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DUE
ANNI DI BILANCI
Alla scadenza
del mandato di un’Amministrazione viene naturale, anche da parte nostra, fare
dei bilanci partendo da un’analisi di quello che è transitato in
Consiglio comunale negli ultimi due anni, periodo nel quale i Comitati, spinti
da un impegno civico che vuole ricercare il modo migliore per stimolare nuove
forme di democrazia partecipata, hanno seguito i lavori della democrazia
rappresentativa, Consiglio comunale e partiti politici. Abbiamo iniziato a seguire i Consigli
comunali quando ancora il compianto Sindaco Giuliano Lastrucci era nel pieno delle sue funzioni ed alle prese
con il Cook & Chill,
figlio di una miliardaria mensa cucinata dalla precedente Amministrazione Zampoli. Ma l’eredità peggiore che aveva avuto dalla
precedente amministrazione era senza dubbio
l’urbanistica. Un’urbanistica chiacchierata, con un ufficio a
detta di molti parziale, per non dire altro, che aveva partorito un Piano
Strutturale a tempo di record, in epoca ante Ulivo, ma che ora avrebbe gestito
una maggioranza Ulivista, che abbracciava anche i
Verdi. Giuliano era consapevole di questi problemi ed eravamo in
Consiglio quando il 16 luglio 2002 fu approvata la delibera n°90 di revisione del piano strutturale ma della quale però, oggi,
abbiamo perso le tracce, siamo sicuri, per le purtroppo di lui tragiche
vicende. Delibera nella quale molti di noi vedevano il mezzo
per la riapertura di uno spazio
partecipato per dare una migliore qualità urbanistica, specialmente alla zona
di Grassina, e per affrontare la revisione degli
strumenti urbanistici prodotti con regolamenti definiti illegittimi anche dalla
Regione, come l’articolo 56 del R.Edilizio. Ma, oltre
a decisioni sull’urbanistica sono state prese in Consiglio molte altre
decisioni, non meno importanti, la maggior parte delle quali non le condividevamo e non le condividiamo, a partire dal Cook & Chill nelle scuole.
Non abbiamo approvato l’assenza propositiva dell’Amministrazione quando Certosi, vice della Provincia, riferì
in Consiglio comunale riguardo alle sorti dell’azienda di Mondeggi;
quando fu decisa la cessione della gestione dell’acquedotto alla neonata
società publiacqua; quando fu
istituita da società case spa della
quale l’attuale candidato sindaco DS Bartolini è, tra
l’altro, consigliere di amministrazione. In questi casi abbiamo condiviso
invece chi in Consiglio comunale contrastò queste scelte, mettendo
in evidenza il reiterato ricorso alla costituzione di società miste, che
avrebbero scaricato sul cittadino ulteriori spese per il mantenimento delle
loro stesse strutture amministrative; società che anche a noi sembravano forse il modo peggiore
per svendere qualcosa di pubblico, ma sicuramente un mezzo per garantire
ulteriori poltrone per una “corporazione” di politici o ex politici, aprendo la
prospettiva della privatizzazione anche dell’acqua, il tutto senza domandarsi
quale controllo rimanesse al nostro Comune su queste società. Risultato: per un
bene di tutti come è l’acqua le tariffe sono decise
dagl’altri. I cittadini possono solo pagare salato e lo stanno vedendo dalle
loro bollette.
Su tutti questi argomenti, che a noi sembrano di rilevante importanza per i cittadini o per l’ambiente che ci circonda, le scelte fatte da questa Amministrazione sono state a dir poco succubi a decisioni fotocopia già prese da altre Amministrazioni limitrofe o peggio magari in altre sedi, forse anche non istituzionali. Tant’è che pian piano la pubblicizzata Città sulle colline oggi non viene più ricordata da nessuno visto che Bagno a Ripoli condivide “supinamente” più le scelte di Firenze che quelle degli altri Comuni delle colline. Oggi si parla di Bagno a Ripoli nell’area metropolitana…..
I Comitati Coordinati di Balatro, Osteria Nuova, Bubè
IN QUESTO NUMERO
l
ANCHE I RICCHI PROTESTANO
C’era una volta un costruttore che rivendicava diritti...
l
A PROPOSITO
DI ELEZIONI: COMITATI E DEMOCRAZIA.
La nascita di un Comitato Civico suona sempre come un campanello
d’allarme per i partiti istituzionali
l
Tutto quellO che nessuno vi ha mai detto...
E’ facile dire: ma cosa vogliono questi ambientalisti, quando non si
conoscono i fatti
l
MORATTI: LA
SCUOLA CHE non aSPETTA
Qualche cenno per far capire questa riforma restauratrice.
o
Pillole di PASOLINI
Trasformismo ..
o
Cosa succede
nel Palazzo:
ANCHE I RICCHI PROTESTANO
C’era una volta un costruttore...diranno i nostri lettori. Ebbene
sì: c’era una volta un costruttore. Che ci possiamo fare noi se
l’Amministrazione comunale, nel mentre che si lamenta del fatto che si parla
troppo di urbanistica, continua a inserire l’argomento
all’ordine del giorno di quasi tutti i consigli comunali? Cosa
dovremmo fare? Stare zitti mentre viene fatto scempio
del nostro territorio? Come annunciato nello scorso numero, il consiglio
comunale ha recentemente adottato i piani attuativi per Balatro, Vallina e
Villamagna, in una ‘infuocata’ riunione di cui vi diamo conto, come sempre,
nelle pagine successive. A quella riunione sono finalmente usciti allo scoperto
i soggetti realmente interessati alle nuove edificazioni; già nel parcheggio
abbiamo capito che costoro non potevano essere giovani coppie, perché una
giovane coppia non va certo in giro con Porsche, Mercedes e quant’altro e infatti nella sala consiliare ci siamo trovati di fronte a
un manipolo di ricchi signorotti, che hanno inscenato uno spettacolo indecente.
Anche i ricchi protestano, come si può leggere nel titolo di questo
articolo, chiara parafrasi del titolo di una fortunata telenovela degli
anni ’80; anche i ricchi protestano e, mascherati neanche tanto bene da
‘comitati per l’attuazione del piano regolatore’, in
un volantino delirante e offensivo rivendicano addirittura dei veri e propri
diritti nei confronti del consiglio comunale, sfiorando i limiti dell’intimidazione
e della diffamazione. Tralasciando le
ridicole accuse mosse ai numerosi cittadini che hanno aderito agli appelli
lanciati dai Comitati, un mero pretesto per sollevare un gran polverone e
distogliere l’attenzione delle persone dalle reali problematiche poste dalle
previsioni edificatorie, veniamo subito alla questione fondamentale: siamo
proprio sicuri che questi soggetti possano vantare un qualche diritto?
Veramente esiste un ‘incalpestabile’
diritto all’attuazione del Piano regolatore, che nessuno può ‘ostacolare’?
