COORDINAMENTO COMITATI CIVICI
BAGNO A RIPOLI
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Antella Via Romanelli |
ANTELLA: in via Romanelli ABBIAMO UN NUOVO “ECOMOSTRO” Via Romanelli, è una strada che si inerpica dalla piazza Peruzzi dell’Antella fino a superare l’autostrada, per ripianare poi tra gli ulivi del Cisale. Insieme a via Cattaneo è una strada intorno alla quale, negli anni ’60, sono sorte le tipiche abitazioni povere di chi lasciava le campagne e si costruiva la casa con le proprie mani in anni di sacrifici non solo economici ma anche fisici. Uno di questi è Aldo, un vivacissimo anziano che ricorda quando ancora l’autostrada la dovevano costruire, lì a due passi da casa sua; di quando, insieme ad altri, sistemò alcuni cipressi nella piazzetta poco sopra. Cipressi che sono ancora lì, ma sul loro futuro Aldo Simoncini non è ottimista, perché ne lega la sopravvivenza all’edifico enorme che sorge ora nella piazzetta e dice: “non c’ho visto mai chiaro, fin da quando iniziarono a costruire quest’edificio”. Infatti doveva essere un edificio alto al massimo due piani, per un totale di trenta stanze, quello che mancava per riempire l’ultimo campo ancora libero a chiusura della piazzetta dove via Romanelli si incrocia con Via Cattaneo. Poi Aldo continua: “credevamo che si fermassero una volta arrivati al secondo piano. Invece nulla! Sempre su, su fino a quattro piani, nonostante l’assessore all’urbanistica Tonarelli ci avesse assicurato che dopo avremmo comunque visto il sole tramontare. Guardate qua, ora si vede perché ‘un ci sono i tramezzi, ma poi? L’è una cosa incredibile! Invece se tu hai da rialzare p’e’ fare una mansarda, come questo qui accanto, l’hanno fatto penare per anni. Questi invece c’hanno messo tutti al buio.. E poi cosa succederà dopo? Con una casa di cura, albergo o que’ che sarà; almeno un centinaio di persone ci gireranno intorno, in su e giù pe’ queste strade!? Mah .. Poi i disabili, ma vi rendete conto, in do’ vanno qui ? Bisogna scarrozzarli in macchina in su e giù, ‘un c’è mica il bus qui? Ma la si rende conto? Ma poi tutto questo pe’ rimanere privato, l’ha capito!?...Già che l’è meglio che vada via, sennò....Ma le voglio dire anche questa: il padrone del terreno, quello prima di questi, io lo conosco bene, aveva chiesto di farci tre o quattro villette, che ‘un’ avrebbero fatto almeno tutto ‘sto scempio; non c’è stato verso, gl’è toccato a venderlo e guarda qui il che sono riusciti a fare quelli che l’hanno comprato dopo!” Ma lo sa che qui esiste questo scempio perché è stata data carta bianca a costruire con l’unico vincolo di fare 80 posti letto, anche suddivisi a piacere tra Casa di cura e albergo? Come!?? Basta! Ora, vo via davvero!! ‘Un capisco come in Comune siano arrivati a ‘sto punto! Non occorre commento alle chiare idee di Aldo.... I Fatti Il 20 dicembre 2001 insieme a molte altre varianti fu adottata dal Consiglio Comunale la delibera n° 201 che prevedeva, insieme anche ad altri interventi, che quanto prima andremo a rivisitare, di modificare il Regolamento urbanistico passando da 30 stanze organizzate su due piani, con destinazione per attrezzature turistiche, ad 80 posti letto per Residenza Sanitaria Assistita. In sostanza scompaiono quindi le stanze ed i due piani, come vincoli urbanistici, e introdotto il posto letto come parametro dimensionale dell’intervento, con l’immodificabilità della destinazione ad R.S.A. come previsto dal regolamento urbanistico. (Ovviamente con questa modifica la volumetria aumenta di molto rispetto a quanto era previsto inizialmente dal R.U), Tuttavia la delibera viene adottata dal Consiglio Comunale e la variante affissa all’albo il 6/2/2002. Le osservazioni che giungono nei 60 giorni successivi sono una soltanto: quella della proprietà dell’intervento (Masini e Grifoni) con la quale chiedono in pratica di modificare gli 80 posti letto (immodificabili!) da RSA ad