Circolo Culturale Albatross: Ernest Hemigway
The sun also rises (Fiesta)

Prendo in "prestito" una frase dalla prefazione di Fernanda Pivano all'edizione dei meridiani mondadori dedicata ai romanzi di Hemingway perchè mi ha sempre molto stupito: "Si parlava sempre di The Sun Also Rises che con Death In The Afternoon restò sempre il suo libro preferito; diceva che che A Farewell to Arms era immorale mentre tutte le azioni di The Sun Also Rises erano morali."
In effetti la sensazione di moralità rimane durante tutta la lettura del libro: intendiamoci, non sto parlando di una morale religiosa, ma del vero fulcro di tutta la vita di Hemingway, cioè di quel modo di vivere attorno al quale costruì non solo i suoi romanzi e lo stile della sua scrittura, ma anche ogni decisione.

Chi si trova a leggere Fiesta viene pervaso da un'energia contagiosa, da un gran desiderio di vita: viene voglia di andare a fare una passeggiata, un giro in montagna, un'uscita con gli amici. Viene una gran voglia di tornare a Parigi, di andare a correre davanti ai tori nelle strette stradine di Pamplona. Anche i più inesperti riescono (finalmente!) a capire lo spirito della pesca. Sono le emozioni a guidare come un filo conduttore tutte le pagine hemingwayane; magari, come lui diceva, non tanto descritte, quanto frugate per cercarne la causa, ma sempre palpitanti di dolore o di passione.
La vicenda prende avvio a Parigi, seguendo un gruppo di amici nei loro girotondi notturni, tra bevute e bar dove strapazzare il ricordo della guerra ormai finita, e si sposta poi in Spagna, nei paesaggi stupendi dei Pirenei e di Pamplona, tra sbornie e pesca di fiume. La storia, intrisa di inenuttabile tragedia ha tutti i segni del suo mondo poetico. La protagonista Brett, apparentemente ninfomane e alcolizzata, aveva conosciuto la guerra come infermiera, aveva visto morire l'uomo che amava, aveva sposato uno psicotico che la maltrattava, e, precipitata nel declino fisico e psicologico, sta per sposare un playboy ma è innamorata di Jake, un reduce di guerra che una ferita ha reso impotente, col quale conduce un amore platonico cercando di controllare la sua attrazione fisica per il giovanissimo torero Romero.
In questo intrecciato triangolo (o quadrato) amoroso palpita molto di più che una semplice storia d'amore. Hemingway ha forse trovato in Fiesta il punto di maggior leggerezza della sua opera: le pagine scorrono tra le mani, le parole si inseguono, l'uso degli aggettivi è perfettamente misurato, i dialoghi lasciano i giusti spazi ai paesaggi. E la forza evocativa, visiva, della sua poetica si rende perfettamente in grado di trasportarci nei luoghi del racconto, dove sarebbe veramente rigenerante immergersi nella lettura.

INCIPIT

"Robert Cohn era stato un tempo campione di pugilato di Princetown, categoria pesi medi. Non crediate che questo, come titolo pugilistico, a me faccia una grande impressione, ma per Cohn significava molto. Non gli importava niente della boxe, anzi la detestava, ma l'aveva imparata, con fatica e sino in fondo, per reagire a quel senso di inferiorità e di insicurezza che gli derivava a Princetown dall'essere trattato come un ebreo."

UN PASSO DEL ROMANZO

"...ad un tratto gente cominciò a venir giù per la strada. Correvano vicini. Passarono e sparirono verso l'arena, poi dietro di loro altri uomini corsero più veloci, poi vennero pochi isolani che davvero correvano. Dietro di loro c'era un piccolo spazio libero, poi i tori venivano al galoppo e roteando le corna. Il tutto scomparve alla vista dietro l'angolo. Un uomo cadde e si tirò da parte, rimase immobile disteso. Ma i tori passarono oltre e non badarono a lui. Tutti uniti correvano."

Pamplona è il luogo più legato al soggiorno spagnolo di Hemingway. Si dice che a Pamplona Hemingway avesse i suoi luoghi e momenti sacri: soleva prendere "cerveza con gambas" al Cafè Iruña in plaza del Castillo, mentre andava a fare colazione a base di" ajoarriero" a Casa Marcellano. Soleva soggiornare invece presso l'Hotel "La Perla", anch'esso in plaza del Castillo.
La festa di San Fermino, dal 7 al 14 luglio, celebrata con la famosa corsa dei tori tra le strette vie del centro, è il soggetto di questa frase tratta da Il sole sorge ancora, noto anche come Fiesta. Lo scrittore soggiornò a Pamplona nel 1929 e fu straordinariamente affascinato dai combattimenti dei tori e dall'atmosfera della festa.

a cura di Gianni Migliarese


| Home Page | Indice | Poesia | Prosa | Aforismi | Forum | Download |