UCCIDERE UN BAMBINO (1948)
E' una giornata mite e il sole splende obliquamente
sulla pianura. E' domenica, tra poco suoneranno le campane. Fra i campi
di segale due bambini hanno scoperto un sentiero che non avevano mai
percorso e nei tre villaggi della piana luccicano i vetri delle finestre.
Gli uomini si radono davanti a specchia appoggiati su tavoli da cucina,
le donne canterallano affettando il pane per il caffè, e i bambini
si abbottonano le camicette. E' la mattina felice di un giorno infausto
perchè in questo giorno nel terzo villaggio un bambino sarà
ucciso da un uomo felice. Il bambino è ancora seduto sul pavimento
e si abbottona la camicetta, l'uomo che si sta radendo la barba dice
che oggi faranno una gita in barca sul fiume mentre la donna canterella
e mette il pane appena affettato su un piatto blu.
Non vi sono ombre nella cucina e l'uomo che ucciderà un bambino
si trova ancora vicino a una pompa rossa della benzina del primo villaggio.
E' un uomo felice, che guarda dentro una macchina fotografica e nell'obbiettivo
vede una piccola automobile blu e accanto all'automobile una ragazza
che ride. Mentre la ragazza ride e l'uomo scatta la bella fotografia,
il benzinaio stringe il tappo del serbatoio e annuncia che avranno una
bella giornata. La ragazza si siede nell'auto, l'uomo che ucciderà
un bambino estrae il portafoglio dalla tasca e spiega che arriveranno
al mare e al mare affitteranno una barca e poi andranno a remare al
largo, molto al largo. Attraverso i finestrini abbassati la ragazza
sul sedile anteriore sente quello che dice e chiude gli occhi e ad occhi
chiusi vede il mare e l'uomo accanto a lei nella barca. Non è
certo un uomo cattivo, è felice e contento e prima di salire
in macchina si sofferma un attimo davanti al radiatore che splende al
sole a godere di quel luccichio e dell'odore di benzina e di biancospino.
Nessuna ombra si proietta sull'auto, il paraurti splenente non ha nessuna
ammaccatura nè la minima traccia rossa di sangue.
Ma nello stesso momento in cui nel primo villaggio l'uomo dell'auto
richiude la portiera di sinistra e tira verso di sè il pomello
dell'avviamento, nel terzo villaggio la donna nella cucina apre la dispensa
e si accorge che non c'è più zucchero. Il bambino, che
ha finito di abbottonarsi la camicia e si è allacciato le scarpe,
è in ginocchio sul divano e guarda il fiume che serpeggia tra
gli ontani e la barca nera tirata in secco sull'erba. L'uomo che perderà
il suo bambino ha finito di radersi la barba e piega lo specchio.Sulla
tavola ci sono il caffè, il pane, la panna e le mosche. Manca
solo lo zucchero e la madre dice al suo bambino di correre dai Larsson
a chiederne in prestito qualche zolletta. E quando il bambino apre la
porta l'uomo gli grida di far presto, che la barca è sulla spiaggia
che aspetta e che devono remare più lontano di qunto non abbiano
mai remato. E mentre corre attraverso il giardino il bambino non fa
che pensare al fiume e alla barca e ai pesci che guizzano e nessuno
lo avverte che gli restano soltanto otto minuti da vivere e la barca
rimarrà dov'è per tutto quel giorno e per molti altri
giorni ancora.
I Larsson non abitano lontano, appena dall'altra parte della strada
e mentre il bambino l'attraversa correndo, la piccola automobile blu
entra nel secondo villaggio. E' un piccolo villaggio di casette rosse
e di gente appena sveglia che siede in cucina colla tazza del caffè
in mano, e vede l'auto che sfreccia al di là della siepe sollevando
dietro di sè un'alta nuvola di polvere. Viaggia a gran velocità
e l'uomo al volante vede i meli e i pali del telegrafo incatramati di
fresco sfilargli accanto come ombre grigie. L'aria dell'estate soffia
attraverso il parabrezza mentre escono sfrecciando dal paese e procedono
veloci e sicuri al centro della carreggiata, sono soli sulla strada
- per ora. E' meraviglioso viaggiare così soli su una strada
ondulata e larga, e in pianura è ancora più bello. L'uomo
è felice e forte e col gomito destro sente il corpo della sua
donna. Non è certo un uomo cattivo. Non farebbe male a una mosca
ma tra qualche istante ucciderà un bambino. Mentre sfrecciano
verso il terzo villaggio la ragazza chiude di nuovo gli occhi e, per
gioco, dice che non li riaprirà fino a che non si vedrà
il mare e sogna, al ritmo del dondolio dell'auto, quanto le apparirà
splendente.
Perchè la vita è congegnata così spietatamente
che un minuto prima di uccidere un bambino un uomo felice è ancora
felice e un minuto prima di urlare di terrore una donna può chiudere
gli occhi e sognare il mare, e nell'ultimo minuto di vita di un bambino
i suoi genitori possono stare seduti in cucina ad aspettare lo zucchero
e a parlare dei suoi denti bianchi e di una gita in barca e il bambino
stesso può chiudere un cancello e acciarsi attraverso una strada
con delle zollette di zucchero avvolte in carta bianca nella mano destra,
e per tutto quest'ultimo minuto non vedere altro che un lungo fiume
scintillante con grandi pesci e una grande barca coi remi silenziosi.
Dopo è troppo tardi. Dopo c'è una macchina blu di traverso
sulla strada e una donna che urla si leva una mano sulla bocca e la
mano sanguina. Dopo un uomo apre la portiera di un'automobile e cerca
di reggersi sulle gambe nonostante l'abisso di orrore che ha dentro
di sè. Dopo vi sono delle zollette di zucchero bianche assurdamente
sparse nel sangue e nella ghiaia e un bambino giace inerte sul ventre
con il volto brutalmente schiacciato contro la strada. Dopo accorrono
due persone pallide che non sono ancora riuscite a bere il loro caffè
e si precipitano verso un cancello e quello che vedono non lo dimenticheranno
mai. Perchè non è vero che il tempo guarisce tutte le
ferite. Il tempo non guarisce le ferite di un bambino ucciso ed è
molto difficile che guarisca il dolore di una madre che ha dimenticato
di comperare lo zucchero e manda suo figlio dall'altra parte della strada
a chiederlo in prestito; ed è altrettanto difficile che guarisca
l'angoscia di un uomo un tempo felice che ora l'ha ucciso.
Perchè chi ha ucciso un bambino non va più al mare. Chi
ha ucciso un bambino guida lentamente verso casa, in silenzio, e accanto
a sè ha una donna muta con una mano fasciata e in tutti i villaggi
che attraversano non vedono più un solo uomo felice. Tutte le
ombre sono cupe e quando i due si separano sono ancora in silenzio e
l'uomo che ha ucciso un bambino capisce che quel silenzio è il
suo nemico e che gli ci vorranno anni della sua vita per sconfiggerlo
gridando che non è stata colpa sua. Ma sa anche che questa è
una menzogna e la notte nei suoi sogni si struggerà di poter
avere indietro un unico minuto della sua vita per far sì che
quest'unico minuto possa essere diverso.
Ma la vita è così spietata con colui che
ha ucciso un bambino che dopo è troppo tardi per qualsiasi cosa.