PIANO DI CASTELLO
Promettono verde e realizzano
colate di cemento
Lo scorso aprile il Comune di Firenze ha firmato una convenzione con
la Fondiaria-SAI di Salvatore Ligresti per l'avvio nell'area di Castello di un’estesa operazione immobiliare,
un'addizione urbana di 168 ha. a nord
ovest della città su un'area in gran parte di proprietà di quella società di
assicurazioni.
Si
tratta della costruzione di circa 1.500 abitazioni, di
cui, a fronte di una pressante richiesta di alloggi pubblici, solo 158 destinate
all’Edilizia Residenziale Pubblica, di un parco di 80 ha. a ridosso
dell’aeroporto di Peretola, di uffici pubblici,
alberghi, scuole, impianti sportivi,
oltre alla nuova Scuola dei Carabinieri, per un volume di 1.400.000 mc (ai quali
si devono aggiungere i 400.000 mc. destinati a 5
silos sopraelevati per le auto) e un carico demografico equivalente di non meno
di 13.000 persone.
E’ un progetto espansivo, nell'epoca del riuso e del
recupero urbano, che interrompe il residuo collegamento verde tra la collina di
Castello, la Piana e l'Arno e sposta di 3 km verso ovest il limite della città,
riducendo ulteriormente la superficie a disposizione del sempre più fantomatico
Parco Territoriale. Piuttosto che facilitare l'accessibilità verso l'area
metropolitana, sigilla il confine della città a nord ovest e aumenta la congestione
del quartiere di Novoli già così pesantemente
coinvolto in operazioni di “densificazione urbana”
tra le quali quella in corso nell’area ex Fiat (polo universitario, residenze,
centro commerciale, palazzo di giustizia, ecc.).
Come se non bastasse, il 23 gennaio scorso Comune
(sindaco Leonardo Domenici), Provincia (presidente Matteo
Renzi) e Regione (presidente Claudio Martini) hanno
presentato un protocollo d’intesa in base al quale questi due ultimi enti
territoriali si impegnano a edificare le loro sedi nell’area di Castello. La
Regione occuperà con i propri uffici 68 mila mq., altrettanti saranno destinati
alla Provincia: 25 mila per il centro direzionale, 40 mila per il campus dove saranno
trasferite alcune scuole superiori che oggi hanno sede a Firenze. Per
finanziare questa operazione la Regione dovrà vendere gli edifici acquistati recentemente
per i quali si porrà il problema, niente affatto irrilevante, del controllo del
cambiamento delle funzioni; per parte sua, la Provincia non solo vende i suoi
numerosi immobili del centro storico ma dichiara che attiverà un project financing
di notevole entità economica, prassi che a Firenze ha ampiamente mostrato tutti
i propri limiti.
Vale la pena ricordare che i soggetti pubblici che hanno
autorizzato la variante di Castello, contro il parere di gran parte della
città, manifestato ampiamente anche durante il recente percorso “partecipato”
organizzato dal Comune per il Piano Strutturale, non sono committenti
qualsiasi: l'intervento pubblico per decine e decine di milioni risulta
decisivo affinché l'operazione di speculazione sull'ultima area verde di
Firenze sia promossa sul mercato immobiliare. Difficilmente, senza questa
colossale operazione di marketing territoriale a favore di Fondiaria-SAI,
sul “libero mercato” ci sarebbe stato qualcuno disponibile a costruire alcunché
a fianco della pista dell'aeroporto di Peretola, tra
l'autostrada e la ferrovia.
Al danno segue la beffa: al
guasto ambientale dovuto a questa pesante speculazione che sacrifica una delle
ultime zone “franche” del territorio, andando a minare un ecosistema
fondamentale per gli equilibri residui della Piana Fiorentina, segue la beffa
della valorizzazione dell’area operata dai soggetti pubblici: sia attraverso la
realizzazione delle infrastrutture necessarie (strade, collegamenti, parcheggi
etc.) che con la propria presenza, qualificando e rendendo appetibile
l'operazione immobiliare nel suo complesso.
Per di più questa operazione
ha completamente ribaltato il regolare meccanismo di maturazione delle scelte
urbanistiche, che consiste nell’adottare lo strumento urbanistico adeguato solo
dopo aver appurato un bisogno diffuso. In questo caso, prima si è fatta la
scelta (la macrolottizzazione) e poi ci si è adoperati a trovare la domanda per
legittimarla a posteriori.
Anche se formalmente non
c’è niente di illegittimo nell'operazione Castello, crediamo che ad essa si
oppongano serie ragioni di tipo urbanistico maturate negli ultimi anni, oltre a
ragioni politiche visto che qui le amministrazioni pubbliche hanno a che fare
con il costruttore Salvatore Ligresti, personaggio di
cui nel passato si sono occupate le cronache giudiziarie.
Per questo è necessario
sospendere il progetto di Castello e ridiscuterne, pubblicamente e in maniera approfondita,
le implicazioni alla luce dello stato
attuale del territorio e delle reali necessità della nostra città.
Unaltracittà/Unaltromondo Comitati dei Cittadini -
Firenze |
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