Poiché sul punto di cose se ne sono dette tante, è
bene richiamare alla mente qualche concetto fondamentale che ci consentirà di
dare una risposta alle domande che ci siamo posti. Diritti e interessi
legittimi. È indiscutibile che ogni Amministrazione pubblica ha o dovrebbe
avere come principale finalità quella di perseguire l’interesse pubblico,
dovendo agire con imparzialità, secondo quanto prescritto dalla Costituzione.
Non è quindi corretto affermare che, in uno stato democratico, ciascun componente delle istituzioni sia legittimato a perseguire i
propri privati interessi, ancorché legittimi. Questo potrà essere vero nei
rapporti fra cittadini privati, ma chi ricopre cariche pubbliche deve sempre e solo perseguire interessi pubblici; gli
interessi vantati dai privati possono essere perseguiti e tutelati dalla
pubblica amministrazione soltanto se coincidenti con l’interesse pubblico.
Proprio per questo motivo, la posizione del privato nei confronti delle
amministrazioni non ha la natura di vero e proprio diritto soggettivo (fatta
eccezione per i diritti la cui tutela è prescritta dalla Costituzione, quali il
diritto alla salute, al lavoro, ecc.), ma di interesse
legittimo. È quest’ultimo una posizione più
‘attenuata’ rispetto al diritto, perché può essere soddisfatto dall’Amministrazione appunto solo se esiste un interesse
pubblico corrispondente. D’altra parte, con specifico riferimento
all’urbanistica, è noto che un vero e proprio diritto ad edificare sorge solo
con la concessione edilizia; quindi, qualsiasi strumento di pianificazione
urbanistica (piano regolatore o piano attuativo che
sia) può far nascere non un diritto ad edificare o men
che mai un diritto ad ottenere l’attuazione dello stesso strumento, ma solo
l’interesse legittimo ad ottenere una concessione edilizia. Di conseguenza, non
è corretto sostenere che, una volta approvato un piano
regolatore, l’amministrazione comunale non possa più rivederlo, perché
altrimenti provocherebbe un danno per i privati, sicuramente risarcibile; al
contrario, se sussiste un interesse pubblico in tal senso, l’Amministrazione
può benissimo rivedere le proprie previsioni, magari eliminando determinati
interventi edilizi. Certo, non può farlo arbitrariamente o comunque
senza alcuna ragione, altrimenti, dovrebbe sì risarcire eventuali lesioni di
interessi legittimi; se invece il provvedimento di modifica ha una sua
motivazione logica e ragionevole, allora l’Amministrazione ha agito
legittimamente e eventuali interessi legittimi contrari soccomberebbero di
fronte all’interesse pubblico. Nel caso di Bagno a Ripoli,
il Comune ha previsto nel proprio piano regolatore di costruire una certa
quantità di alloggi in varie zone per una serie di
motivi (‘risanare’ i centri abitati, arrestare il calo della popolazione, dare
una casa alle giovani coppie, ecc.); se successivamente l’Amministrazione si
rende conto che alcuni degli obiettivi sono già stati perseguiti e che non è
necessario completare tutti gli interventi previsti o che la costruzione di
nuove case non è lo strumento giusto per conseguire tali scopi, allora la
stessa può rivedere le proprie previsioni, eliminando determinati interventi
con un provvedimento adeguatamente motivato. Non c’è solo l’interesse a
costruire! Del resto, non sta scritto da nessuna parte che, in materia di
pianificazione urbanistica, l’unico interesse da tenere sempre e comunque in considerazione sia quello a costruire o ad avere
una casa; gli interessi in gioco sono tanti: oltre a questo, c’è l’interesse
alla tutela del patrimonio storico-ambientale-paesaggistico,
l’interesse ad un ordinato sviluppo dei centri abitati, ecc. L’interesse
pubblico impone che l’Amministrazione trovi un soddisfacente contemperamento
fra questi interessi e non privilegi irragionevolmente l’uno a danno
dell’altro; la legge regionale che disciplina l’assetto del territorio e gli
strumenti di painificazione urbanistica (legge n. 5
del 1995) fornisce importanti e vincolanti indicazioni in tal senso: prescrive
che l’interesse alla tutela paesaggistica possa essere sacrificato quando vi
sia una reale necessità di nuove costruzioni; solo allora l’interesse alla casa
e a costruire potrà ricevere un certo riconoscimento. Nel caso di Bagno a Ripoli, un giusto contemperamento fra i vari interessi
poteva essere raggiunto privilegiando la
riqualificazione degli immobili attualmente non occupati e limitando le nuove
costruzioni a zone di minor pregio paesaggistico, non potendo le zone collinari
reggere un simile impatto; invece, si è preferito ‘creare’ ad arte un fabbisogno
abitativo di fatto inesistente (la popolazione è in costante calo, che non
certo sarà frenato da nuovi alloggi!), attraendo persone da altri comuni
(soprattutto Firenze) e impoverendo in tal modo il tessuto sociale che si
voleva riaggregare. L’Amministrazione, come si
diceva, può però rivedere queste scelte e, in nome di interessi
pubblici d’importanza pari (se non superiore) a quelli rivendicati (peraltro)
dai soli costruttori, rinunciare a costruire sulle colline; si potrebbe così
riequilibrare quell’eccessivo sbilanciamento in
favore degli interessi (sia pur legittimi) dei costruttori, che fino ad ora ha
caratterizzato l’attività delle nostre istituzioni comunali. Nessun altro
vincolo per l’Amministrazione. Bisogna infine escludere che il Comune di
Bagno a Ripoli sia in qualche modo vincolato a
mantenere intatte le sue previsioni; infatti, come già accennato nel primo
numero, i proprietari dei terreni edificabili si sono impegnati a cedere parte
delle nuove abitazioni a prezzo ‘calmierato’ (peraltro con l’oscuro meccanismo del bando, più volte denunciato in questo giornale), alla
condizione che le norme sul dimensionamento degli interventi non fossero
modificate. Questi atti, su cui torneremo nei prossimi numeri, sono stati
redatti e sottoscritti dai soli proprietari e contengono impegni facenti carico
soltanto a questi ultimi, sono cioè atti unilaterali;
l’Amministrazione comunale non ha assunto alcun impegno e può benissimo
rivedere le proprie previsioni senza timore di dover risarcire danni a chicchessìa, visto che potrebbe anche non accettare le
condizioni ‘capestro’ stabilite dai proprietari e accordarsi con loro
diversamente. È opportuno quindi che il Comune smetta di trincerarsi dietro
assurdi pretesti e metta mano al piano regolatore, senza timore di affrontare
le ire dei costruttori e di calpestare interessi spacciati impropriamente per ‘legittimi diritti’.
Usque Tandem
OPERE
PUBBLICHE: LUCI ED OMBRE
Pioggia di opere pubbliche completate o in corso di completamento a Bagno a Ripoli: sono stati rifatti i marciapiedi, è stata inaugurata una nuova piazza e sono stati effettuati alcuni interventi nei giardini dei “Ponti”.
