta la storia dell’umanità è piena di miracoli, cioè di cose strepitose che Dio ha fatto per rendere bella la nostra vita.

1. Il primo miracolo: Eva
Il primo miracolo, per l’uomo appena creato, fu la creazione della donna da parte di Dio. Quando Adamo, nel giardino della creazione, si è trovato triste perché solo, con un’esistenza incompiuta, senza avere al fianco qualcuno che potesse renderlo felice, Dio si commosse, creò la donna e la pose al suo fianco, rendendolo così felice.
Fu felice non solo perché ebbe finalmente una compagna, ma soprattutto perché ella rappresentava (e rappresenta ancora oggi per ogni uomo) l’immagine di un amore che è lo specchio fedele della stessa vita divina, che è comunione di amore, relazione tra persone, vita di famiglia.
Purtroppo, però, sappiamo come è andata a finire e come va spesso a finire ancora oggi nella vita di relazione tra uomo e donna. Si insinua il peccato, l’egoismo, l’orgoglio e tutte quelle passioni che rovinano il rapporto tra di loro e con Dio.

2. Ecco allora il secondo miracolo: Maria SS.
Dio suscita nella storia umana la vergine Maria, la nuova Eva, assolutamente immune da quella macchia originale che aveva rovinato l’antico legame tra uomo e donna e tra questi e il loro creatore, restaurando anzi l’originario disegno paradisiaco che Dio aveva pensato per l’umanità.
Maria non ha peccato ed è anzi è “impeccabile”. Ora, quando incontriamo una persona che, senza essere impeccabile, si distingue per una moralità ineccepibile, difficilmente ci appare amabile: anzi, ci sembra piuttosto fredda, rigida, persino un po’ disumana.
La vergine Maria, invece, ha un’impeccabilità amabile, perché non legata tanto al senso del dovere, quanto all’esperienza della grazia, che esalta in lei la bellezza dell’umanità ritrovata nella sua integrità. “Tu sei la piena di grazia” le dice l’angelo. “Ecco la serva del Signore” rispose lei. In questo incontro sta la bellezza di Maria che celebriamo oggi. “Tutta bella sei, Maria" ci fa dire oggi la liturgia. Sei bella perché hai amato, più che il senso del dovere, la bellezza del silenzio di fronte a Dio, dell’ascolto attento e obbediente della sua parola, del dischiuderti col tuo sì alle sue iniziative. Sei bella, Maria, perché hai saputo apprezzare i doni che Dio ti ha fatto. E tutto questo è un altro miracolo

3. Ma i miracoli non finiscono con Maria…
Lungo i secoli, tanti uomini e donne hanno trovato in lei un modello di fede e la loro vita è stata un miracolo di umanità e di santità.
Tutti coloro che, come la Madonna, hanno vissuto in semplicità e umiltà, senza più quell’esperienza di paura che ha conosciuto Adamo e conosciamo spesso anche noi. “Adamo, dove sei?” “Mi sono nascosto, perché ho avuto paura!”. In Adamo c’è la storia di ognuno di noi: una storia piena di errori, di smarrimenti, di vergogna, di paura. Quando si vive non nella semplicità, bensì nella doppiezza, allora si ha paura di Dio. “Non temere”, dice invece l’angelo a Maria. Là dove Dio arriva con il suo angelo e il suo Figlio, non c’è da temere.
Dunque, anche se siamo peccatori, anche se abbiamo motivo di nasconderci, il Signore ci invita a metterci con fiducia di fronte a lui. E questo è un altro miracolo che Egli compie per la nostra salvezza e la nostra felicità.

4. Santa Caterina Labouré
Santa Caterina Labouré, colei alla quale nel 1830 apparve la Madonna, fa parte di questa schiera di persone la cui vita fu un miracolo. Caterina Labouré, umile contadina di Francia divenuta Figlia della Carità per dedicare la vita ai più poveri di lei, ha saputo guardare al di là del visibile, ha saputo entrare in intimità profonda con Gesù Eucaristia e con Maria, proprio perché era una persona semplice e libera da ogni desiderio di possesso, da ogni pretesa di riuscire in qualsiasi cosa con i suoi meriti… Apparteneva al popolo dei poveri, dei “piccoli” ed è proprio questa qualità che le ha reso possibile un incontro immediato con le realtà celesti.
Caterina Labouré ha avuto in una visione l’immagine che mostra a coloro che non hanno il cuore puro come il suo un po’ della grandezza di Colei che fu concepita senza peccato e che, per questo motivo, onoriamo come modello ideale di vita cristiana. Questa immagine, divenuta medaglia, da centosettanta anni sconvolge la vita di molti. La medaglia non è la visione, ma è un riflesso della visione. Non è la presenza, ma richiama la Presenza. Non ha “dei poteri” in se stessa, ma indica Colui che ha tutti i poteri.
Non tutti possiamo pretendere di fare la stessa esperienza sensibile che fece Caterina Labouré. Ma ognuno di noi può, facendo nel suo cuore e nella sua vita spazio a Dio e ai più poveri, vivere già nell’Amore di Cristo. E chi vive nell’Amore di Cristo, vive già della vita eterna.
E’ questo il miracolo che dobbiamo chiedere al Signore, portando con fede questa piccola medaglia.
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