La letteratura è antica come il discorso. È
nata dal bisogno che ne aveva l'umanità e non è cambiata,
è diventata solo più necessaria. Gli scaldi, i bardi,
gli scrittori non sono separati, isolati. Sin dall'inizio, le loro
funzioni, i loro doversi, le loro responsabilità sono state
decretate dalla nostra specie
lo scrittore è delegato
a dichiarare e celebrare la provata capacità dell'uomo per
la grandezza di cuore e di spirito, per la nobiltà nella sconfitta,
per il coraggio, la compassione e l'amore. Nella guerra interminabile
contro la debolezza e la disperazione, sono questi i lucenti vessilli
della speranza e dell'emulazione. Sono convinto che uno scrittore
che non creda appassionatamente nella perfettibilità dell'essere
umano non abbia vocazione né diritto di cittadinanza nella
letteratura.