Quanto al rifacimento dei marciapiedi, non vi è molto da dire oltre a sottolineare il fatto che questo, come spesso avviene, costituisce uno dei soliti ‘regalini’ pre-elettorali che le Amministrazioni, sempre a caccia di qualche voto in più, elargiscono ai cittadini e oltre ad auspicare che l’aiuola posta davanti all’incrocio fra via Roma e via Pizzi venga al più presto ripristinata.
Senz’altro maggior considerazione meritano la nuova piazza della Pace e la sistemazione dei giardini.
La piazza della Pace è stata ufficialmente aperta al pubblico il 18 aprile (l’inaugurazione è stata rinviata al 25 causa maltempo). L’accesso principale si trova in via Roma, quasi all’altezza del circolo S.M.S.; pochi scalini conducono nella piazza, collocata nella vecchia aia di una casa colonica, fra i retri delle case che costeggiano la via Roma, le nuove ‘case rosse’ e ciò che resta degli scavi archeologici (un’altra parte è finita proprio sotto le ‘case rosse’).
La piazza, interamente pavimentata in cotto con parti in pietra serena, è stata realizzata con lo scopo di creare un centro di aggregazione per la cittadinanza in un punto di congiunzione fra la parte vecchia e la parte nuova del paese (via delle Arti, via Granacci, ecc.); significativo è in proposito il percorso pedonale che collega direttamente il centro del paese con la parte nuova e i servizi che lì si trovano (Coop, Poste, ecc.), offrendo ai passanti la vista sugli scavi archeologici.
Anche se l’opera non è stata del tutto completata, possiamo però esprimere alcune considerazioni sulla realizzazione; in particolare, riteniamo condivisibile l’idea di creare a Bagno a Ripoli un luogo di aggregazione dei cittadini, come pure abbiamo apprezzato l’idea del collegamento pedonale, collocato peraltro in una zona tranquilla, fra due parti del paese che fino ad ora forse non erano perfettamente integrate.
Ci sembra però che, se l’area in questione è adatta ad accogliere un percorso pedonale, altrettanto non può dirsi per una piazza; infatti localizzare un ambiente di questo genere in umo spazio angusto e un po’ defilato, fra il retro di vecchie case e alcune case nuove (le più volte citate ‘case rosse’), non certo bellissime, è una soluzione non del tutto felice anche dal punto di vista estetico.
Oltretutto, anche la scelta di realizzare la solita ‘spianata’ in cotto e pietra serena non intervallata da aiuole o alberi ha portato alla creazione di un ambiente abbastanza squallido e difficilmente frequentabile, soprattutto nei pomeriggi d’estate; purtroppo, questa forma di arredo urbano è assai diffusa nei centri abitati anche di altri comuni, ma a nostro parere dovrebbe essere abbandonata o rivista, perché ha seriamente compromesso l’estetica di troppe città e paesi.
L’unico elemento di valore, è la bellissima casa ex-colonica con porticato, che ci auguriamo venga sottoposta ad un attento restauro, che non ne alteri eccessivamente la fisionomia (perché non conservare anche il rampicante?), e venga destinata ad un uso pubblico (centro civico, museo della civiltà contadina o, al limite, rustica osteria).
Nei giardini in località I Ponti è stato finalmente eliminato quello che una volta era un laghetto e che negli ultimi anni era diventato neppure una pozzanghera; al suo posto, è stata realizzata un’area pavimentata circondata in un lato da gradoni e, per il resto, da un muretto su cui sedere. Ai lati si trovano anche una fontana e un palco, presumibilmente destinato ad accogliere orchestre e simili.
All’esterno, è stato mantenuto il vialetto che circondava il vecchio laghetto e che tuttora gira intorno alla nuova area.
L’intento dell’Amministrazione è stato quello di creare uno spazio in cui i bambini possano giocare o pattinare, ma che può essere utilizzato anche per concerti, serate danzanti, ecc.
L’idea è sicuramente buona, la realizzazione abbastanza; l’opera non è ancora stata completata, speriamo quindi che venga realizzata una pavimentazione migliore di quella esistente. Da notare che molte delle mattonelle che rivestono i gradoni e il muretto si sono già rotte...
Senz’altro quest’opera
costituisce un buon passo avanti per una migliore fruizione
dei giardini del capoluogo; a nostro avviso, occorre ancora fare qualcosa:
sarebbe bene realizzare altri vialetti con panchine, soprattuto
nella parte alta, per far sì che le persone possano accedere all’area interna
alla strada perimetrale e quindi godere appieno di tutti gli spazi, che oggi
forse hanno una funzione solamente decorativa.
Valerio Pellegrini
A
proposito di elezioni: COMITATI e DEMOCRAZIA
La nascita di un Comitato Civico
suona sempre come un campanello d’allarme per i partiti istituzionali in quanto viene solitamente interpretata come un sintomo
della loro incapacità a recepire e rappresentare talune istanze reali dei
cittadini. Senza voler fornire alibi ai partiti noi riteniamo tuttavia che i
comitati siano solo l’effetto di una causa che deriva dall’adozione di un
sistema elettorale che non è in grado di esprimere una democrazia con connotati
di partecipazione ma solo una democrazia formale. Questo sistema, introdotto
con la legge 81 del ’93, ha introdotto profonde modifiche dei criteri di
selezione dei candidati delegati a svolgere funzioni Politico
– Amministrative. In particolare, nei Comuni con più di 15.000 abitanti,
come il nostro, dove si vota con il sistema così detto maggioritario, la legge permette alla coalizione
che ottiene la maggioranza dei voti, di incassare “un premio” pari comunque
al 60% dei seggi e di conferire al ruolo del loro candidato Sindaco, poteri
straordinari che di fatto finiscono per oscurare l’importanza dello stesso
Consiglio Comunale, stravolgendo quel concetto democratico di rappresentatività
più diretta che questa istituzione aveva sempre rappresentato, quale vero
specchio composito della realtà sociale del Comune. Tant’
è che antecedentemente alla legge 81, si estraevano dal Consiglio Comunale i componenti della Giunta, la quale a sua volta eleggeva il
Sindaco. Oggi si fa il contrario, prima “qualcuno” sceglie il candidato
Sindaco, come dire che per costruire una casa si deve partire dal tetto, poi
intorno a lui viene messa una lista di potenziali
consiglieri. Chi sa perché nessuno, qui da noi, vuole
prendere esempio dagli Stati Uniti dove, in regime maggioritario, si tengono le
cosiddette elezioni “primarie”, per far scegliere agli elettori di un partito
il loro candidato sindaco ed i consiglieri. Non adottando questa procedura
si è rotto ormai quel difficile equilibrio tra partecipazione diretta e delega
rappresentativa dei cittadini fino ad arrivare ormai a confondere la democrazia con l’espressione di un esercizio
burocratico dell’amministrazione e dei partiti, che sempre più spesso sceglie su basi di mediazione tra vertici di partiti o sotto le pressioni di
potentati economici. Si capisce quindi come la conquista di un’amministrazione
possa essere oggi tanto più ambita di quanto lo fosse
prima della legge 81 e questo spiega perché i partiti, in campagna elettorale, tralascino
gli ideali e la qualità dei loro programmi, >> segue a p. IV
segue da p. III << per mirare ormai unicamente a proporre solo quello che magari non serve, ma che porta consensi anche se fini a loro stessi. Così facendo i cittadini si sentono e si sentiranno sempre come degli acquirenti, invitati a votare per una coalizione sulla base di programmi sempre più somiglianti e degni di uno spot pubblicitario. Altro aspetto da non trascurare deriva dal fatto che questo meccanismo elettorale premia solo chi si coalizza e pertanto finisce per snaturare la personalità dei partiti più piccoli della coalizione, per contro sovente più caratterizzati e ricchi di specificità dei grandi, che invece finiscono per schiacciarli con il peso della loro sete egemonica. Di fatto, Istituzioni e partiti, non si accorgono che questo sistema, non solo ha già ucciso la democrazia partecipata, ma pian piano ucciderà anche quella rappresentativa, allontanando dal voto sempre maggiori percentuali di cittadini.
