COORDINAMENTO COMITATI CIVICI
BAGNO A RIPOLI
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Antella Via Romanelli |
Siamo stufi Non da ora, ma da molto tempo ormai, a Bagno a Ripoli, buona parte di quello che viene concesso di costruire non contiene alcun segno di contestualizzazione con il territorio o con quello che c’è immediatamente vicino. Gli scempi fatti Così ci ritroviamo 6 villette costruite sotto i merli della scalea della villa Medici a Grassina, indefinibili cubi in mezzo alla campagna tipo villa Iole a Croce a Varliano, oppure il mostro di Scolivigne, sorto sulla demolizione di una casa colonica di epoca Leopoldina, senza entrare nel merito di Baroncelli e degli interventi devastanti che hanno avuto in Grassina il luogo di maggiore concentrazione. Gli scempi annunciati Nonostante l’amministrazione cerchi di tirare il can per l’aia uscendo con l’illusorio documento di indirizzo per la variante del vigente Piano Strutturale, sappiamo che esistono ancora “falchi” che premono per realizzare i più di 150 nuovi appartamenti tra Villamagna, Osteria Nuova, La Fonte e Balatro nonostante le buone intenzioni del documento suddetto e l’effetto Monticchiello. L’ultimo mostro E’ sotto gli occhi tutti quello che ormai all’Antella viene definito come “il piccolo mostro” arrampicato sul punto più alto di via Romanelli, che ha messo al “buio” tutti gli abitanti dell’incrocio con via Cattaneo, ma anche tutti coloro che stando sulle panchine della piazzetta, guardando lo stupendo panorama che gli si apriva di fronte, riuscivano a dimenticare per qualche attimo che alle loro spalle stavano transitando dall’autostrada più di 80.000 mezzi ogni giorno. Questo mostro, per carità, servirà anche a dare una casa ad almeno 30 persone diversamente abili, le quali non hanno nessuna colpa, anzi dopo molti anni di attesa la nostra comunità dovrebbe vergognarsi di non aver dato una risposta a loro ed alle famiglie che avevano sperato invano nella villa Pedriali, (che porta il nome di colui che la donò alla Provincia di Forlì insieme ad altri possedimenti), tanto che avevano chiamato la loro associazione proprio con il suo nome: Pedriali. Non è ben chiaro, almeno a noi, quali siano le ragioni per le quali questa villa, oggi in fase di ristrutturazione, non sia stata destinata, almeno in parte, ad accogliere questi nostri più sfortunati concittadini, ma di certo è trascorso un periodo troppo lungo negli anni ’90, nel quale nessuno ha fattivamente cercato di dare una risposta ad un bisogno legittimo anche delle loro famiglie. Pagare 3 per prendere 1 Così, nel 2001, nella fretta di porvi rimedio, non si è andati tanto per il sottile ed è stato scelto di modificare, la destinazione dell’area di via Romanelli, dove il PRG prevedeva 30 stanze per attrezzature Turistiche, in struttura Sanitaria Sociale da 80 posti letto, dei quali poi 50 convertiti in Residenza Turistica, senza alcun ulteriore vincolo che tenesse conto del contesto locale nel quale una struttura del genere andava ad inserirsi, non solo dal punto di vista urbanistico, ma anche sociale, in quanto gli assistiti saranno completamente isolati da qualsiasi realtà di un paese come l’Antella che poteva invece offrire molto di ciò che soprattutto queste persone hanno spesso bisogno: socializzare. Cosa che sarebbe stata possibile se la fattibilità di questo intervento fosse stata ricercata, nel contesto paesano. Intanto la Residenza Turistica privata, dai piani superiori, godrà di tutto il panorama ed il sole sottratto a coloro che abitano in via Romanelli da 50 anni e che ora dovrebbero subire, senza parlare. Ricatti ipocriti Chiunque, vedendo ciò che è stato realizzato in via Romanelli non potrà certo fare a meno di comprendere le ragioni di questa protesta. Questo intervento se pur devastante contiene un fine nobile, come ricordato, ma purtroppo questo aspetto costituisce talvolta una scusante per far passare anche interventi devastanti giocando su demagogia e ipocrita pietismo. Così, ad esempio, la ippoterapia per soggetti Down è stata portata a giustificazione di un maneggio da ben sessanta cavalli in un luogo impervio di Picille, oppure, come accade per lo scempio delle nostre colline, dove più semplicemente deve andare avanti perché attuato da cooperative in nome del loro nobile iniziale valore. In questo senso siamo stufi. Stufi dei ricatti morali specialmente quando si pretende una condivisione incondizionata su un intervento devastante come quello di via Romanelli. Crediamo che molti drammi sociali che sono al primo posto nella nostra comprensione e solidarietà debbano essere risolti per primi, ma senza i ricatti, solo condividendone le scelte e gli oneri. Mettersi nelle mani dei privati può solo dare i risultati che vediamo; di certo costoro non si chiedono se la mano destra non sa quello che fa la sinistra...
Il Coordinamento dei Comitati Civici di Bagno a Ripoli Stampato in proprio |