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Chi non l’ha conosciuta ha tuttavia percepito la straordinarietà della sua personalità attraverso le sue poesie, ritrovando in esse quei valori di solidarietà, onestà e giustizia che in un mondo pieno di disvalori, possono costituire un riferimento per i nostri figli come ha scritto una mamma nel manifestare la sua volontà di intitolare a Manuela la scuola materna di Bubè.

 

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Gennaio 2004

 

Manuela Masi era iscritta fin dai 16 anni al Partito Comunista Italiano, era una militante, una compagna, come si diceva allora. Oggi queste parole fanno un po’ paura, ci sembrano in qualche modo disdicevoli. Tanto che qualcuno, molti forse, hanno espresso dubbi sull’opportunità di inserire queste parole dentro la sua biografia. Come se in qualche modo la sua militanza politica, oggi, non fosse più una cosa di cui essere fieri, anzi. E invece, proprio perché a Manuela vogliamo intitolare una scuola, la casa dei cittadini del domani, noi dobbiamo rimarcare su queste parole, devono farci riflettere. Oggi essere iscritti ad un partito, “militare”, non è più di moda. I partiti politici stessi, dove sono finiti? Lo scossone, tremendo ma necessario, iniziato con Tangentopoli, li ha travolti, ci ha mostrato una realtà che era sotto gli occhi di tutti ma che non volevamo vedere. Oggi il re è nudo.

Non è però che abbiamo buttato via anche il bambino, insieme all’acqua sporca? Ecco perché credo che riflettere sulle esperienze vissute da Manuela Masi possa farci bene a tutti, vecchie e soprattutto giovani generazioni. Manuela credeva in quello che faceva, credeva che il suo impegno contribuisse a cambiare, migliorandola, la nostra società. Credeva in quegli ideali - quegli stessi ideali nel cui nome noi oggi sappiamo che sono state fatte tante cose sbagliate, e per questo ci sentiamo in imbarazzo nel dire quello che Manuela era: una comunista. Ci scordiamo di quello che voleva dire essere una comunista allora: impegno, passione, ideali sociali e civili. Ma voglio dire di più. Non è tanto importante che Manuela fosse comunista – chi non lo era allora, in questa piccola cittadina? Avrebbe potuto essere anche della sponda opposta, perché sono certa che anche dall’altra parte l’impegno che si sentiva – con ideali diversi, certo – era quello. Io ho 10 anni meno di lei, ho vissuto gli ultimi momenti del Movimento Studentesco, ma mi ricordo esattamente il clima delle assemblee, dei collettivi, degli scioperi, dei cortei. Credevamo in quello che facevamo, ci sentivamo vivi, partecipi, propositivi. C’era vera passione in quello che facevamo. Abbiamo realizzato poco o niente, di quello che sognavamo, questo è certo. Ma ciò non ci dà, non dà il diritto a nessuno di sottovalutare quello che eravamo, di passarlo sotto silenzio.

Manuela Masi, chi sarebbe oggi? Forse una no global, una pacifista. Forse, anzi sicuramente, sarebbe impegnata a fondo nel volontariato. Avrebbe avuto dei figli, a cui avrebbe cercato di trasmettere quella sua stessa voglia di esserci, di partecipare, di continuare a lottare contro le ingiustizie, soprattutto sociali. Questa sono sicura sia la lezione, l’esempio, che Manuela vorrebbe trasmettere ai giovani di oggi. E per questo trovo così significativo che a lei intitoliamo la nostra scuola di Bubè. Non scordiamoci di quello che lei era in realtà. Sarebbe come farla morire un’altra volta.

 

Letizia Coppetti

 

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