Circolo Culturale Albatross: Stig Dagerman
Brevi notizie bibliografiche


Stig Dagerman

Stig Dagerman, nato nel 1923 e morto suicida a soli trentun'anni nel 1954, al culmine del successo e della fama, nonostante la breve vita, ha lasciato nella letteratura svedese un segno profondo, restando una di quelle figure-culto che non si smette mai di rileggere. Anarchico militante con un costante impegno in difesa degli oppressi e degli emarginati, le sue numerose opere, scritte febbrilmente nello spazio di cinque anni, "continuano a rappresentare una sfida alla nostra morale e alla nostra intelligenza".

"Vulnerabile fino alla convinzione di essere di quelli che "attirano il dolore", militante sempre dalla parte degli offesi e degli umiliati, anarchico viscerale cui ogni sistema va stretto, incapace di accontentarsi di verità ricevute, ma con l'angoscia del miscredente davanti alla caduta degli dei, Dagerman, accolto a ventitré anni al suo primo romanzo come l'astro nascente della letteratura scandinava, con il suicidio a trentuno passa tragicamente alla dimensione del mito, come una di quelle figure-simbolo di una generazione e di un'epoca cui si continua a ritornare. La sua vita, da sempre, sembra segnata da quel "troppo tardi" che incombe come un destino sui suoi personaggi, come se in lui il talento, il successo, la "maledetta celebrità", la bellezza, l'amore, i matrimoni, i figli, non fossero che tappe di un'illusoria felicità sulla via di una morte prestabilita, come il bambino travolto dall'automobile di un uomo felice in uno dei suoi racconti più belli."

(dalla quarta di copertina di "Il viaggiatore")

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STIG DAGERMAN

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