RTA. L’“osservazione” viene accolta e viene predisposta un’ulteriore, delibera la n°69 che viene affissa all’albo il 24/7/02. Tuttavia, con l’accoglimento delle suddette osservazioni, la variante n° 201 doveva essere stralciata, ripubblicata ed indetto un nuovo giro di osservazioni; questo sembra non essere stato fatto. Pertanto la previsione di una struttura ricettiva con 80 posti letto, dei quali veniva lasciata alla discrezionalità della proprietà di definire l’eventuale proporzione tra RTA e RSA, come indica il punto 9 dell’art. 25 del R.U, dovrebbe ritenersi illegittima e illegittimo il successivo permesso a costruire. La Realtà I tanti cittadini che abitano o che erano soliti passare qualche ora nella piazzetta in cima a via Romanelli, anche se avevano alle loro spalle l’autostrada, potevano almeno spaziare su un orizzonte panoramico, da Montisoni a Belmonte, oggi tutto questo non esiste più. Un edificio continuo di almeno 70 metri copre tutto l’orizzonte ovest ed ha ragione Aldo a dire che non vedranno più il sole. tramontare Se poi si aggiungesse il fatto che l’auspicabile galleria per l’autostrada, in corrispondenza dell’abitato di Antella non venisse fatta, i poveri abitanti non vedrebbero neppure sorgere il sole da est, coperto dalle barriere antirumore. Di chi è la colpa? Di nessuno. Sentiremo la solita tiritera: avete ragione ma questo l’ha fatto la precedente amministrazione; non si può fare più niente; se blocchiamo tutto l’amministrazione dovrebbe pagare i danni ecc.. Invece le colpe sono ben evidenti: sono di ordine politico nel voler modificare con una semplice variante ciò che il regolamento urbanistico iniziale aveva tecnicamente proporzionato alla realtà locale; imprevidenza nell’affidare la realizzazione totalmente a privati, i quali, per altro, hanno ottenuto tutto ciò che hanno voluto; colpe di ordine tecnico perché era ovvio a chiunque, non importava essere architetti, per accorgersi che passando da 30 stanze a 80 posti letto, come minimo sarebbe stata più che raddoppiata la volumetria, che invece poteva essere preventivamente contabilizzata semplicemente riferendosi ai parametri della L.R. 466 e proporzionare successivamente l’intervento alla realtà locale. Invece non è stato dato alcun limite a chi costruiva, e certamente quelli hanno riempito di cemento fino all’inverosimile quel fazzoletto di terra rispettando solo le vigenti norme urbanistiche nazionali del 1968, mettendo però al “buio” coloro che abitavano lì già da 50 anni e che oggi si vorrebbe stessero zitti. Non tralasciamo poi i problemi di accessibilità che non sono stati neppure presi in considerazione: la Residenza è lontana dai servizi pubblici e non raggiungibile agevolmente neppure a piedi. Non vogliamo poi immaginare una mobilità ulteriore nella zona a base di mezzi privati che si aggiungerebbe a quella dell’autostrada. Scusate, ma questo, al di là di tutte le ragioni di dare casa a soggetti “diversamente abili”, ci sembra veramente troppo! Non vorremmo pensare male, ma a noi sembra che queste “non curanze” forse non siano casuali, altrimenti cosa pensare del livello tecnico politico dei nostri amministratori? Sembrano invece mirate ad arte per favorire, nell’ottica, speriamo, solo del fare, pur di fare, interessi sostanziali di pochi che oggi portano ad un enorme danno e ad un’offesa a quella stessa popolazione che probabilmente ha espresso proprio l’amministrazione attuale e quella che ha autorizzato questo intervento. Popolazione che oggi si trova a preoccuparsi e magari non ha agito prima per fiducia: nessuno pensava che il “Comune” arrivasse a tanto. Così questo progetto, se non verrà abbattuto, per quanto potrà essere architettonicamente pregevole, non potrà che rappresentare in eterno “un nuovo ecomostro a Bagno a Ripoli”. Chi volesse poi potrebbe anche andare a vedere cosa sta succedendo nella sottostante via Lavagnini.... Sergio Morozzi |