L'AUTOSTRADA

CHE

VOGLIAMO
 


 CONVEGNO 10 DICEMBRE 2005: AUTO-STRADE POSSIBILI per le grandi opere sul territorio ripolese

 

Grande successo del Convegno grazie ai qualificati relatori che hanno fornito uno spaccato a tutto campo non solo sul problema della terza corsia dell’autostrada, ma anche delle altre opere previste sul nostro territorio, come i ponti a Vallina e la variante di Grassina.

Da registrare, sul piano della non correttezza istituzionale, l’assenza di rappresentanti dell’Amministrazione, dopo che il 23 novembre, in occasione del Consiglio comunale, avevamo consegnato un invito a tutti. Assenza interpretabile, nella più benevola delle ipotesi, come insensibilità ambientale. Pensiamo piuttosto che ascoltare personaggi di fama non solo nazionale, come alcuni dei relatori, avrebbe fatto bene all’Amministrazione Comunale che sarà invece costretta a sentirli attraverso il filtro di alcuni “informatori locali di partito” che ringraziamo. Non pretendevamo la presenza del Sindaco, ma almeno la delega ad uno dei due assessori che assommano ambiente, urbanistica, partecipazione e cultura poteva essere data. Per completezza di informazione, solo il presidente del Consiglio comunale, Angelo Falmi, ha inviato una nota di scuse per non poter essere presente.

La presenza di alcuni consiglieri comunali e provinciali di area DS, Verdi e Rifondazione ha tuttavia, nella sostanza, costituito una qualificata platea, d’altronde anche lo sciopero dei giornalisti ha remato contro.

Ci spiace comunque per chi non ha avuto il privilegio di ascoltare il “planetario” e lungo intervento del relatore prof. Leonardo Rombai presidente di Italia Nostra Firenze, che ha ridisegnato l’assetto viario e ferroviario di tutto il centro nord con una chiarezza tale da lasciare annichilito chiunque ancora oggi sostenga l’indispensabilità di una terza corsia sulla A1; come pure chi, non pensa alla elettrificazione delle poche linee ferroviarie periferiche esistenti, così facendo ne favorisce la dismissione o il sotto utilizzo. Insomma secondo Rombai il traffico, se nei prossimi anni aumenterà, dovrà essere ridistribuito e mai addensato sulla A1 dove già ora rappresenta un carico ambientale insopportabile. Quindi, corridoio tirrenico e adriatico-tirrenico; trasporto ferroviario e marittimo come ha poi ricordato anche il consigliere regionale dei Verdi, Fabio Roggiolani (nella foto) che ha riferito un esperimento, da lui ideato e condotto circa due anni fa, inerente le vie alternative al trasporto su gomma. In quell’occasione ha ricordato che alcuni TIR sono partiti da Livorno in nave ed altrettanti per strada alla volta di Palermo; quelli via mare hanno raggiunto la meta con più di tre ore di anticipo e con costi vivi di trasporto di un buon 30% inferiori rispetto a quelli dei Tir giunti per strada. Questo grazie all’assenza di consumo di carburante ed al fatto che via mare non necessità un secondo camionista o addirittura può non esserci nessun camionista al seguito del carico. Non devono essere poi trascurati altri evidenti vantaggi sociali e di sicurezza derivanti dal minor inquinamento (un autotreno inquina come 18 auto!) ed in prospettiva minori costi per infrastrutture via terra. Ma la cosa che deve essere considerata come determinante, ha fatto notare Roggiolani: la possibilità di trasporto via mare è immediatamente disponibile sia sul tirreno che sull’adriatico a differenza di infrastrutture devastanti e dai costi di costruzione e sociali esorbitanti che sarebbero disponibili tra non meno di dieci anni da oggi.

Della situazione del nostro comune ha parlato maggiormente l’architetto Giorgio Pizziolo il quale ha rimarcato come il nostro territorio, famoso per la sua bellezza, brilli invece per l’assenza di qualsiasi elemento di governo e come succede sempre, chi non ha programmi chiari e condivisi finisce per prendere quello che altri gli danno o gli fanno fare. All’amministrazione resta solo il compito di mistificare quella o quell’altra opera cercando di rivenderla alla cittadinanza, per quello che serve, nascondendo che nella realtà saranno distrutte per sempre le peculiarità storiche di Bagno a Ripoli per colpa di chi non ha programmi.

 

 

 

 

 

 

Tra queste opere, oltre all’autostrada, che pur senza la terza corsia mantiene intatto a distanza di 50 anni il suo impatto devastante,  Pizziolo ha ricordato la variante di Grassina ed i ponti di Vallina; in ambedue i casi non è possibile valutarne l’impatto senza sapere cosa succederà per i territori sui quali si inseriranno. Il parco fluviale dell’Arno, ad esempio, del quale in sostanza non sappiamo nulla di certo dovrà adeguarsi ai ponti di Vallina ed alla “prevedibile superstrada” della sp34 e non viceversa.