Ed allora ecco i Comitati Autonomi come i nostri che portano con se l’incontrollabilità e l’imprevedibilità proprie dell’essere fuori dai giochi e dai legami politici realizzando quella che Pier Paolo Pasolini chiamava la politica fuori dal Palazzo ma che deve essere capace di condizionarne e criticarne le scelte.
Mosè
Tutto quello che avreste voluto sapere sull’urbanistica e
che nessuno vi ha mai detto.
E’ facile dire: ma cosa vogliono questi ambientalisti, quando non si conosce come stanno veramente i fatti. Allora, noi, che siamo amanti della verità e vogliamo dirla nell’interesse del popolo, abbiamo di seguito cercato con semplicità di spiegare perché abbiamo osteggiato l’approvazione delle nuove costruzioni anche se previste dal piano strutturale.
Il nostro zelo non nasceva solo da puro ambientalismo fine a se stesso, ma bensì dalla volontà di difendere un diritto collettivo al fine di garantire pari opportunità a tutti, costruttori, giovani coppie e a noi, cittadini comuni.
Il Piano Strutturale approvato dalla precedente Amministrazione Zampoli nel ’99 comprendeva discutibili interventi di edificazione anche in zone ad alto pregio paesaggistico (via delle Fonti a Grassina ne è un esempio), che avrebbero portato sicuramente tutte le incognite gestionali qualora si fosse deciso di edificarvi con un’edilizia economica e popolare. Lastrucci, conscio di questi problemi, ma allo stesso tempo desideroso di dare case in tempi brevi a chi le richiedeva, propose al Consiglio, che approvo a larga maggioranza, di eliminare la quota di edilizia economica popolare PEEP(40%) facendola rientrare, attraverso trattative private con i proprietari e/o Costruttori, in una quota del nuovo totale costruito da assegnare a Bando (15%) o in Convenzione a mercato libero (25%), unendo così, al vantaggio di evitare ghettizzazioni proprie dei PEEP, anche l’ottenimento di case a prezzi calmierati. Questi “buoni propositi” sono stati purtroppo pian piano contraddetti dai fatti in quanto, se è vero che le procedure di esproprio di aree ad elevato pregio avrebbero prodotto probabili lunghi contenziosi con i proprietari, è altrettanto vero che il Comune avrebbe avuto però dalla sua, una legge da far valere. La strada della trattativa privata ha invece posto il Comune in condizioni di ricatto da parte dei Costruttori e/o proprietari che hanno poi finito per avere la meglio, come risulta dai piani attuativi approvati dal Consiglio comunale dell’8 Aprile, recensito a pagina VI, imponendo l’edilizia economica e popolare comunque ghettizzata a Vallina e lasciando a mercato libero convenzionato quella di Balatro e Villamagna.
E qui entra in gioco la nostra protesta in quanto l’Amministrazione, anche se ne aveva avuta l’opportunità, non ha voluto infatti prendere atto che non era stato possibile venire a compromessi con chi considera il territorio ed anche le giovani coppie, come mezzo di arricchimento, ed ormai compromessa, non ha neppure tentato di minacciare un postumo ritorno ai piani PEEP, quale unico strumento in grado di garantire i diritti dei senza casa e quelli della collettività. L’Amministrazione ha invece favorito la logica dell’ottenimento del consenso elettorale approvando l’adozione dei piani attuativi suddetti sul filo di lana del traguardo di mandato. Risultato. I costruttori hanno deciso di ghettizzare a Vallina l’edilizia più economica e guadagneranno quanto vorranno, grazie anche a quel paludato ambiente delle cooperative nel quale non si sa mai esattamente come uno vi entri.
La collettività pagherà le opere di urbanizzazione per case da 1 miliardo, che non hanno più nulla a che vedere con l’edilizia economica e popolare come quelle di via Don Perosi, Balatro e di Villamagna. Il tutto in presenza di un regolamento edilizio improntato alla massima permissività per chi costruisce.
Francamente ci sembra che in queste vicende urbanistiche ci fossero tutti gli ingredienti per una miscela esplosiva e certo non sono bastate le delibere ombra come quella sulle riperimetrazioni a controbilanciare quanto la collettività ha perso in queste vicende in termini di costi e di trasparenza amministrativa. Ma per qualche voto in più si può fare questo ed altro concedendo molti miliardi di lire in più ai costruttori ed altrettanti in meno per Renzo e Lucia…..
Meditate, meditate Renzo e Lucia! Noi non difendiamo solo Bagno a Ripoli dai manipoli di Lanzichenecchi del cemento…..
Sergio Morozzi
MORATTI: LA SCUOLA CHE NON ASPETTA
L’articolo pubblicato sul precedente numero è stato molto apprezzato dai lettori in quanto, come era nelle nostre intenzioni, ha assolto alla funzione di rendere più comprensibile l’intricata legge di riforma Moratti.
In questo numero vogliamo proseguire fornendo ulteriori tasselli che vanno a chiarire altri aspetti riguardanti la legittimità della legge Moratti a poter essere imposta.
Di fatto trattandosi di una legge delega, come dicemmo, il campo di incidenza sulle autonomie scolastiche doveva essere limitato solo alle direttive generali nell’ambito del mandato conferito dal parlamento, al governo, invece il decreto attuativo ed ancor più la circolare, sono scese fino a definire particolari che il T.U. della P. Istruzione assegna esclusivamente alle Autonomie Scolastiche, aprendo quindi la strada alla illegittimità dell’applicazione della riforma, per altro già impugnata dalla Regione Friuli. La Regione Toscana sta invece cullandosi sulle onde di una moratoria triennale che lascia aperte forme di sperimentazione della riforma, che dopo questo periodo non sappiamo che fine faranno, sembra invece temporeggiare forse aspettando un cambio di regia al governo.
