In primo piano, la tutela del PAESAGGIO
IN PRIMO PIANO IL TAR: Con tutta quella fretta, ...
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ULTIM’ORA! IL TAR ANNULLA IL PIANO REGOLATORE PER OSTERIA NUOVA!! Da anni cittadini, associazioni e comitati vanno dicendo che non si può costruire su un’area fragile, senza alcuna valutazione sull’impatto ambientale e senza che sia stato fatto il programma di paesaggio. L’Amministrazione comunale ha sempre eluso queste importanti argomentazioni, tacciando chi le proponeva di voler fare polemiche strumentali e ‘politiche’. La decisione del TAR conferma invece la serietà delle contestazioni mosse contro assurdi interventi edificatori, che, ormai è chiaro, non rivitalizzano un bel niente e sono in totale contrasto con le norme a tutela del paesaggio previste dallo stesso Piano provinciale. Questa sentenza, quindi, è particolarmente importante, perché riafferma la forza e l’efficacia degli atti normativi di rango superiore rispetto agli strumenti urbanistici comunali; in sostanza, i Comuni, diversamente da quello che si vuol far credere, non sono autonomi al punto tale da fare tutto quello che vogliono, ma devono comunque rispettare norme poste a tutela del territorio e di altri interessi generali. Auspichiamo quindi che la decisione del TAR sia l’occasione giusta, affinché l’Amministrazione comunale rifletta sul suo operato e riesamini attentamente le sue scelte: siamo proprio sicuri che vi sia un reale fabbisogno di nuove abitazioni? Siamo sicuri che con gli interventi già realizzati gli assurdi obiettivi che il Comune si era proposto non sono già stati raggiunti? Se poi vi fosse realmente un fabbisogno di alloggi, siamo sicuri che per soddisfarlo si debba per forza costruire sulle colline e non basti riqualificare l’esistente? I Comitati Coordinati di Balatro, Osteria Nuova, Villamagna Bubè da L'Altra Campana n° 7 2004
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IN PRIMO PIANO
OSTERIA nUOVA
UNA FRAZIONE SENZA PACE Come è noto le nuove edificazioni di Osteria Nuova previste dal piano strutturale del ’99 sono state annullate dal TAR nel 2004 in seguito al ricorso di 12 cittadini e tre Associazioni ambientaliste, teso a impedire la realizzazione di almeno 53 appartamenti in aree a elevato pregio paesaggistico. Queste previsioni vengono ora riproposte, nonostante non trovino fondamento in nessun atto formale come hanno affermato il Sindaco Bartolini e lo stesso architetto Piazza, nell’Assemblea indetta a Osteria Nuova dall’Amministrazione il 19 maggio u.s. E’ evidente pertanto che si tratta di una “forzatura” che l’Amministrazione cerca di far passare facendo credere di essere intervenuta riducendo le superfici edificabili a più della metà delle precedenti mentre in realtà ciò è avvenuto solo per aver finalmente riportato la SUA (superficie utile per abitante dopo 5 anni di lotta dei Comitati e Verdi) ai livelli degli standard nazionali. Allo stesso tempo l'Amministrazione cerca di aggirare i vincoli relativi alla tutela delle zone collinari, introdotti dalla legge regionale 1/2005 e più recentemente dal PIT (Piano di Indirizzo Territoriale, che impongono come contropartita, alla possibilità di costruire, l’attuazione di interventi di riqualificazione), proponendo interventi di dubbia "riqualificazione" ma di sicura speculazione in aree a elevato valore paesaggistico, pur di costruire più di 40 appartamenti equamente suddivisi tra Via Lazzeri e lato Piazza Rosselli, nei pressi della Casa del Popolo. Per quanto significativa sia la riduzione dei due interventi rispetto alle previsioni del 1999, appare tuttavia sproporzionato il riguardo che è stato riservato a Villamagna, rispetto a Osteria che innegabilmente, nelle aree limitrofe alla Casa del Popolo presenta una valenza paesaggistica sicuramente comparabile. Questo ulteriore impoverimento del patrimonio collettivo avverrebbe inoltre in barba al documento programmatico approvato in Consiglio comunale nell'ottobre 2007, nel quale, proprio riferendosi a quest’area fragile, si auspicava di arrivare "ad una soluzione per Osteria che preveda, accanto ad una sensibile riduzione della volumetria da realizzare in loco, lo spostamento in altra zona con minori