In mancanza di progetti chiari la principale attività delle amministrazioni è invece quella di fare di queste opere dei dogmi da non discutere e salvo parlare poi di “necessità di mitigazione”, ma a quel punto vuol dire che è stata già persa l’opportunità per fare di queste opere l’occasione per recuperare l’ambiente di inserimento al quale adeguare la strada o i ponti.

Questo in estrema sintesi la lucida analisi che l’architetto Pizziolo ha fatto dell’urbanistica del nostro Comune per le grandi opere, anche se, aggiungiamo noi, da non sottovalutare quella non meno devastante delle piccole opere, che è già tutto un “programma per il paesaggio”.

Massimo Casprini ha invece parlato, non tanto come storico del luogo, ma come cittadino di Antella che ama il territorio ripolese, non solo per la sua storia, ma perché sente come un dovere etico e culturale difenderlo da opere inutili come la terza corsia dell’autostrada la cui costruzione si protrarrà per più di una decina di anni, stando ai tempi medi riscontrati per altre analoghe opere, martorizzandolo definitivamente, oltre a costituire disagio per la popolazione che da quest’opera non trarrà alcun beneficio. Ha concluso osservando che il nostro territorio, grazie alla sua bellezza, avrebbe dovuto già vivere di residenze temporanee, funzionali ad una città d’arte come Firenze, mentre invece conta appena qualche agriturismo (9) e neppure un albergo o locanda degni di questo nome; ma chi verrà più a Bagno a Ripoli quando avremo rovinato anche tutto quello che già appare per molti versi compromesso? Conclusi gli interventi più generali sono state presentate alcune interessanti esperienze, ognuna con una propria peculiarità, che ci hanno rivelato come anche un’autostrada può servire a fare paesaggio o come sia anche l’occasione per interventi di recupero in aree particolarmente degradate.

 

 

 L’architetto Emanuela Morelli ci ha mostrato l’aspetto futuribile, per noi Italiani, dell’inserimento di autostrade in territorio francese e svizzero; cosa dobbiamo dire di fronte ai giardini delle aree di sosta di Bernard Lassus? Sembra di sognare, senza quei nostri orrendi Autogrill, eppure in Francia questa è la realtà delle opere pubbliche. Di fronte a tale qualità efficienza e rispetto dell’ambiente, forse, qualcuno tra coloro che contrappongono gli ambientalisti Francesi a quelli Italiani che non vogliono la TAV, dovrebbe quanto meno meditare: ma da noi quale certezza abbiamo che una realizzazione raggiunga questi lirici concetti paesaggistici per il rispetto dell’ambiente e delle popolazioni locali?

 

 

 

 

 

Il Convegno è poi proseguito con l’esposizione dell’architetto Lorenzo Vallerini che ci ha presentato la risistemazione riguardante l’area di Casellina, da lui progettata contestualmente alla realizzazione della terza corsia della A1. Sicuramente si tratta di un bell’intervento, forse il primo in Italia con finalità urbanistiche così vaste, e che presenta anche una galleria artificiale per nascondere l’autostrada per un tratto di 400 metri. Questo intervento cambierà i proverbiali connotati caotici di quell’area riqualificandola non solo per il sistema viario ma anche con un recupero funzionale e paesaggistico notevole.

Ci chiedevamo se fosse il caso, come hanno osservato molti nel successivo dibattito, che il nostro Comune prendesse ad esempio quello che ha fatto Scandicci, incaricando qualche bravo architetto per studiare un intervento di riordino simile che potremmo richiedere alla società Autostrade come opera accessoria, se sarà fatta la terza corsia “come vogliamo”, per l’area di Ponte a Niccheri e che comprenda anche i relativi collegamenti con Firenze ed il Chianti. Tutto questo nell’ambito di una pianificazione che non rincorra le proposte altrui, ma che le prevenga con un programma, come ha auspicato Pizziolo.

Sarebbe però opportuno che ciò avvenisse ancor prima di mettere mano a quello sciagurato progetto della variante di Grassina che, se resterà quello che conosciamo, avrà tutta l’aria di un francobollo, incollato a casaccio, insomma una “schifezza” come ebbe a definirlo Rombai qualche anno fa.

Eppure come hanno illustrato gli architetti Di Natali e Damianakos, nel loro contributo al convegno, nel 2000 la ASL 10 aveva commissionato loro un progetto di fattibilità per il recupero paesaggistico dell’area di Ponte a Niccheri del quale però, non è stato poi fatto nulla. Le tavole che abbiamo scelto mostrano il pregevole progetto la cui realizzazione appare anche particolarmente economica e prevede una galleria artificiale nella zona dove l’autostrada non corre in “rilevato”.

 

Antella 18.12.05

 

In merito a tutti gli elaborati proiettati nell’occasione, quanto prima saranno pubblicati, per un certo periodo, anche sul sito contestualmente a tutti gli atti del convegno che saranno raccolti poi in un DVD ed inviato alle amministrazioni ed alle associazioni.