Ma nella Toscana dei movimenti non si dorme ed il 28 Aprile, si è costituito a Firenze il Comitato “Fermiamo la Moratti”, che si pone al centro di un vasto schieramento di opposizione alla riforma mettendo in campo, oltre al nostro modesto Coordinamento Genitori di Bagno a Ripoli, l’adesione di tutti i partiti della sinistra, dei movimenti più rappresentativi di Firenze, come la Scuola della Repubblica, il Laboratorio per la Democrazia, Aprile, Legambiente, dei sindacati Cobas e CGIL scuola, oltre ad una serie numerosissima di altri Coordinamenti che coprono in pratica tutta la Provincia di Firenze, rappresentativi di tutte le realtà del sapere, dall’infanzia all’università ed alla ricerca.
Il sito internet di riferimento del Comitato è per il momento quello del nostro coordinamento http://digilander.libero.it/infoscuolabaripoli/.
L’apporto che talune componenti del neonato Comitato, in particolare dell’avv. Mauceri, della Scuola della Repubblica, stanno fornendo, è determinante nel fare chiarezza sulle strade da seguire per rendere inapplicabile la riforma Moratti. Si deve infatti ricordare, ha detto Mauceri, che la forza giuridica dell'istituto dell'autonomia scolastica, sancita dall’Art.7 del T.U. sulla P.I. assegna ai Consigli di Istituto potere deliberante su tutta la didattica, indipendentemente dalle opinioni del dirigente. I Consigli possono infatti anche autoconvocarsi con 1/3 di adesioni del collegio dei docenti qualora il dirigente non voglia indire l’assemblea o non parteciparvi, nominando autonomamente un presidente. Questo in riferimento alla possibilità di bloccare i frequenti abusi che alcuni dirigenti, non è il caso dei nostri Circoli, attuano verso il potere decisionale del collegio dei docenti, le cui decisioni sono sovrane! Non quelle del dirigente. Situazioni di scontro si sono venute infatti a creare in particolare sulla questione dei libri di testo che la Moratti vorrebbe imporre, sfruttando i favori di ossequiosi dirigenti, mentre la scelta spetta invece a ciascuna autonomia scolastica. Altro punto controverso riguarda la questione del Tutor che può essere superata facendo votare ai consigli, ad esempio, delibere di rifiuto di questo istituto che si trovano in fac-simile anche tra i "Documenti Utili" del sito suddetto. Per finire si ricorda che il comitato sta organizzando la partecipazione alla manifestazione nazionale di Roma del 15 Maggio contro la riforma, la quale dovrà dare un segnale forte sulla diffusa volontà di non recedere dall’opposizione alla Moratti. Pertanto auspichiamo una massiccia partecipazione. La prenotazione ai bus per giungere a Roma si possono fare riempiendo l’apposito Form del sito internet o telefonando allo 055 8309037.
Sergio. Morozzi
PILLOLE DI PASOLINI
Questo è l’inizio del testo
dell'intervento che Pier Paolo Pasolini avrebbe dovuto tenere al Congresso del Partito radicale del
novembre 1975. Poté essere solo letto, perché due giorni prima moriva ucciso.
C'è un grave pericolo - avverte il poeta e saggista - che incombe sul Partito
radicale proprio per i grandi successi ottenuti nella conquista dei diritti
civili. Un nuovo conformismo di sinistra si appresta ad appropriarsi della vostra battaglia per i diritti civili "creando un
contesto di falsa tolleranza e di falso laicismo". Proprio la cultura
radicale dei diritti civili, della Riforma, della difesa delle minoranze sarà
usata dagli intellettuali del sistema come forza terroristica, violenta e
oppressiva. Il potere insomma si accinge ad "assumere gli intellettuali
progressisti come propri chierici". La previsione di Pasolini
si è avverata, nelle società occidentali dove, proprio in
nome del progressismo e del modernismo, si è affermata una nuova classe
di potere trasformista, di certo più pericolosa delle tradizionali classi
conservatrici. "Contro tutto questo - concludeva Pasolini - voi non dovete fare altro (io credo) che
continuare semplicemente a essere voi stessi: il che significa essere
continuamente irriconoscibili. Dimenticate subito i grandi successi e
continuate imperterriti, ostinati, eternamente contrari, a pretendere, a
volere, a identificarvi col diverso; a scandalizzare; a bestemmiare."
( ..)
A) Le persone più adorabili sono
quelle che non sanno di avere dei diritti.
B) Sono adorabili anche le
persone che, pur sapendo di avere dei diritti, non li pretendono o addirittura
ci rinunciano.
C) Sono abbastanza simpatiche
anche quelle persone che lottano per i diritti degli altri (soprattutto per coloro che non sanno di averli).
D) Ci sono, nella nostra società,
degli sfruttati e degli sfruttatori. Ebbene, tanto
peggio per gli sfruttatori.
E) Ci sono degli intellettuali,
gli intellettuali impegnati, che considerano dovere proprio e altrui far sapere
alle persone adorabili, che non lo sanno, che hanno dei diritti; incitare le
persone adorabili, che sanno di avere dei diritti ma ci rinunciano, a non
rinunciare; spingere tutti a sentire lo storico impulso a lottare per i diritti
degli altri; e considerare, infine, incontrovertibile e fuori
da ogni discussione il fatto che, tra gli sfruttati e gli sfruttatori,
gli infelici sono gli sfruttati.
Tra questi intellettuali che da più di un secolo si sono assunti un simile ruolo, negli ultimi anni si sono chiaramente distinti dei gruppi particolarmente accaniti a fare di tale ruolo un ruolo estremistico. Dunque mi riferisco agli estremisti, giovani, e ai loro adulatori anziani. Tali estremisti (voglio occuparmi soltanto dei migliori) si pongono come obiettivo primo e fondamentale quello di diffondere tra la gente direi, apostolicamente, la coscienza dei propri diritti. Lo fanno con determinazione, rabbia, disperazione, ottimistica pazienza o dinamitarda impazienza, secondo i casi (...)