criticità, di una parte delle previsioni insediative". Non comprendiamo quindi perché, nonostante sia stata scelta in questo caso la formula del “Comparto perequativo” vi sia un’ottusa volontà a non spostare la “perequazione” come indicato dal Consiglio Comunale, per coerenza con quanto fatto per Villamagna. Ancor più incomprensibile è il fatto che qui a Osteria, a differenza di Villamagna, (dove esisteva un piano attuativo già licenziato) non esiste, allo stato attuale, alcuna previsione edificatoria e non vi potrà essere, fin tanto che il Consiglio di Stato non si sarà pronunciato in merito al ricorso presentato dalla stessa Amministrazione. Non solo, va considerato che in questa frazione vi saranno nel prossimo futuro pesanti mutamenti per la qualità della vita degli abitanti causati dai lavori relativi alla realizzazione della terza corsia della A1, all'endemico aumento del traffico sulla Via Roma, dovuto alle previsioni dei comuni limitrofi; la ristrutturazione della villa, La Cortaccia che diventerà un grosso complesso ricettivo con conseguente arrivo di pulman turistici. In conclusione vorremmo che l'Amministrazione comunale, prima ancora di definire volumetrie e dove collocarle, meditasse, invece di perseverare in errori, secondo noi, che già una prima volta hanno portato alla sentenza del TAR, che potrebbero aprire la porta per nuovi possibili futuri contenziosi. Il Comitato di Osteria Nuova 30-09-08
In primo piano i borghi
collinari: Questa ispezione avrebbe dovuto rappresentare, per i consiglieri provinciali, la verifica per convincersi di non aver firmato una cambiale in bianco della quale però non sarà mai chiesto conto a nessuno. Insomma una scampagnata che non costava nulla e tanto per accontentare Luca Ragazzo dei Verdi che aveva sostenuto fino all’ultimo la necessità dei programmi di paesaggio per l’inserimento dei nuovi insediamenti sulle colline di Bagno a Ripoli. Ovviamente nell’ambito della solita “trasparenza ed equidistanza” la commissione, oltre ad essere accompagnata, giustamente, dall’architetto Bondi dell’ufficio urbanistica, ha trovato anche la compagnia del presidente della cooperativa Aquilone ma non avrebbe mai conosciuto anche noi se non fossimo stati informati per caso. Manifesta è stata la sorpresa della commissione alla vista dei Comitati insieme alla la consigliere dei Verdi a Bagno a Ripoli Beatrice Bensi, che si sono uniti al gruppo portando nel codazzo tutte le contraddizioni del caso, battibeccando qua e là. La commissione era formata da consiglieri a noi non noti e mancava anche Luca Ragazzo a causa di impellenti problemi familiari, ma spiccavano l’assessore Lepri ed il consigliere Bernardini dei DS, quest’ultimo addetto alla difesa d’ufficio delle scelte edificatrici che come ha detto: tutelano quei poveri ulivi ammalati che altrimenti morirebbero comunque, invece abbattendoli, costruendo, ci guadagniamo anche! (Battuta non nuova, già sentita da parte di un certo Conti…) Ha battibeccato a lungo con alcuni architetti del Coordinamento dei comitati nel voler distinguere il panorama dal paesaggio: in pratica secondo lui, costruendo a Osteria il panorama si gode ugualmente; peccato che chi guarderà poi Osteria dall’opposto punto panoramico (lo stesso vale per Villamagna ecc.) non potrà poi dire la stessa cosa. Quindi chiara difesa della speculazione da parte di Bernardini nel solco della demagogia alla quale ci hanno ormai abituati tutti coloro che si ostinano ad usare come paravento a protezione dei loro affari cooperative che ormai non hanno più nulla a che vedere con la loro pecularietà solidale e forse si può ormai parlare più propriamente di associazioni di costruzioni immobiliari. Tuttavia la presenza di qualche “socio della cooperativa aquilone” che ha accettato di scambiare opinioni con noi, è servita a chiarire il fatto che comunque chi ha reali necessità di casa deve essere messo nelle condizioni di averla, ma non si può pensare di sfruttare il bisogno di pochi per permettere ad altri di speculare sul loro bisogno quale alibi per farsi legittimamente la seconda o la terza prima casa sulle colline di ogni comune nel quale non ne hanno un’altra. Sergio Morozzi |
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