Il Ponte di St. Luis Rey è
un libro agile, compatto, ma sicuramente non un libro semplice,
anche se semplice potrebbe risultare a una lettura superficiale.
La sua stessa struttura ad incastro, una specie di puzzle dai
mille colori in cui ogni singolo pezzo può essere definito
solo dagli adiacenti, ne è un ottimo esempio.
Wilder ci porta infatti in un labirinto, alla conoscenza dell'uomo
più che del suo destino. Il ponte che si spezza davanti
agli occhi di fra Ginepro è più che altro un pretesto,
anche interessante, per scandagliare la personalità umana.
E' evidente che se il fine fosse stato un altro fra Ginepro
non sarebbe stata la figura marginale che appare e soprattutto
non si sarebbe fermato a considerazioni così banali.
D'altronde la scelta di Wilder di descrivere ogni protagonista
cogli occhi degli altri ci porta a un paragone con altri scrittori
importanti del nostro secolo: è come se il libro, colla
sola sua struttura, ci ponesse davanti tutto il problema della
conoscenza. Per Pirandello la conoscenza della persona è
impossibile perché ognuno avrà verso l'oggetto
del suo osservare una visione soggettiva e personale: perché
insomma ognuno tende a non vedere la persona che sta innanzi,
ma la persona così come vorrebbe che fosse. Questo porta
all'assurda conclusione che la realta' (la verità) della
persona non esista, proprio in virtù della diversità
d'aspetto che assume ("Uno nessuno, centomila")
Wilder ci esplicita questo, ma ci permette al tempo stesso di
vedere da più prospettive, e le figure assumono svariate
sfaccettature che le fanno più vere. E' come se la narrazione
a più voci riuscisse ad entrare nel cuore del problema,
sviscerandolo.
Un paragone appropriato mi pare possa essere fatto con certe
riprese cinematografiche, in cui il primo piano deve essere
accompagnato da altri primi piani per dare un'idea complessiva,
e in cui l'immagine panoramica è solo successiva. Wilder
ci dice che non si può cercare di capire tutto se prima
non si ascolta e non si conoscono i vari corollari.
Nella sua analisi della persona Wilder ha comunque un buonismo
innato, una tendenza al lieto fine che si scontra con le situazioni:
è forse questo gusto melodrammatico ad inquinare un libro
assolutamente piacevole, che consiglio a chiunque di buon grado.
(G.Migliarese)
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Thornton Wilder
"But soon we shall die
and all memory of those five will have left earth, and we ourselves
shall be loved for a while and forgotten. But the love will
have been enough; all those impulses of love return to the love
that made them. Even memory is not necessary for love. There
is a land of the living and a land of the dead and the bridge
is love, the only survival, the only meaning." (from The
Bridge of San Luis Rey)
"I think myself as a
fabulist, not a critic. I realize that every writer is necessary
a critic - that is, each sentence is a skeleton accompanied
by enormous activity of rejection; and each selection is governed
by general principles concerning truth, force, beauty, and so
on. But, as I have just suggested, I believe that the practice
of writing consists in more and more relegating all that schematic
operation to the subconscious. The critic that is in every fabulist
is like the iceberg - nine-tenths of him is underwater."
(from Playwrights at Work)
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