Cosa
succede nel Palazzo
Resoconto
Consiglio comunale
24 Marzo 2004
Argomenti principali trattati sono stati la ri-deliberazione sul tema annoso delle riperimetrazioni dei centri urbani (che nel precedente C.C. la maggioranza non era riuscita a far approvare) e l’approvazione del programma per le Arti espressive presentato dal consigliere CI Vezzani. Per quanto concerne il primo tema una vera e propria discussione non c’è stata perché è stata considerata quella avuta nel C.C. precedente malgrado che fosse stata chiesta a gran voce dai consiglieri di Rif. Comunista i quali hanno anche protestato per l’insensata scelta politica della maggioranza di voler portare “contemporaneamente” avanti anche i vari Piani Attuativi di edilizia privata residenziale, si è quindi proceduto oltre con le dichiarazioni di voto: il consigliere Da Fano del gruppo della Margherita ha espresso parere favorevole rilevando che il documento delle riperimetrazioni evidenzia la volontà dell’amministrazione a costruire di meno. >>segue a pag. VI segue da pag. V << Dello stesso tenore è stato anche il parere del prof Cherubini, SDI, ma ha precisato anche “ c’è stato un eccesso di edificazione e di carico edilizio”. Per quanto riguarda i commenti dell’opposizione Grevi, FI, ha detto che “il documento è solo un atto politico, è una buffonata” e che “le riflessioni al Piano Regolatore si faranno in tutt’altra maniera”. Anche Lazzeri ,FI, si è espresso analogamente con “è un documento elettorale”, e che “ il concetto di non massacrare il territorio è lodevolissimo ma, visto il PRG e le varianti che ad esso si fanno, questo documento è in aperta contraddizione…A che diamo questo indirizzo ora? ”.Il documento viene poi votato e approvato, con DS, Margherita, CI a favore, An e 2 consiglieri di FI escono dall’aula,1 PRC contrario, 2 consiglieri (FI e PRC) si astengono. L’altro punto all’ordine del giorno era quello relativo al programma per le arti espressive; prende la parola Vezzani dei CI per illustrare cosa è stato fatto in questi anni e quale sia il futuro di queste attività nel nostro Comune, citando ad esempio l’ottimo lavoro svolto dal Teatro dell’Antella e i successi anche di pubblico da esso avuti, da segnalare anche le pregevoli rassegne per le scuole e l’istituzione della borsa di studio. I seguenti commenti di tutti i consiglieri sono stati di grande apprezzamento del lavoro svolto dell’ Amministrazione, alcuni invitano l’Amministrazione a fare di più per Grassina. La votazione vede approvato il documento all’unanimità.
Resoconto
Consiglio Comunale del
8
Aprile 2004
Il Consiglio Comunale del 8 Aprile 2004 è stato caratterizzato da una nutrita presenza di pubblico “interessato” all’approvazione delle adozioni dei piani attuativi per interventi edificativi in località Vallina, Balatro e Villamagna, previsti dal piano strutturale.
L’interesse, al riguardo, era particolarmente sentito anche dalle associazioni di tutela e civiche sparse sul nostro territorio, dopo le molte polemiche, apparse anche sui giornali, in merito alla inopportuna necessità che a fine mandato si dia luogo ad impegni che saranno gestiti poi dalla futura Amministrazione.
Tra le consuete comunicazioni della V.S. dal Pino quella di maggior risonanza ha riguardato l’approvazione in provincia del progetto di variante per Grassina alla Strada regionale 222, presentato alla conferenza dei servizi del 22 Dicembre scorso e descritto sul n°1 di questo giornale come Variante per la Capannuccia. Per il resto ha precisato che i piani attuativi sottoposti ad adozione sono transitati in Consiglio perché quelli di Balatro e di Villamagna erano stati emendati con varianti migliorative, mentre quello di Vallina aveva subito una vera e propria variante rispetto alle schede di piano originali. Comunque, ha precisato, l’adozione non significa approvazione di questi piani attuativi che dovranno essere oggetto di osservazioni e dovranno tornare in Consiglio ma della futura amministrazione.
Il primo intervento è stato quello di Ronchi del PRC, ha ricordato come a suo tempo l’astensione del suo gruppo in merito all’approvazione del Piano Strutturale che comprendeva questi interventi, avesse significato la percezione, nonostante l’abbandono di una politica della casa legata ai Piani di Edilizia Economica Popolare (PEEP o Erp), della possibilità di raggiungere gli stessi obbiettivi, seguendo la strada dell’edilizia, così detta convenzionata e a bando, attraverso la destinazione di una quota del nuovo costruito a mercato libero, senza distinzione dei siti.
Invece la gestione politica che si è fatta di questi piani ha contraddetto questi principi in quanto oscuri accordi hanno poi reintrodotto una specie di Erp quando si è accettato ritenuto opportuno più conveniente per i costruttori e proprietari costruire a Vallina tutte le abitazioni in convenzionamento a prezzo calmierato ed in collina Balatro e Villamagna, tutte le abitazioni a mercato libero, privilegiando apertamente la convenienza dei costruttori, vanificando l’intento di evitare una ghettizzazione degli abitanti tra quelli di serie A e quelli di B, cosa che i PEEP avrebbero reso evidente e che invece si intendeva evitare. Ronchi che precedentemente a questo intervento aveva fatto riferimento anche a presunte irregolarità nella assegnazione delle case a bando, ha annunciato il voto contrario del suo gruppo sugli interventi di Balatro e Villamagna, mentre su Vallina ha motivato l’astensione considerando che fra tutti è l’unico intervento che in qualche modo da una risposta più economica all’acquisto di una casa.
Dello stesso tenore l’intervento di Lazzeri di FI il quale ha più volte richiamato l’aspetto elettoralistico di queste adozioni in evidente controbilanciamento a precedenti delibere di nullo valore sostanziale votate per recuperare i Verdi al tavolo dell’Ulivo. Annuncia quindi voto contrario per della CDL per Balatro e Villamagna mentre per Vallina ci sarà l’astensione per le stesse ragioni motivate da Ronchi. L’intervento di Burgassi, che in questa occasione ha parlato a nome della maggioranza, ha portato a conoscenza di tutti molti dati sul consuntivo numerico degli interventi di edificazione effettuati fino ad oggi. Questi ammonterebbero a circa 1/3 del totale previsto dal piano essendo stati realizzati o in corso di realizzazione, da giugno 1999 a marzo 2004, 229 alloggi di nuova edificazione, dei quali 39 previsti prima dell'adozione dell'attuale Piano Regolatore e gli altri 190 di nuova previsione; la superficie complessiva di questi alloggi è pari a 17.552 metri quadrati, con una superficie media di 76,7 metri quadrati per alloggio. Inoltre, su 190 alloggi previsti dal Piano Regolatore, 95 risultano ad edilizia convenzionata libera e a bando. A questi alloggi si aggiungono quelli risultanti da ristrutturazione di edifici esistenti, pari a 364. I piani attuativi all’ordine del giorno andranno ad aggiungere ai suddetti altri 100 alloggi, con una superficie media di circa 75 metri quadrati per alloggio. Per quanto riguarda l’Edilizia Pubblica di tipo economico Erp sono stati realizzati o sono in corso di realizzazione 30 alloggi. Burgassi ha citato poi alcuni dati riguardo ad un diffuso ricorso ad ampliamenti del 10% sul volume edificato esistente. Da Fano (Verdi-Margherita) ha rivendicato la necessità di revisione degli strumenti urbanistici ma non solo per l’articolo 56 ormai famoso, ma per tutte quelle furbizie che si trovano un po’ ovunque, dai regolamenti, alle schede di piano perpetuate attraverso il largo uso di avverbi ai quali si può dare interpretazioni quantitative discrezionali come quando si afferma estensivamente “ almeno” come unità di misura.
