COME TU MI VUOI (1929)

Siamo di fronte all'unico testo pirandelliano ambientato, almeno in parte, fuori dall'Italia, a Berlino. Proprio questa città, con la sua confusa vita notturna, incarna lo spazio della trasgressione.
Qui, in casa di Carlo Salter, scrittore di mezza età, vive l'Ignota, con la figlia di lui, Mop, "segnata d'un che d'ambiguo che fa ribrezzo, e insieme, di un che di tragico che turba profondamente".
In questo ambiente trasgressivo, l'Ignota è considerata solamente come oggetto sessuale, come se non avesse vita propria, pensieri, sentimenti. Mop e Carlo Salter la sfruttano, e non le donano in cambio nulla, tantomeno amore.
Ed è proprio l'illusione di poter amare e di poter essere amata che la spinge a indossare i panni di Lucia, moglie di Bruno Pieri scomparsa e mai più ritrovata dalla fine della grande guerra.
Ma l'illusione si spegne subito: Bruno si è interessato a lei solo per un problema di eredità, e questo è l'unico filo che li unisce, non certo un sentimento profondo di amore.
Intanto le cose si complicano: Salter non rinuncia all'Ignota, si scaglia contro la sua professata identità di Lucia e porta a Udine quella da lui definita come la "vera Lucia".
Non vivere per non vivere, l'Ignota sceglie di tornare a Berlino, dall'unico uomo che in un certo modo era rimasto legato a lei e lascia dietro sè un alone di mistero.

Ancora i temi di tutto il teatro pirandelliano: la verità, presente ma fuori dalla portata dell'uomo, l'alienazione dell'io.
Non si arriva a capire chi sia veramente Lucia: non l'Ignota, che diventa Lucia solo nel momento in cui lo vuole e nel momento in cui gli altri - tutti - la credono tale.
Nella mente di ognuno l'Ignota si incarna in Lucia; ma l'Ignota diviene Lucia perchè le assomiglia, perchè sembra sapere di lei cose che altri non potrebbero sapere.
Questa è una verità di compromesso, soggettiva, a cui l'Ignota si è piegata, spinta dalla ricerca dell'amore, di quel sentimento che non ha mai provato, e che forse, a quanto ci pare di capire, non proverà mai.
L'Ignota, anche se consapevole di non essere colei che si vuole che sia, accetta di essere "come tu mi vuoi", riempiendo il vuoto del cuore e dell'intera persona con un'immagine estranea da fare poi propria.
(IGNOTA Sono qua, sono tua; in me non c'è nulla, più nulla, di mio: fammi tu, come tu mi vuoi. Eccomi di nuovo a te, non per me più, non per ciò che quella può aver vissuto ... nessun ricordo più: dammi i tuoi ... Questi ridiventeranno vivi in me, vivi di quell'amore che lei ti diede.)
E a Bruno, che la invoca "come ebbro" lei aggiunge: "Io sì, sono Cia, non quella che fu, quella che sono io oggi, domani ... Essere? Essere è niente! essere è farsi."
Essere è quindi divenire, è costruirsi in un certo modo; è annullare la propria personalità (alienarsi) per donarsi agli altri.
L'Ignota è un "corpo senza nome", in balia degli eventi, in attesa che qualcono le dia senso.
Solo su queste basi è possibile comunicare, alienandosi e accettando l'immagine, la maschera che gli altri hanno creato; ma è una comunicazione che rimane comunque infruttuosa, perchè la verità assoluta "non si può dire" e rimane irraggiungibile.
L'unica verità che emerge è infatti solo una verità soggettiva, e non ci sembra azzardato dire che anche la verità, per Pirandello, è "così, come tu mi vuoi".

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