Da Fano ha consegnato al
presidente Cherubini anche un documento dei Verdi, che è stato poi messo agli
atti del Consiglio, nel quale si chiarisce la posizione di questo gruppo in
merito a questi piani attuativi il cui contenuto è riportato integralmente a
pagina VIII. Nel successivo intervento, Briccolani, di AN, ha ripreso le argomentazioni di Lazzeri
giungendo alla stessa dichiarazione di voto. Vezzani
dei CI ha invece puntato il dito sulla trasparenza delle procedure di bando per
l’assegnazione delle case a prezzo concordato citando un corsivo pubblicato sul
n°1 del nostro giornale L’Altra Campana “Mai più Renzo e Lucia”, dove si “alludeva” alla possibilità che nell’assegnazione delle
case a bando si prefiguri una specie di asta nella quale il battitore è il
costruttore ed il primo della graduatoria >> segue a pag. VII
segue da pag. VI << chi offre di più. E’ intervenuto anche il presidente Cherubini che in sostanza ha richiamato l’attenzione del Consiglio sulla necessità di un’attenta verifica di questi piani e delle osservazioni che perverranno richiamandosi lui stesso, per primo, ad una certa autocritica vedendo poi quello che di brutto e deturpante si vede realizzato in giro magari frutto anche di una certa leggerezza con la quale si è approvato anche in consiglio certi interventi. Il consiglio si è chiuso con la replica della VS Dal Pino che ha respinto ogni addebito di opportunismo elettorale ma semmai la situazione che si è venuta a determinare con la scomparsa di Giuliano Lastrucci ha portato solo ora in consiglio questi piani attuativi, annunciati da almeno due anni.
Il nostro punto di vista: E’inutile nascondere la contrarietà del Coordinamento per questi piani attuativi riferendosi ad una serie di argomentazioni che sposano le tesi degli interventi di Ronchi, Lazzeri e Briccolani, che per altro anche noi abbiamo ampiamente già esposto sulle pagine di questo giornale parlando di giovani coppie, di Renzo e Lucia ecc. Prendiamo tuttavia atto con riserva dei dati forniti da Burgassi e li analizzeremo sotto tutti i punti di vista, ma già da ora ci sembra di poter dire che se dobbiamo raggiungere questo traguardo dei 26.000 abitanti, panacea dell’amministrazione ripolese, le 563 abitazioni sin qui realizzate ci sembrano già ampiamente sufficienti per accogliere almeno più di mille nuovi abitanti raggiungendo e superando quel traguardo anche senza i piani attuativi all’ordine del giorno. Pensiamo pertanto che lo slogan dei 26.000 abitanti debba essere sostituito dalla nuova amministrazione a meno che, un professore di Matematica come il futuro sindaco Bartolini, non trovi una nuova tesi giustificativa di questo teorema del quale fino ad oggi sono state fornite dimostrazioni non certo di rigore matematico. In questa occasione vogliamo piuttosto dilungare il nostro punto di vista su quello che è successo fuori dal recinto del Consiglio, anche per dare merito alle cariche istituzionali, dalla V. Sindaco, a Cherubini, dell’equilibrio che hanno mostrato sotto la pressione di una numerosa claque, organizzata dai soliti noti costruttori, che poco aveva a che fare con un pubblico attento all’espressione democratica di un consiglio comunale. Presenze che a noi, e non solo, hanno dato l’impressione di un’ammissione di debolezza, in quanto a capacità di condizionamento ulteriore dell’amministrazione in materia urbanistica. Infatti se si è sicuri dei propri diritti non si va a stendere cartelloni la cui valenza è ben diversa dal significato che noi diamo ai nostri e se si avessero argomenti convincenti non si personalizzerebbero gli argomenti di un volantino insinuando presunti possessori di ville tra gli ambientalisti che non vorrebbero le ville di altri…. Lo scopo vero della numerosa presenza non era certo quello di intimidire gli ambientalisti, ma di lanciare, in periodo pre elettorale, un messaggio a tutto il consiglio, per ora e per il futuro. Per questo riteniamo importante sottolineare l’equilibrio degli interventi delle cariche istituzionali anche, in presenza di questa “minaccia”, non hanno alimentato la contrapposizione già insita nel pubblico, tra costruttori e “ambientalisti”, neppure quando qualcuno ha minacciato addirittura lo scontro fisico alla mia persona quando ho esposto un cartello, ritraente le note villette da 900.000€ , di via delle Fonti, in costruzione a Grassina, con la scritta “esempio di piano attuativo = scempio urbanistico + cementificazione selvaggia”. Certo questo slogan non era stato scelto a caso dai Comitati ma di certo non aveva nulla che riguardasse i presenti, era solo stato ispirato da un articolo esplicativo del piano Strutturale pubblicato sul sito Internet del Comune nel quale si negava che queste parole avessero un senso a Bagno a Ripoli, ripassando la palla al mittente, in questo caso i Verdi. Noi, ed in particolare il Comitato di Bubè che ha lottato perché via delle Fonti venisse risparmiata, abbiamo voluto ricordare a tutti che il termine “cementificazione selvaggia” ha un significato anche nel nostro Comune e non solo nel senso estensivo di una quantità. Per noi, nel contesto di via delle Fonti, significa che solo i selvaggi avrebbero potuto cementificare quella zona più di quello che altri avessero già fatto prima. Ci ha fatto poi piacere che qualcuno, finalmente, si sia accorto delle fondate possibilità di truffa nell’assegnazione delle case a bando, sembra grazie ad un articolo pubblicato sul nostro giornale. Certo se escludiamo Vezzani e Ronchi, della cui buona fede non dubitiamo, per aver portato all’attenzione del Consiglio proprio queste nostre considerazioni, non altrettanto possiamo dire di altri consiglieri. Ci rallegriamo del fatto che ci sia ancora qualche “COMUNISTA”, coerente con Gramsci, che crede ancora, come crediamo noi, che “la verità sia rivoluzionaria” specialmente se, come in questo caso, la menzogna sembra invece farla da padrona. Comunque siamo contenti. Per una volta nessuno ha rammentato le “giovani coppie” bisognose di case da 1 miliardo di lire, forse si è capito che, anche se fuori moda, è molto più dignitoso parlare di Renzo e Lucia. Ci ha stupito invece il silenzio di certe sirene in merito ad un altro slogan riguardante la necessità di rivitalizzare i piccoli centri collinari del nostro comune, ma forse c’era già troppa claque e facendo ancor più rumore, qualche olah! di troppo poteva risultare compromettente o troppo personale. Tuttavia a lavori finiti, fuori dal palazzo comunale, qualche schiamazzo gioioso lo abbiamo poi registrato tra alcuni consiglieri della maggioranza ed i soliti noti costruttori; evidentemente c’era qualcosa di cui gioire! Non pensiamo che episodi del genere siano edificanti in generale per nessuno, visto che comunque nessuno ha vinto la guerra ma solo una battaglia. Gli sghignazzi che abbiamo distintamente udito e che potevano preludere a brindisi “con panettone e spumante” in contrasto alle caramelle concesse ai Verdi, ci fanno pensare alla sfacciata immoralità, se non altro etica, alla quale certi componenti di maggioranza del consiglio si concedono incuranti della nostra, ormai nota, presenza critica.
Sergio Morozzi
Resoconto
Consiglio comunale
22
Aprile 2004
Numerosissimi punti all’ordine del giorno per i quali si è proceduto subito a votazioni “lampo” eccezion fatta per la discussione sulla “gestione dell’ Associazione dei servizi legali Città delle Colline”. La Dirigente Ristori espone al Consiglio i risultati, a suo dire ottimi, avuti dalle consulenze date alla sudetta Associazione, e il netto miglioramento anche dal punto di vista dei costi sostenuti dall’Amministrazione malgrado i 105 pareri legali rilasciati in 2 anni di esercizio. Per il futuro la Dirigente conta di far vagliare all’Associazione legale anche la gestione economica del personale del Comune e il controllo delle Gare. Il Consigliere Da Fano (Verdi- Margherita) loda l’idea avuta di accorparsi con altri due Comune ma auspica anche un miglioramento dell’indipendenza dei professionisti dell’Associazione. Dopo alcuni ulteriori interventi si procede alla votazione, il documento viene quindi approvato con i voti della maggioranza, l’opposizione di centro destra e di RC si astengono. Altro punto all’ordine del giorno che a suscitato un certo interesse è stato quello relativo ad “Accordo col Comune di Greve per diventare comproprietari di edificio in Località Testi”,il consigliere Lazzeri, Fi, definisce questa scelta “troppo inconsapevole, per gli effetti sulla spesa futura” e per di più dice di non trovarne traccia nel Bilancio. Inoltre a suo dire “sarebbe stato fondamentale fare una precedente perizia prima di bruciare 350000 €”, per di più sembra ci siano anche delle rate di mutuo da pagare, il consigliere conclude dicendo che questa operazione viene fatta solo per aiutare il Comune di Grave con il proprio bilancio in rosso. A Lazzeri risponde l’Assessore Papini che cerca di motivare un po’ alla maglio l’intervento, ammettendo però di non aver approfondito l’aspetto economico, si procede comunque alla votazione del punto che viene approvato con i voti favorevoli dei DS, mentre FI, AN. RC si oppongono. Nella stessa seduta vengono anche velocemente approvati “ Nuovo statuto societario Fiorentina Gas Spa”,”Alienazione di aera a condomini per realizzazione parcheggio in Via Nanni”,”Regolamento per la tutela del Territorio in presenza del Vincolo Idrogeologico” e “Concessione dei terreni dell’Autostrada Spa ad artigiani per la realizzazione della Zona Artigianale ad Antella”.
SUONANO LE CAMPANE
La decisione di mettere in approvazione al prossimo Consiglio comunale del 8 aprile alcuni piani attuativi relativi a interventi di nuova edificazione è grave e preoccupante, oltre che dal punto di vista dell’impatto ambientale e del carico urbanistico, come dimostrano le diffuse proteste delle ultime settimane, anche dal punto di vista puramente politico è una decisione in esplicito contrasto con gli accordi di maggioranza elaborati con lo scomparso Sindaco Lastucci e con le delibere del Consiglio comunale. Accordi e delibere che impegnavano l’Amministrazione a risolvere le gravi e riconosciute storture del piano regolatore (soprattutto, la scandalosa facoltà di aumentare le volumetria dell’edificio fino a tre volte gli standard e nazionale!) prima di esaminare qualsiasi variante agli strumenti urbanistici, compresi i Piani Attuativi. Una grave contraddizione sotto gli occhi di tutti: la maggioranza che più volte riconosciuto, grazie soprattutto la tenace opera di sensibilizzazione di critica svolta dei Verdi, la necessità di correggere il piano regolatore, non ha concretamente agito per farlo. Di più ha invece scelto di impegnare i propri Uffici Tecnici per istruire, prima della fine di questa legislatura, i piani attuativi presentati la cui progettazione si basa su quelle regole dichiarate errate. In sintesi, questa Amministrazione lancia dei segnali politici, secondo il Gruppo Verde, molto preoccupanti: il governo del territorio non è in mano alle forze politiche che stanno governando, bensì ai soggetti che hanno interessi (beninteso, legittimi!) a ricavare un beneficio economico dal suo sfruttamento. Non solo, ma per salvaguardare tali interessi, erroneamente contrabbandati come diritti, si è disposti a sacrificare alcune delle idee più caratterizzante del centro sinistra (la trasparenza, la difesa dell’ambiente e di un’edilizia a favore delle fasce sociali più deboli) e a mettere a repentaglio l’unità dello schieramento.
4 aprile 2004
La portavoce dei Verdi di Bagno
a Ripoli
Beatrice Bensi
Cominciamo ad essere stufi!
E’ da molto tempo ormai che alcune persone tramite la stampa locale diffondono notizie false circa i “piani attuativi” in corso di approvazione da parte del Comune di Bagno a Ripoli:Questi piani attuativi, sono strumenti previsti dalla legge proprio per attuare in maniera più specifica e funzionale ciò che il piano regolatore ha chiaramente indicato è approvato da ormai 5 anni.Questi piani non aumentano quindi la volumetria ma la distribuiscono al meglio nelle aree dove essa è già programmata.Purtroppo un manipolo di persone vuole ostacolare la legittima attuazione di ciò che il Comune ha previsto da tempo, ostacolando di fatto i legittimi diritti di cittadini che intendono costruire o acquisire un’abitazione nelle aree dove previsto.La cosa scandalosa è che questo manipolo di persone vuole ostacolare la legittima attuazione di ciò che il Comune ha previsto da tempo, ostacolando di fatto i legittimi diritti di cittadini che intendono costruire o acquisire un’abitazione nelle aree dove previsto.La cosa scandalosa è ché questo manipolo di persone mascherate da ambientalisti è costituito per la maggior parte da proprietari di ville o case costruite (anche recentemente), proprio sulle colline che loro stessi giudicano “intoccabili”.La realtà è che questi signori che si considerano “privilegiati”, hanno ottenuto ormai la casa dove volevano e vorrebbero impedire ad altri di usufruire di un diritto di cui loro stessi hanno usufruito.All’interno di questi piani attuativi, un quarto delle abitazioni sarà costruito a prezzi convenzionati che essendo circa il 30 % inferiore a quelli di mercato, permetterà diverse famiglie del luogo di accedere finalmente ad un’abitazione senza doversi trasferire lontano dai luoghi di origine.L’attuazione del piano regolatore legittimamente approvato, é un diritto dei cittadini e non può essere calpestato!
Comitati per l’attuazione del piano regolatore